sabato 17 novembre 2018

INFLUENZABILE

Sono un uomo influenzabile. Molto. Moltissimo.
Non significa che prendo spesso l'influenza ma che
sono plasmabile da cose, esseri umani, sassi.

Se ascolto una canzone allegra mi sento allegro.
Se ascolto una canzone triste mi sento triste.

Se non sopporto più la mia allegria ascolto una
canzone triste, se non sopporto più la mia tristezza
ascolto una canzone allegra.

Se parlo con un essere umano mi sento umano.
Se frequento i sassi mi sento un sasso.

Ogni cosa ha il potere di gettare il suo seme
dentro di me. Le piante mi fanno sentire un vegetale.
I ricordi mi fanno sentire un ricordo.

Se penso a ieri mi sento un uomo del passato.
Che cosa ho fatto ieri? Ho aiutato il Pelè a portare
il suo bidofono alla macchina, un vero onore.

Ho camminato con il mio amico Fabrizio Violante
per Milano, lui vive a Firenze ma è di Salerno.
Camminando abbiamo incontrato Nelson Mandela.

Una statua, ho fissato Nelson-statua negli occhi.
Da un momento all'altro poteva abbracciarmi.
Le statue fingono di essere statue, è una verità.

Siamo entrati nel nuovo Starbucks di Milano,
un posto fantasmagorico che stupisce per i primi
cinque minuti e poi annoia a morte, tutto troppo.

Troppo preciso, troppo ordinato, troppo pieno,
troppo caro, troppo fico, troppo crudele nella
sua spietata perfezione, ingranaggio lucido.

Mi sono sentito un ingranaggio anche io, ma
volete mettere un bar scalcagnato con le sedie
rotte e l'aroma di caffè che ti aiuta a vivere?

Poi volevo mostrare un negozio molto fico a
Fabrizio, ma c'era un evento esclusivo e un
gentilissimo signore di colore ci ha fermati.

"Noi siamo l'evento e siamo esclusivi" avrei
voluto dire, ma non l'ho detto. Abbiamo fatto
dietrofront e siamo andati in Montenapoleone.

Quando sono con una persona che non è di Milano
anche io mi sento non milanese, abbiamo chiesto
indicazioni a una signora molto ricca che passava.

Ci ha detto: "Prendete un taxi, io prendo sempre
un taxi quando devo andare in un posto". E poi
la signora è entrata in una gioielleria.

Abbiamo preso la metropolitana, abbiamo parlato
di sesso e mi sono sentito sessuale. Ai tornelli
abbiamo preso dalla tasca il biglietto sbagliato.

Per uscire bisogna timbrare di nuovo il biglietto,
qualcosa non andava, una scritta elettronica ci
ha avvisati: uscire prima di entrare. Che?

Uscire prima di entrare? Che significa? Ci siamo
messi a ridere, poi col biglietto giusto siamo usciti.
E siamo andati a sentire il Pelè che cantava.

C'era molta gente, il pienone. Bella serata.
Abbiamo fatto amicizia con una giovane coppia.
Lui scrittore e lei designer di mobili.

Avevano 27 anni, ma io e Fabrizio non ci siamo
sentiti ventisettenni, ci siamo sentiti vecchi.
Passatelli, stagionati, anche se di buona stagionatura.

Sul tardi una pizzeria napoletana dove i napoletani
facevano i napoletani benissimo. Non avevo fame.
Ho preso una bruschetta con burrata e pomodorini.

Alla fine io e Fabrizio abbiamo preso un taxi
e siamo tornati da me. Lui ha preso la macchina
ed è ripartito per Firenze. Baci e abbracci.

Sono tornato da solo a casa, mi sono affacciato
al balcone e mi è volato un bottone del cappotto
di sotto, mi sono sentito senza un bottone.

Stamattina la mia portinaia Alla ha notato il mio
cappotto senza bottone e mi ha detto: "Ah, allora
è tuo, eccolo, mentre spazzavo l'ho trovato".

Oggi mi sento un bottone ritrovato.



1 commento:

marti64 ha detto...

La tua benzina sono le persone, il tuo nutrimento è la vita
in un mondo assente ti influenzeresti subito fino a morirne