sabato 30 giugno 2018

DA NARCISO

C'è stato un riavvicinamento con Roby Rosi, magari nasceranno altri film con lui...chissà...

ELISA LIGUORI

Ecco un videoritratto della mia amica Elisa Liguori.

venerdì 29 giugno 2018

IO STO CON CHARLIE

Io sto con Charlie e aggiungo: con Anna Politkovskaja.
Chi ha orecchie per intendere...

IL FOTOGRAFO AMERICANO

Ecco come ci vede un fotografo americano!

NON PERMETTO A NESSUNO

Non permetto a nessuno di dirmi che sono meschino e che uso
le persone per fini propagandistici. Io sono un poeta e vivo da
poeta. E su questo blog ci sono certe zecche che vengono solo
per succhiare il mio sangue e sputarlo. Non mi riferisco certo alla
cara Attimi che però mi ha fatto arrabbiare insinuando nefandezze.
Attimi, tu devi rispettarmi, puoi criticarmi ma devi rispettarmi, è un tuo
dovere! E non puoi sindacare sulle mie amicizie, devi solo
essere contenta che Ricky abbia un amico in più, che sia migrante
o meno, per me Believe è prima di tutto un sorriso.
Believe può sorridere dove gli pare, in Italia o in Islanda.
Dove gli pare. Se nel suo paese non riesce a sorridere
ha tutto il diritto di venire a sorridere qui. Non sarò certo
io ad impedirgli di sorridere, nonostante tutto.
Lui ha il diritto di portare il suo sorriso dove vuole, suo
è il mondo. Sua la vita. Sua la speranza.
Ed è un raggio di sole in mezzo a tanti italiani con il grugno!
E pure brutti!

RICCHI E POVERI

E ora gli stupidi diranno che...


TORNATO!

Tornato! Vi siete dati da fare con i commenti, eh?
Non posso certo rispondervi punto su punto, non ne ho voglia.
Non ho appartenenze politiche, scrivo sul Fatto online perché
un mio caro amico giornalista, sensibile e intelligente, mi ha proposto
come blogger e sono stato preso sulla fiducia!
Rassicuro Attimi, non sono cambiato, sono sempre stato così!
Ho la mia politica interiore. La mia anima.
La mia anima mi dice: accogliere. Se qualcuno sfrutta i migranti
la mia anima mi dice: fare una legge per dare ai migranti
l'azienda che sfrutta i migranti.
Seguo sempre la mia anima da miss Universo.
La mia anima mi dice: Putin è un mostro come Trump, come Hitler,
come Stalin. A chi parla bene di Putin metterei il viso nel sangue
delle sue vittime, come si fa con i gattini.
A chi mi accusa di ipocrisia non so che cosa rispondere,
consiglierei un ricovero, magari sulle Alpi.
A chi vota Salvini, amico di Putin, metterei il viso nel sangue
delle vittime di Putin. Come si fa con i gattini.
Io voto la mia anima, non ho bisogno di mettere una x.
La mia anima è già un'incognita profondissima.
La mia anima mi dice: ama i mostri. I mostri di poesia.
Non i mostri di sangue.
Se una rivista francese di destra pubblica un mio articolo
uscito sul FATTO sono felice. Se una rivista di destra mi chiede di
scrivere un articolo di destra, ANCHE SE MI PAGASSE
3000 euro a parola, non avrebbe mai quell'articolo.
Il sangue. Ci tengo al mio sangue.
Non sono un pacifista ad oltranza. Se ci fosse una guerra
tra leghisti-fascisti e migranti, non avrei dubbi: starei con
i migranti come Believe.
Questo mi dice il mio sangue, non è sangue italiano.
E'sangue puro, rosso e pulsa sempre con il sangue
di chi lotta per un pezzo di pane.
La mia anima è il mio sangue.
Non sono contro i criminali, sono contro i criminali
che mi fanno schifo.
Sto sempre dalla parte della poesia, anche quando
la poesia è ribelle e ingiusta.
Anche quando la poesia ferisce e uccide.
E immergo il mio viso nel sangue della poesia.
Voi immergetelo pure nella merda.
Se vi piace così.

giovedì 28 giugno 2018

sabato 23 giugno 2018

ULTIMO POST PRIMA DI PARTIRE

C'è un grande equivoco quando sento dire la frase: "Rispetto le idee di tutti...".
Anche Hitler o Stalin avevano delle idee e non certo da rispettare.
C'è un solo leghista che amo ed è Idio, gli ho fatto pure un videoritratto.
Mi piace anche Candido, il contadino del mio film L'occhio che uccide.
E sono certo che ci siano bravissime persone tra di loro. Detto questo,
il pensiero e lo stile leghista mi fanno schifo e ribrezzo, come schifo e
ribrezzo mi fa chi appoggia Putin e Assad, il filosofetto dell'ovetto Kinder
ne è un ridicolo esempio, schiavo del mercato della chiacchiera in tv.
Gente che non saprà mai il significato della parola libertà. Libertà è
lottare contro chi agisce contro la libertà, chi non lo fa è complice ed
è fascista come l'affezionato alla parola LIBTARD che scrive su questo
blog. Chiaro? Nulla di più semplice, io odio chi odia la libertà.

P.S.

Per non parlare delle ultime uscite da bulletto di quartiere del vostro
"ministro dell'inferno" riguardanti la scorta a Saviano, se lo avete votato siete
solo dei nemici che non amano la libertà, siete schiavi.

venerdì 22 giugno 2018

LA VACANZA

Prima tappa di un giorno ad Arles.
Per parlare con il fantasma di Vincent.
Poi tre notti a Barcellona. Una cena
sulla terrazza del mio amico Alberto,
l'autore dell'orsacchiotto Chisciotte,
e le altre cene in giro per la città.
Io vivo il mio viaggio in base alle
cene. Poi il 27 verso l'Italia, magari
un'altra tappa francese, e il 28 ancora
alla Chisciotte, più bello e incazzato
che mai, in questo laboratorio costante
che trasforma la vita vissuta in film.
In memoria.

A BENEFICIO DI CHI CAPITA SU QUESTO BLOG

Carissimi, se siete su questo blog dovete sapere una cosa: questo è il blog
di un filmmaker. Un filmmaker particolare. Un filmmaker che fa della propria
vita il suo film quotidiano. Nel mio caso vita e film coincidono.
Indissolubili. Chi viene su questo blog per nevrosi personali, come Chicca,
è tollerato, ma non è amato. Trovo odioso questo atteggiamento
menefreghista, lo trovo rivoltante, ma permetto a Chicca di restare su
questo blog per spirito democratico e libertario. Chi viene su questo
blog per sputacchiare parole e parole, per logorrea anale e cerebrale,
non fa altro che ridurre se stesso a una marionetta, non si apre al confronto
dell'altro, e l'altro in questo caso sono io, uno che filma la vita.
Chi ignora il mio lavoro, ignora la mia vita, non sa nulla di me.
Chi non riflette sul mio lavoro, viene su questo blog solo per una
personale vetrina narcisistica. Ed è un atteggiamento abominevole.
E stupido. Bene. Domani parto. Sono quasi felice che ci sia un fascistone
al Governo, mi spingerà a tornare a fare politica con i miei film,
in modo più assiduo ed esplicito. Buone vacanze a tutti, anche a Chicca
che in fondo mi fa tenerezza con il suo cincischiare di realtà da una tastiera.
Chicca, tu non saprai mai che cosa è la realtà, e sai perché? Perché
la realtà non esiste. Perché tu non esisti, ripeti te stessa, sei una copia
ormai logora. E non sai sognare. Non sai capire quanta realtà sia in
grado di sprigionare un sogno o un ideale o un'utopia.

IL VAFFANCULO FASCISTA

Vaffanculisti e fascisti assieme, 
che spettacolo immondo! Pensavano 
di fare nascere la democrazia da un vaffanculo?
Scusate, non riesco proprio a essere 
super partes. La cosa che odio di più 
è questa: il vaffanculista e il fascista
assieme mi hanno fatto diventare piddino.
Non potrò mai perdonare una cosa del genere.
Piddino, vi rendete conto?

FORZA SAVIANO!

Vaffanculisti e fascisti assieme, che spettacolo immondo.
Forza Saviano.

IL PROBLEMA CHICCA

Chicca, questo è il mio blog, tu sei solo un ospite scortese.
Se una maleducata, incivile, Freddy al tuo cospetto è un lord
inglese. Sei maleducata perché questo è il blog di un filmmaker
e tu sei qua solo per blaterare i tuoi punti di vista stereotipati
e sciocchi, frasi del tipo: "Siamo capaci tutti a fare film che...
ma la vita è altro...", frasi così sceme che meriterebbero
il premio della scemenza. Inizia a farne tu uno di documentario.
Sai che cosa è un documentario? Ci si arma di videocamera,
passione e curiosità, ci si sposta, si affrontano difficoltà di
ogni genere; economiche e psicologiche. Sei da solo, soprattutto
quando non hai un produttore, devi credere in te stesso e lo
fai perché credi nella tua verità, nel tuo modo di raccontare
gli altri, e allora non ti scoraggi e vai e filmi. E filmare è incontrare
persone, parlare, ascoltare, condividere, confrontarsi.
Poi torni a casa con il tuo bottino di vita filmata e cerchi di
dare una forma adeguata, uno stile. Questa è vita, e tu sei solo
una che sputacchia parole senza senso, e sei ridicola.
All'asilo era quel tipo di bambina che fa la pipì sui disegni
dei compagni. Ti vedo. Lo so.

giovedì 21 giugno 2018

MAGNUS CARLSEN

Mi è sempre piaciuto non capire niente, la matematica mi ha sempre
affascinato proprio perché non sono mai riuscito a prendere un 6, ma
ero simpatico alle professoresse e quindi mi tiravano un calcio nel
sedere. Lo stesso vale per gli scacchi, mai riuscito a capirli.
In questo video si vede un giovanissimo Magnus Carlsen affrontare
uno dei più grandi scacchisti di sempre: Kasparov. E Kasparov
entra in crisi davanti a un bambino geniale, il Mozart degli scacchi.
Due stili diversi, il pensoso Kasparov e l'impaziente Carlsen.
Oggi questo bambino è cresciuto ed è il numero uno del mondo,
considerato uno dei più grandi scacchisti di sempre: Magnus Carlsen.
Gli scacchi sono un gioco democratico, basta essere intelligenti, crudeli
e spietati come un bambino e puoi abbattere un idolo, con la sola
forza del pensiero.

mercoledì 20 giugno 2018

L'ESTASI VISIVA

Ecco uno dei film più belli sul voyeurismo.
Io sono uno scopofilo! Un guardone. Che Dio
benedica gli occhi che amano. E se mai mi
capitasse di perdere la vista diventerei
un guardone delle mie tenebre.
La colonna sonora di Pino Donaggio: sublime.





INTERVISTA A UN UOMO FELICE

Questo non me lo ricordavo, un commento di Elisa me lo ha riportato
alla mente, allora sono un uomo felice! Che bello!

HARKA

Ecco, una come Chicca non è in grado di bofonchiare nemmeno una parola
su questo mio film. E questo la dice lunga sulla sua natura e sulla sua presenza
su questo blog.







TANTO PER CHIARIRE ANCORA

Il nostro Ricky Farina, il sottoscritto, è consapevole di essere un privilegiato
fancazzista poetico, è la mia scelta di vita e la mia natura. Essere un privilegiato
fancazzista poetico non mi impedisce di stare sempre dalla parte del più debole,
dei diseredati, dei reietti, è così e sarà sempre così. Sto sempre dalla parte di
chi ha bisogno, e nel mio piccolo cerco di dare un contributo, sia economico e
sia spirituale attraverso la mia opera e i miei scritti. Faccio pochissimo, potrei
fare molto di più. Non rinuncio a nessun privilegio e fra poco parto pure per
Barcellona dove andrò in un Hotel a 4 stelle. Non mi faccio mancare nulla.
Non sono un santo, non sono un eroe, non sono un benefattore. Sono un cittadino
come un altro, con le mie idee e la mia sensibilità. Odio (l'odio è bellissimo
quando si odiano le cose terribili) i fascisti e i razzisti, mi fanno schifo al cazzo.
E saranno sempre miei nemici, a costo di rinunciare a qualche privilegio,
si trattasse anche solo di fare meno aperitivi! Su questo blog ospito tutti con piacere,
anche Chicca che interviene solo (in un blog di poesia, è bene ricordarlo) per
sputacchiare giudizi e sentenze sul Blogger, con arroganza logorroica.

SE FRA DI VOI...

Se fra di voi c'è qualcuno che approva le politiche fasciste e razziste di Salvini
(uno che ha la perenne espressione di chi ha appena annusato la cacca), sappiate
che mi fate schifo, io non sono buono e nemmeno buonista, a calci in culo
vi prenderei. Che sia chiaro. Fa la voce forte con i migranti e poi lecca il culo
ai miliardari russi e ai dittatori tagliagole, un vomito vivente. Chi lo approva
è mio nemico perché è nemico dell'umanità. Che sia chiaro.

martedì 19 giugno 2018

LA POESIA

La poesia è merda, scoregge, vomito, culo, delitto, fica, e altro, sì, ma
se sei Dante, Rabelais, Apollinaire, Sade e Verlaine. Se sei Freddy
Fosca meglio limitarsi a una bella cartolina di un tramonto con volo
di gabbiani annesso, ci fai sempre una bella figura. A me Fosca piace,
non è particolarmente simpatico ma ha una umanità che chiama in causa
anche il nostro lato oscuro, le nostre meschinità e le nostre ipocrisie,
ma a volte fa retorica al contrario e diventa stucchevole, fa quello che
ci insegna la verità a muso duro, manco fosse Pierangelo Bertoli!
E il commento è stato ghigliottinato non tanto per i 12 anni, quanto
perché viviamo una situazione politica che mi fa schifo, e ora c'è solo
bisogno di lottare contro questo governo populista e razzista.
Ognuno con i propri mezzi e il proprio stile. Saluti.

lunedì 18 giugno 2018

508

Io sono per accogliere 508 milioni di migranti in Italia. Per fare questo bisogna mobilitare quotidianamente tutte le nostre imbarcazioni per portarli sulle nostre coste in sicurezza.
Sono per accettare tutte le richieste di asilo in tempi brevissimi, tranne per i migranti pedofili.
508 milioni non sono pochi, me ne rendo conto, ma se ci stringiamo possiamo farcela.
Stare gomito a gomito con chi è più giovane e più bello di noi sarà una lezione salutare di umiltà. Porteranno tra di noi la loro verità abissale. Diventeremo migliori. Più veri.

venerdì 15 giugno 2018

JULES ET JIM

Ascolto spesso la colonna sonora di Jules et Jim, composta dal maestro Georges Delerue; ascoltandola rivedo tutte le scene di quel meraviglioso film. Fu un film felice in ogni senso, il set del film era felice e anche l'esito. Goffredo Parise lo amava molto. E non solo lui. Anche Ricky Farina. Penso di averlo visto più di venti volte e ogni volta è stata un'emozione "ripetibile". Sento spesso dire una frase stupida: "La vita non è un film". Non so, di certo i film sono vita, vita e nient'altro che vita.

RICKY RISPONDE AI FOLLOWERS

GLI ANNI DELLA TRASGRESSIONE

Ieri dalla mia panettiera ci si lamentava dell'età.
"Lei è ancora giovane!", mi ha detto una simpatica
vecchietta. "Signora, ho quasi 50 anni!".
E la vecchietta : "50 anni, che meraviglia!
Sono gli anni della trasgressione, tutte le follie
vanno fatte a questa età e tutte le follie sono
deliziose, non li sprechi". Mentre mi diceva
queste parole tonificanti la guardavo negli occhi,
quegli occhi sorridenti, non velati dall'età,
e cercavo di immaginarmi le sue follie.
Poi ho comprato un francesino croccante.
 

mercoledì 13 giugno 2018

martedì 12 giugno 2018

SARA

UNA REPUBBLICA DI RICKY FARINA - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/12/sogno-una-repubblica-fondata-sulla-poesia/4406021/

IN ATTESA DEL BONIFICO

I soldi del bonifico di mamma finiscono presto.
E' da due giorni che sono senza soldi, oggi dovrebbe
arrivare. Ho raccattato tutte le monetine sparse
per la casa, ho trovato 5 euro in una giacca
che non mettevo più. Non avere soldi è terribile.
Nello stesso tempo è eccitante, vengono in mente
cose strane, tipo: industriarsi per fare soldi.
Ci ho pensato in questi giorni, il mio adorato papà
mi diceva che anche fare pompini sotto i ponti
è un modo per fare soldi. Certo, ma non è la mia
prima scelta. E poi perché proprio sotto i ponti?
Comunque, a parte i consigli di papà che già
intuiva la mia scarsa propensione al lavoro, è mai
possibile che io sia inadatto a fare soldi?
Solo perché detesto ogni forma di fatica?
Solo perché detesto avere dei padroni?
Solo perché mi piace stare orizzontale?
Non è giusto. Mi sento discriminato, anche da
me stesso. Pompini sotto i ponti? Ma non sono
nemmeno gay, cazzo! Bonifico delle mie brame,
chi è il più pigro del reame?

lunedì 11 giugno 2018

LA TERAPIA DEL SOFFIO

Questa terapia del soffio mi piace, e lo dico anche da cinefilo, da seguire FINO ALL'ULTIMO RESPIRO.

DANTE

Ne ho conosciute di persone bizzarre in vita mia, e quando dico bizzarre intendo
persone originali, fuori dal comune. Dante è sicuramente una di queste.

LA FUGA DI TOLSTOJ

Prima di tirare il calzino pare che Tolstoj, il grande scrittore russo,
abbia detto: "Nella vita bisogna svignarsela. Svignarsela!".
Con queste parole finali si è conquistato un posto nella mia
classifica delle frasi più belle dette in punto di morte.
Svignarsela da che cosa? Dalla moglie, dalla famiglia, da se
stessi e dalla vita. Svignarsela, se possibile anche in allegria.
Svignarsela allegramente, sbeffeggiando tutto e tutti.
A un certo punto la vita diventa ingombrante, anche un filo
d'erba risulta di troppo, ed essere Leone Tolstoj deve essere
stato un grande ingombro. Ridi e sei Tolstoj, piangi e sei Tolstoj,
inciampi e sei Tolstoj, Tolstoj e sempre Tolstoj.
Muori e...sei Tolstoj per sempre, ma non sai più di esserlo.
Finalmente libero. Finalmente polvere, polvere di Tolstoj.
Restano le sue parole e il futuro di una stella che fra
qualche miliardo di anni non ci sarà più, anche il sole alla
fine sentirà la stanchezza delle proprie macchie solari, anche
il sole se la svignerà dall'universo, lasciando una luce
fantasma.

IERI HO VISTO UN FILM

Ieri ho visto un film di Leos Carax che si chiama Holy Motors.
Un film di una eleganza visiva sorprendente, strambo ma lirico,
furente ma delicato, con momenti di dialogo illuminanti nella
loro lancinante semplicità: "Si dice che la bellezza sia negli occhi
di chi guarda, ma se non c'è più nessuno a guardare il mondo?".
E si aprono voragini filosofiche nella mente dello spettatore.
Che fine ha fatto lo sguardo dell'uomo? Siamo ancora in grado
di guardare e di scoprire la bellezza attraverso lo sguardo?
Forse per rinnovare lo sguardo abbiamo bisogno di rinnovare
continuamente noi stessi, come fa il protagonista del film che
si camuffa dentro una limousine assumendo nuove identità
ad ogni appuntamento. La limousine come simbolo di una
visibilità ostentata ma che impedisce agli sguardi esterni di
penetrare al suo interno, protetta dai vetri oscurati. E poi un'altra
frase di una semplicità commovente sulla vita e sulla morte.
Perché preferire la vita alla morte? La risposta è semplice:
perché nella vita c'è l'amore o almeno la sua possibilità, mentre
nella morte no. Nella morte c'è solo tenebra congelata.
Un film è un viaggio che si intreccia con la vita, che spinge
la vita verso nuove forme, un film è un solletico carnivoro
che scarnifica e fa ridere la vita, una sfida costante che si
dibatte nella sacralità violenta dell'amore, che non lascia
scampo, che toglie il respiro per scaraventarti nel cielo nero
di un parcheggio di limousine, un omaggio al cinema di poesia
di Franju, agli occhi senza volto, agli occhi liberi di inventare
nuovi sguardi, proprio perché protetti da una maschera.

domenica 10 giugno 2018

POESIA MOLTO SESSUALE

IL FANCIULLO E LA FRAGOLA CATTIVA

LA PICCOLA GIULIA

Giulia, 6 anni, due grandi occhi di un azzurro caldo, gioca con le sue bambole, le coccola, le pettina, le prepara per la notte, le mette a letto e canta una ninnananna, poi Giulia dice: "Mamma, quando gioco sono proprio una brava persona, vero?".

sabato 9 giugno 2018

CIAO RAGAZZI!

Ciao ragazzi! Mi siete simpatici, potete fare quel cazzo che volete sul mio blog.
La spirale mi piace, mi ricorda Hitchcock e Saul Bass. Su Fellini il pensiero non
era negativo, a parte Giulietta degli spiriti e l'ultimo film sulla voce della luna,
Fellini resta un grandissimo che amo, ma da 8 1/2 in poi il suo stile cambia
registro, diventa visionario tout court, con la Dolce vita a fare da cerniera tra
i due stili, anche se il finale del Bidone resta forse il Fellini più visionario, in
un certo senso. Perché leggere Guerra e pace? Semplice, perché è un grande
romanzo di un grande scrittore. Non ho 50 anni, ne ho 49, e ho la pelle fresca
come il culetto di un bambino anche se io amo la pelle rovinata dal vaiolo, la
trovo sexy, e il mio cazzo diventa duro con la facilità di un pensiero.
Freddy, sono tutte cazzate. Non fare l'Obelix che è caduto nella pentola, ci
sono ancora tante cose da scoprire e da leggere. Tu sopravvaluti la vita, la vita
non vale niente, è un microbo nel culo dell'universo, quello che conta è solo
l'opera, l'arte, la fatica dell'uomo. E il piacere. Capito? testa di ciuccio!
Tu puoi dire tutte le fregne che vuoi sulla mia opera, stai parlando con il
più grande videoritrattista vivente, punto. Se come idraulico valessi un
milionesimo della mia arte saresti il più grande idraulico della terra: il re
degli stronzi liquefatti. E forse già lo sei, quindi sorridi e bevi alla mia salute.

venerdì 8 giugno 2018

IL SOLITO STRONZO

HO SBAGLIATO

Ho sbagliato, ho sbagliato, non è giusto imporre qualcosa, un blogger
deve solo proporre. Il disagio, se volete, proveniva dal constatare che
questo blog si sta trasformando ormai da tempo in un salottino privato,
la cosa non mi dispiace in realtà ma solo perché sono un pettegolo e
ho un'anima da portinaia metafisica. C'è probabilmente anche un problema
che mi riguarda, che riguarda ogni artista o autore, ed è la capacità
di rinnovarsi, ma è difficile, la mia strada ormai è questa: monologhi,
ritratti, qualche documentario, poesie (meglio: tentativi di poesie) e
articoli sul Fatto. Il mio stile è questo. Forse c'è della stanchezza da
parte vostra e anche da parte mia. Rinnovarsi è la cosa più ardua,
trovare nuovi stimoli, nuova linfa creativa, lo stesso Fellini non ha fatto
altro che ripetere se stesso da 8 1/2 in poi. Il punto forse è ripetersi
ma con maggiore intensità e consapevolezza, lo stesso discorso vale
per Woody Allen, quindi vale anche per il grande Ricky Farina.
Non bisogna perdere lo smalto ma non è per niente facile, credo che
sia importante fare, fare e fare e disfare, a volte prendersi anche delle
pause sacrosante o attendere il momento giusto. In mezzo al fare
nasceranno altri lavori interessanti, per ora dovete accontentarvi di
un Ricky Farina di questo livello, che sia chiaro: è sempre un livello
superiore alla media dei blogger esistenti. Su questo nessun dubbio.
Il primo dovere di un artista è quello di essere presuntuoso. 

giovedì 7 giugno 2018

VOLTO di Giandante X


IL RIFLETTORE DI DAMOCLE di Roberto Farina

Da bambino, guardando la gara dei Cento metri in televisione, seguivo sempre l’ultimo. Non ci potevo fare nulla, a me interessava lui. E quando le telecamere si puntavano sul vincitore, io fantasticavo sul perdente: lui in quei pochi secondi aveva perso tutto. Come avrebbe reagito? Chi era? Perché le telecamere lo ignoravano? Perché nessuno pensava a lui? Insomma: qual era la sua storia? A me interessava quell’uomo lontano dai riflettori, mica quell’altro che saltellava a braccia levate.
Non mi sono mai piaciuti i riflettori. Una volta, lavorando a un concerto, me ne è quasi caduto uno in testa. Anzi, non uno, più d’uno, un bel grappolo di riflettori. Cadde a due, tre metri da me. Un fragore. Io sobbalzai come scosso da un terremoto sussultorio di un decimo di secondo, ma potente. L’addetto alla sicurezza, un capellone tutto tatuaggi, mi guardò stupito con la bocca a culo di gallina e disse: “Ops”. Io dissi “Heh” e me andai verso l’uscita. Il capellone tatuato chiese spiegazioni. “Ma dove vai” “Al cesso” “Ma i cessi sono di là” “Io cago solo nel cesso di casa mia. Ciao”. Attraversai Milano a piedi, in piena notte. Erano le prove di un concerto di Vasco Rossi. Un privilegio, assistervi. Ma sai che me ne fregava. A casa avevo il cd. Un bel cd e niente riflettori di Damocle sulla testa.
Raccontare le storie di chi è lasciato fuori dall’inquadratura o lontano dai riflettori. Ecco tutto, per me.
Dopo tutto, scrivere ha qualcosa di eroico: significa dare battaglia al tempo spappolatore e al deserto che avanza. Una battaglia da nulla. Ognuno lo fa come può. Io lo faccio così: parlando di ciò che è marginale.
Mi è congeniale raccontare la vita dei marginali, o dei grandi dimenticati, o anche la vita dei protagonisti sulla breccia, ma prediligendo ciò che di marginale c’è in loro. Preferisco puntare sulle zone d’ombra, insomma.
Fin da piccino ho amato Ferenc Pintér, Flavio Costantini, Andrea Pazienza, Giandante.
Li amavo ancor prima di sapere di amarli. Ricordo che quando fuori pioveva, mi sdraiavo sul tappeto a sfogliare i libri illustrati. Tra i miei preferiti ce n’era uno intitolato Io e gli altri, con tantissime figure nelle quali le facce e le mani delle persone erano in bianco e nero, mentre il resto era a colori. Ricordo chiaramente che spesso ritornavo alla pagina dove c’era il ritratto di due uomini seri con gli occhi buoni, sembravano guardare proprio me e sotto c’era scritto: Sacco e Vanzetti. Osservavo tutte quelle immagini senza giudicare, come fanno i bambini. Non sapevo che stavo ammirando un’opera di Flavio Costantini.
Pintér lo scoprii nei miei viaggi verso la Toscana con la mia famiglia. Sostavamo in cima all’Appennino Tosco-Emiliano, a Tugo, la più bella stazione della Cisa, bellissima e ventosa. Mentre i miei genitori bevevano il caffè, io afferravo una merendina e andavo al girevole dei libri, per cercare le copertine che mi piacevano tanto (che poi erano tutte sue, di Pintér, ma io mica lo sapevo). La prima che amai fu quella dell’Esorcista: gialla e nera, liquida, molto paurosa. Dissi ai miei genitori che volevo comprare un libro. Risposero di sì, ma quando dissi il titolo sorrisero e proposero Peter Pan. Insistetti per L’Esorcista. Non giungemmo a un accordo. Tornai all’espositore, presi il volume, mi chinai furtivo e con il cuore in gola strappai la copertina, infilandomela sotto la maglietta. Uscii circospetto e, seduto sul limitare del parcheggio, mi misi ad ammirarla. All’improvviso, dietro di me, sentii papà chiamarmi. Sobbalzai per lo spavento e la copertina mi sfuggì dalle mani, il vento la trascinò oltre il parcheggio, nel prato. Mi girai e papà era lì, con il libro mutilato in mano. Mi disse di seguirlo. Entrammo nella stazione, mi portò alla cassa, mi diede dei soldi e mi disse: “Forza.” Chiesi scusa al cassiere e a occhi bassi pagai il libro. Uscimmo, papà buttò il volumetto mutilato nel cestino. Rientrammo in macchina. Mio fratello mi sorrise, mamma disse qualche rimprovero, ma senza severità. Mentre partivamo, guardai fuori, cercai la copertina, la vidi: era ancora lì nell’erba. Si muoveva leggermente. All’improvviso prese il volo, si allontanò roteando. Dopo qualche istante, la persi di vista. Sigh.
Anni dopo scrissi un saggio su Pintér. Ognuno si lecca le ferite come può.
Il mio primo libro è stato quello su Paz. L’idea era quella di raccogliere un cartiglio da regalare alla famiglia, manco mi sognavo di pubblicarlo. Col tempo ho abbandonato il progetto, perché tutti mi parlavano di eroina. Come facevo a darlo alla famiglia? E allora ecco arrivare il cassetto, ma poi, nel 2003 mi son detto: “Ma perché il cassetto? Che avrà mai di speciale, un cassetto? Io pubblico. Massì”. Seguirono fulgidi eccetera.
Pubblicato Paz, mi son detto: “Insomma, pubblicare non è poi così impossibile. Massì”. Inoltre avevo sperimentato quanto la scrittura fosse divertente e terapeutica. E così ho continuato a farlo. E sono arrivati i ragazzi di Milieu, e perciò Giandante X, Flavio Costantini, Onorina Brambilla Pesce, la Nori e altre cosucce evocative.
Tutte figure colossali, di cui pochi si ricordano. Tutti giganti lontani dalla ribalta e dai riflettori. In termini turbocontemporanei: tutti perdenti, per un motivo o per l’altro. Ma meglio così. La ribalta ha qualcosa di degradante. Anche la vittoria e il successo hanno qualcosa di degradante: un uomo con le braccia al cielo, saltellante come una scimmia, non è uno spettacolo decoroso.
Nel momento in cui vinci, non sei più un uomo, sei propaganda.
Solo nella sconfitta si preserva l’umanità. La vittoria sarà pure esaltante, ma la sconfitta è interessante. Quando lotti per vincere, ma non hai ancora vinto, sei interessante. Quando lotti per vincere, e perdi, sei interessante. La vittoria è roba da piedistalli o da fermacarte. Solo la sconfitta rilancia la sfida della vita, spingendo la vittoria all’orizzonte.


NON SO

Non so, non so nulla. Mai saputo nulla in vita mia.
Una cosa la so, solo una. Ma non ve la dico.

In realtà un blogger comunica principalmente con i propri
contenuti.

Forse sto attraversando un periodo "morto", quindi un
periodo "vivo".

Mi occupo di più della mia vita nuda e cruda.
Comunque.

mercoledì 6 giugno 2018

SE VOLETE CHE RITORNI A OCCUPARMI DEL BLOG

Se volete che ritorni a occuparmi del blog voglio un commento per ogni Marietto 13 e ogni commento deve essere diverso dall'altro, prendetelo come un esercizio, anche di rispetto nei miei confronti. Forza!

martedì 5 giugno 2018

MI FATE ARRABBIARE

Mi fate arrabbiare. Prima mi spronate a occuparmi di più del mio blog e poi snobbate alcuni post.
Non avete fatto nemmeno un commento a Dialogo con Marietto 13. Vi è piaciuto? Non vi è piaciuto? In ogni caso lo avete completamente ignorato. E allora perché dovrei occuparmi di voi nella zona commenti? Farò così, la zona commenti la lascio a voi, non me ne occupo più. Non rispondo più a nessuno, almeno fino a quando mi sarà passata. Per ora è così. Posterò quando ne avrò voglia.
Quando mi sentirò ispirato. Non sono un robot. Non sono una macchinetta. Se non vi sta bene ci salutiamo. Fate pure salotto tra di voi, siete liberi, oppure andate in cerca di altri blogger più simpatici di me e più bravi. In fondo sono un solitario, basto a me stesso. Anche se dovessi restare solo su questo blog per me non è un problema, a me interessa Ricky Farina, gli faccio la corte da quando sono nato. Saluti e abbracci.

domenica 3 giugno 2018

LE DONNE SI TOCCANO CON UN FIORE

Le donne si toccano con un fiore, questa è l'unica
violenza possibile. La spina di una rosa, l'amore.

Il resto è solo orrore.

sabato 2 giugno 2018

IL PROVERBIO

Stasera Marietto mi ha detto un proverbio che mi è piaciuto: "Che t'arricchisce 
a fa quand tiene o'core povero?"

venerdì 1 giugno 2018

ALLE PORTE DI MILANO

UNA FITTA

Una fitta al cuore
dell'universo.

Pomodoro tragico.
Lattuga terminale.
Ruscello capovolto.

Acido di nuvole.

Sul sentiero sterrato
un corpo senza morte.
E una vergine.

Un pensiero dentro
una scatola cranica
crea labirinti nuovi.

Mi perdo stando fermo
come una statua.

Arcobaleni di temporali
e chiodi di vaniglia.