venerdì 31 dicembre 2021

DISCORSO DI FINE ANNO

Auguro a tutti i no vax e no green pass e no fraternità e uguaglianza
fra i cittadini (i no vax ripetono sempre libertà, dimenticandosi le altre
due parole), di diventare cittadini responsabili e consapevoli del
periodo che stiamo vivendo: una pandemia globale. E di agire di
conseguenza: vaccinandosi. Il vaccino resta la strada maestra per
uscirne fuori come tutti i virologi ci stanno dicendo da tempo.
In una pandemia contano solo le fonti ufficiali, le fonti governative,
il resto è il niente del niente, sono divagazioni inutili di persone
inesperte e fondamentalmente impotenti. Conta solo il GOVERNO e
voi non contate un CAZZO. Capirlo è fondamentale.
Quindi braccino e vaccino. Auguri.

giovedì 30 dicembre 2021

DIALOGO TRA FETTUCCINA WILDE E MARIO DRAGHI

Fettuccina Wilde: Signor Mario Draghi, volevo dirle che lei è un incompetente in
                             economia e sta prendendo decisioni politiche sbagliate, e poi
                             questo green pass non è costituzionale!

Mario Draghi: Mi scusi, ma lei chi è?

Fettuccina Wilde: Io sono Fettuccina Wilde!

Mario Draghi: Ehm, ok, ho capito il problema...

Fettuccina Wilde: Lei non ha capito un bel nulla!

Mario Draghi: Ma signora Fettuccina, mi scusi, la Corte Costituzionale non si è
                        pronunciata al riguardo, come la mettiamo?

Fettuccina Wilde: Il tempo, il tempo mi darà ragione!

Mario Draghi: Certo...certo. Il tempo, e che cosa è il tempo?

Fettuccina Wilde: E' quella cosa che ora non mi dà ragione ma me la darà
                             nel tempo, quando saremo tutti guariti!

Mario Draghi: Come pensa di guarire da questa pandemia?

Fettuccina Wilde: Ragù per tutti e tamponi per tutti!!!

Mario Draghi: Mi sa dire qualcosa di più?

Fettuccina Wilde: E non le basta? Non è un intelligentone lei? Non capisce?

Mario Draghi: Capisco, capisco fin troppo bene.

Fettuccina Wilde: Forse lei vuole insinuare che io non ho le competenze per...?

Mario Draghi: Per carità! Senta, mi scusi ora, sa, dovrei portare l'Italia fuori dalla
                        pandemia, una cosetta da nulla, me ne rendo conto ma...

Fettuccina Wilde: Scappa, scappa, vigliacco. Tutti che scappano da
                             Fettuccina Wilde, perché vi faccio così paura?

Mario Draghi: Paura? Lei mi fa una tenerezza infinita, senta, sento puzza di bruciato...

Fettuccina Wilde: Caspiterina, il mio ragù, me lo sono dimenticato sul fuoco!

Mario Draghi: Mi spiace, corra, corra a salvarlo!

Fettuccina Wilde: Sporco neoliberista maschilista, io salverò il mondo!
                              Io tamponerò anche gli scoiattoli!


Mario Draghi: Buona fortuna signora Fettuccina.

Fettuccina Wilde: Non è fortuna, ma studio, genio e lavoro!

Anonimo Lecchino: Fettuccina ha ragione su tutto, è la nostra eroina!


DIALOGO TRA FETTUCCINA WILDE E BURIONI

Fettuccina Wilde: Signor Burioni, salve, vorrei dirle che lei non sa nulla e non capisce
                              nulla di vaccini!

Burioni: Ma lei chi è scusi?

Fettuccina Wilde: Io sono Fettuccina Wilde!

Burioni: E che titoli ha per dirmi questo?

Fettuccina Wilde: Sono una blogger e scrivo commenti sul Fatto Quotidiano!

Burioni: Ah, e il suo è un blog scientifico?

Fettuccina Wilde: No, perché mai dovrebbe essere scientifico?

Burioni: Già, perché mai?

Fettuccina Wilde: Lei vuole forse insinuare che non ho le competenze per...?

Burioni: Ma no, non insinuo nulla, è la realtà che insinua!

Fettuccina Wilde: Quale realtà?

Burioni: La sua.

Fettuccina Wilde: Lei è uno sporco maschilista al soldo di Big Pharma!

Burioni: Ha ragione.

Fettuccina Wilde: La ragione si dà ai matti! Vigliacco!

Burioni: Non ha ragione.

Fettuccina Wilde: Ecco! Bravo!

Burioni: Ora dovrei andare, sa, devo occuparmi di virus, è il mio lavoro.

Fettuccina Wilde: Sì, scappa scappa dalla realtà!

Burioni: La realtà? Che bellissima chimera. Arrivederla.

Fettuccina Wilde: Ora vado a controllare il ragù, e mi stia bene!

Burioni: Anche lei.

Anonimo Lecchino: Fettuccina Wilde ha ragione, lei è bella, bellissima, sa tante
                                 cose, noi l'amiamo, ci libererà dalla pandemia!


Vai e Vem (Trailer) - João César Monteiro (2003)

MONTEIRO

«Era una persona di immensa libertà, un grande artista, dal rigore assoluto. Con lui la creazione si faceva nella carne viva. C’era improvvisazione, ma sapeva precisamente quello che voleva. È stupefacente, nel suo lavoro, il modo in cui riusciva ad andare in fondo all’orrore della sordidezza e nello stesso tempo attingere a una luminosità, una poesia, una bellezza straordinarie. Viveva sulla falda tra il fondo degli abissi e il massimo della luce. Era un uomo geniale»
(Manuela de Freitas)

«Eccoci qui di nuovo soli. Tutto è così lento. Così pesante. Così triste. Molto presto sarò vecchio. Allora tutto finirà. Tanta gente è passata per questa stanza. Hanno detto molte cose. Non mi hanno detto molto. Sono andati via. Sono invecchiati. Sono diventati lenti e miserabili, ognuno nel suo angoletto di terra».
(Voce off [João César Monteiro] in apertura al film Recordações da Casa Amarela)



Nella sua unicità la filmografia di João César Monteiro contiene le caratteristiche peculiari di tutto il cinema portoghese, quello di sempre e da sempre uguale a se stesso, possiede i caratteri distintivi di una cinematografia riconoscibile ed endemica che, dagli esordi degli anni Sessanta di Paulo Rocha (Os Verdes Anos) e Fernando Lopes (Belarmino), arriva ai giorni nostri con opere quali Tabu di Miguel Gomes e A última vez que vi Macau di João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata, mantenendo pressoché intatta la propria poetica singolarità. Letterarietà verbosa e soliloquio, austera staticità delle immagini, luce naturale, recitazione sospesa fra straniamento e trance. Una cinematografia indipendente, anzitutto perché costantemente priva di denaro, attenta unicamente ai propri autori, artigiana e autarchica (pur se aperta al mondo intero). Una corda tesa fra il capolavoro e la noia infinita (come la vita?) che diviene monumento vivente con l’ultra (oltre) centenario Manoel de Oliveira. Una (non) scuola, quella lusitana, che ad ogni decade appare a noi spettatori come un miracolo, ma che in fondo è sempre lo stesso miracolo: produttivo, stilistico, linguistico. «La lingua più dolce (come sempre) e il cinema più sorprendente» (Ghezzi 1981, p. 452).

Il cinema di Monteiro si gioca su di un fragile, ma infallibile equilibrio fra rigore formale e sovversione giocosa, fra controllo e trascuratezza, fra immagine e parola, fra effetti visivi accurati e spontaneità documentaristica. Un cinema limite dunque, un esercizio funambolico audace e spossante, capace di inghiottire lo spettatore nei suoi tempi dilatati e inusuali, ma pure di fagocitare l’autore stesso che, a soli 64 anni, lasciò la vita, un solo giorno dopo il suo sessantaquattresimo compleanno (2 febbraio 1939-3 febbraio 2003), già fisionomicamente oltre la propria età anagrafica, così esile e asciutto, così scavato e consunto. I suoi film sono esperienze uniche, tutt’altro che convenzionali, sperimentali nella strenua ricerca di un linguaggio distante da qualsiasi stereotipo, capaci di trasformare la narrazione in un procedere quantistico di stratificazioni semantiche attuate per mezzo di una continua rimodulazione di testi (letterari) preesistenti, che siano la sceneggiatura stessa o l’infinito bagaglio letterario che l’autore si è sempre portato appresso, invariabilmente interpretai da protagonisti eccentrici, socialmente e culturalmente borderline – assai di frequente interpretati da lui medesimo.

João César Monteiro è nato nel 1939 a Figueira da Foz, località sull’Atlantico poco distante da Coimbra, da una famiglia fortemente avversa alla dittatura di Salazar e anticlericale. All’età di 15 anni viene espulso dal liceo e, sempre in quegli anni, si trasferisce con la famiglia a Lisbona dove, a seguito della morte del padre, fu costretto ad abbandonare definitivamente gli studi ed a svolgere vari lavori. Si avvicina al cinema e alla critica e, proprio grazie ad un contatto maturato in quell’ambiente, all’età di 20 anni lascia il Portogallo per andare a Parigi – senza un soldo in tasca. Nella capitale francese ha modo di vedere molti di quei titoli censurati dalla dittatura portoghese. «Ho visto La corazzata Potemkin, un film mitico: da noi era vietato, circolava solo in proiezioni clandestine a 8 mm. A dir la verità, ne fui piuttosto deluso. Il film è geniale, ma, come diceva Douchet, dopo aver visto un film di Ejzenstejn, si ha voglia di andare a vedere un film» (Monteiro in Turigliatto 1999). Ma l’avventura si concluderà ben presto con un rimpatrio. Tornato a Lisbona, dopo un periodo da «parassita sociale», incomincia lavorare nel cinema tout court, con varie mansioni, fino a che nel 1963 non vince una borsa di studio alla London School of Technique. Nel 1965 torna in Portogallo e incomincia a svolgere attività critica caratterizzando il proprio stile per un acceso tono polemico, sempre dissonante anche all’interno del movimento del Cinema Novo: egli rifiuta ogni approccio ideologico al cinema, all’arte e alla vita. Finalmente, nel 1965, gira il suo primo vero film (Quem Espera por Sapatos de Defunto Morre Descalço), che però porterà a compimento solo cinque anni dopo.

La sua è una carriera che prende le mosse, alla stregua dei suoi Maestri francesi della Nouvelle Vague, ma pure dei neorealisti italiani, dall’attività di critico cinematografico, ma ancor prima dalla scrittura, dalla letteratura, dall’uso della lingua per colpire ciò che non amava e per costruire dal nulla ciò che desiderava (le proprie sceneggiature, dunque il proprio cinema). Scrittore e poi regista, come magistralmente evidenziato e ricostruito da Liliana Navarra nel prezioso volume, edito da Sigismundus Editrice, L’alchimista di parole. Inflessibile nelle proprie convinzioni etiche e morali, incapace di scendere a patti con la dittatura (fattasi sempre più morbida verso la settima arte), strenuo difensore della propria indipendenza e dell’idea di un cinema artigiano, capace di darsi alla luce con poco o niente altro che un talento sterminato e impenitente. Un bastian contrario scettico per natura che, anche al sopraggiungere della democrazia portata dalla Rivoluzione dei Garofani del 1974, continuerà la sua attività polemica. Celebre, se non proverbiale, diverranno la sua animosità e le pungolature nei confronti dei colleghi e più in generale di qualsiasi conformismo lusitano (e non solo). Il suo rapporto di amore e odio verso il Portogallo diverrà reciproco. Anche di fronte all’ascesa del suo cinema nei festival e all’interno della comunità cinefila internazionale, soprattutto francese, il suo nome sarà sempre oscurato da una fitta coltre di maldicenze e relegato in una posizione subalterna al monumento de Oliveira (che lui fra i primi difese e lodò sul finire degli anni Cinquanta).

Monteiro però non può essere considerato un cineasta-cinefilo. Il suo cinema non nasce unicamente dalla passione per il cinema o per alcuni registi in particolar modo, il suo non è stato un discorso amoroso con la settima arte del tipo di quello intercorso fra i «giovani turchi» dei Cahiers, non un dialogo/lotta con i registi amati/odiati, il suo cinema nasce dall’interesse per l’arte in generale e la letteratura in particolare: i suoi film sono espressioni cinematografiche di idee letterarie, pittoriche e poetiche.

I film di Monteiro tracciano un’affascinante traiettoria che, dalla cupa austerità dei suoi primi titoli (Veredas, per esempio, anno 1977) – opere che si pongono l’obiettivo della riscrittura dei miti della cultura popolare portoghese rifuggendo l’approccio folklorico del cinema lusitano degli anni Cinquanta e che giungono al proprio punto di maggior splendore con l’indiscutibile capolavoro che fu Silvestre (1981) – procedono verso una “luminosità” via via sempre più giocosa (divertita e divertente) che, con le opere della “Trilogia di Deus”, raggiunge il culmine della produzione del regista portoghese (sia in termini artistici che per quanto concerne premi e riconoscimenti critici). Tre film, Recordações da Casa Amarela (1989, Leone d’argento a Venezia), A Comédia de Deus (1995, Gran Premio della giuria sempre a Venezia) e As Bodas de Deus (1998, presentato a Cannes nel 1999 nella sezione "Un certain regard"), legati fra loro dalla presenza di un unico protagonista: João de Deus. Interpretato da João César Monteiro stesso e costruito sulle sue manie e ossessioni, de Deus è il suo doppio iperbolico, sorta di Monsieur Opale renoiriano, dedito a ogni sorta di piacere e scevro da qualsivoglia tabù, ma, a differenza del “modello” tratto da Jean Renoir o del più celebre Monsiur Verdoux, propenso al bene e affascinato dalla bellezza, soprattutto femminile. João de Deus è un uomo totalmente libero da ogni tipo di condizionamento o costrizione, che vive per il gusto di vivere, per assaporare il piacere che l’esistenza concede, un Marchese De Sade (forse il vero modello e alter-ego di Monteiro cineasta e uomo) “buono”, ma non privo di inclinazioni sessuali oscure e perverse. Il nome deriva da quello di un santo, João de Deus (1495-1550), dedito alla cura e all’assistenza di poveri e diseredati che, prima di giungere a santità, venne internato come folle. Allo stesso modo, nella trilogia, la narrazione dà conto di ascese e cadute, di un percorso accidentato verso una santità laica che conduce il personaggio ad un miglioramento sostanziale del proprio “senso” nel mondo e verso sé stesso. Se nel primo film, Recordações da Casa Amarela, de Deus è un uomo costretto alla miseria e per questo cinico e materiale, nei film successivi, affrancandosi dalla contingenza delle necessità, migliorando la propria condizione sociale e economica, riuscirà finalmente a esprimere quella tensione verso un’alterità divina che lo percorreva da sempre. João de Deus è un personaggio caratterizzato da una profonda necessità al rito, ogni sua azione è infatti frutto di un rituale tanto personale quanto universale di ascetica elevazione spirituale. Egli è idealista e spirituale, religioso ma laico, appare come un sacerdote di una religione personale che attraverso il continuo affinamento dei propri riti riesce a entrare in sintonia con l’esistenza e gli uomini (soprattutto le donne). Dal punto di vista estetico queste tre opere, realizzate nell’arco di dieci anni, rappresentano la summa di tutto il cinema di Monteiro: raffinatissime e curate in ogni aspetto formale, simmetriche in ogni inquadratura, illuminate da luce naturale, riprese con la macchina da presa statica, scarne nella costruzione dei set presi a “prestito” dalla realtà e soprattutto costruite attorno alla parola. Ossessivamente letterario il cinema di Monteiro rimastica e modula un’enciclopedia di citazioni e rimandi in un vertiginoso gioco poetico e intellettuale con esiti davvero sorprendenti e per niente datati agli occhi dello spettatore contemporaneo. Dunque una trilogia che è summa di tutto il suo cinema e del suo percorso umano e professionale, come il personaggio di João de Deus eleva la propria condizione spirituale, così João César Monteiro giunge alla completa pacificazione della propria irrequietezza per imporsi come uno dei registi più completi e sorprendenti del cinema portoghese di ogni tempo.

I suoi ultimi due film divengono sempre più ossessionati dal concetto di rituale e della luce, e ovviamente dalla parola e dalla letteratura, sviluppando un ritmo assolutamente unico e ipnotico. Branca de Neve(2000) è un film estremo, non dissimile dal ben più celebre Blue di Derek Jarman (1993), in cui per la quasi totalità dei 75 minuti della sua durata l’immagine è assente (a nero) e la narrazione procede con le voci di un gruppo di attori che recita un testo di Robert Walser adattato da Monteiro stesso. Un film metalinguistico, un manifesto, o forse sarebbe meglio parlar di un testamento, che pone in maniera estrema e concettuale la parola al centro di ogni possibile narrazione di un cinema, di ogni cinema possibile, che proprio perché pare assente, svanito, acquista o ritrova il proprio centro, la propria essenza. Che è letteraria e intellettuale.

Vai e vem (2003), l’ultimo film di Monteiro, lo vede ancora una volta protagonista, incredibilmente invecchiato dalla malattia che lo porterà alla morte, questa volta nei panni di João Vuvu, un anziano uomo in attesa della dipartita e ancora dentro al film troviamo tutta l’anarchica vitalità del cineasta portoghese, sfrenato nella sua iconoclasta virulenza contro ogni morale, religiosa, sessuale e sociale. Una vibrante dissertazione continua, divagazione eterna fra tutti i piaceri che la vita offre, un film parlato che diviene cinema quasi in maniera automatica e mai cercata: come nei viaggi sull’autobus numero 100 che dal Bairro Alto scende fino alla Placa das Flores, attraversando la sua amata Lisbona arroccato nei sedili posteriori del mezzo pubblico, attraversato dai lampi di luce del sole, come su di un trono, già consegnato all’eternità.

Il cinema di João César Monteiro merita di essere (ri)scoperto ancora e ancora, guardato e ammirato nella sua miracolosa unicità, è un cinema al quale è necessario concedere ancora tempo perché struggente e (semplicemente) bello, per niente invecchiato e che, soprattutto, ha ancora molto da dirci sul cinema contemporaneo e su quello futuro.

LA FORMA, LO STILE E LA PANDEMIA

Annotazione a margine sui commenti: la realtà che vivo io è fatta di tantissime cose.
Sono un regista che ha fatto e fa tantissimi film, e questa è realtà.
Per uno scrittore la realtà è stare ore e ore sopra un foglio bianco e una macchina
per scrivere. La realtà ha infiniti aspetti e sfumature. Anche il lavoro che uno fa
incide sulla famosa realtà: se fai il minatore avrai una realtà diversa da un gelataio.
Ci siamo fin qui? Siete stati attenti? Se nasci sano o malato, biondo o moro, albino
o pellerossa, se nasci a Viterbo o a Malibù...capite? Devo continuare? Domani vi
interrogo, studiate! Qualcuno di voi ha mai girato e prodotto Vietato Respirare?
Vi assicuro che era una realtà tutta quella puzza, quel percolato, quella mafia che
avvelenava i terreni, io ci ho fatto un film mentre voi vi facevate le seghe. Tanto
per dirne una, quindi zitti e mosca. E in questi giorni di mare ho già girato due film:
PANETTONI FINO ALLA MORTE e VACANZA DI NATALE. Da montare appena
torno a Milano. Mi tengo vivo, anche questa è realtà. Anche una terapia intensiva
è realtà, quando finisci intubato ti cambia la prospettiva e diventi meno lezioso.

Per quanto riguarda Fettuccina Wilde e i suoi accoliti: io combatto le loro bugie
perché è importante seguire la verità, ma combatto anche una certa impostazione
mentale, ed è forse la cosa più delirante ai miei occhi. 
Quando vedo Fettuccina che fa degli schemi e riporta dei dati e che trae delle
conseguenze, io vedo appunto una Fettuccina Wilde in pantofole che fa degli
schemi, riporta dei dati e trae delle conseguenze, in una casetta, in periferia di
Bologna, magari con un giardino spelacchiato, un marito assente, un figlio no vax,
magari un gattino di nome Byoblu e il ragù sul fuoco. Capite? Siamo davanti a
una casalinga che resta spesso sola a casa, e che per fare passare "a nuttata" si inventa
infettivologa e blogger d'assalto che fa proposte: tamponi per tutti! Tamponificio
acutooooo! E queste proposte le fa dal suo famosissimo blog scientifico, seguito
da milioni di persone che restano sempre con la bocca aperta.
Avete capito la PROPOSTONA?

Una volta capito il quadro, ci si intenerisce ovviamente, ma resta l'insofferenza per le
bugie continuamente ripetute: green pass discriminatorio, per esempio.
E sono sicurissimo che ha ripetuto anche la panzana del "vaccinato diffonde
virus come non vaccinato", ma non ho certo voglia di andare a scartabellare
tra i suoi post, non è certo il mio stile.

Il mio stile è: chiudere il cervello.

Mai chiusura fu più illuminante, mai serenità mentale fu più geniale.
Lascio pensare gli esperti.
Roberto Burioni in primis. Il mio adoratissimo Roberto, odiato dai no vax
proprio perché vi ha detto in faccia quello che vi dico umilmente anche
io: occupatevi delle vostre fettuccine, guardate che la vita è bella anche così,
fare delle buone fettuccine non è da tutti, è una cosa importante, respirare
a fatica è tremendo, ma anche mangiare di merda non è da meno.
Ecco perché Fettuccina Wilde deve imparare ad accettarsi per quello che
è, e non volere essere altro.

Ma se vuole cambiare la propria vita non c'è da fare che questo: via le pantofole,
via il ragù e iscriversi all'università, c'è un corso di studi, ci sono esami da
superare (e non solo schemini da fare copiati da internet), e poi c'è una tesi
da scrivere e una discussione finale davanti a una commissione.

Suggerisco il titolo della tesi: FENOMENOLOGIA DELLA FETTUCCINA COME
DERAGLIAMENTO COGNITIVO DI UNA PANDEMIA IMMAGINARIA

Auguri Attimi!

mercoledì 29 dicembre 2021

AFORISMA DEL GIORNO

 No vax: un ego che teme l'ago.

SEMPLICISSIME COSE

Fettuccina Wilde o se preferite Wilde Fettuccina fa delle proposte.
Capite il delirio di onnipotenza ormai conclamato?
Proposte? De che? A chi? Per che cosa? Come se fosse una
consulente del Governo, mentre la realtà è che gestisce un blog
con quattro disgraziati no vax al seguito.
Capite il delirio totale?
Insieme a quell'altro parolaio Quellocheilfattonondice riporta
dati e statistiche, smanettando su internet con le pantofole ai
piedi. Capite il ridicolo?
I pantofolai della pandemia si accaniscono con numeri e dati
che reperiscono in Rete, senza alcuna capacità logica di
contestualizzarli o leggerli in prospettiva e in modo corretto,
mancano le basi dei più elementari ragionamenti.

Ragionamenti elementari: pandemia è brutta cosa per i polmoni del mondo.
Vaccini sono bella cosa per i polmoni del mondo.
Scienziati sono bella cosa per i polmoni del mondo.
No vax sono brutta cosa per i polmoni del mondo.

Tutto semplicissimo, non ci vuole Einstein.

Green pass costituzionale, Corte non si è pronunciata.
Ergo no discriminazione.

Ma Fettuccina Wilde e i suoi accoliti, per paura di un ago (sarei curioso di
indagare meglio l'esenzione medica al vaccino di Wilde Fettuccina...),
si inventano castronerie su castronerie, e vanno su internet a
rammendare le proprie menzogne, rivolte in primis alla propria
coscienza malata.

Il ridicolo del ridicolo: temono una puntura, non la pandemia.
 

IL MUSONE

Un commentatore del Fatto Quotidiano mi fa la predica sul mio invito a sorridere,
fa un elogio dei musoni, dice che sorridere è da dementi perché siamo nella merda.
Gli faccio notare che Madre Teresa di Calcutta sorrideva sempre, era una famosa
velina di Striscia la lebbra, e non vedo il mio commento pubblicato, vedete?
Anche gli stessi blogger subiscono una censura. Eppure mi sembrava una bella
battuta Striscia la lebbra, no?

martedì 28 dicembre 2021

LA DISERZIONE ETICA

In una pandemia chi non si vaccina è un disertore,
un disertore dell'etica e dell'imperativo categorico
kantiano, la peggiore diserzione possibile.

Non fare il possibile per fermare un contagio, vaccinandosi,
è un crimine etico.

Che attualmente non sia un crimine punito dalla legge
è solo un fatto contingente.
Aspettare un cataclisma di contagi è da irresponsabili.

Anche essere stronzi non è un crimine punito dalla legge,
ma uno stronzo è uno stronzo, e resta uno stronzo.

Chi non si vaccina è uno stronzo.
Non c'è altro da dire, non si scappa dalla realtà
della propria stronzaggine.

Quando sarete obbligati a vaccinarvi, se la situazione
dovesse ulteriormente peggiorare,
resterete stronzi, degli stronzi vaccinati.

Perché vaccinarsi per paura di una sanzione è da
stronzi. Ci si vaccina per gli altri e per se stessi.
Ci si vaccina per amore della vita e

per rispetto della scienza.

LOTTA FURIOSA

Ieri lotta furiosa con Velia. Con la bacchetta magica mi ha "dominato" principe degli abissi, delle stelle e delle collane d'oro. Poi mi ha gettato in prigione, privandomi di ogni potere. Ho dovuto annusarle i piedi con uno stratagemma, per inspirare i suoi poteri magici e alla fine sconfiggerla, anche se lei poi è risorta grazie all'arcobaleno della giovinezza fiorita. Poi è andata a letto e mi ha detto: "Devo dormire, non possiamo più giocare".

venerdì 24 dicembre 2021

BUON NATALE OMICRON - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/24/il-virus-muta-noi-siamo-sempre-gli-stessi-ma-questo-natale-voglio-essere-felice/6433356/?fbclid=IwAR03oiVEz_onqulHp3saN4DmlOYjJpesHRav8JySItoNn2qc6wWFHmJsbVE

PENSIERI QUASI NATALIZI

Ho ancora tanti sogni da non realizzare: per non tradirli.

*

Mamma è sempre più bella. Vorrei rinascere per dirle
un'altra volta un "ciao amniotico".

*

A Natale dobbiamo essere tutti più buoni, voglio tendere una mano
ai no vax (si vede la siringa sotto la manica?)

*

Trasformare tutte le idee fesse in idee fisse, sarebbe già un bel successo.

*

Se vuoi vivere alla giornata, ricordati di essere fresco.

*

So che cosa è l'amore, me lo ha appena detto un uccellino, ma
ora voglio chiedere a un uccellone...

*

Nella vita bisogna avere fegato, anche se sei un merluzzo.
Il coraggio è tutto.

*

L'unico vantaggio di essere infelici è che si può desiderare la felicità,
qualcuno ha detto. Bene. Vi auguro di essere infelici e pieni di desiderio.

*

Bei tempi quando sotto l'albero trovavo un Mister Muscolo allungabile
ed ero felice. Ora che ci penso: non aveva il pene.

*

A Natale come regalo ho sempre sognato uno scimpanzé.
Ovviamente incartato.

*

Il film di Natale: Fino all'ultimo respiro, di Godard.

*

Non mi farò mai novavax, suona troppo simile a no vax.

*

Non c'è nulla di meglio di una bella scopata, dopo avere fumato
una sigaretta.


DRAGHI, AMORE MIO.

A me piace moltissimo Mario Draghi, mi ricorda Gianni Agnelli per stile, eleganza
e intelligenza superiore. Pensa se al timone ci fossi tu o Fettuccina Wilde o il
sottoscritto...invece Mario Draghi, con questo cognome che evoca le favole, dà
sicurezza solo a pronunciarlo, mentre Conte mi dava l'impressione di uno con
la bocca sempre sporca di caffè, invece Draghi è misurato, implacabile e direi
quasi dorato, forse anche la sua cacca è dorata, ne sono certo e se puzza, puzza
meno della nostra, del resto si credeva che il corpo dei santi non mandasse
cattivo odore dopo la morte, così Draghi per me è un santo dell'economia, un
martire dell'inflazione, un testimone dei nostri tempi consumistici, ma un testimone
illuminato; del resto i sognatori al potere sarebbero fuori luogo, e i poeti
sarebbero perniciosi, catastrofici. E gli anonimi come te e gli altri al potere
sarebbero appunto anonimi, senza vita, senza spessore, senza splendore.
Zero tituli, direbbe qualcuno. Gente qualunque che critica il dio dell'economia.
Gente frustrata che nemmeno ha il coraggio di un nome o di un volto.
No, Draghi sta facendo benissimo, ogni sua scelta per me è sacra, perché
sacra è la competenza, sacra la professionalità, sacro lo studio, sacra l'eleganza
e la misura, e il contegno, sacri sono i suoi successi, la stima internazionale,
sacro è il suo corpo e la sua anima, e noi cittadini umili e ignoranti lo veneriamo.

giovedì 23 dicembre 2021

LE COSE CHE SO

Le cose che so, proprio perché non le so, e me le hanno dette le persone
che sanno le cose che io non so:

Green Pass costituzionale, proprio perché la Corte Costituzionale (e chi più
della Corte sa che cosa è o non è costituzionale?) non si è pronunciata contro.
Evidenza indubitabile.

Vaccinati ostacolano il contagio, non vaccinati favoriscono il contagio.
Evidenza indubitabile della scienza.
Se ne deduce che non vaccinarsi non è una forma di libertà, ma di colpa.
La colpa di aiutare il nostro nemico che è il virus a diffondersi, quindi
a creare sofferenze, morti e disagi.

Le cure servono come aiuto, ma non sono la soluzione.
Primo perché prevenire è meglio di curare, mai sentita questa verità?
Secondo perché le cure sono molto efficaci se la malattia viene
presa all'inizio, nei primi tre giorni, e ci sarebbero tantissimi
a sforare i tre giorni, quindi a incorrere in pericoli di salute gravi.

Ergo vaccinarsi è la scelta giusta, la scelta etica, la scelta efficace.
Con tutte le altre precauzioni del caso: distanziamento e mascherina.
Questa pandemia verrà sconfitta, non ci sono dubbi.
Ma ci vorrà tempo e ancora mesi e forse anni di lotta.

Più ci si vaccina e prima finisce, remare contro è da idioti colossali.
I milioni di non vaccinati in Italia sono colpevoli di rallentare
e di fare peggiorare la situazione, con Omicron che si diffonde
alla velocità del respiro.

Buon Natale.


 

L'INCUBO

Bar. Ora di pranzo. Decido di mangiare al bar.
Tristi bracioline con tristi patatine.
Tristi maccheroncini, e tristi cotolette.
Vedo un polpo con patate e piselli, anche
lui è triste, ma mi sembra il più leggero.
Penso: non sarà freschissimo, ma nemmeno
orribile. Mi siedo, mi portano subito
il polpo riscaldato, mi arriva una zaffata
nauseante, mi investe il naso. Provo ad
assaggiarlo: sembra gomma, è duro, che
schifo orrendo, che orrendo schifo, che delitto,
un crimine contro l'umanità. Ma perché?
Evito il polpo, assaggio i piselli, crudi e
insapori e le patate sono orrendamente
anonime. L'infelicità del mondo nel piatto.
La tragedia del mondo nel piatto. Trappola.
Addento un pezzo di pane, mi si stacca la
parete di un dente, mi ritrovo mezzo dente
in bocca. Incubo. Lo sputo nel piatto.
Il polpo ghigna, mi irride. Lo odio. Mi odio.
Odio tutti. Mi guardo in giro. La gente.
La gente orribile mangia, assuefatta all'incubo.
Assuefatta all'orrore. Mi passo la lingua
sulle macerie del dente. Faccio finta di
avere un'urgenza, pago ed esco, anzi: fuggo.
Fuggo dal bar incubo. Dovrò aspettare
il 13 gennaio per il dentista. Mi armo di
santa pazienza. Mi ripeto che al mondo
c'è di peggio, ma dentro di me so che non
è vero: quel polpo era il male assoluto.
Era la morte, una natura morta con dente.

FATE I BRAVI BAMBINI

Fate i bravi bambini, fatevi i vaccini.
Non fate i cretini, fatevi i vacccini.
Solo un cretino mette in discussione un vaccino.
Perché ci tieni tanto a essere un cretino?
La Donato non sa un beneamato.
Burioni invece ha i controcoglioni.
Scienza fa rima con coscienza. Fai il vaccino.
Non fare il cretino.
La vita è un bene prezioso, non fare il lezioso.
L'ignoranza è una tara, e ti porta alla bara.
Non fare il cretino, fatti il vaccino.
L'ospedale al collasso non è uno spasso.
L'ospedale al collasso è come un prolasso.
Fatevi i vaccini, non fate i cretini.
Fate i bravi bambini. 
Ascoltate chi ha studiato, chi ha il cervello sturato.
Salva tua zia, lotta contro la pandemia.
Salva la nonna, abbandona l'infame colonna.
Salva tuo figlio, ascolta Carofiglio.
Non fare il cretino, vai a fare il vaccino.
Se muori, sei fuori.
Se vivi, convivi.



Bassetti, Crisanti e Pregliasco: canzone di Natale "Sì sì Vax" sulle not...

FORMIGLI

Formigli, che stimo molto, si sta impegnando a smontare tutte le bufale
sui vaccini. Una delle più grandi cazzate che sostengono i no vax è che
un vaccinato contagia quanto un non vaccinato, cazzata sostenuta dalla
iena ridens che si chiama Donato, una super cretina amata da Attimi.
Nel video che ho riportato sotto potete farvi le idee più chiare, sempre
che non siate sordi alla verità dei fatti e della scienza. Io ho il difetto
enorme di ascoltare gli esperti come Burioni, tutte le domande che fate
a me, potete rivolgerle al signor Burioni, espertissimo in materia.
Attimi è esperta in altro: fettuccine e Wilde. Io nelle seghe davanti allo
specchio, una delle forme dell'intelligenza è sapere quello che si è e
che si sa, e avere l'umiltà di ascoltare la scienza e non improvvisati
blogger scienziati. Anche Hitler pare fosse una persona gentile nei modi.
La gentilezza non c'entra nulla, sono gli effetti delle parole che contano.
Non sto dicendo certo che Attimi è un mostro, ma è una persona molto
ignorante come tutti noi in materia, e manca di umiltà. In una pandemia
è essenziale non propagare false notizie, è mortifero, e noi vogliamo la
vita, non la morte del prossimo. Quindi basta cazzate, w i giornalisti attenti
come Formigli e gli scienziati filantropi come Roberto Burioni.

mercoledì 22 dicembre 2021

Un vaccinato contagia come un non vaccinato?

LA PAZIENZA DI RICKY

C'è una pazienza in me che ha dell'irreale.
La pazienza di sopportare tutti voi.
Siete sul blog di un autore unico e irripetibile,
uno così non si è mai visto in giro.
E voi? Sbocconcellate frasi fatte e rifatte,
non siete in grado di relazionarvi alla mia
unicità, avete la coazione a ripetere di un classico
cervello senza vita, assuefatto all'attualità
più becera, ripetete schemi televisivi, da
salotto televisivo, mai in grado di essere
originali e di contribuire con la vostra "anima"
al blog di un poeta. Poesie, aforismi, film, e
avete in bocca solo la cenere, le idiozie
reperite in rete, che nemmeno siete in grado
di decifrare, perché asini e capre.
E non provate vergogna di tanta pochezza,
è questa la cosa più micidiale.
Io non andrei mai sul blog di un poeta a fare
il cretino o la testa vuota.


NEL BUCO DI RICKY

SIA CHIARO

 
Sia chiaro ai sordi una volta per tutte: Attimi può fare quello che vuole.
Non può dire bugie sulla pandemia. 

Prima bugia: green pass incostituzionale. No. Non è vero.
Seconda bugia: green pass discriminatorio. No, infatti la Corte non si è pronunciata.
Terza bugia: Attimi è una free vax. No, è una no vax.

Non esiste la categoria free vax in una pandemia. In una pandemia
ti devi vaccinare per il bene comune. 
Si tratta di un dovere e un piacere morale, molto più importante
di una imposizione per legge.

Non vaccinarsi è immorale, perché è immorale fottersene degli altri.
Già si parla di obbligo per chi ha più di 40 anni, per esempio.

Ma il punto non è un obbligo che arriva per legge, ma un obbligo
che arriva dal foro interiore: la propria coscienza.

Farlo solo perché arriva una sanzione è meschino.
Quella sì che sarebbe una costrizione esterna.

Invece è la propria coscienza che deve costringere, ed è quella
la vera libertà: aderire liberamente a una cosa sacrosanta.

Difendere se stessi e gli altri.

Avete torto marcio.



PRIMO TAMPONE DELLA MIA VITA

Oggi primo tampone della mia vita, perché oltre a tre dosi di
vaccino è giusto farsi anche un tampone per andare a fare le
feste con mamma. Un'ora al freddo davanti alla farmacia.
Compilato modulo, preso numerino, organizzazione perfetta.
"Ora che avete il numerino potete andare a prendere un caffé
al bar", dice l'adorabile farmacista con le belle gambe sotto
il camice. E vai di caffè. Sono il numero 12, mi sono svegliato
presto e poi la farmacia è dietro l'angolo. Davanti a me una
bella fanciulla "Lei è il numero 11?" le chiedo per fare 
conversazione, mi risponde di sì con un sorriso dietro la
mascherina che io intuisco come un poeta. Potrei essere suo
padre, un padre certamente incestuoso, perdonami Ethel, fammi
vivere anche nella mia immaginazione qualche avventura.
E'così bello e vitale essere dei discolacci, come insegna Céline
in Morte a credito, un romanzo pinocchiesco e felliniano.
Arriva il mio turno immancabilmente, arriva sempre il nostro
turno, e la malizia sarà farci trovare impreparati, come dei
fanciulli instancabili. Il farmacista è gentilissimo, mi ficca
una cosa nel naso, mi fa il solletico, mi viene da sorridere
e da starnutire. "Ah, è il suo primo tampone? Se me lo avesse
detto prima le avrei spiegato tutto".  Non preoccuparti gentile
farmacista, va bene così, mi hai fatto il solletico. Aspetto
fuori dalla farmacia insieme alla bella fanciulla, immagino
di dirle: "Ora possiamo fare un altro tampone a casa mia,
abito dietro l'angolo". Arriva l'esito: negativo! Esulto come
un bambino, mi viene voglia di saltare, ma l'età impone
un certo contegno. Mamma, mamma, domani arrivo!

LA SAGGEZZA

 
La saggezza consiste nel prendersi sul serio, anzi: sul tragico.
E non smettere di ridere.

LECCAMENTI

Una donna una volta mi ha detto: "Gli amici ti leccano le ferite, io ti
lecco le palle, che cosa scegli?".

L'ISCRIZIONE

Mi sono iscritto
a Ethel.

Sono un suo
membro.

UN AMICO

Un amico deve essere sincero, altrimenti non è un amico.
Dire a un'amica che sta sbagliando è fondamentale.

Il green pass non è anticostituzionale, è una bugia di Attimi.
La nostra Costituzione ripudia la guerra e ripudia ogni
forma di discriminazione.

Se la Corte Costituzionale non si è fatta sentire, significa solo una
cosa: il green pass è costituzionale.

Le bugie di Attimi vanno sottolineate, proprio per aiutare Attimi
a capire che sta sbagliando.

Così fanno gli amici, i leccaculo sono altra cosa.

PENSIERI IN CODA

Nascere è preistorico.

*

Se avessi la fica sarei un genio, invece sono solo un cazzone.

*

Chi ha avuto un compagno di banco che faceva Nebbia di cognome?

*

Ci vorrebbe un premio per ogni delitto, tipo 1 milione di euro
per chi uccide, così si vedrebbe chi è buono per natura.

*

La morte è un indizio sull'eternità. Siamo tutti colpevoli.

*

Ieri ho fatto un incubo di sangue e delirio. Mi sono svegliato prima
di essere ucciso. La realtà salva dai sogni assassini.

*

L'amicizia per me è un colore: rosso. E un fiore: la rosa.
Non è altro che amore.

*

A me le cose succedono sempre quando più me le aspetto...

*

La pasta al burro con sopra il grana grattugiato è favolosa.
Mangiata in solitudine. In pigiama. Con un libro aperto
sul letto disfatto.

*

I morti non esistono, esistono invece varie forme di apnea.

*

Si può godere di eiaculazione precoce?

*

Non abbassate mai la guardia, camminate con i pugni in tasca,
e poi fate fiorire una carezza al primo saluto.

*

Si passa dal capezzolo al capezzale.
La vita è tutta qui.

*

Per amore non si commettono follie, amare è la cosa
più naturale del mondo.

*

La vita è infedele per natura, ma è un'infedeltà fatta con amore.
Ci chiude gli occhi per farci sognare l'infinito.

*

Siamo relitti in fiamme sulle rive dell'eternità.
Ardere è una sfida.

*

Chi va con lo zoppo, impara che camminare è già una vittoria.

*

Le stelle sono sopravvalutate. Svitare o avvitare una lampadina,
questo ci è concesso. E non è poco.

*

I poeti si arrendono solo all'ignoto, le evidenze se le mettono
nel taschino.

*

Non siate mai umili, davanti allo specchio chiedetevi un autografo.

*

Comandamento del fotografo: vedere sempre il lato negativo delle cose.

*

Andare dal medico e scoprire di essere vivi mentre ausculta
il nostro cuore.

*

Mi si nuota di più se annego o non annego?

*

La forma suggerisce l'infinito, come diceva Baudelaire.
Il cielo non è mai così profondo come quando lo si vede
da una finestra.

*

Non dimenticare mai le tue amnesie, ti salvano dal filo spinato
della memoria.

*

Avere sempre da ridire è delle persone noiose, fatta eccezione per i poeti.

*

Sappi che ogni attimo che ti abbandona ti ha amato tantissimo.
Ogni attimo è un addio innamorato.

*

C'è il trucco e c'è l'inganno, eppure le donne restano una magia.

*

Non essere gay è il mio più grande rammarico, ho perso l'occasione
di trasformare il mio culo in un luogo d'amore.



martedì 21 dicembre 2021

IL PUNTO

Attimi fa le sue scelte, è inutile dirlo a me, è lei che ha scelto di non essere
più presente o di rallentare o di non esserci mai più, non sono io ad averla
scacciata. Quindi che cosa volete da me? Incredibile. Attimi e Lindt non
vanno d'accordo? Non sono certo fatti miei. Che cosa c'entro io? Al limite
è un loro problema, non mio. Io pubblico tutte e due, solo che scrive solo
Lindt, quindi pubblico Lindt. Lascio alle persone la libertà di stancarsi di
me, ci mancherebbe altro, anche Ethel mi dice che alla lunga posso risultare
pesante, sarà così, che devo farci? Sono fatto così. Il problema è la mia
posizione sul covid? Penso sia questo, sul covid la penso esattamente come
Lindt, Burioni e la scienza mondiale. Non posso mettere in discussione la
verità delle evidenze pandemiche per amicizia. Ad Attimi voglio bene, e
sono felice di conoscerla e di tutti i suoi preziosi contributi ma sul covid
ha torto marcio e marcissimo, come sul green pass, ma questo non mi impedisce
di esserle amico, un mio caro amico di lunga data è no vax, non l'ho
mica depennato, continuo a frequentarlo, è Attimi che per ragioni sue
ha deciso di rallentare o interrompere i rapporti, e io chi sono per impedirlo?
Sarebbbe assurdo dire: Atimi ha ragione sul covid e Lindt ha torto.
Non è così, ma il torto di Attimi non mi porta a non volerle più bene o
a non pubblicarla più nell'eventualità che volesse scrivere qualcosa.
Quindi io sono con la coscienza a posto. Per quanto riguarda gli altri
anonimi che sono qui solo per sputacchiare scemenze sulla pandemia,
a volte mi diverto a bloccarli e a volte no, perché è giusto che la loro
idiozia venga a galla, ma di certo non ho stima per chi è sul blog di un
autore solo per parlare di attualità, è gente arida, senza spessore.
Attimi no, ha spessore, ma è incappata nello scivolone covid, ma questo,
ripeto, non mi impedisce di stimarla per tutto il resto, solo per la
pandemia non posso stimarla, e non posso stimare chi non si vaccina,
dato che non amo gli egoismi, la stupidità reiterata e le menzogne. 

SANTO UMORISMO

 


A mia madre/Perce les nuages (Vincenzo Thoma/Paul Daraiche)

VINCENZO THOMA

Poeta, professore di lettere, compositore, cantante, Vincenzo Thoma è diventato
un caro amico a distanza, lui vive a Montréal e non ci siamo ancora incontrati, ma
accadrà, prima o poi. In Canada è una celebrità, se io fossi famoso farei di tutto
per farlo conoscere anche in Italia, comincio da questo blog personale.
Mi segue da anni e dice su di me cose bellissime che quasi mi vergogno a farvi
leggere, ma dato che la modestia non mi appartiene:

Vincenzo Thoma: 

Ricky Farina, (Bernardo Bunuel), è un uomo rinascimentale: poeta, filosofo, giornalista, umorista e raconteur. E soprattutto visionario, sensibile ''ladro'' di immagini. La sua rubrica su Il Fatto Quotidiano' offre momenti preziosi di poesia e riflessione sul ''senso della vita''. Mi piace condividere questo suo ultimo film sul clima natalizio dei nostri tempi ''sindemici''. L'occhio di Ricky si posa, con il più eloquente dei silenzi, sulle contraddizioni di questo periodo: tra alienazione e pulsione al godimento, tra autentica solitudine e illusione di comunione. Ricky sa evocare verità con la semplicità di uno sguardo che genera in noi coscienza e crescita interiore. Buona visione! E grazie, Ricky, per offrirci questo!







Forever Young (Simona Pirone-Vincenzo Thoma)

GLI INGRATI E GLI SCIOCCHI

Nella vita incontrerete ingrati e sciocchi, già li avete incontrati ma non finiranno,
la vita pullula di questi incontri. Gli sciocchi possono fare sorridere, quando non
sono perniciosi, mentre gli ingrati sono veramente sgradevoli.

Quanta ingratitudine nei confronti dei vaccini, per non parlare delle sciocchezze
antiscientifiche. Hanno fatto il loro sporco lavoro egregiamente e continuano
a farlo, duellando epicamente con le varianti che variano: ognuno fa il proprio
mestiere.

Pensate al povero AstraZeneca, il brutto anatroccolo ormai.
Quanta ingratitudine verso il suo lavoro.
Ed ora viene irriso anche dalla variante Omicron.
Proprio per questo è il mio vaccino del cuore.

Senza vaccini non voglio nemmeno immaginare come sarebbe il mondo,
una catastrofe sanitaria senza precedenti. Gli ospedali al collasso,
gli infermieri impazziti, le terapie intensive con le cuciture strappate.

Gli sciocchi ripetono mantra demenziali "Le cure, le cure!", come se
ci fosse una congiura, un complotto contro i malati di Covid.
Altro mantra demenziale: "Sono vaccini sperimentali!".
E gli sciocchi si ammantano di questi alibi per non fare il proprio
dovere e piacere civile, da cittadini responsabili che si rendono
conto di convivere, e non da cittadini irresponsabili che inneggiano
a fantomatiche libertà, che alla fine sono solo licenze di fare
come gli pare e piace, senza l'attenzione verso l'altro, senza capire
che la vita è convivenza e non semplice"vivenza".

Poveri vaccini, vengono bersagliati dal fuoco "amico", da chi dovrebbe
invece accettarli con amore, come si accetta "con amore" un bisturi
o un'aspirina o un gesso se ci si rompe un piede.

Siamo al ridicolo di attaccare la cura, e di proteggere il nemico, la
malattia. Uno strano caso psicologico, ma forse non così strano, dato
che lo spirito popolare è intriso di stereotipi rivoltanti: i politici hanno
tutti la rogna, il Governo ci mente e ci vuole schiavi, le donne sono
tutte puttane, questo è il livello dei no vax e dei loro simili no green pass.

"Libertà, libertà", "Le cure, le cure", "Sono vaccini sperimentali".
Sentite come suona tutto falso e ridicolo?

La realtà è molto più semplice: c'è una pandemia, un virus vigliacco,
e c'è una reazione, una lotta, una ricerca, un'organizzazione che
protegge tutti i cittadini del mondo ricco. 

La vera infamia è lasciare il mondo povero allo sbando, questo ci deve
fare arrossire e vergognare, non altro.
Questa è la vera stupidità, non altro.

E come sono ridicoli questi sciocchi e questi ingrati che si
abbeverano su internet, che si ritagliano un'informazione fai da te,
che fanno un proprio collage di nozioni prese a caso, e che
sbavano come capre per dire la propria su tutte le piattaforme
possibili, anche sui blog dei poeti.

Gli sciocchi hanno la soluzione in tasca, loro saprebbero come
fare, come destreggiarsi...sì, sì, certo, certo.
Come no. Asini, capre, ignoranti, e più sono ignoranti più
si credono portatori di verità salvifiche, mentre in realtà
cercano solo alibi alla propria vigliaccheria di non vaccinati.

Gli sciocchi si fanno la propria squadra, giocano a calcetto,
vanno a cercare pezzetti di frase che possano portare acqua
al loro mulino di ignoranza, si turano il naso e gli occhi davanti
al dolore, alla sofferenza e alla morte, e giocano la loro
idiota partita a calcetto, sperando di fare goal in una porta vuota
come la loro mente.

Il mondo reale invece lotta, fa ricerca, combatte, e si vaccina.
E cura quando c'è da curare, e vive quando c'è da vivere.

E'tempo di vivere, mi correggo: di CONVIVERE.
La vita è convivenza.

lunedì 20 dicembre 2021

NATALE OMICRON

Dimmi almeno se (musica Dario Farina)

VACCINO SPERIMENTATO

Questo vaccino è sperimentato, ha superato tutte le fasi, anche la quarta,
che è la fase necessaria di azione su scala mondiale, ed è andato benissimo,
nonostante le varianti, ha salvato dal collasso i sistemi sanitari di tutto il
pianeta, ha salvato tantissime vite, rendiamo grazie al vaccino e andiamo
in pace. Vaccinarsi è un atto di responsabilità civile. Chi non si vaccina è
un irresponsabile. Nel 2024 ci saranno le conclusioni "burocratiche", le
analisi definitive sul suo eccellente comportamento. Dobbiamo essere grati
alla scienza, e dobbiamo lottare contro ogni forma di superstizione.
Abbiamo un'arma micidiale contro questo virus vigliacco, e non usarla
come vorrebbero i no vax, significherebbe condannare l'umanità alla
follia sanitaria. Per fortuna i folli sono in netta minoranza, la ragione è
un bene pubblico, se fosse la superstizione a governarci i cimiteri farebbero
i salti di gioia, sarebbe la gran festa della polvere, della cenere e dei vermi.
I no vax hanno una passione per i vermi, noi no, preferiamo polpacci ben
torniti, le cosce, la carne e il respiro dell'umanità. Noi amiamo la vita.
Céline diceva che la vita non è una questione di cuore, invece è vero il
contrario: bisogna metterci il cuore, ma aggiungiamo: il cuore deve dialogare
con la ragione, sempre. E se è vero che l'amore è l'infinito portato al livello
dei barboncini, noi siamo felici di essere barboncini innamorati.
I vaccinati contagiano meno dei non vaccinati, ce lo spiega da tempo il
nostro amatissimo Roberto Burioni, e non saranno certo asini anonimi
a incrinare le certezze della scienza, del cuore e della ragione!

domenica 19 dicembre 2021

TRA LE SPINE

Esiliarsi in una vampata d'azzurro.
Non torcere nemmeno un capello alla terra,
benedire la saggezza delle radici.

Cercare una cecità di pietra o di rosa,
vedere oltre il sillabario delle tenebre,
custodire il battesimo del mattino.

E si può morire per vanità, ma vivere
è profondità, necessità, ordito di stupori,
è scoprire il tuo seno fra le spine...



DAVE - IL FATTO QUOTIDIANO

 https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/19/come-mestiere-ho-scelto-di-catturare-gli-esseri-umani-ognuno-ha-una-storia-da-raccontare/6421483/

sabato 18 dicembre 2021

UNAMUNO E CHISCIOTTE

Quando esco fuori con la mia videocamera mi ripeto sempre questa frase
di Miguel de Unamuno: il caso è l'intimo ritmo del mondo, il caso è l'anima
della poesia.

Così farò quando la prossima settimana girerò NATALE OMICRON.

 


AMIEL

“La democrazia arriverà all'assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell'Uguaglianza, che dispensa l'ignorante di istruirsi, l'imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il diritto pubblico fondato sull'uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell'appiattimento."
(Henri-Frédéric Amiel – Frammenti di diario intimo, 12 giugno 1871). 

A ME

A me le persone antipatiche stanno simpatiche.
Quelle che non ti salutano nemmeno in ascensore
sono le mie preferite, avrebbero a disposizione
argomenti classici come il tempo, e invece no,
nemmeno il tempo, stanno chiuse in se stesse e
non ti degnano di uno sguardo. Perché sfruttare
il cielo dentro un ascensore? Io sono convinto
che in un ascensore si debba parlare di Cristo,
per ovvi motivi ascensionali, e sono sicuro che
a scavare in una persona antipatica, ci puoi trovare
dentro l'amore per l'umanità. La prossima volta
che mi trovo in un ascensore con una persona
antipatica, se è un uomo gli slaccio la cerniera
dei pantaloni, se è una donna appanno il vetro
con l'alito e scrivo: ti amo. E voglio vedere che
cosa succede, mi aspetto grandi cose dalle persone
antipatiche, custodiscono tesori dentro l'anima.
E se la donna antipatica mi accusa di molestie
sessuali da vetro appannato, accetterò ogni
verdetto, e se l'uomo antipatico mi sorride, beh,
allora sarò pronto a tutto, anche a fare sesso.

IL VACCINO

Il vaccino è tanto bellino,
chi non si vaccina è solo
un cretino. 

Il vaccino lo fa il buon cittadino.
chi non si vaccina è solo
un cretino.

Il vaccino lo fa anche Pollicino,
chi non si vaccina è solo
un cretino.

Il vaccino è meglio di un pasticcino,
chi non si vaccina è solo
un cretino.

Il vaccino ti fa entrare nel ristorantino,
chi non si vaccina è solo
un cretino.

Il vaccino è quasi meglio di un pompino,
chi non si vaccina è solo
un cretino.

Ho detto "quasi".
 

venerdì 17 dicembre 2021

IL TRAMONTO E LA SIGARETTA

LA CORTE

Il green pass, anche quello extra large, non è discriminatorio,
basta vaccinarsi e anche gratis, non c'è una discriminazione
nemmeno di censo. Se la Corte non si è pronunciata, non può
essere considerato discriminatorio, dato che la nostra Costituzione
non accetta alcun tipo di atteggiamento discriminatorio.

La Corte Costituzionale decide che cosa è conforme alla nostra
Costituzione e che cosa non lo è.

Quindi green pass legittimo, quindi nessun tipo di discriminazione.
Più chiaro di così...si discrimina.

Infatti se non capite concetti così elementari a questo punto mi tocca
discriminarvi e mettervi nella casella degli idioti.

Siamo invece d'accordo che il green pass sia una misura ricattatoria
per costringere i recalcitranti a vaccinarsi. E'una sorta di obbligo tenue
od obbligo naturale, ed è legittimo dato che stiamo vivendo
una cosa che si chiama pandemia.

Fettuccina-Wilde è no vax perché in una pandemia dire "ognuno
è libero di fare come desidera", e dichiararsi free vax è una
idiozia o una ipocrisia.

Non siamo liberi in una pandemia finché non saranno vaccinati tutti,
anche il barboncino che vi sta guardando in questo momento o il
gattino..o il pappagallino...vaccinazione totale...

Anche siringhe d'acciaio per le montagne, non si sa mai...

giovedì 16 dicembre 2021

FETTUCCINE E WILDE

C'è chi scrive su questo blog continuando a tirare in ballo la dolce Attimi.
Mi si tira per i capelli, che non ho.

Noi siamo gente strana, per Oscar Wilde e fettuccine ci mettiamo ad ascolatre
la nostra cara Attimi, siamo sicuri delle sue competenze.
Nessun dubbio al riguardo, ma per i vaccini abbiamo il vizio terribile di
dare ascolto ai virologi, il nostro preferito, Roberto Burioni.

Lo so, siamo gente strana.
Che volete farci? In fatto di virus ci fidiamo dei virologi,
strano, vero?

Nessuno su questo blog ha mai negato l'apporto positivo delle cure, curarsi è bello
e giusto, ma per curarci di pandemia la vaccinazione resta la cosa
più importante, la cosa essenziale.

Ci si deve battere per liberalizzare i brevetti, questa è una battaglia sacrosanta.

Su AstraZeneca la scommessa fu già vinta a suo tempo, come la stessa Attimi
ha avuto la compiacenza di riconoscere.
Un vaccino sfortunato sul piano comunicativo, e solo per questioni di
ordine pubblico è stato limitato.

Invece a quanto pare la Corte Costituzionale (per via di quell'odioso articolo 32)
continua a ritenere il green pass come un provvedimento perfettamente
costituzionale, potete chiudere gli occhi quanto volete, ma così è.

Nessuna dittatura più o meno sanitaria, solo un'organizzazione efficiente
che sta lottando contro una cosetta chiamata pandemia.

Si devono sopportare dei disagi, e allora?
Ci mancherebbe altro: è una pandemia.

Ma grazie a chi si è vaccinato, i disagi sono limitati.

Ricapitolando: vaccini salvano vite, senza saremmo nei guai seri,
invece per ora ci sono solo guai.

Guai dovuti a varianti, per questo è fondamentale vaccinare tutto il globo!

Ci si arma di pazienza e di intelligenza e si va avanti.

Wilde e fettuccine sono preziosissimi, preziosi come i vaccini,
ma in una pandemia servono più vaccini che fettuccine.

Che dire? Non c'è altro da aggiungere.

Lindt è spiritosa, sa che mi diverto a vederla
sbranare i no vax di turno.



PENSIERI ELETTRICI

Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Preferisco essere piccolo
e guardarti negli occhi, amore.

*

Quando non hai più nulla da perdere, inizia a corteggiare i rubinetti.

*

Crescere è una malformazione del tempo: siamo mostri.

*

Da piccolo sognavo di essere più piccolo, non entrare più nella culla
è stata la tragedia più grande.

*

A volte compro delle agende per il gusto di lasciarle chiuse.
Essere pigri è un'arte.

*

Se mangi un dottore al giorno, levi il vaccino di torno.
Per no vax cannibali.

*

Fatti non foste a viver come no vax.

*

Getta l'ostacolo. Lascia che il tuo cuore pulsi felice.

*

Mi sento un verme nella mela che ogni tanto sogna un ananas.

*

Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo: toccati le palle o fattele toccare.
Non è meravigliosa la finitudine?

*

La vita non è breve, e fuggitiva. E si può fuggire in eterno.

*

Se c'è soluzione, perché ti preoccupi? Perché non la so!
Se non c'è soluzione, perché ti preoccupi? Perché mi incazzo.

*

Era una donna con le palle. La lasciai. La mia inguaribile eterosessualità.

*

Era un timido esistenziale, si vergognava di essere vivo.
Arrossiva a ogni respiro.

*

Era un uomo prudente, contava fino a 100 prima di parlare.
Per conversare con lui ci voleva molta pazienza.

*

Sono seduto al tavolino di un bar a Massa. Notizie sulla prima pagina
del mio quotidiano.

*

Colgo frammenti di conversazione: "Sono un miracolato, le tue preghiere
mi hanno salvato". Un altro parla di una colica. La gente vive.
Io ascolto.

*

Ora che sono circondato dalla vita delle persone, rimpiango le lezioni sul nulla
del mio professore di filosofia, quando ero uno studente assetato.

*

Il sole mi sta baciando in questo momento: buongustaio.

*

La morale cerca il bene, la scienza cerca il vero, l'arte cerca il bello,
e io so cercando il mio accendino.

*

Oggi è andata via la luce per tutto il pomeriggio, che rivelazione!
Si può vivere con l'elettricità del proprio cervello.