I NOSTRI CORPI
Che viltà per gli inebetiti pensieri
lasciare che parlino i corpi!
Perennemente vicini
alla morte, osceni corpi
con nervature avventate alla pelle.
Crudi ci si lima, corpi di
magri filari corvini.
Corpi palesi ma
che niente spiegano:
come buche lunari
o la nuca intatta di bimbo. Palesi.
Due corpi di neve.
Il tuo che fiocca e resto
fermo
col terrore che
m'uccida, o divenga familiare.
*
SUL GIROPERIPLO DEL TEMPO
Ho visto le scatole all'Ikea e il cartellino
prezzato, lo sconto!
Proprio il tempo in cui Engels
studiava l'origine della proprietà.
E roani imbizzarriti montavano
due sole cavalle, a sangue.
Non vedi come ogni ceppo
dove si fracassano teste
è sempre oggi?
Ecco il tempo.
Ho preso i barattoli di pelati
il giorno in cui Antares -fra tremila secoli-
vedrà questo momento. E il sole
enfiato su noi andava
ingoiandoci.
Tremila euro a pomodoro,
l'inflazione
del sistema solare.
1 commento:
Questo sentire, questo pensare, questa poesia. Grazie per avermi fatto conoscere questo scrittore che non diluisce il senso in favore di una certa idea di comunicazione. Che parole coraggiose, libere, capaci di inciampi e sfumature. Quanta fiducia necessaria in chi leggerá per non tradire la propria voce. Quanta vita. Daniela
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