lunedì 31 dicembre 2018

SCALARINI NEL COVO DI CANAJA

BUON ANNO!

Esci fuori dalla tua testa, Ricky!
Così mi ripeto davanti alla cassa
del supermercato. Non rimuginare,
guardali, sono tutti qua a fare la
spesa e stasera festeggiano col botto.
Sperano tutti in un anno migliore,
un anno meraviglioso, fortunato.
E anche tu speri, sei uno di loro.
Esco fuori dalla mia testa? Come
faccio? Poso gli occhi sul giovane
cassiere col ciuffo, si chiama Riccardo
come me! Lo dice la targhetta,
Ho trovato un altro Riccardo, ma
è diverso, lui è giovane e lavora.
Ecco il rito del consumismo, penso.
Non mi dispiace, ognuno con la
propria spesa che ci rispecchia.
Ogni spesa ha il nostro volto.
Dietro di me c'è uno che assomiglia
al caviale. Un bel tipo elegante.
Davanti a me un uomo col naso
rosso, assomiglia alla sua bottiglia
di vino di poco prezzo e al cotechino,
ed è gentilissimo, lo avverto.
Nessun attentato terroristico, per ora.
Tutti dovrebbero tornare a casa
sani e salvi, pronti per il cenone.
La mia testa pensa. Pensa. E non
so perché, o forse lo so, mi viene
in mente l'incrociatore Indianapolis,
affondato nella seconda guerra mondiale,
880 vittime, 4 giorni in mare, tra
disidratazione e squali. Che situazione
incresciosa! Essere divorati da uno
squalo, magari di notte, sotto le
stelle, tanti giovani fatti a pezzi, con
la torta di mele della mamma a
casa, lontanissima dall'orrore.
Sogni, speranze, amori, tutto finisce
nell'apparato digestivo di uno
squalo. Perché penso questo al
supermercato? Sono forse un sadico?
Lo faccio per sentirmi al sicuro?
Protetto dalla mia spesa: patate,
mousse di formaggi, spumante?
No, non c'è protezione, la vita è così,
non lascia scampo, l'Indianapolis
è un simbolo denso, densissimo.
Qui è tutto più diluito, ma è la stessa
cosa, facciamo gruppo, ci facciamo
caldo, ci diamo speranza, ma siamo
persi nell'oceano, affondati dalla
nascita, e ogni tanto arriva uno squalo
che ci sbrana. Ieri ero sdraiato sul letto
a leggere La condizione umana di
Malraux. Mio fratello è entrato in stanza
e mi ha detto: "E'morto Paolo Caredda".
Paolo, regista e scrittore, come me.
Morto. Qualcosa nel sangue.
Uno squalo nel sangue.
Paolo, Paolo, pronunciare il tuo
nome ora mi dà i brividi. La vita!
Mi piace, mi piace molto, ma è come
essere innamorati di una puttana.
Paolo, che brividi.
Buon anno.

domenica 30 dicembre 2018

AI VOTI

Ai voti, democraticamente.
Chi vota a favore del ritorno
degli anonimi?

TRAMONTO D'AUTORE

COLPO DI STATO DELLE CASALINGHE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/30/nel-2019-in-italia-ci-sara-un-colpo-di-stato-andranno-al-potere-le-casalinghe/4858619/

sabato 29 dicembre 2018

A un amico

Mi è capitata una cosa incredibile,
mi sono innamorato! Indovina di chi?
Non ci crederai mai. Ha 41 anni.
Sì, lo so, è un pochetto stagionata,
ma ti assicuro che è supersexy,
da perdere i sensi per ritrovarli solo
sull'orlo di un precipizio. Gli uomini
impazziscono, desiderarla è naturale
come avere sete. Ha qualcosa di unico.
La sua unicità: è lei che mi penetra.
Mai provata una cosa simile.
Mi sento invaso, sì, mi ha invaso
e mi fa tremare di desiderio.
Lei mi ha invaso e io sono FUORI.
Paradossi dell'amore.

lunedì 24 dicembre 2018

domenica 23 dicembre 2018

venerdì 21 dicembre 2018

ANCORA MILENA!

UN RICORDO DI ROBERTO SU PINKETTS

Morto Andrea G. Pinketts. Sua madre abita qui vicino e per questo lo incontravo ogni tanto. Con la birra in mano aveva l’aria da duro, ma col cagnolino al guinzaglio sembrava un signore trasandato e vulnerabile.  Aveva un’attitudine aggressiva verso il mondo, ma era sempre gentile con gli individui. Fu lui a consigliarmi Fiorirà l’aspidistra, il capolavoro dimenticato di Orwell. Mi piaceva la sua voce, ricordo come questo titolo suonava nella sua bocca: “Fiorirà l’aspidistra”. Aveva un tono basso, dalle accentuazioni forti: sembrava che le sue corde vocali dragassero il fondo di un canale. Lo sguardo era fisso e un po’ vitreo, eppure dolce, un pochissimo acquoso, come se nella sua birra ci avesse inzuppato anche gli occhi. Le sparava grosse, ma sapeva che cosa era il rispetto ed era un intelligente vero: non parlava a vanvera. Me ne accorsi una volta per tutte quando presentò dei video di mio fratello Ricky al Trottoir. Disse cose acute, con misura e gentilezza, senza rubargli il momento. Gran bel tipo. E poi, è sempre stato fuori dai social. Lui preferiva il bar. Peccato, peccato, peccato. Dopo Angelillo e Scheller, Milano perde un altro degli uomini che rendevano speciali le sue strade. Anche Pinketts, infatti, era sempre in giro, come Giuseppe e Erik. Era facile incontrarlo e ci mancherà. 

CIAO PINKETTS

Lo incontravo spesso nella mia zona, abitavamo vicini.
"Ciao Pinketts" gli dicevo, un semplice ciao, e lui sempre
con un mezzo sorriso alla Bogart mi rispondeva "Ciao".
Non penso che si ricordasse il mio nome, ma riconosceva
il mio volto, aveva una vaga intuizione di me, e tra
di noi c'era una "amichevole diffidenza", limitiamoci a
un ciao, sarebbe troppo complicato il resto e poi il resto
forse non ha poi così importanza, giusto Pinketts? Giusto.
Erano due i Pinketts che incontravo, uno era lo scrittore
sempre seduto al tavolino di un bar, munito di sigaro e
birra, vestito in modo elegantemente eccentrico, che
sfogliava un quotidiano e poi si perdeva nella sue fantasie,
sempre altrove, sempre "straniero che ama le nuvole".
L'altro Pinketts era il figlio che portava a spasso il
cagnolino della mamma, anzi: era il cagnolino che portava
a spasso lui, con fedeltà ansimante. Ci siamo incontrati
anche in occasioni ufficiali, a un festival di cinema
organizzato da Le Trottoir, la sua tana, la sua alcova,
il suo bar. Presentavo il cortometraggio Festina Lente,
ricordo che a lui piacque, mi disse: "Questo film mi
sembra una specie di aforisma". Pinketts faceva il duro
ma era anche un uomo di una tenerezza disarmante,
di una gentilezza profonda, era un puro, ma la sua era
una purezza condita sempre dall'ironia. Poi per i giri
strani della vita, sempre a Le Trottoir, venne fuori
che era amico di mia cugina, mi guardò e mi disse:
"Colpo di scena". E con un colpo di scena ci ha lasciati.
Milano nell'ultimo anno ha subito due mazzate: la
morte di Angelillo, la morte di Eric Scheller ed ora
la morte di Pinketts. Tre artisti, tre uomini che vivevano
per la strada, nei bar, tre uomini che potevi incontrare
nella carne viva dei giorni, non sullo schermo freddo
dei social. Tutti e tre per vivere avevano bisogno
di uno spazio aperto, di una strada trafficata, la loro
ispirazione era fatta di incontri, di casualità che si
trasforma in destino, ogni passante poteva essere un
racconto, un quadro o una poesia racchiusa in un
libro. La vita che scorre, mentre la cenere di un sigaro
cade e ci ricorda che tutto è addio, anche un semplice
"Ciao".

giovedì 20 dicembre 2018

PINKETTS

A me piaceva Pinketts, era un uomo gentilissimo.
Forte e gentile.

SALAME D'AUTORE

mercoledì 19 dicembre 2018

DONNE CHE MI HANNO DATO UNA LEZIONE.

FABRICE

Fabrice è il cugino di una mia cara amica d'infanzia.
Recentemente ho cenato assieme a lui, è un uomo sereno,
magro, alto, con gli occhiali e gli occhi azzurri e intelligenti,
non alza mai la voce, sorride. Pacato. Come me ama il
cinema. Anche lui adora Truffaut. Ci troviamo bene
assieme, vorrei fargli un ritratto ma lui è riservato.
A parte il cinema siamo assai diversi. Lui è vegetariano, è
buddista, è ingegnere e non beve alcolici da 13 anni.
Io non bevo alcolici da ieri, non credo nella reincarnazione,
non capisco nulla di ingegneria e sono carnivoro.
L'altra sera però ho scoperto una cosa che mi ha stupito,
Fabrice mi ha fatto vedere la sua "casa". Si è alzato dalla
tavola, è andato vicino al divano e ha preso uno zaino
abbastanza grosso, ma non troppo, e mi ha detto: "Questa
è la mia casa". Mi ha spiegato che a Parigi spendeva
per l'affitto circa 1000 euro al mese, si è fatto due conti,
ha immaginato un altro modo di vivere, e ha deciso di
lasciare tutto e di iniziare a vivere in giro per il mondo.
Lavora con un computer portatile, non ha legami affettivi,
la posta se la fa spedire a casa di sua madre, così si è
sradicato da tutto, si sceglie sempre un bed and breakfast
che non superi i 30 euro al giorno, mi ha detto che è stato
in Grecia e a Malta, anche in Romania, e fra poco se ne
va a Marsiglia a fare le sue camminate sul mare, sui calanchi.
E chissà dove sarà fra qualche settimana. Vive così.
Libero. E io lo guardavo stupito, con ammirazione sedentaria.
Non potrei vivere senza la mia caverna. Al suo confronto
sono un primitivo. Fabrice, ma come cazzo fai?

martedì 18 dicembre 2018

POESIA BREVE

Ciao.
Ciao.
Come sta Camilla?
Sta bene, grazie.
Tu invece?
Sto bene, grazie.

(il secondo "ciao" non poteva sapere che
Camilla stava morendo proprio in quel
momento...)

Ah, vanità delle cose umane.

PER CONOSCERMI MEGLIO

lunedì 17 dicembre 2018

DIALOGO CON MARIETTO 14

JAMES BENNING

LE COSE INUTILI

"Ricky, perché continui a fare queste cose inutili? Come spettatore mi sento
quasi offeso". Questa è una recente critica al mio modo di fare cinema.
Un'altra critica, di solito la più gettonata, mi rimprovera che sono "buoni tutti"
a fare quello che faccio io, a riprendere la gente per strada, poi ci metti sopra
una musica strana, compositori contemporanei, ed il gioco è fatto. E la noia
è raggiunta. Perché uno spettatore dovrebbe perdere tempo a vedere quello
che vede tutti i giorni, perché deve sorbirsi la solita vita di tutti i giorni?
Al cinema non si va forse per evadere? Per vedere cose straordinarie?
Il cinema come evasione, i più raffinati magari vogliono anche il cinema
d'invasione, ma invasione interiore non extraterrestre. Oggi non c'è solo
il cinema, ci sono altri modi di fruizione, c'è per esempio YouTube e la
poetica del frammento, e penso che questa sia la cosa che mi riguarda,
quindi proverò a rispondere alle critiche. Prima di tutto: anche io sono un
cinefilo, amo il cinema, ne ho visto tanto e come spettatore apprezzo sia
Truffaut che Stallone, non sono per niente snob. Volete sapere quante volte
ho rivisto la scena di Rambo che fugge dalla stazione di polizia? Almeno
una cinquantina. Non riesco a staccare gli occhi, ogni volta che vogliono
fargli la barba a secco, senza schiuma, e lui urla e si ribella, con la mente
allucinata dalle torture subite in Vietnam, mi emoziono come un ragazzo.
Allo stesso modo, avrò visto una cinquantina di volte anche il piano sequenza
finale dei Quattrocento colpi del mio amatissimo Truffaut. Adoro la
Nouvelle Vague. Godard e Truffaut, Resnais, Rohmer e gli altri avevano
un debito con un grande regista italiano: Rossellini. Quale era stata la
grande lezione di Rossellini? Una e semplicissima: girare per le strade,
in ambienti reali, senza il teatro di posa. Girare in velocità, senza perdere
tempo in "belle inquadrature", divertirsi, emozionarsi, eccitarsi con la
vita, con i passanti reali, con gli imprevisti del caso, con i muri scrostati
di un vero appartamento, con una troupe esigua, leggera come una piuma,
senza il baraccone meccanico del cinema, senza la pesantezza di tutto
l'apparato. Per girare un film Rohmer aveva bisogno di tre o quattro
persone, non di più, a parte gli attori. Ma erano altri tempi anche quelli
della Nouvelle Vague, adesso c'è YouTube e ci sono io. Io non solo giro
senza un teatro di posa, ma giro senza una storia, preferisco accennare,
suggerire, filmare tenui fili narrativi, sospesi nell'innocenza dello sguardo.
Non ho bisogno di un assassino, di un'avventura, di un'esplosione, di
una storia d'amore. Come autore sono cose che non mi interessano.
A me interessa riprendere una persona che sta aspettando un tram, mi
interessa raccogliere frammenti visivi e poi ricomporli secondo il mio
gusto, il mio stile. Mi interessa che lo spettatore entri nel mio sguardo
e nella mia mente. Dono una sorta di breviario dello sguardo, una specie
di piccolo manuale visivo con il quale giocare nella vita di tutti i giorni.
Una fermata del tram filmata da me diventa una fermata d'autore.
Metto la mia firma sul mondo, sul mio modo di percepire il mondo.
Sono cose inutili? Ma l'arte non è tutta inutile? Quando faccio un film
o quando sono fatto da un film (perché è la vita che mi dirige), non
è mia intenzione quella di essere utile a qualcuno, il mio scopo è di
formare lo sguardo di chi vede i miei film, di vedere la fermata di un
tram come la vedo io, di fare sentire che tutto è degno di essere
vissuto, raccontato, e percepito nella sua nudità sconvolgente.
Senza tante storie. Solo con la vita negli occhi: la mia.

domenica 16 dicembre 2018

sabato 15 dicembre 2018

NATALE IN ORANGE

LA BRUTTA GENTE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/15/la-brutta-gente-esiste-e-spero-davvero-che-anche-voi-siate-orrendi/4837126/

venerdì 14 dicembre 2018

VIAGGIO NELLA VAGINA

GLI ODIOSI ANONIMI

Allora, Attimi mi ha fatto notare che "solo i membri" è una
cosa troppo complicata, quindi stamattina ho scelto come
impostazione "solo utenti con google account", così è
meglio e più democratico, penso. La decisione che ho
preso riguarda gli anonimi che mi sono diventati indigesti,
insopportabili con la loro vuota e insulsa demenza.
Gli anonimi non potranno più commentare. Non lo faccio
per me, ma per le altre persone che potrebbero sentirsi
ferite, qualche responsabilità all'età di 50 anni(quasi!)
dovrò pure assumerla! In ogni caso vi invito caldamente
alla moderazione, ad usare un linguaggio non offensivo,
questo non significa sterilizzare la creatività di un Fosca
per esempio, ma si può essere Fosca anche senza essere
dannatamente offensivo. Quindi mi riservo la decisione
di eliminare d'ora in avanti i commenti che riterrò non
consoni al rispetto dell'altro. Per mia indole libertaria
avrei lasciato la possibilità di commento a tutti, anche
gli anonimi, ma questi in particolare che infestano il blog
sono troppo, veramente troppo volgari e deficienti.
Un caro saluto dal vostro genio.

SOLO I MEMBRI

Per via di persone volgari e stupide ho deciso di attivare una specie
di moderazione, solo i membri del blog potranno commentare.
In ogni caso da oggi verranno censurati ed eliminati senza pietà
tutti i commenti da me ritenuti offensivi verso gli altri, verso la
mia persona no, mi divertono gli stronzi, ma è un fatto mio personale,
Attimi sarà contenta. Purtroppo la libertà non funziona, ci ho
sperato fino all'ultimo ma mi rendo conto che ci sono troppi stronzi
al mondo, troppa merda. E devo tutelare gli altri. Devo diventare
un padre padrone. Così sia.

giovedì 13 dicembre 2018

FANNY

Dio, è già passato un anno da questo film!
Mi sembra un anno fa! Il tempo è perfetto.

mercoledì 12 dicembre 2018

CON IL MIO FRATELLINO.


IL CIAO!

Me le sta mandando un mio vecchio amico!


21 ANNI

Scusate questo momento di rimembranze.


IL PATENTINO

Mi sta molto sulle palle l'anonimo che viene qui a dare
il patentino di artista vero o artista falso. Forse è lo stesso
che mi dice: prete! Che ridere. Prete, stupido, falso, ipocrita,
brutta faccia. Ma che gente siete? Povertà intellettuale ai
massimi livelli. Prete non è certo un'offesa, ma purtroppo
non sono un prete. Povertà intellettuale nella definizione
che anonimo ci ha lasciato di arte vera: qualcosa che lo
distragga dai suoi guai! Che ridere. Poi aggiunge: l'arte
astrae letteralmente dalla realtà. Che ridere, ancora.
Bello, all'arte non frega nulla dei tuoi guai meschini, e
nemmeno agli artisti. Ridurla a un piccolo oblio meschino
delle difficoltà quotidiane? Che meschinità! Poi l'arte
non è astrazione ma concretezza, proprio il contrario.
Crea un'altra realtà, cosa ben diversa. Infatti spesso è
la vita che imita l'arte, come ci ha insegnato Wilde.
Vengono qui a dare patentini e poi si esprimono come
mucche ruminanti il vuoto. La verità è questa: siete brutti.
Brutti come la peste. Non sapete pensare. Non sapete
essere gentili, educati, profondi, sensibili. Non sapete
essere, più semplicemente. Inutili zecche. Che dire?
Ricky non è un artista, ma un autore. Autore della
propria vita. Unico interprete. Ed è vero come la vita.
Ed è uno che sa esprimersi, sa cogliere il mistero di
ogni essere umano, mentre voi sapete cogliere solo
il vostro nulla. Ma vi stupirò: se posassi il mio occhio
su di voi, potrei rendervi interessanti. Lo so.
Non è facile da crederlo, ma è proprio così.

FOTO DI CLASSE AL TEMPO DELLE MELE

Ecco, è capitato, prima
o poi doveva capitare,
mi hanno messo nel gruppo
dei compagni delle medie
su whatsapp, e qualcuno ha
caricato questa foto.
Io sono riconoscibile, da
fanciullo ero molto serio,
poi per fortuna la vita mi
ha cambiato e mi ha reso
immaturo. Che tuffo al cuore
rivedere Monica Pesce,
la prima limonata della
mia vita in una festa
sopra un letto.

Vediamo chi indovina chi
è Monica Pesce!


martedì 11 dicembre 2018

lunedì 10 dicembre 2018

VI SPIEGO

Vi spiego chi sono quelli che mi stanno sul cazzo.
Sono quelli che non mi inviterebbero mai a cena.
Per me cenare è fondamentale. Si capiscono tante
cose. Gaetano che ora non frequenta più questo
blog, mi invitò a cena alcuni anni fa. Mi fece trovare
una tavola principesca, ogni ben di Dio, lui e la
sua famiglia, una serata spettacolare, invitò anche
la sorella del critico cinematografico Canova, forse
per farmi sentire a mio agio nella chiacchiera,
ma non era fondamentale, mi sono sentito subito
a mio agio, persone semplici, intelligenti, ironiche e
simpatiche. Rifiutai di dormire a casa loro, si era
fatta una certa, come si dice, era tardi, e decisi di
prendere un taxi che mi costò circa 100 euro, Gae
non abita propriamente a Milano, ma furono soldi
ben spesi, nulla di più bello che entrare nella calda
intimità di una famiglia, per me. Io non faccio altro
che farvi entrare nella mia intimità. Le persone di
cuore e intelligenti, sentono il bisogno di ricambiare.
Le persone aperte e senza inutili paure. Ecco.
Fatevi un esame di coscienza, mi invitereste a
cena? Se la risposta è no siete dei luridoni!
Solo zecche e non altro, che sono qui solo per
succhiare sangue e non dare nulla in cambio.
Rispondete! Chi tra di voi imbandirebbe la sua
tavola per me? Chi? Fatevi contare che quelli
del no li metto sul mio libro nero degli egoisti,
delle zecche, dei paurosi, delle amebe senza vita!
Chiusi in voi stessi, chiavistelli arrugginiti. Pecore.

IL MIO MONDO

IL COMPLEANNO DI AMANDA

Ieri era il compleanno di Amanda.
Tanti auguri Amanda.

CREDO NELLA BELLEZZA

Io credo nella bellezza. Questo episodio di un film che si chiama Il piacere è
un esempio di pura bellezza cinematografica: eleganza e movimenti di
macchina ariosi, profondità di racconto. Un capolavoro che fece venire
la febbre a Bertolucci. Il film è di Max Ophuls, il regista preferito da
Kubrick. Sono tre episodi tratti da tre racconti di Maupassant. Il primo
episodio è corto, pochi minuti, ed è quello che vi propongo, si chiama
La maschera, ed è una riflessione sulla vecchiaia e il desiderio e la vita
che fugge e ci abbandona al nostro inevitabile declino. Una persona in
grado di amare questo film non può votare Salvini. Non può votare la
bruttezza e l'ipocrisia. Non può votare la paura. Quello che abbiamo
nella testa e nel cuore ci salva dalla bruttezza e dirige i nostri passi.
A me piace camminare insieme a Max Ophuls e al Piacere.



TI SVEGLI

Ti svegli.
Per abitudine alla luce?
Per un senso
di sfida?

Ti svegli.
E non sai perché.
Non sai nulla.
Sai che ti svegli.

Per immaginare l'amore?
Per vivere l'amore?
Per confondere la
morte?

Ti svegli.
Per dare un senso
ai tuoi sogni?
Per interpretare
l'agonia dei cuscini?

Per farti del male.
Per farti del bene.

Per crederti vivo.
Per sentire la lontananza
farsi cicatrice?

Ti svegli sulla tua pelle.
Tappeto volante
dei tuoi gesti.
Ti svegli per magia.

Ti svegli per precipitare.
E non vuoi sapere
perché, non ci tieni.
Il segreto è svegliarsi.

E svegliarsi è un
segreto.

domenica 9 dicembre 2018

AUTORITRATTO ORA

TANTO PER SCURIRE

Tanto per scurire: ho sempre detto che esiste un'arte dell'insulto, e che al blogger
piace l'arte dell'insulto, l'arte, non la reiterata e ossessiva ripetizione di una parola
che perde poi il suo senso originario e diventa una sorta di nevrosi compulsiva.
Ma Andrea o chi per lui sono liberissimi su questo blog di assumere il tenore
spirituale che vogliono, questo è un blog libero come l'autore del resto.

Freddy Fosca è un artista dell'insulto. Ha un'oscenità artistica.
A volte piscia fuori dal vaso, come nel caso di Frank, il bambino
di D'amore si vive. In questo caso è giusto farglielo notare.
Il commento è stato rimosso dallo stesso Freddy e non dal
sottoscritto, ma lo avrei rimosso io se non fosse intervenuto.
La pedofilia è una cosa bellissima, nel senso etimologico.
Io amo i bambini e pretendo amore nei loro confronti.
Questo non significa che non si possa prendere in giro anche
un bambino, ricordo frammenti notevoli di Longanesi in tal
senso, ma bisogna appunto saperlo fare "ad arte".

Quello che conta è lo stile, e a me piace che ognuno abbia
un suo stile. Anche Chicca per esempio ha un suo stile ben
definito, uno stile logorroico, dice alcune cose interessanti,
non è certo una stupida, ma si è fissata sulla mia presunta
ipocrisia, poverina, mi fa sempre specie quando una persona
si fissa. Lo trovo ingiusto. Si fa sempre una figura meschina.
Le idee fisse sono sintomo di una nevrosi in atto.

Anche il blogger ha il suo stile e il suo carattere, non amo gli
arroganti e i presuntuosi, quelli che pretendono di insegnare
agli altri e lo fanno con saccente vacuità. In-sé e per-sé
sono categorie filosofiche che ANCHE Sartre ha usato,
L'Essere e il Nulla si fonda su queste categorie, anche il
per-altri...e l'ignorante che è andato su wikipedia ha pensato
che fossero solo categorie hegeliane, dimostrando di
essere un ignorante e per giunta anonimo! Un altro poverino
che viene e giudica senza sapere nulla. Anche io vado
su Wiki, ma non mi limito a riportare nella mia mente
quello che leggo: approfondisco. Se l'anonimo ignorante
avesse approfondito non sarebbe incappato in una meschina
figura. Tanto per scurire.

Per quanto riguarda le segnalazioni di questo blog alla Legge,
il blogger vive e dorme sonni tranquilli.
Del resto non voglio e non mi va di stare a leggere tutti i vostri
commenti, non ne ho la voglia, il tempo lo avrei, ma mi manca
proprio la voglia, se questo dovesse comportare la chiusura
del blog, beh, non sarebbe una tragedia, posso stare senza.
E poi comunque, nel caso, vedremo nelle sedi opportune.

Bertolucci è stato condannato al rogo, non lui, un suo film,
lo prenderei quasi come un titolo di merito una chiusura
eventuale di questo spazio, anzi: ne farei un post sul Fatto.
Un vero artista vive sempre sul confine dell'illecito.
Soprattutto quando questi confini sono decisi da pensieri
ottusi e borghesi e fascisti.

A chi si lamenta delle mie prese di posizione politiche dico
solo che un artista è sempre politico, anche quando
parla di biberon. Salvini ha usato politicamente sua figlia.
Niente di più osceno e ipocrita. Per esempio.

E tra di voi c'è pure chi lo ha votato, Chicca è tra gli indiziati,
lei che parla di ipocrisia e si è rintanata nelle paure di una
fantomatica invasione, come milioni di italiani senza cervello
e senza cuore.

Tanto per scurire.

p.s.

Il non sapere che bisognava cliccare ALTRI COMMENTI non
fa di me uno stupido, anzi. Sono stupidate per me.
A me basta essere intelligente sulle cose intelligenti.






sabato 8 dicembre 2018

IL FATTO QUOTIDIANO - RICKY GAY

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/08/perche-non-sono-gay-perche-questa-colossale-ingiustizia/4814448/

SUCCEDE UNA COSA STRANA

Succede una cosa strana, i commenti su Castello di carte vanno avanti, ma
io riesco a leggere solo fino all'ultimo mio. Non so perché.

venerdì 7 dicembre 2018

DIALOGO CON MARIETTO 11

ABISSO

Tutto è abisso.
Questa è un'evidenza che
non si può
annegare.

giovedì 6 dicembre 2018

PENSIERI A MONTIGNOSO

Essere complici di un dolore: avvertirlo.

*

Tutti che vogliono la passione.
Invece stare assieme per abitudine
è così dolce.

*

Il medico sta usando lo stetoscopio
sul mio petto blindato.
Mi sembra uno scassinatore che
cerca la combinazione della
mia morte. Ecco, si ferma ad
auscultare. Forse ha trovato.
Il mio cuore non è più un mistero.

*

Più invecchio e più mi sento forte.
Sorseggio la vita, non la bevo più
tutta d'un fiato. Ne assaporo le
sfumature del gusto. Il palato diventa
il senso di ogni cosa.

*

Se una donna ti lascia, pensa che
sta lasciando se stessa. Tu resti in
compagnia dei tuoi fedeli testicoli.

*

L'universo è superfluo.
Una volta che hai capito questo,
puoi iniziare a divertirti.



lunedì 3 dicembre 2018

CASTELLO DI CARTE

Guardate che fantastiche costruzioni riesce a fare Bryan Berg con le carte da gioco.
Dato che nel mio ultimo post sul Fatto c'era l'espressione "castello di carte", per
curiosità sono andato su YouTube e l'ho scoperto. Mi sembra il simbolo della
nostra vita, così fragile e così spettacolare nella sua fragilità. Abbiamo bisogno di
persone così, di artisti, di musicisti, di persone colorate, come gli immigrati per
esempio. Sono per l'invasione  degli immigrati, venite tutti, venite da me in
piazzale Tripoli, venite a suonare e a vivere, a danzare, anche a rubare se volete,
sempre meglio del mortorio di ieri: una devastazione. Solo non rubatemi la
mia "Ethel", la nuova videocamera, o mi arrabbio. Anche io mi arrabbio.





QUANTO MI INCAZZA

Quanto mi incazza non avere il latte nel frigo alla mattina
quando mi sveglio! Quanto mi incazza! Io senza latte non
posso vivere, è una cosa che mi porto dietro da quando sono
nato. Quindi mi sono dovuto vestire e scendere di buona
mattina, una cosa orribile! Poi sono andato in pasticceria,
già che c'ero, a prendermi tre croissant, e dico tre! Uno
con i cereali, uno normale, e uno piccolino piccolino che
mi faceva una tenerezza incredibile. La donna che mi ha
servito, truccata di tutto punto, è riuscita anche a farmi la
solita battuta su una moneta da due euro che mi era caduta
per terra: "Perché ci ha fatto questo? Ora crescerà la piantina
e noi dovremo stare tutto il giorno a raccogliere monetine
da due euro". L'ho apprezzata, la battuta era scontata ma
lei ha voluto farla e regalarmi un sorriso, ha avuto la forza
di essere spiritosa, in questa mattina grigia ha comunque
cercato un raggio di sole tra di noi, un fremito di umanità.
E mi è venuto da pensare a tutti questi santi lavoratori che
ogni giorno si alzano presto, triturati dall'ingranaggio, e
nonostante tutto si scambiano tra di loro motti di spirito,
cercano di tenersi vivi, di non farsi calpestare l'anima.
Continuate così fratelli e sorelle. Ora la domanda è:
ritorno a letto a sognare o mi faccio una doccia fresca?

Caro Davide

Caro Davide, il manuale l'ho sfogliato così così,
meno ne sai di questi apparecchi diabolici e meglio
è. La funzione "cinema" posso usarla solo quando
dice "accentua i colori primari", se mi va, il resto
è una serie di buffonate tipo "effetto film vecchio"
o cose del genere. Ma perdono questa sciocchezze
alla mia videocamera Ethel. La chiamano funzione
cinema, che ridere. Il cinema sono io! E ho una sola
funzione: l'amore!

domenica 2 dicembre 2018

OK

Ok, ho appena fatto anche la prova microfono.
Inizio a capirci qualcosa. La dura vita del filmmaker.
Forza e coraggio. E amore.

L'ACCARTOCCIAMENTO

COME CERCARE UN EGO IN UN PAGLIAIO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/02/come-cercare-un-ego-in-un-pagliaio/4804691/

EUREKA!

sabato 1 dicembre 2018

CHE MERAVIGLIA!

HO VISTO IL VIDEO DI DOLCE E GABBANA

Ho visto il video di Dolce e Gabbana, il loro video di scuse
alla Cina. Forse uno dei pezzi comici più belli degli ultimi
anni. Ho riso tanto, altro che Crozza! Erano l'imitazione di
se stessi, due gioppini mortificati, imbalsamati, come davanti
a un plotone d'esecuzione capitalistico, ridicoli fino all'orrore.
Dovrei scriverne sul Fatto, veramente spassosi.

NOTTURNO CHISCIOTTE

Mi sono rotto le palle. Lo pubblico così.
Il prossimo provo a girarlo in AVCHD
(si scrive così?) e vediamo se ci sono gli
stessi problemi. Stress. Ultra stress!

IL DURO MESTIERE DEL REGISTA

CHE COSA PENSO DEL BURRO

Ora vi dico che cosa penso del burro. Mi piace.
Mi piace sulle fette biscottate, ed ho imparato da
Truffaut a non romperle con il coltello, basta
mettere due fette biscottate una sopra l'altra,
non ci sarei mai arrivato da solo. E ora vi dico
che cosa penso del burro di Ultimo tango a Parigi.
Bertolucci e Brando hanno sbagliato, come hanno
sbagliato De Niro e Scorsese in Cape Fear, quando
De Niro infila il suo dito nella bocca di una
giovanissima Juliette Lewis, non era nel copione,
vediamo tutto il suo stupore e la Lewis lo
succhia quel dito, da attrice di razza in erba.
Sbagliano questi registi, sbagliano per noi.
Quello che conta è il film, l'opera. Il grande
Alfred Hitchcock diceva degli attori che sono
"bestiame". Eppure tutti volevano fare un film
con un genio di tale portata. Fare un film con un
genio significa diventare "immortali". Il set
è un campo di battaglia, una guerra. Si lotta per
l'arte, la nostra unica vera patria. Non è un posto
per educande il set. Non ci sono solo panetti di
burro a fare violenza, un regista è anche un ladro,
non solo uno spietato comandante. Truffaut lo
dice bene in Effetto Notte, quando ruba le parole
a Valentina Cortese e il giorno dopo le mette
nella sceneggiatura, erano parole private, intime
e personali, agisce come "un figlio di puttana"
il regista, lo fa per il film, tradisce la Cortese,
e le confidenze intime diventano arte. Lo stesso
capita a Ricky Farina, lo conoscete? Quando
per strada ruba i volti dei passanti. Senza chiedere
permesso, lo stronzo ruba. Lo fa per voi. Per
i suoi film, solo quelli contano. Sbagliamo.
Vogliamo sbagliare. Ci piace sbagliare. Senza
questa violenza ci sarebbe solo la cronaca nera
a farvi indignare. Noi mettiamo la violenza
nell'arte. L'arte è violenza allo stato puro.
Quante attrici sono state "violentate" sul set
per tirare fuori l'oro? Quante attrici sono state
maltrattate sul set da un regista nervoso perché
non riusciva ad ottenere quello che voleva?
Quanti attori sono finiti triturati da un ruolo
che ha congelato per sempre la loro carriera?
Pensate a Perkins di Psycho. Volete un mondo
fatto di educazione, rispetto e cortesia?
E dove sarebbe questo mondo? Io non lo vedo,
alcuni ambienti sembrano cortesi, ma celano
dentro ai loro labirinti una violenza ancora
più silente e tremenda. L'arte è uno scandalo in
piena luce, uno scandalo al sole. Anche il
sole è violentissimo: ustiona. Volete solo
dolci e dorate abbronzature? Allora lasciate
perdere l'arte e spalmatevi le creme di protezione,
così sarete belli abbronzati e idioti.
E vogliamo parlare dell'amore? Siete sempre
cortesi e rispettosi nell'amore? Mai una
parolina fuori posto? Ve lo lascio questo
amore, è un lassativo. L'arte è amore, quindi
è anche violenta come sa esserlo l'amore.
L'arte non è un giochetto per farvi passare
il tempo. L'arte è vita che si fonde in una
forma e si cristallizza. L'arte è pericolosa,
per questo i dittatori la temono, e la bruciano.
Per questo la censura la soffoca.
Anche l'arte è una forma di Potere, è in fondo
un sopruso, una violenza, una prevaricazione.
Ma c'è una differenza con le altre forme
di Potere, l'arte è un sopruso che vuole
scuotere e liberare l'uomo dall'ipocrisia,
dalle convenzioni, mentre la violenza
del Potere organizzato ha solo uno scopo,
ed è quello di renderci docili pecore.
Se vi piace belare, accomodatevi nel gregge.
Altrimenti siate violenti: vivete.

VERA CRUDELE SU "ULTIMO TANGO"

http://www.caosmanagement.it/n63/art63_10.html