lunedì 31 dicembre 2018

SCALARINI NEL COVO DI CANAJA

BUON ANNO!

Esci fuori dalla tua testa, Ricky!
Così mi ripeto davanti alla cassa
del supermercato. Non rimuginare,
guardali, sono tutti qua a fare la
spesa e stasera festeggiano col botto.
Sperano tutti in un anno migliore,
un anno meraviglioso, fortunato.
E anche tu speri, sei uno di loro.
Esco fuori dalla mia testa? Come
faccio? Poso gli occhi sul giovane
cassiere col ciuffo, si chiama Riccardo
come me! Lo dice la targhetta,
Ho trovato un altro Riccardo, ma
è diverso, lui è giovane e lavora.
Ecco il rito del consumismo, penso.
Non mi dispiace, ognuno con la
propria spesa che ci rispecchia.
Ogni spesa ha il nostro volto.
Dietro di me c'è uno che assomiglia
al caviale. Un bel tipo elegante.
Davanti a me un uomo col naso
rosso, assomiglia alla sua bottiglia
di vino di poco prezzo e al cotechino,
ed è gentilissimo, lo avverto.
Nessun attentato terroristico, per ora.
Tutti dovrebbero tornare a casa
sani e salvi, pronti per il cenone.
La mia testa pensa. Pensa. E non
so perché, o forse lo so, mi viene
in mente l'incrociatore Indianapolis,
affondato nella seconda guerra mondiale,
880 vittime, 4 giorni in mare, tra
disidratazione e squali. Che situazione
incresciosa! Essere divorati da uno
squalo, magari di notte, sotto le
stelle, tanti giovani fatti a pezzi, con
la torta di mele della mamma a
casa, lontanissima dall'orrore.
Sogni, speranze, amori, tutto finisce
nell'apparato digestivo di uno
squalo. Perché penso questo al
supermercato? Sono forse un sadico?
Lo faccio per sentirmi al sicuro?
Protetto dalla mia spesa: patate,
mousse di formaggi, spumante?
No, non c'è protezione, la vita è così,
non lascia scampo, l'Indianapolis
è un simbolo denso, densissimo.
Qui è tutto più diluito, ma è la stessa
cosa, facciamo gruppo, ci facciamo
caldo, ci diamo speranza, ma siamo
persi nell'oceano, affondati dalla
nascita, e ogni tanto arriva uno squalo
che ci sbrana. Ieri ero sdraiato sul letto
a leggere La condizione umana di
Malraux. Mio fratello è entrato in stanza
e mi ha detto: "E'morto Paolo Caredda".
Paolo, regista e scrittore, come me.
Morto. Qualcosa nel sangue.
Uno squalo nel sangue.
Paolo, Paolo, pronunciare il tuo
nome ora mi dà i brividi. La vita!
Mi piace, mi piace molto, ma è come
essere innamorati di una puttana.
Paolo, che brividi.
Buon anno.

domenica 30 dicembre 2018

AI VOTI

Ai voti, democraticamente.
Chi vota a favore del ritorno
degli anonimi?

TRAMONTO D'AUTORE

COLPO DI STATO DELLE CASALINGHE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/30/nel-2019-in-italia-ci-sara-un-colpo-di-stato-andranno-al-potere-le-casalinghe/4858619/

sabato 29 dicembre 2018

A un amico

Mi è capitata una cosa incredibile,
mi sono innamorato! Indovina di chi?
Non ci crederai mai. Ha 41 anni.
Sì, lo so, è un pochetto stagionata,
ma ti assicuro che è supersexy,
da perdere i sensi per ritrovarli solo
sull'orlo di un precipizio. Gli uomini
impazziscono, desiderarla è naturale
come avere sete. Ha qualcosa di unico.
La sua unicità: è lei che mi penetra.
Mai provata una cosa simile.
Mi sento invaso, sì, mi ha invaso
e mi fa tremare di desiderio.
Lei mi ha invaso e io sono FUORI.
Paradossi dell'amore.

lunedì 24 dicembre 2018

domenica 23 dicembre 2018

venerdì 21 dicembre 2018

ANCORA MILENA!

UN RICORDO DI ROBERTO SU PINKETTS

Morto Andrea G. Pinketts. Sua madre abita qui vicino e per questo lo incontravo ogni tanto. Con la birra in mano aveva l’aria da duro, ma col cagnolino al guinzaglio sembrava un signore trasandato e vulnerabile.  Aveva un’attitudine aggressiva verso il mondo, ma era sempre gentile con gli individui. Fu lui a consigliarmi Fiorirà l’aspidistra, il capolavoro dimenticato di Orwell. Mi piaceva la sua voce, ricordo come questo titolo suonava nella sua bocca: “Fiorirà l’aspidistra”. Aveva un tono basso, dalle accentuazioni forti: sembrava che le sue corde vocali dragassero il fondo di un canale. Lo sguardo era fisso e un po’ vitreo, eppure dolce, un pochissimo acquoso, come se nella sua birra ci avesse inzuppato anche gli occhi. Le sparava grosse, ma sapeva che cosa era il rispetto ed era un intelligente vero: non parlava a vanvera. Me ne accorsi una volta per tutte quando presentò dei video di mio fratello Ricky al Trottoir. Disse cose acute, con misura e gentilezza, senza rubargli il momento. Gran bel tipo. E poi, è sempre stato fuori dai social. Lui preferiva il bar. Peccato, peccato, peccato. Dopo Angelillo e Scheller, Milano perde un altro degli uomini che rendevano speciali le sue strade. Anche Pinketts, infatti, era sempre in giro, come Giuseppe e Erik. Era facile incontrarlo e ci mancherà. 

CIAO PINKETTS

Lo incontravo spesso nella mia zona, abitavamo vicini.
"Ciao Pinketts" gli dicevo, un semplice ciao, e lui sempre
con un mezzo sorriso alla Bogart mi rispondeva "Ciao".
Non penso che si ricordasse il mio nome, ma riconosceva
il mio volto, aveva una vaga intuizione di me, e tra
di noi c'era una "amichevole diffidenza", limitiamoci a
un ciao, sarebbe troppo complicato il resto e poi il resto
forse non ha poi così importanza, giusto Pinketts? Giusto.
Erano due i Pinketts che incontravo, uno era lo scrittore
sempre seduto al tavolino di un bar, munito di sigaro e
birra, vestito in modo elegantemente eccentrico, che
sfogliava un quotidiano e poi si perdeva nella sue fantasie,
sempre altrove, sempre "straniero che ama le nuvole".
L'altro Pinketts era il figlio che portava a spasso il
cagnolino della mamma, anzi: era il cagnolino che portava
a spasso lui, con fedeltà ansimante. Ci siamo incontrati
anche in occasioni ufficiali, a un festival di cinema
organizzato da Le Trottoir, la sua tana, la sua alcova,
il suo bar. Presentavo il cortometraggio Festina Lente,
ricordo che a lui piacque, mi disse: "Questo film mi
sembra una specie di aforisma". Pinketts faceva il duro
ma era anche un uomo di una tenerezza disarmante,
di una gentilezza profonda, era un puro, ma la sua era
una purezza condita sempre dall'ironia. Poi per i giri
strani della vita, sempre a Le Trottoir, venne fuori
che era amico di mia cugina, mi guardò e mi disse:
"Colpo di scena". E con un colpo di scena ci ha lasciati.
Milano nell'ultimo anno ha subito due mazzate: la
morte di Angelillo, la morte di Eric Scheller ed ora
la morte di Pinketts. Tre artisti, tre uomini che vivevano
per la strada, nei bar, tre uomini che potevi incontrare
nella carne viva dei giorni, non sullo schermo freddo
dei social. Tutti e tre per vivere avevano bisogno
di uno spazio aperto, di una strada trafficata, la loro
ispirazione era fatta di incontri, di casualità che si
trasforma in destino, ogni passante poteva essere un
racconto, un quadro o una poesia racchiusa in un
libro. La vita che scorre, mentre la cenere di un sigaro
cade e ci ricorda che tutto è addio, anche un semplice
"Ciao".

giovedì 20 dicembre 2018

PINKETTS

A me piaceva Pinketts, era un uomo gentilissimo.
Forte e gentile.

SALAME D'AUTORE

mercoledì 19 dicembre 2018

DONNE CHE MI HANNO DATO UNA LEZIONE.

FABRICE

Fabrice è il cugino di una mia cara amica d'infanzia.
Recentemente ho cenato assieme a lui, è un uomo sereno,
magro, alto, con gli occhiali e gli occhi azzurri e intelligenti,
non alza mai la voce, sorride. Pacato. Come me ama il
cinema. Anche lui adora Truffaut. Ci troviamo bene
assieme, vorrei fargli un ritratto ma lui è riservato.
A parte il cinema siamo assai diversi. Lui è vegetariano, è
buddista, è ingegnere e non beve alcolici da 13 anni.
Io non bevo alcolici da ieri, non credo nella reincarnazione,
non capisco nulla di ingegneria e sono carnivoro.
L'altra sera però ho scoperto una cosa che mi ha stupito,
Fabrice mi ha fatto vedere la sua "casa". Si è alzato dalla
tavola, è andato vicino al divano e ha preso uno zaino
abbastanza grosso, ma non troppo, e mi ha detto: "Questa
è la mia casa". Mi ha spiegato che a Parigi spendeva
per l'affitto circa 1000 euro al mese, si è fatto due conti,
ha immaginato un altro modo di vivere, e ha deciso di
lasciare tutto e di iniziare a vivere in giro per il mondo.
Lavora con un computer portatile, non ha legami affettivi,
la posta se la fa spedire a casa di sua madre, così si è
sradicato da tutto, si sceglie sempre un bed and breakfast
che non superi i 30 euro al giorno, mi ha detto che è stato
in Grecia e a Malta, anche in Romania, e fra poco se ne
va a Marsiglia a fare le sue camminate sul mare, sui calanchi.
E chissà dove sarà fra qualche settimana. Vive così.
Libero. E io lo guardavo stupito, con ammirazione sedentaria.
Non potrei vivere senza la mia caverna. Al suo confronto
sono un primitivo. Fabrice, ma come cazzo fai?

martedì 18 dicembre 2018

POESIA BREVE

Ciao.
Ciao.
Come sta Camilla?
Sta bene, grazie.
Tu invece?
Sto bene, grazie.

(il secondo "ciao" non poteva sapere che
Camilla stava morendo proprio in quel
momento...)

Ah, vanità delle cose umane.

PER CONOSCERMI MEGLIO

lunedì 17 dicembre 2018

DIALOGO CON MARIETTO 14

JAMES BENNING

LE COSE INUTILI

"Ricky, perché continui a fare queste cose inutili? Come spettatore mi sento
quasi offeso". Questa è una recente critica al mio modo di fare cinema.
Un'altra critica, di solito la più gettonata, mi rimprovera che sono "buoni tutti"
a fare quello che faccio io, a riprendere la gente per strada, poi ci metti sopra
una musica strana, compositori contemporanei, ed il gioco è fatto. E la noia
è raggiunta. Perché uno spettatore dovrebbe perdere tempo a vedere quello
che vede tutti i giorni, perché deve sorbirsi la solita vita di tutti i giorni?
Al cinema non si va forse per evadere? Per vedere cose straordinarie?
Il cinema come evasione, i più raffinati magari vogliono anche il cinema
d'invasione, ma invasione interiore non extraterrestre. Oggi non c'è solo
il cinema, ci sono altri modi di fruizione, c'è per esempio YouTube e la
poetica del frammento, e penso che questa sia la cosa che mi riguarda,
quindi proverò a rispondere alle critiche. Prima di tutto: anche io sono un
cinefilo, amo il cinema, ne ho visto tanto e come spettatore apprezzo sia
Truffaut che Stallone, non sono per niente snob. Volete sapere quante volte
ho rivisto la scena di Rambo che fugge dalla stazione di polizia? Almeno
una cinquantina. Non riesco a staccare gli occhi, ogni volta che vogliono
fargli la barba a secco, senza schiuma, e lui urla e si ribella, con la mente
allucinata dalle torture subite in Vietnam, mi emoziono come un ragazzo.
Allo stesso modo, avrò visto una cinquantina di volte anche il piano sequenza
finale dei Quattrocento colpi del mio amatissimo Truffaut. Adoro la
Nouvelle Vague. Godard e Truffaut, Resnais, Rohmer e gli altri avevano
un debito con un grande regista italiano: Rossellini. Quale era stata la
grande lezione di Rossellini? Una e semplicissima: girare per le strade,
in ambienti reali, senza il teatro di posa. Girare in velocità, senza perdere
tempo in "belle inquadrature", divertirsi, emozionarsi, eccitarsi con la
vita, con i passanti reali, con gli imprevisti del caso, con i muri scrostati
di un vero appartamento, con una troupe esigua, leggera come una piuma,
senza il baraccone meccanico del cinema, senza la pesantezza di tutto
l'apparato. Per girare un film Rohmer aveva bisogno di tre o quattro
persone, non di più, a parte gli attori. Ma erano altri tempi anche quelli
della Nouvelle Vague, adesso c'è YouTube e ci sono io. Io non solo giro
senza un teatro di posa, ma giro senza una storia, preferisco accennare,
suggerire, filmare tenui fili narrativi, sospesi nell'innocenza dello sguardo.
Non ho bisogno di un assassino, di un'avventura, di un'esplosione, di
una storia d'amore. Come autore sono cose che non mi interessano.
A me interessa riprendere una persona che sta aspettando un tram, mi
interessa raccogliere frammenti visivi e poi ricomporli secondo il mio
gusto, il mio stile. Mi interessa che lo spettatore entri nel mio sguardo
e nella mia mente. Dono una sorta di breviario dello sguardo, una specie
di piccolo manuale visivo con il quale giocare nella vita di tutti i giorni.
Una fermata del tram filmata da me diventa una fermata d'autore.
Metto la mia firma sul mondo, sul mio modo di percepire il mondo.
Sono cose inutili? Ma l'arte non è tutta inutile? Quando faccio un film
o quando sono fatto da un film (perché è la vita che mi dirige), non
è mia intenzione quella di essere utile a qualcuno, il mio scopo è di
formare lo sguardo di chi vede i miei film, di vedere la fermata di un
tram come la vedo io, di fare sentire che tutto è degno di essere
vissuto, raccontato, e percepito nella sua nudità sconvolgente.
Senza tante storie. Solo con la vita negli occhi: la mia.

domenica 16 dicembre 2018

sabato 15 dicembre 2018

NATALE IN ORANGE

LA BRUTTA GENTE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/15/la-brutta-gente-esiste-e-spero-davvero-che-anche-voi-siate-orrendi/4837126/

venerdì 14 dicembre 2018

VIAGGIO NELLA VAGINA

GLI ODIOSI ANONIMI

Allora, Attimi mi ha fatto notare che "solo i membri" è una
cosa troppo complicata, quindi stamattina ho scelto come
impostazione "solo utenti con google account", così è
meglio e più democratico, penso. La decisione che ho
preso riguarda gli anonimi che mi sono diventati indigesti,
insopportabili con la loro vuota e insulsa demenza.
Gli anonimi non potranno più commentare. Non lo faccio
per me, ma per le altre persone che potrebbero sentirsi
ferite, qualche responsabilità all'età di 50 anni(quasi!)
dovrò pure assumerla! In ogni caso vi invito caldamente
alla moderazione, ad usare un linguaggio non offensivo,
questo non significa sterilizzare la creatività di un Fosca
per esempio, ma si può essere Fosca anche senza essere
dannatamente offensivo. Quindi mi riservo la decisione
di eliminare d'ora in avanti i commenti che riterrò non
consoni al rispetto dell'altro. Per mia indole libertaria
avrei lasciato la possibilità di commento a tutti, anche
gli anonimi, ma questi in particolare che infestano il blog
sono troppo, veramente troppo volgari e deficienti.
Un caro saluto dal vostro genio.

SOLO I MEMBRI

Per via di persone volgari e stupide ho deciso di attivare una specie
di moderazione, solo i membri del blog potranno commentare.
In ogni caso da oggi verranno censurati ed eliminati senza pietà
tutti i commenti da me ritenuti offensivi verso gli altri, verso la
mia persona no, mi divertono gli stronzi, ma è un fatto mio personale,
Attimi sarà contenta. Purtroppo la libertà non funziona, ci ho
sperato fino all'ultimo ma mi rendo conto che ci sono troppi stronzi
al mondo, troppa merda. E devo tutelare gli altri. Devo diventare
un padre padrone. Così sia.

giovedì 13 dicembre 2018

FANNY

Dio, è già passato un anno da questo film!
Mi sembra un anno fa! Il tempo è perfetto.

mercoledì 12 dicembre 2018

CON IL MIO FRATELLINO.


IL CIAO!

Me le sta mandando un mio vecchio amico!


21 ANNI

Scusate questo momento di rimembranze.


IL PATENTINO

Mi sta molto sulle palle l'anonimo che viene qui a dare
il patentino di artista vero o artista falso. Forse è lo stesso
che mi dice: prete! Che ridere. Prete, stupido, falso, ipocrita,
brutta faccia. Ma che gente siete? Povertà intellettuale ai
massimi livelli. Prete non è certo un'offesa, ma purtroppo
non sono un prete. Povertà intellettuale nella definizione
che anonimo ci ha lasciato di arte vera: qualcosa che lo
distragga dai suoi guai! Che ridere. Poi aggiunge: l'arte
astrae letteralmente dalla realtà. Che ridere, ancora.
Bello, all'arte non frega nulla dei tuoi guai meschini, e
nemmeno agli artisti. Ridurla a un piccolo oblio meschino
delle difficoltà quotidiane? Che meschinità! Poi l'arte
non è astrazione ma concretezza, proprio il contrario.
Crea un'altra realtà, cosa ben diversa. Infatti spesso è
la vita che imita l'arte, come ci ha insegnato Wilde.
Vengono qui a dare patentini e poi si esprimono come
mucche ruminanti il vuoto. La verità è questa: siete brutti.
Brutti come la peste. Non sapete pensare. Non sapete
essere gentili, educati, profondi, sensibili. Non sapete
essere, più semplicemente. Inutili zecche. Che dire?
Ricky non è un artista, ma un autore. Autore della
propria vita. Unico interprete. Ed è vero come la vita.
Ed è uno che sa esprimersi, sa cogliere il mistero di
ogni essere umano, mentre voi sapete cogliere solo
il vostro nulla. Ma vi stupirò: se posassi il mio occhio
su di voi, potrei rendervi interessanti. Lo so.
Non è facile da crederlo, ma è proprio così.

FOTO DI CLASSE AL TEMPO DELLE MELE

Ecco, è capitato, prima
o poi doveva capitare,
mi hanno messo nel gruppo
dei compagni delle medie
su whatsapp, e qualcuno ha
caricato questa foto.
Io sono riconoscibile, da
fanciullo ero molto serio,
poi per fortuna la vita mi
ha cambiato e mi ha reso
immaturo. Che tuffo al cuore
rivedere Monica Pesce,
la prima limonata della
mia vita in una festa
sopra un letto.

Vediamo chi indovina chi
è Monica Pesce!


martedì 11 dicembre 2018

lunedì 10 dicembre 2018

VI SPIEGO

Vi spiego chi sono quelli che mi stanno sul cazzo.
Sono quelli che non mi inviterebbero mai a cena.
Per me cenare è fondamentale. Si capiscono tante
cose. Gaetano che ora non frequenta più questo
blog, mi invitò a cena alcuni anni fa. Mi fece trovare
una tavola principesca, ogni ben di Dio, lui e la
sua famiglia, una serata spettacolare, invitò anche
la sorella del critico cinematografico Canova, forse
per farmi sentire a mio agio nella chiacchiera,
ma non era fondamentale, mi sono sentito subito
a mio agio, persone semplici, intelligenti, ironiche e
simpatiche. Rifiutai di dormire a casa loro, si era
fatta una certa, come si dice, era tardi, e decisi di
prendere un taxi che mi costò circa 100 euro, Gae
non abita propriamente a Milano, ma furono soldi
ben spesi, nulla di più bello che entrare nella calda
intimità di una famiglia, per me. Io non faccio altro
che farvi entrare nella mia intimità. Le persone di
cuore e intelligenti, sentono il bisogno di ricambiare.
Le persone aperte e senza inutili paure. Ecco.
Fatevi un esame di coscienza, mi invitereste a
cena? Se la risposta è no siete dei luridoni!
Solo zecche e non altro, che sono qui solo per
succhiare sangue e non dare nulla in cambio.
Rispondete! Chi tra di voi imbandirebbe la sua
tavola per me? Chi? Fatevi contare che quelli
del no li metto sul mio libro nero degli egoisti,
delle zecche, dei paurosi, delle amebe senza vita!
Chiusi in voi stessi, chiavistelli arrugginiti. Pecore.

IL MIO MONDO

IL COMPLEANNO DI AMANDA

Ieri era il compleanno di Amanda.
Tanti auguri Amanda.

CREDO NELLA BELLEZZA

Io credo nella bellezza. Questo episodio di un film che si chiama Il piacere è
un esempio di pura bellezza cinematografica: eleganza e movimenti di
macchina ariosi, profondità di racconto. Un capolavoro che fece venire
la febbre a Bertolucci. Il film è di Max Ophuls, il regista preferito da
Kubrick. Sono tre episodi tratti da tre racconti di Maupassant. Il primo
episodio è corto, pochi minuti, ed è quello che vi propongo, si chiama
La maschera, ed è una riflessione sulla vecchiaia e il desiderio e la vita
che fugge e ci abbandona al nostro inevitabile declino. Una persona in
grado di amare questo film non può votare Salvini. Non può votare la
bruttezza e l'ipocrisia. Non può votare la paura. Quello che abbiamo
nella testa e nel cuore ci salva dalla bruttezza e dirige i nostri passi.
A me piace camminare insieme a Max Ophuls e al Piacere.



TI SVEGLI

Ti svegli.
Per abitudine alla luce?
Per un senso
di sfida?

Ti svegli.
E non sai perché.
Non sai nulla.
Sai che ti svegli.

Per immaginare l'amore?
Per vivere l'amore?
Per confondere la
morte?

Ti svegli.
Per dare un senso
ai tuoi sogni?
Per interpretare
l'agonia dei cuscini?

Per farti del male.
Per farti del bene.

Per crederti vivo.
Per sentire la lontananza
farsi cicatrice?

Ti svegli sulla tua pelle.
Tappeto volante
dei tuoi gesti.
Ti svegli per magia.

Ti svegli per precipitare.
E non vuoi sapere
perché, non ci tieni.
Il segreto è svegliarsi.

E svegliarsi è un
segreto.

domenica 9 dicembre 2018

AUTORITRATTO ORA

TANTO PER SCURIRE

Tanto per scurire: ho sempre detto che esiste un'arte dell'insulto, e che al blogger
piace l'arte dell'insulto, l'arte, non la reiterata e ossessiva ripetizione di una parola
che perde poi il suo senso originario e diventa una sorta di nevrosi compulsiva.
Ma Andrea o chi per lui sono liberissimi su questo blog di assumere il tenore
spirituale che vogliono, questo è un blog libero come l'autore del resto.

Freddy Fosca è un artista dell'insulto. Ha un'oscenità artistica.
A volte piscia fuori dal vaso, come nel caso di Frank, il bambino
di D'amore si vive. In questo caso è giusto farglielo notare.
Il commento è stato rimosso dallo stesso Freddy e non dal
sottoscritto, ma lo avrei rimosso io se non fosse intervenuto.
La pedofilia è una cosa bellissima, nel senso etimologico.
Io amo i bambini e pretendo amore nei loro confronti.
Questo non significa che non si possa prendere in giro anche
un bambino, ricordo frammenti notevoli di Longanesi in tal
senso, ma bisogna appunto saperlo fare "ad arte".

Quello che conta è lo stile, e a me piace che ognuno abbia
un suo stile. Anche Chicca per esempio ha un suo stile ben
definito, uno stile logorroico, dice alcune cose interessanti,
non è certo una stupida, ma si è fissata sulla mia presunta
ipocrisia, poverina, mi fa sempre specie quando una persona
si fissa. Lo trovo ingiusto. Si fa sempre una figura meschina.
Le idee fisse sono sintomo di una nevrosi in atto.

Anche il blogger ha il suo stile e il suo carattere, non amo gli
arroganti e i presuntuosi, quelli che pretendono di insegnare
agli altri e lo fanno con saccente vacuità. In-sé e per-sé
sono categorie filosofiche che ANCHE Sartre ha usato,
L'Essere e il Nulla si fonda su queste categorie, anche il
per-altri...e l'ignorante che è andato su wikipedia ha pensato
che fossero solo categorie hegeliane, dimostrando di
essere un ignorante e per giunta anonimo! Un altro poverino
che viene e giudica senza sapere nulla. Anche io vado
su Wiki, ma non mi limito a riportare nella mia mente
quello che leggo: approfondisco. Se l'anonimo ignorante
avesse approfondito non sarebbe incappato in una meschina
figura. Tanto per scurire.

Per quanto riguarda le segnalazioni di questo blog alla Legge,
il blogger vive e dorme sonni tranquilli.
Del resto non voglio e non mi va di stare a leggere tutti i vostri
commenti, non ne ho la voglia, il tempo lo avrei, ma mi manca
proprio la voglia, se questo dovesse comportare la chiusura
del blog, beh, non sarebbe una tragedia, posso stare senza.
E poi comunque, nel caso, vedremo nelle sedi opportune.

Bertolucci è stato condannato al rogo, non lui, un suo film,
lo prenderei quasi come un titolo di merito una chiusura
eventuale di questo spazio, anzi: ne farei un post sul Fatto.
Un vero artista vive sempre sul confine dell'illecito.
Soprattutto quando questi confini sono decisi da pensieri
ottusi e borghesi e fascisti.

A chi si lamenta delle mie prese di posizione politiche dico
solo che un artista è sempre politico, anche quando
parla di biberon. Salvini ha usato politicamente sua figlia.
Niente di più osceno e ipocrita. Per esempio.

E tra di voi c'è pure chi lo ha votato, Chicca è tra gli indiziati,
lei che parla di ipocrisia e si è rintanata nelle paure di una
fantomatica invasione, come milioni di italiani senza cervello
e senza cuore.

Tanto per scurire.

p.s.

Il non sapere che bisognava cliccare ALTRI COMMENTI non
fa di me uno stupido, anzi. Sono stupidate per me.
A me basta essere intelligente sulle cose intelligenti.






sabato 8 dicembre 2018

IL FATTO QUOTIDIANO - RICKY GAY

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/08/perche-non-sono-gay-perche-questa-colossale-ingiustizia/4814448/

SUCCEDE UNA COSA STRANA

Succede una cosa strana, i commenti su Castello di carte vanno avanti, ma
io riesco a leggere solo fino all'ultimo mio. Non so perché.

venerdì 7 dicembre 2018

DIALOGO CON MARIETTO 11

ABISSO

Tutto è abisso.
Questa è un'evidenza che
non si può
annegare.

giovedì 6 dicembre 2018

PENSIERI A MONTIGNOSO

Essere complici di un dolore: avvertirlo.

*

Tutti che vogliono la passione.
Invece stare assieme per abitudine
è così dolce.

*

Il medico sta usando lo stetoscopio
sul mio petto blindato.
Mi sembra uno scassinatore che
cerca la combinazione della
mia morte. Ecco, si ferma ad
auscultare. Forse ha trovato.
Il mio cuore non è più un mistero.

*

Più invecchio e più mi sento forte.
Sorseggio la vita, non la bevo più
tutta d'un fiato. Ne assaporo le
sfumature del gusto. Il palato diventa
il senso di ogni cosa.

*

Se una donna ti lascia, pensa che
sta lasciando se stessa. Tu resti in
compagnia dei tuoi fedeli testicoli.

*

L'universo è superfluo.
Una volta che hai capito questo,
puoi iniziare a divertirti.



lunedì 3 dicembre 2018

CASTELLO DI CARTE

Guardate che fantastiche costruzioni riesce a fare Bryan Berg con le carte da gioco.
Dato che nel mio ultimo post sul Fatto c'era l'espressione "castello di carte", per
curiosità sono andato su YouTube e l'ho scoperto. Mi sembra il simbolo della
nostra vita, così fragile e così spettacolare nella sua fragilità. Abbiamo bisogno di
persone così, di artisti, di musicisti, di persone colorate, come gli immigrati per
esempio. Sono per l'invasione  degli immigrati, venite tutti, venite da me in
piazzale Tripoli, venite a suonare e a vivere, a danzare, anche a rubare se volete,
sempre meglio del mortorio di ieri: una devastazione. Solo non rubatemi la
mia "Ethel", la nuova videocamera, o mi arrabbio. Anche io mi arrabbio.





QUANTO MI INCAZZA

Quanto mi incazza non avere il latte nel frigo alla mattina
quando mi sveglio! Quanto mi incazza! Io senza latte non
posso vivere, è una cosa che mi porto dietro da quando sono
nato. Quindi mi sono dovuto vestire e scendere di buona
mattina, una cosa orribile! Poi sono andato in pasticceria,
già che c'ero, a prendermi tre croissant, e dico tre! Uno
con i cereali, uno normale, e uno piccolino piccolino che
mi faceva una tenerezza incredibile. La donna che mi ha
servito, truccata di tutto punto, è riuscita anche a farmi la
solita battuta su una moneta da due euro che mi era caduta
per terra: "Perché ci ha fatto questo? Ora crescerà la piantina
e noi dovremo stare tutto il giorno a raccogliere monetine
da due euro". L'ho apprezzata, la battuta era scontata ma
lei ha voluto farla e regalarmi un sorriso, ha avuto la forza
di essere spiritosa, in questa mattina grigia ha comunque
cercato un raggio di sole tra di noi, un fremito di umanità.
E mi è venuto da pensare a tutti questi santi lavoratori che
ogni giorno si alzano presto, triturati dall'ingranaggio, e
nonostante tutto si scambiano tra di loro motti di spirito,
cercano di tenersi vivi, di non farsi calpestare l'anima.
Continuate così fratelli e sorelle. Ora la domanda è:
ritorno a letto a sognare o mi faccio una doccia fresca?

Caro Davide

Caro Davide, il manuale l'ho sfogliato così così,
meno ne sai di questi apparecchi diabolici e meglio
è. La funzione "cinema" posso usarla solo quando
dice "accentua i colori primari", se mi va, il resto
è una serie di buffonate tipo "effetto film vecchio"
o cose del genere. Ma perdono questa sciocchezze
alla mia videocamera Ethel. La chiamano funzione
cinema, che ridere. Il cinema sono io! E ho una sola
funzione: l'amore!

domenica 2 dicembre 2018

OK

Ok, ho appena fatto anche la prova microfono.
Inizio a capirci qualcosa. La dura vita del filmmaker.
Forza e coraggio. E amore.

L'ACCARTOCCIAMENTO

COME CERCARE UN EGO IN UN PAGLIAIO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/02/come-cercare-un-ego-in-un-pagliaio/4804691/

EUREKA!

sabato 1 dicembre 2018

CHE MERAVIGLIA!

HO VISTO IL VIDEO DI DOLCE E GABBANA

Ho visto il video di Dolce e Gabbana, il loro video di scuse
alla Cina. Forse uno dei pezzi comici più belli degli ultimi
anni. Ho riso tanto, altro che Crozza! Erano l'imitazione di
se stessi, due gioppini mortificati, imbalsamati, come davanti
a un plotone d'esecuzione capitalistico, ridicoli fino all'orrore.
Dovrei scriverne sul Fatto, veramente spassosi.

NOTTURNO CHISCIOTTE

Mi sono rotto le palle. Lo pubblico così.
Il prossimo provo a girarlo in AVCHD
(si scrive così?) e vediamo se ci sono gli
stessi problemi. Stress. Ultra stress!

IL DURO MESTIERE DEL REGISTA

CHE COSA PENSO DEL BURRO

Ora vi dico che cosa penso del burro. Mi piace.
Mi piace sulle fette biscottate, ed ho imparato da
Truffaut a non romperle con il coltello, basta
mettere due fette biscottate una sopra l'altra,
non ci sarei mai arrivato da solo. E ora vi dico
che cosa penso del burro di Ultimo tango a Parigi.
Bertolucci e Brando hanno sbagliato, come hanno
sbagliato De Niro e Scorsese in Cape Fear, quando
De Niro infila il suo dito nella bocca di una
giovanissima Juliette Lewis, non era nel copione,
vediamo tutto il suo stupore e la Lewis lo
succhia quel dito, da attrice di razza in erba.
Sbagliano questi registi, sbagliano per noi.
Quello che conta è il film, l'opera. Il grande
Alfred Hitchcock diceva degli attori che sono
"bestiame". Eppure tutti volevano fare un film
con un genio di tale portata. Fare un film con un
genio significa diventare "immortali". Il set
è un campo di battaglia, una guerra. Si lotta per
l'arte, la nostra unica vera patria. Non è un posto
per educande il set. Non ci sono solo panetti di
burro a fare violenza, un regista è anche un ladro,
non solo uno spietato comandante. Truffaut lo
dice bene in Effetto Notte, quando ruba le parole
a Valentina Cortese e il giorno dopo le mette
nella sceneggiatura, erano parole private, intime
e personali, agisce come "un figlio di puttana"
il regista, lo fa per il film, tradisce la Cortese,
e le confidenze intime diventano arte. Lo stesso
capita a Ricky Farina, lo conoscete? Quando
per strada ruba i volti dei passanti. Senza chiedere
permesso, lo stronzo ruba. Lo fa per voi. Per
i suoi film, solo quelli contano. Sbagliamo.
Vogliamo sbagliare. Ci piace sbagliare. Senza
questa violenza ci sarebbe solo la cronaca nera
a farvi indignare. Noi mettiamo la violenza
nell'arte. L'arte è violenza allo stato puro.
Quante attrici sono state "violentate" sul set
per tirare fuori l'oro? Quante attrici sono state
maltrattate sul set da un regista nervoso perché
non riusciva ad ottenere quello che voleva?
Quanti attori sono finiti triturati da un ruolo
che ha congelato per sempre la loro carriera?
Pensate a Perkins di Psycho. Volete un mondo
fatto di educazione, rispetto e cortesia?
E dove sarebbe questo mondo? Io non lo vedo,
alcuni ambienti sembrano cortesi, ma celano
dentro ai loro labirinti una violenza ancora
più silente e tremenda. L'arte è uno scandalo in
piena luce, uno scandalo al sole. Anche il
sole è violentissimo: ustiona. Volete solo
dolci e dorate abbronzature? Allora lasciate
perdere l'arte e spalmatevi le creme di protezione,
così sarete belli abbronzati e idioti.
E vogliamo parlare dell'amore? Siete sempre
cortesi e rispettosi nell'amore? Mai una
parolina fuori posto? Ve lo lascio questo
amore, è un lassativo. L'arte è amore, quindi
è anche violenta come sa esserlo l'amore.
L'arte non è un giochetto per farvi passare
il tempo. L'arte è vita che si fonde in una
forma e si cristallizza. L'arte è pericolosa,
per questo i dittatori la temono, e la bruciano.
Per questo la censura la soffoca.
Anche l'arte è una forma di Potere, è in fondo
un sopruso, una violenza, una prevaricazione.
Ma c'è una differenza con le altre forme
di Potere, l'arte è un sopruso che vuole
scuotere e liberare l'uomo dall'ipocrisia,
dalle convenzioni, mentre la violenza
del Potere organizzato ha solo uno scopo,
ed è quello di renderci docili pecore.
Se vi piace belare, accomodatevi nel gregge.
Altrimenti siate violenti: vivete.

VERA CRUDELE SU "ULTIMO TANGO"

http://www.caosmanagement.it/n63/art63_10.html

venerdì 30 novembre 2018

DIBATTITO!

http://www.minimaetmoralia.it/wp/bertolucci-ultimo-tango-a-parigi/

GLI IDIOTI

Attimi, ma dimmi come faccio a non incazzarmi con questi idioti
che infestano il blog? Uno ricorda Bertolucci e questi a sparare
cazzate sulla scena del burro. Ma si può essere più minchioni?
Che brutta gentaglia! Scambiare Ultimo Tango per un film porno
o uno snuff movie, ma si può essere più coglioni? Pensare che
Brando abbia sodomizzato veramente la Schneider! Certo, certe
finzioni sono più vere della realtà, questo è il potere dell'arte,
in questo caso arte cinematografica.  Il tema etico c'è, ed è questo:
fino a che punto può spingersi un regista? Può manipolare una
attrice a fini artistici? Può farle una "violenza" per avere la sua
verità sullo schermo? Se non sbaglio De Sica schiaffeggiò
veramente il bambino di Ladri di biciclette per farlo piangere,
non vorrei sbagliarmi, in ogni caso lo maltrattò, urlò, per
ottenere un effetto. Devo ricontrollare ma credo proprio che
avvenne questo. In Ultimo Tango la Schneider sapeva dello
stupro ma non del burro, al limite di vero c'è stata solo la
spalmata del burro sul suo sedere, non altro, come vogliono
fare intendere gli idioti. Non dico che non sia violenza anche
questa, anzi, forse pure peggiore. Ma il dibattito è un altro e
potrebbe essere interessante, se nel blog non ci fossero gli
idioti!

UN PICCOLO CAPOLAVORO

Bologna vista attraverso gli occhi e la vivacità dei bambini.
Bellissimo.

BERTOLUCCI E AGOSTI.

Bellissimo lo sguardo finale di Bernardo.

AL TELEFONO CON SILVANO

Mi ha chiamato Silvano al telefono, era alla stazione Centrale
di Milano ma per poco tempo, "sono contento che tu ci sia e
sono contento di esserci", così mi ha detto. Poi gli ho chiesto
di dirmi qualcosa della morte di Bernardo Bertolucci, e come
sempre mi ha stupito(questo devono fare i poeti)dicendomi:
"Aveva un volto sereno, stava riposando, era pieno di gente,
se fossi stato da solo con lui l'avrei fatto risorgere!".
Che bello, ho detto, posso dirla questa? Mi ha risposto: "Sì,
ma poi aggiungi che ho sorriso, altrimenti gli haters dicono
che Silvano Agosti si crede Cristo. Sai che impressione mi
fanno gli haters? La muffa, sono come la muffa. Hai presente
la muffa?". Sì amico mio, ho presente.

di seguito un ricordo di Silvano su Bertolucci:



Ultimamente ho preferito collegarmi con Bernardo attraverso il telefono, perché la mia immaginazione ogni volta me lo proponeva in una età sua diversa. 
Mi rifiutavo di verificare ogni volta i suoi movimenti tronchi dovuti alla carrozzina che ospitava la sua paralisi in seguito a un'operazione alla spina dorsale.
Il mio incontro con Bernardo risale al 1968, quando fui invitato dall'ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) a un'assemblea che mi invitava a diventare socio ad honorem. Io, dopo aver, con gentilezza, rifiutato ad associarmi a un settore del cinema, che invece di autori, annoverava dei registi (e il regista è una pura necessità e invenzione del cinema industriale), ho invece invitato tutti i presenti, a condurre a termine il film che stavano realizzando e ad appendere la così detta macchina da presa, al chiodo, e venire nelle strade e nelle piazze, dove io stavo già filmando da alcuni mesi la nascita e lo sviluppo del movimento studentesco. La mia proposta fu così dirompente che la riunione finì alle 7 del mattino. Di fatto, l'unico dei presenti, che ho rivisto poi a filmare i cortei di massa nelle strade, era un certo Bernardo Bertolucci. Quando poi, durante la battaglia di Valle Giulia, il nostro incontro divenne più profondo, con Bernardo ci rifugiammo scavalcando una rete, nell'Istituto Giapponese di Cultura, perché eravamo inseguiti dalla polizia. Ricordo distintamente, che nel voltarmi a vedere se Bernardo ce la faceva a saltare la rete, ho visto un manganello, tirato da un poliziotto, cadere con violenza sulla schiena di Bernardo, che comunque riusciva a raggiungermi. Quando ho saputo, 50 anni dopo, che Bernardo si era fatto operare alla schiena, mi è tornato alla mente, il rumore sordo di quel manganello. 
Sono stato spesso a trovarlo, e l'ho filmato chiedendogli di descrivere brevemente ognuno dei suoi film.
Invito chiunque a vedere questi piccoli brani, in cui la serenità creativa di Bernardo e la consapevolezza del reale valore di tutta la sua opera, si esprime in concetti e immagini della massima semplicità.
Caro Bernardo, la tua immagine eternamente giovanile mi accompagnerà insieme all'ammirazione, e ora tutti quelli che ti hanno amato, invece di venirti a cercare ti potranno trovare solo nella memoria del cuore,

LA TEMPESTA DI ATTIMI

Ecco, Attimi ha accolto il mio suggerimento di non usare
più quei maledetti effetti digitali e di affidarsi solo alle
immagini girate, ed è migliorata molto. Ha un senso del montaggio
perfetto, potrebbe essere una grande montatrice di video
musicali, per esempio. Ne sono convinto.
Una delle sue tante vite parallele.

INTERVISTA A UN POETA

IL MATRIMONIO SEGRETO

PER ANDREA

Andrea, ti dedico questo omaggio che mi fece Attimi tempo fa.
Non vedi che ti sono superiore? Come non notarlo?
Come non accettarlo? Devi essere più umile!

Di chi è la mia vita?

In questo impreciso momento sento che
la mia vita non è mia. Non è di nessuno.
Nemmeno del motociclista che mi investe.
Nemmeno della malattia immaginaria.
Nemmeno della donna che mi ha dato
alla luce e alle tenebre: mia madre.
Sento che questa vita sartoriale che si
è cucita sul mio corpo, che questa vita
beffarda che mi sfugge di mano, sento
che è tutto un gioco di polvere, ma non
appartiene nemmeno alla polvere.
Di chi è la mia vita? Di un altro che non
sono solo per pura contingenza?
Mi chiamo Riccardo, e se la mia vita
fosse di Patrizio? E se d'ora in poi fossi
Patrizio e ragionassi come Patrizio?
Ma chi è Patrizio? Ora che ci penso, non
ho mai conosciuto un Patrizio in vita
mia. Mia, continuo a dire mia, ma non
è mia questa vita. Di chi è? Dei fiori?
Delle marmellate scadute? Dei saluti
dati sull'orlo del precipizio? La vita è
di chi si toglie la vita? No, nemmeno.
Ci togliamo sempre la vita di un altro,
di quell'altro che immaginiamo di essere.
Ma poi perché questa vita deve essere
di qualcuno o di qualcosa? E se fosse
solo una passeggiata di vertigini?

LA TELEFONATA CON DIO

giovedì 29 novembre 2018

ANCORA PROBLEMI

Ieri ho girato e montato Notturno Chisciotte, mi piace, un film elegante in puro
stile Chisciotte, solo che sono tornati i problemi di caricamento con Final Cut Pro,
questa volta non perdo la qualità ma l'immagine viene schiacciata, allungata,
una volta compressa. Suggerimenti? Non capisco, come mai non è successo
con la prova tecnica, eppure mi sembra di avere fatto gli stessi passaggi.
Sto ancora provando, le sto provando tutte. Potrei caricarlo in bassa qualità
ma non mi va, a questo punto non avrebbe senso avere fatto il salto!

mercoledì 28 novembre 2018

FRA POCO

Fra poco inizierò a montare il mio primo notturno Chisciotte in FULL HD.
Una cosa strana è successa, ho seguito una vecchia signora alla fermata di
un autobus, si è fatta accendere una sigaretta da un ragazzo, poi si capiva
che non stava aspettando di salire, era una vecchia sbandata, si è allontanata
con passo lento, mi sono mosso e l'ho seguita, stava andando a un'altra
fermata, come un killer l'ho seguita, volevo il suo volto in primo piano,
l'ho superata di qualche metro, mi sono inginocchiato vicino alla fermata
a riprendere un poster, sperando che mi notasse e mi dicesse qualcosa,
non la vedevo passare allora mi sono girato di scatto ed era sparita, come
un fantasma si è dileguata nella notte, l'ho cercata con lo sguardo ma
nulla. Un volto svanito, forse un ritratto in sospeso, addio vecchia signora.

LA TELEFONATA EGOICA

ODE ALL'ANONIMO STRONZO

O anonimo, mio adorabile stronzo,
sei così piatto che dopo averti letto
ti lavo con succo di limone.

O anonimo, sei così insignificante,
che porti su questo blog l'odore di zolfo
delle tue parole senza significato.

O anonimo, ti vedo, ti immagino,
non hai volto, non hai nome, passi
su questa vita e non lasci nulla.

O anonimo, mia adorabile nullità,
pendi dalla mia bocca come uno
sputo, e io ti risputo nel tuo nulla.

O anonimo, tu vivi nella mediocre
vanità dei tuoi peti, gonfi i tuoi
palloncini con il culo, e ti rallegri.

O anonimo, che ci fai da queste parti?
Non hai nulla di meglio da fare o rifare?
Nessuno da amare, niente da venerare?

Zecca sei e zecca sarai, pulce di
polvere, cenere che non sarà mai oro,
o anonimo, fuggi da te stesso.

Scava nella sabbia, forse troverai un
volto, forse troverai un granchio o
un amore, scava, anonimo, scava.

La vita non ti conosce.




BEATRICE

Oggi è il compleanno di Beatrice, la mia amica poetessa.
Una sua bellissima poesia e di seguito il primo ritratto
che le feci poco dopo la morte di sua madre.

Ora la collina non è più in fiamme,
il fiume si adagia sui sassi
e il canneto copre il passare dei giorni.
Ora è tempo d ripulire le pietre,
di sentire il profumo delle zolle
e di conservare i segreti della terra.
Radici lontane riaffiorano
con la forza dei ricordi.
La stessa forza del filo d’erba.
La stessa forza del perdente
che non teme la sconfitta.
Il bisogno
ritarda solo la pioggia.
Lo senti urlare in silenzio?
I nostri passi non sono passi.
Sono quello che siamo.
Vento sul canneto
e terra su terra.
Niente di più vero
che del semplice esistere.


HO PRANZATO AL BAR

Ho appena pranzato al bar, mi è venuta fame verso mezzogiorno.
Il bar per me è un luogo di studio antropologico, mi metto in un
angolo e osservo i comportamenti umani. Cerco di carpire i loro
discorsi. Parlano di denaro, donne e calcio. Nessuno cita Kant.
Kant frequenta poco i bar. Il denaro di solito è legato al lavoro
o alle lotterie. Sperano di cambiare vita con una vincita, nessuno
è felice. Grattano la propria infelicità su un cartoncino e giocano
i numeri fortunati che sono quasi sempre sfortunati. Vanno avanti
così, tra un "forza Milan, stasera vi facciamo quattro pappine"
e un "se vinco alla lotteria vi saluto tutti e vado su un'isola
deserta". Perché non siete felici? Perché non esultate per il solo
fatto che state respirando insieme? Perché non tremate d'amore?
A me la mia vita piace così, guai a chi me la vuole cambiare!
Ho preso un piattino con un fagotto di carne ripieno di spinaci
e ricotta, con contorno di crocchette e verdure miste. Poi è
arrivato Agostino e mi ha fatto tirare ai dadi:"Se esce sette o undici
vinci il caffè". Ho tirato, è uscito otto, non ho vinto il caffè e
sono stato felice di non averlo vinto, io sono qui per perdere
insieme a voi, per perdere tutto, anche la vita, prima o poi.

martedì 27 novembre 2018

NIENTE DA FARE

Niente da fare, oggi è stato uno dei giorni più stressanti della mia vita.
Ora vi capisco voi che lavorate, ma come fate? Che stress.
E'tutto il giorno che cerco di capire come mantenere la qualità
originale delle clip girate in mp4 con la mia nuova camera full hd
per trasferirle su Youtube con la stessa qualità. Le ho provate tutte.
Faccio la compressione con quicktime, tutti i settaggi sono a posto,
una volta fatta la compressione la controllo, la qualità è ottima,
corrisponde a quella della clip, poi carico su Youtube e perde la
qualità. Cazzo, io non sono un tecnico, sono solo un misero poeta
semiserio. Chiederò aiuto ai miei amici filmmaker fichi. Devo però
ringraziare di cuore Attimi che ha provato ad aiutarmi. Grazie!

P.S.

Da stasera cerco anche di smettere di fumare!
Domani farò scorta di lecca-lecca.

CIAO ATTIMI.

Ciao Attimi, come va? Come stai? Che cosa farai per cena?
Che cosa hai visto di bello oggi? Un frammento del tuo quotidiano?
Una fessura d'amore? Uno spiraglio? Che libro hai sul comodino?
Che comodino hai? Quanti cassetti senza sogni ci sono?

Che cosa penso degli anonimi? Andrea riesco quasi sempre
a individuarlo, l'ho conosciuto personalmente, mi piace, è
un bel tipo, ma si è rifugiato nella sua vita perimetrale, forse
per compensazione alla sua esperienza militare, ha un pensiero
da rifugiato, dovrebbe aprirsi all'arcobaleno e alla musica.
Ho ancora speranze per lui, vada in giro con le scarpe slacciate.
Inciampare gli farà bene.

Poi c'è quello che fa "buaaaa", è il vero demente circolare del
blog. Un ottuso. Un fascista nell'anima. Un viscido che mi sta
attaccato al culo e non so per quale misteriosa ragione.
Il prototipo di tutto ciò che detesto: superficiale, eterodiretto,
anchilosato mentalmente, volgare nelle idee e nelle emozioni.
Mi fa schifo? Ma no, pena direi. Per lui non ho speranze.
Questo si allaccia sempre le scarpe e finisce triturato da una
vita che odia. Poverino. Forse nel tempo, forse un grande dolore,
forse qualcosa nel futuro potrà salvarlo da tanta miseria.

Gli altri mi sfuggono ancora. Ha ragione Fosca, potrebbero
inventarsi un nomignolo, così sarebbero più riconoscibili.
Creano solo confusione, la vita ha bisogno di personaggi.
Freddy Fosca è un personaggio a tutti gli effetti, per questo
è così efficace, a volte. Non sempre.

E tu? Che ne pensi? Sono troppo duro? Dovrei amare anche
gli idioti? Non so, che dici? Amiamo tutti?

La mia sessualità e le fette biscottate

SONO UN LIBERALE DI SINISTRA

Sono un liberale di sinistra. Come Alberto Ricci. Credo in una società libera.
Libera dalle ingiustizie e dalle paure. Una società cosmopolita, moderna, al
passo con i tempi. Una società di libero mercato ma temperato dall'equità
sociale. Detesto la destra. Per me la destra è nazionalismo becero, dire "prima
gli italiani" mi fa venire l'orticaria. Avete visto i famosi italiani come si
comportano tra di loro anche solo quando sono al volante? Se potessero
si ucciderebbero senza tante cerimonie. Mi fanno venire il vomito le politiche
di destra sulla famiglia, sugli orientamenti sessuali, sulla negazione dei
diritti. Odio la retorica, sia di destra che di sinistra. Sono per abbracciare
lo straniero, per aiutare chi è in difficoltà. Mi rendo conto che ora è tutto
più difficile per il mio amico Believe, un nigeriano che vive in Italia e chiede
solo di lavorare onestamente, mi piange il cuore vederlo fare l'elemosina
fuori dal bar, lui così bello e intelligente e pieno di buona volontà.
Appena può aiuta il fruttivendolo a scaricare il furgone. Con questo
trucido imbecille al governo, Salvini, la vita per Believe è più difficile.
In questa Italia di destra, piena di paure, chiusa in se stessa, in questa
Italia bigotta e demenziale, forse Believe rischia di essere rispedito
in Nigeria. Mi fanno schifo e detesto tutti quelli che appoggiano questa
politica disumana ed egoista, tutti quelli che pensano solo allo zerbino
di casa e non sanno abbracciare l'orizzonte con la vista e con il cuore.
Questi esseri sono già puniti, vivono con la morte nell'anima.
Il problema è che ci governano.



lunedì 26 novembre 2018

NEGLI OCCHI DI UN BAMBINO

Oggi ero in fila al Pam per pagare la spesa.
Davanti a me un bambino sul passeggino.
Ciuccio in bocca e due occhi azzurri e puri.
Si è voltato proprio per guardarmi.
Mi sono immerso nella fresca cartilagine
dei suoi pensieri appena nati.
Mi sono visto con i suoi occhi, ho amato
la vita, la mia vita racchiusa nei suoi occhi,
masticava il ciuccio e mi congelava
in un cristallo interrogativo con il suo
sguardo di sorgente. Bene, non mi sono
mai fatto un acido in vita mia, ma deve
essere così: sgorgare nella nudità emozionale.
Leggeri di se stessi. Forse. Poi la cassiera
mi ha riportato con i piedi nel bancomat.

IL BLOGGER HA MAL DI SCHIENA

Il blogger ha mal di schiena, molto male.
Sarà l'età o un colpo di freddo.
Il blogger è stanco di starvi dietro.
Siete voi che fate impazzire la maionese.
Non posso farci nulla.
Non sono un poliziotto.
Non voglio esserlo.
Ho altro da fare nella vita.
Potete scrivere quello che volete su questo blog.
La responsabilità è vostra.
Il blogger ama le donne e odia i fascisti.
Il blogger detesta la violenza.
Il blogger è per l'amore.
Il resto sono cazzi vostri.
Peggio che alle elementari.
Non sono la vostra bambinaia.
E non leggo nemmeno tutti i commenti.
Mi sembra di avere capito che Attimi sia
in una fase di addio.
Non so il perché e non voglio saperlo.
Voglio bene ad Attimi.
Come sempre.

DEMOLIZIONE E CIELO

domenica 25 novembre 2018

RICKY AL TELEFONO

LA PAUSA DI RIFLESSIONE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/25/la-pausa-di-riflessione/4789473/?fbclid=IwAR3EChZbbltJlVPWxeYAxMSz7M40LPzLBraTrb_eMX2_-OJ2bv6tCBFGE0o

venerdì 23 novembre 2018

Un momento di felicità urbana.

Stamattina ho avuto un momento di felicità urbana.
Traffico e pioggia e un semaforo che mi è sembrato
l'unico essere libero, con l'omino rosso inclinato,
sghembo, quasi volesse fuggire dalla sua funzione,
poi è scattato il verde con l'omino perfettamente
composto, dritto, implacabile, e la felicità è finita.

giovedì 22 novembre 2018

DIALOGO CON MARIETTO

BELLISSIMA

Bellissima, è bellissima la mia nuova CANON HF G40 LEGRIA.
Ora dovrò essere alla sua altezza.

Un colpo di fulmine. Ci siamo innamorati.
Anche lei di me.

Nuove avventure, nuovi spazi. Ora l'unico punto interrogativo
è il programma di montaggio.


mercoledì 21 novembre 2018

TUTTO DOMANI

Domani grande giorno: computer e videocamera in una volta sola.
Tornerò a fare i miei film al più presto. I miei film noiosi e senza trama.
Senza idee. Film che potrebbe fare anche un bambino.
Film non spettacolari. Non costosi. Film fatti tanto per fare.
Per fare film. Insomma: i soliti film Chisciotte. Ma dato che voglio
venire incontro ai miei detrattori, se Ethel mi darà il permesso,
oltre alle piazze di Milano inauguro un'altra rubrica: Fiche a Milano.
Tutte le belle fiche di Milano possono contattarmi. Anche quelle
meno belle, perché la verità è questa: è il mio occhio che rende
fico tutto. L'occhio Chisciotte. L'occhio di Ricky Farina.

QUADRETTI E CICALE

Quando lei mi sfiora i testicoli con la lingua,
mi viene voglia di un quaderno a quadretti,
mi viene voglia di colorare tutti i quadretti
come quando ero un bambino a quadretti.
Quando lei mi stringe le palle con le mani,
mi viene voglia di un compasso e di una
squadra e di una matita, mi vengono in mente
due insegnanti di educazione tecnica che
avevo alle medie, uno diceva una cosa e
l'altro diceva una cosa opposta, erano simpatici.
Uno con la barba e l'altro sbarbato.
Quando lei tenta di mettermi un dito nel sedere,
penso ai candelabri e alle lucertole e alle
ore paniche dell'estate piena di cicale.
Quando lei mi morde le spalle mentre gode,
mi vengono in mente gli uffici americani
e film come L'appartamento di Billy Wilder.
Quando lei mi dice "ti amo" non mi viene
in mente niente, la mente è un deserto e c'è
solo questo Ti amo che come un miraggio mi
disseta le ossa, il sangue e la carne.

PRIMO PASSO

Carissimi "utenti" di questo blog, vi tengo aggiornati.
Oggi arriva il mio nuovo Mac, in realtà è un Mac usato,
pare in ottime condizioni, del 2014. Programma di montaggio:
Premiere. Mi dicono che sia molto simile a Final Cut Express,
quindi forse non incontrerò molte difficoltà e prenderò
confidenza abbastanza presto. Costo 980 euro, compreso
un lettore dvd esterno. La videocamera non è così facile
da reperire, negozi come Euronics non la tengono, e
anche MediaWorld mi sa che non è il posto giusto per
trovarla. Qui a Milano c'è FCF, forse da loro. In ogni
caso i soldi ci sono, quindi è questione di tempo, ma non
sarà molto tempo, di certo prima delle feste, e tornerò a
filmare. Ho già in mente il set del primo film e il titolo,
si intitolerà La piana, ma non posso dirvi molto di più,
sarà un film surreal-naturista, di paesaggio.

PETE SEEGER

Che bella è la musica folk, è sublime quando unisce tutto il popolo-pubblico,
tante anime fuse in una voce sola, non c'è divismo stupido, c'è solo un uomo
che canta con una chitarra, e c'è la verità di un sentimento di fratellanza.
Rita Pavone la rifece in versione sbarazzina-pop: Datemi un martello.
La Pavone mi è simpatica, ma la poesia è con Pete Seeger.



martedì 20 novembre 2018

CHICCUZZA (NEGARE L'EVIDENZA)

Chiccuzza, Chiccuzza mia.
Non ti ho mai detto che sei logorroica.
Mai.

Chicca, Chiccuzza,
facciamo la pacina pacetta?

In fondo mi segui da anni,
stiamo invecchiando assieme,
porca puzzola!

Mi descrivi le tue tette?

E POI MI SCRISSE ETHEL...

Video pre etheliano che però voglio dedicare alla mia Chiccuccia ritrovata!

lunedì 19 novembre 2018

PORCO DUE

Cioè, porco due, c'è una tipa che mi ha scritto, porco due,
mi ha scritto "non so se mi stai sul cazzo o se ti adoro", cioè
porco due, ma che super sbirillata sbirillosa, è fresco fresco
suscitare questi porco due sentimenti contrastanti, cioè
è fresco fresco fico fico essere me me stesso, porco due, e
pure altre due tipe su faccialibro porco due, una mi ha scritto
porco due che sono un graaaande, cristo di un porco due e
l'altra mi ha scritto TI AMO FARINA, cioè ma porco due di
porco due ma è troppo sbirilloso essere sbirillante come me,
cioè, ma voi anonimi der cazzo, ma porco due, ma cazzo,
attaccati alle mie chiappe perché avete porco due la pasta
scotta della vostra vita porco due nel culo, chicco castro.

Vi spiego perché sono un uomo di successo

A me piace scrivere e fare film: io scrivo e faccio film.
A me non piace lavorare: io non lavoro.
A me piace piacere: io piaccio.
A me piace quando alcuni membri della redazione del Fatto
vanno via e mi scrivono che è stato un piacere conoscermi: lo fanno.
A me non piace piacere a tutti: non piaccio a tutti.
A me piace piacere a pochi ma buoni: avviene.
A me piace conoscere persone interessanti: le conosco.
A me piace trovare una donna tramite i miei film: è successo.
A me piace godere: ho una donna che mi fa godere appena apre bocca.
A me piace che Attimi mi dica addio e poi non va via: Attimi è qui.
A me piace essere insultato: accade.
A me piace che Medea, Vera e Marco e molti altri mi amino: mi amano.
A me piace essere amato: accade.
A me piace essere Ricky Farina: lo sono.

Che volere di più?

Con 1500 euro al mese guadagnati con quello che faccio
mi sentirei perfetto.

La perfezione, pare, non è di questo mondo.

domenica 18 novembre 2018

LA FINE DEL MESE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/18/non-arrivate-alla-fine-del-mese-non-e-vero-altrimenti-dovrebbe-esserci-unecatombe/4762015/

UN LAVATIVO

Chi è Ricky Farina? Un lavativo, uno che non lavora. Che orrore!
Un parassita, ma della miglior specie. Uno che da tanti anni non fa
altro che donare agli altri film e pensieri. Ho catturato tanti esseri
umani con i miei "lavori" e altri verranno, non appena avrò una
nuova compagna di giochi: la nuova videocamera. Vi pare poco?
Donare esseri umani, che bel dono. A me sembra un'attività che
meriti rispetto e attenzione, come minimo, ma direi Amore.
Perché se proprio bisogna a tutti i costi trovare un messaggio
presente nella mia attività è proprio questo: ognuno di voi merita
di essere raccontato, e raccontato con verità, ognuno di voi.
Come Rocco, per esempio.

COSTANTINI A RUOTA LIBERA

OGGI

Oggi pubblicano un mio pezzo sul Fatto: è stato concepito
per prendere il maggior numero di insulti possibili. Speriamo.
Se le persone smettono di insultarmi mi sento un fallito.

sabato 17 novembre 2018

FIERO

Fiero di mio fratello. Oggi ha presentato Mirko Gualerzi
al Castello Sforzesco, nella biblioteca. Ci ha narrato la storia
di un suo colpo di fulmine per un quadro trovato sotto
casa sua, appoggiato al muro: "Per 100 euro è tuo".
Un capolavoro. Roberto lo ha comprato e da questo
gesto è nato un percorso di ricerca che lo ha portato a
contattare la vedova di Gualerzi, a salvare dai rigattieri
tutte le opere invendute di Mirko. Ora casa sua è una
sorta di museo: piena di quadri e sculture di questo grande
artista morto in un ospedale psichiatrico nel 2004.
L'amore è questo: approfondimento, ricerca, stupore,
meraviglia. Conoscenza. La grande maggioranza delle
persone vive chiusa nel proprio mondo perimetrale,
con gli occhi incollati solo sulla propria misera vita.
Io e Roberto siamo curiosi, ci apriamo agli altri.
Questa è la nostra forza e il nostro valore. E amiamo
gli artisti ignorati dal mercato, i ribelli, quelli che
non seguono le direttive dei mercanti d'arte, gli artisti
che seguono solo la propria ispirazione, come Mirko.

LA BELLEZZA

Ecco nel mio immaginario più puro la bellezza che prende forma
attraverso questa danzatrice di strada, un'argentina che sorride con
tutta se stessa, che comunica gioia e passione per la danza e la vita.
Non è la sensualità, è altro, è qualcosa di più profondo e più lieve.
Naturalmente ho pure sbagliato a scrivere il suo nome, ma mi scrisse
per ringraziarmi del dono. La bellezza mi confonde. Ricordo
quando in Svezia giocai a dama con una svedese, aveva due occhi
spaventosamente belli e dimenticai le semplici regole della dama,
lei rideva e rideva della mia confusione. Mi stracciò e ne fui lieto.
Non so se la bellezza salverà il mondo, ma sicuramente vince a dama.

INFLUENZABILE

Sono un uomo influenzabile. Molto. Moltissimo.
Non significa che prendo spesso l'influenza ma che
sono plasmabile da cose, esseri umani, sassi.

Se ascolto una canzone allegra mi sento allegro.
Se ascolto una canzone triste mi sento triste.

Se non sopporto più la mia allegria ascolto una
canzone triste, se non sopporto più la mia tristezza
ascolto una canzone allegra.

Se parlo con un essere umano mi sento umano.
Se frequento i sassi mi sento un sasso.

Ogni cosa ha il potere di gettare il suo seme
dentro di me. Le piante mi fanno sentire un vegetale.
I ricordi mi fanno sentire un ricordo.

Se penso a ieri mi sento un uomo del passato.
Che cosa ho fatto ieri? Ho aiutato il Pelè a portare
il suo bidofono alla macchina, un vero onore.

Ho camminato con il mio amico Fabrizio Violante
per Milano, lui vive a Firenze ma è di Salerno.
Camminando abbiamo incontrato Nelson Mandela.

Una statua, ho fissato Nelson-statua negli occhi.
Da un momento all'altro poteva abbracciarmi.
Le statue fingono di essere statue, è una verità.

Siamo entrati nel nuovo Starbucks di Milano,
un posto fantasmagorico che stupisce per i primi
cinque minuti e poi annoia a morte, tutto troppo.

Troppo preciso, troppo ordinato, troppo pieno,
troppo caro, troppo fico, troppo crudele nella
sua spietata perfezione, ingranaggio lucido.

Mi sono sentito un ingranaggio anche io, ma
volete mettere un bar scalcagnato con le sedie
rotte e l'aroma di caffè che ti aiuta a vivere?

Poi volevo mostrare un negozio molto fico a
Fabrizio, ma c'era un evento esclusivo e un
gentilissimo signore di colore ci ha fermati.

"Noi siamo l'evento e siamo esclusivi" avrei
voluto dire, ma non l'ho detto. Abbiamo fatto
dietrofront e siamo andati in Montenapoleone.

Quando sono con una persona che non è di Milano
anche io mi sento non milanese, abbiamo chiesto
indicazioni a una signora molto ricca che passava.

Ci ha detto: "Prendete un taxi, io prendo sempre
un taxi quando devo andare in un posto". E poi
la signora è entrata in una gioielleria.

Abbiamo preso la metropolitana, abbiamo parlato
di sesso e mi sono sentito sessuale. Ai tornelli
abbiamo preso dalla tasca il biglietto sbagliato.

Per uscire bisogna timbrare di nuovo il biglietto,
qualcosa non andava, una scritta elettronica ci
ha avvisati: uscire prima di entrare. Che?

Uscire prima di entrare? Che significa? Ci siamo
messi a ridere, poi col biglietto giusto siamo usciti.
E siamo andati a sentire il Pelè che cantava.

C'era molta gente, il pienone. Bella serata.
Abbiamo fatto amicizia con una giovane coppia.
Lui scrittore e lei designer di mobili.

Avevano 27 anni, ma io e Fabrizio non ci siamo
sentiti ventisettenni, ci siamo sentiti vecchi.
Passatelli, stagionati, anche se di buona stagionatura.

Sul tardi una pizzeria napoletana dove i napoletani
facevano i napoletani benissimo. Non avevo fame.
Ho preso una bruschetta con burrata e pomodorini.

Alla fine io e Fabrizio abbiamo preso un taxi
e siamo tornati da me. Lui ha preso la macchina
ed è ripartito per Firenze. Baci e abbracci.

Sono tornato da solo a casa, mi sono affacciato
al balcone e mi è volato un bottone del cappotto
di sotto, mi sono sentito senza un bottone.

Stamattina la mia portinaia Alla ha notato il mio
cappotto senza bottone e mi ha detto: "Ah, allora
è tuo, eccolo, mentre spazzavo l'ho trovato".

Oggi mi sento un bottone ritrovato.



venerdì 16 novembre 2018

AMANDA E SEVARA

RICKY E AMANDA

Amanda, che carattere. Lascia Singapore, viene in Italia.
Si innamora di mio fratello, trova svariati lavori, l'ultimo
con il figlio o nipote(non so) di Moratti, adesso viaggia
per il mondo: New York, Lisbona e ancora New York.
Parla cinque lingue, cervello agile, orgogliosa e cazzuta.
Litighiamo spesso perché ha carattere. A volte vorrei
prenderla per il collo, tutta invidia, avessi un milionesimo
della sua energia e della sua intraprendenza. Un giorno
forse la strozzerò. Ma per ora no.

L'ORRORE

Qui sono meglio anche di Brando. Ho un fascino da spezzare le ossa.
Tutte a me: intelligenza, sensibilità, profondità, genialità e fascino.
E agli altri che cosa resta? Un sordo rancore per tutti questi doni
riuniti in una sola persona. Perché le fate mi hanno scelto? Perché
proprio io sono l'Eletto? Che cosa ho fatto per meritarmi di essere
Ricky Farina? Non lo so, tremo al pensiero, la mia umiltà è confusa,
si domanda se merito tutto questo, poi mi dico: Ricky, fregatene, anche
tu diventerai un mucchietto di cenere, fregatene e goditi te stesso.
E gli anonimi? Gli anonimi sono appunto anonimi! Loro passano,
loro sono già cenere, tu no. Tu splendi. Non è da tutti splendere.
Ma perché a me? Non merito tutta questa estasi di me stesso!
Allora ti confido un segreto, IL SEGRETO: le fate ti hanno scelto
perché sei buono e la bontà è il segreto di tutto. La bontà è il genio.
Il genio della lampada e dell'universo. Ma gli anonimi? Fregatene!
Vedi che sei troppo buono? Ma poverini, cristo, poverini, appesi
a ogni mia parola a ogni mio respiro, così insulsi, così mediocri.
Ricky, le fate hanno scelto te, basta! Ormai è andata così, fattene
un'assurdità! Ma non si dice "una ragione"? Sì, ma tu sei unico.

Quando persi la verginità

giovedì 15 novembre 2018

A SANGUE CALDO

MEDITAZIONI INCAZZATE DI OGGI

Avete presente quando uno è incazzato? Ecco, io sono incazzato
stamattina. Incazzato con questa città di merda! Con i suoi cittadini
del cazzo! Mi sveglio presto per andare alla Statale a sentire un convegno
su Dino Formaggio, uno dei più grandi studiosi di Estetica italiani,
un uomo straordinario passato a peggior vita, perché non si può
concepire una vita più intensa e vissuta della sua. Un giorno ebbi
l'onore di parlare al telefono con lui, chiamò per complimentarsi
con il libro di mio fratello su Giandante X. Era pieno di entusiasmo
e di amore, la sua voce mi ha illuminato l'orecchio, che uomo!
Mi metto la giacca di camoscio, la sciarpa nera, il Panama fuori
stagione come il mio cervello, e mi avvio alla metropolitana.
Passano cinque convogli della metropolitana, tutti rigonfi di esseri
umani schiacciati dalla routine! Impossibile entrare. I loro volti
pietrificati mi fanno orrore, sono sgomenti di niente. Manichini
isterici. Mi viene il mal di testa. Esco dai sotterranei. Faccio
qualche passo, sono disorientato, demotivato. Incontro Brusca,
un vecchio amico, facciamo due chiacchiere vicino al marciapiede,
passa una macchina e lo specchietto retrovisore mi urta la mano!
Ora ho il mal di testa e il mal di mano. Saluto Brusca. Ormai
è tardi per arrivare puntuali al convegno sul grande Dino. Mando
un messaggio a mio fratello: mi farai un riassunto caro fratello,
oggi la città mi è nemica. Lui mi risponde: ti perdi il figlio e la
moglie di Dino e non si può fare un riassunto delle persone, ciao.
Che fare? Come direbbe Lenin. La Feltrinelli di Piazza Piemonte
apre fra 30 minuti. Prendo un caffè e un giornale, mi siedo su
una panchina. Sfoglio e attendo tra clacson impertinenti e automi
al guinzaglio dei telefonini. La Feltrinelli apre. Entro. Salgo
al piano superiore. "Avete L'avvenire dura a lungo?". La commessa
consulta il computer e dice: "No, è una edizione vecchia, non
si trova più, l'unica speranza sono le bancarelle o il Libraccio".
Ma come? Un libro che si intitola L'avvenire dura a lungo è
fuori commercio? Un avvenire breve! Cazzo. Allora compro
un libro sull'Eros ai tempi dei Greci. Eros vieni a salvarci, a
salvarmi. Non ne posso più, sono stanco di tutta questa morte.
Sono stanco e incazzato. Ma scopate di più, stronzi!

Il più.

Il più grande Ricky Farina vivente.


mercoledì 14 novembre 2018

LA STOFFA

Siamo tagliati nella stessa stoffa.
Tu ed io. Ci siamo riconosciuti
all'istante, istante dei nostri istanti,
da sempre. Fusione genetica di
lontananze scheggiate. Il volto
unico dei nostri volti. Il bacio che
bacia la propria bocca. Amore.
Incesto d'ombra. Carne della mia
carne, sangue del tuo sangue.
Mi ferisco e tu diventi pallida.
Mentre tu respiri io vomito il cielo.
Sui nostri cuscini intrecciati.
Il mio corpo fra le tue mani.
Le tue mani con le quali ti tocco.
Tentacoli di memorie fra di noi.
Cenere di una sola fiamma.
Mi brucio con le tue ustioni.
E tu ti fermi a pensare nei miei
vortici. Amore incarnato.

IL COMPLEANNO DI NICOLA

Oggi è il compleanno di Nicola. Avete idea di che goduria sia
per un regista avere un compositore personale? Tanti auguri
caro ragazzo(solo 36 anni!), ti voglio bene. E grazie di tutto.
Sei la colonna sonora della Chisciotte.




MEDITAZIONI QUOTIDIANE

Stamattina mi sono svegliato presto per accompagnare Believe
in un'agenzia di collocamento, insieme al mio amico Elia.
Sarà tutto complicato, Believe non ha un codice fiscale, ha
solo un permesso di soggiorno provvisorio, ed è in attesa
della Commissione che deciderà sulle sue motivazioni.
Questo benedetto codice fiscale probabilmente dipende
dalla "sentenza" della Commissione. Believe ci ha raccontato
di una faida famigliare sanguinaria, con machete e cose
di questo genere, lui è scappato per evitare di finirci dentro.
Sarà una motivazione valida per i giudici che dovranno
decidere del suo destino? Potrebbero dire: cazzi tuoi, affidati
alla polizia del tuo paese. Believe oggi era triste, ma nomen
omen, Believe crede ancora di farcela, speriamo. Sarebbe
una sconfitta doverlo salutare e vederlo ritornare in Nigeria.
Al ritorno eravamo assieme sull'autobus, gli ho detto: "Guardali,
nessuno che sorride, guarda che musi lunghi, questi sono
gli italiani, dei morti più o meno viventi". E siamo scoppiati
a ridere. Quando ride Believe è bellissimo.

Sto cercando di fare risparmiare mamma. Ho trovato un iMac
del 2014 a 980 euro. Fra poco dovrei comprare videocamera
e computer. Poi il punto interrogativo sarà il nuovo programma
di montaggio, fino ad ora ho usato Final Cut Express, ma non
credo sia compatibile con il computer del 2014. Insomma,
forse dovrò imparare ex novo un nuovo programma di editing.
Questo per dirvi che non so proprio quando tornerò a postare
i miei nuovi film. Mi prudono gli occhi, ho una voglia matta
di tornare a filmare.

Ecco.

martedì 13 novembre 2018

VITA DI UN SINGOLO

Ormai sono un singolo a metà.
Ma la solitudine intera l'affrontavo
bene, no?

CLAUDIO

Claudio è un nuovo amico che ho conosciuto tramite il mio blog sul Fatto.
Ci siamo scambiati delle mail. Ci accomuna la passione per il cinema e la
musica. Lui è un cinefilo ancora più "violento" di me, ci siamo visti due
volte, la seconda è venuto a casa mia e mi ha messo nel computer delle
vere e proprie chicche, cose introvabili che lui trova. A vederlo sembra
un direttore di banca, pulito e ordinato, gentile e professionale, ma dentro
cova un cuore delirante. Disoccupato ovviamente. In cerca anche dei
lavoretti più umili, e vedere un tipo così in gamba che si sbatte per due
o tre giorni di lavoro pagati una miseria, fa male all'intelligenza.
Si merita molto di più, ma oggi i tipi onesti e preparati fanno fatica a
vivere. Mi fa piacere che il sottoscritto sia per gli altri una persona
da avvicinare, una persona con cui parlare e scambiarsi dei doni.
Non c'è mai il gelo dello schermo in quello che faccio, a qualcuno
piace caldo, e io sono un tipo hot. Sono Hard. Sono Ric Hard.

A GIULIA (una bambina di sette anni)

Tu sei Giulia, io no.
Ed è bello non essere te,
così posso starti
vicino.

UNA QUESTIONE DI CULO

Il mio film più visto: un successo.
Il successo in fondo(schiena) è una questione
di culo!


lunedì 12 novembre 2018

LE RAGIONI DEL MIO INSUCCESSO

Qualcuno ha scritto: In Italia non c'è gusto ad essere intelligenti.
Ecco spiegata in una frase la principale ragione del mio insuccesso.
Le altre ragioni? Mi piace fare solo quello che amo. Per soldi
feci solo una cosa e mi sentii male per mesi, praticamente regalai
(una manciata di euro) una parte del mio film Il palombaro alle
Vibrazioni che usarono il corto per un video, quando vidi dentro
il televisore presente nel mio film(la scena mostrava un palombaro
che seppelliva una vecchia tv) il volto del cantante delle Vibrazioni,
ebbi come un mancamento, avevo "tradito" il mio film e di Valentino
per un piatto di lenticchie. Mai più, mi sono detto, mai più!

L'ALTRO CAPOLAVORO

IL CAPOLAVORO DI ZIO

MI HA CHIAMATO GIOVANNI

Mi ha contattato Giovanni: vuole fare il cammino di San Remo. Partire con una carovana,
con amici e un cane, e raccogliere proseliti sul cammino per arrivare a San Remo.
Si porterà nel cuore Nicolino Pompa, mi ha detto che forse passerà da Milano, nel caso
gli ho promesso un'intervista sulla mia esperienza con Nick e magari anche un film
ritratto per pubblicizzare questa sua iniziativa. Se riuscirò ad assestarmi con videocamera
nuova e computer nuovo per tempo. Per il Mac ho visto che posso scendere anche
a 2000 euro. Grazie per i suggerimenti sulla videocamera, ma sento un'attrazione
per la CANON HF G40, forse è una questione di design. Tra una cosa e l'altra
comunque andranno via circa 4000 euro e più. Mi piace che il nipote di Dario Farina,
compositore dei Ricchi e Poveri e di Al Bano e Romina, vincitore due volte di seguito
di San Remo, possa aiutare giovani o meno giovani che dedicano la propria vita a
fare canzoni d'autore, senza un vero successo commerciale. Zio ha avuto un successo
enorme, anche la banalità è un'arte, provate voi a diventare ricchi con le canzonette
e poi mi dite se è una cosa facile e alla portata di tutti. Sarà perché ti amo e Felicità
sono successi immortali. Ho uno zio immortale. Se avessi come regista la metà del
suo successo, beh, sarei un Vanzina. Forse è meglio così, del resto.

GIOVANNI DEL GRILLO

Un amico di Nicolino Pompa.



LA CANZONE DI UN MIO GIOVANE AMICO

RACCONTINO

Era una giornata di pioggia e Armando Fosca era estremamente lieto che fosse 
una giornata di pioggia. Si alzò dal letto con spirito guerriero per spremere senza pietà il dentifricio.
Armando Fosca era un uomo altissimo, circa due metri, ed era estremamente lieto di essere altissimo. 
Uscì di casa con l'ombrello preferito, iniziò a camminare allegramente per
le strade della sua città, una città piovosa e trafficata che assomigliava a Milano. 
Salutava tutte le persone che incontrava sul suo cammino, sorrideva anche agli immigrati 
e questo generava scandalo tra i cittadini. Lo scandalo è una pietra d'inciampo ma Armando Fosca 
non inciampava mai. Camminava saltellando, una camminata buffa e pericolante.
Armando Fosca era senza lavoro, viveva di rendita, ed era estremamente lieto di essere senza 
un'occupazione. I pensieri volteggiavano nella sua testa, le emozioni erano schiuma
di onde sui suoi vestiti. Armando Fosca era solo, senza una compagna di vita, ed era estremamente 
lieto di essere solo. Ogni tanto appagava i suoi sensi ancora vivi con una del mestiere 
che si chiamava Eva come la famosa puttana. Armando Fosca aveva 49 anni ed era estremamente 
lieto di avere 49 anni. Passava le sue giornate a camminare e a pensare. Ogni passo un pensiero, 
ma Armando Fosca non era un filosofo, ed era estremamente lieto di non essere un filosofo. 
Per lui la vita era uno spazio bianco da colorare. Niente di più. Niente di meno. 
Quel giorno di pioggia si innamorò di Adele, una bambina di sette anni. Tra di loro c'era una grande 
differenza di età e di centimetri. Era un amore puro, la scintilla scoccò al parco, classico 
luogo di innamoramenti improvvisi. Vide Adele inciampare e sbucciarsi il ginocchio, 
Armando la sollevò da terra e bastò un sorriso di Adele a farlo innamorare perdutamente. 
Lei disse: "Grazie signore", lui disse: "Prego bambina". Non si rividero mai più ma Adele 
restò per sempre nel cuore di Armando Fosca. Armando Fosca era un pedofilo? No, era 
semplicemente un puro ed era estremamente lieto di essere un uomo puro. Molti anni dopo 
uno scienziato di nome Felice Macabro inventò una macchina psichedelica, ribattezzata 
psico-macchina X, in grado di monitorare e localizzare tutti i sentimenti considerati illeciti 
dalla società, la macchina era in grado di rintracciare anche l'alone dei sentimenti del passato, 
ogni cittadino doveva presentarsi al cospetto della psico-macchina X e farsi attraversare 
da un raggio laser. Venne il giorno in cui Armando Fosca doveva sottoporsi al raggio rivelatore, 
raggiunse a piedi il laboratorio di analisi emozionale, lo fecero spogliare, gli spalmarono sul torace
un gel blu e la psico-macchina X gli puntò il suo implacabile raggio sul petto. Lo scienziato Felice Macabro 
ebbe un sussulto, la macchina iniziò a strillare, era dotata di una voce, la voce di una bambina, 
una voce acuta e implacabile. Ad Armando Fosca si gelò il sangue quando sullo schermo al plasma 
apparve il volto di Adele, risentì quelle uniche parole che aveva scambiato con Adele: "Grazie signore" e 
"Prego bambina". Fu subito scandalo, manette, prigione e condanna alla castrazione chimica. 
L'avvocato d'ufficio cercò in tutti i modi di salvarlo, fece notare alla giuria che si trattava solo 
di uno scambio di cortesie innocenti, ma non ci fu nulla da fare, la psico-macchina
X aveva emesso il suo gelido verdetto: pedofilia conclamata. Armando Fosca venne castrato 
e per la prima volta in vita sua non fu estremamente lieto: si uccise alcuni mesi dopo, impiccandosi 
con una cravatta di Capodanno, rossa come l'amore. La piccola Adele ormai è cresciuta ma ogni giorno 
si reca sulla tomba di Armando Fosca, gli porta dei fiori sempre freschi, sta in silenzio, 
non piange, prima di andare via dice solo: "Grazie signore", e mentre si allontana le sembra 
di sentire: "Prego bambina".