venerdì 30 novembre 2018

AL TELEFONO CON SILVANO

Mi ha chiamato Silvano al telefono, era alla stazione Centrale
di Milano ma per poco tempo, "sono contento che tu ci sia e
sono contento di esserci", così mi ha detto. Poi gli ho chiesto
di dirmi qualcosa della morte di Bernardo Bertolucci, e come
sempre mi ha stupito(questo devono fare i poeti)dicendomi:
"Aveva un volto sereno, stava riposando, era pieno di gente,
se fossi stato da solo con lui l'avrei fatto risorgere!".
Che bello, ho detto, posso dirla questa? Mi ha risposto: "Sì,
ma poi aggiungi che ho sorriso, altrimenti gli haters dicono
che Silvano Agosti si crede Cristo. Sai che impressione mi
fanno gli haters? La muffa, sono come la muffa. Hai presente
la muffa?". Sì amico mio, ho presente.

di seguito un ricordo di Silvano su Bertolucci:



Ultimamente ho preferito collegarmi con Bernardo attraverso il telefono, perché la mia immaginazione ogni volta me lo proponeva in una età sua diversa. 
Mi rifiutavo di verificare ogni volta i suoi movimenti tronchi dovuti alla carrozzina che ospitava la sua paralisi in seguito a un'operazione alla spina dorsale.
Il mio incontro con Bernardo risale al 1968, quando fui invitato dall'ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) a un'assemblea che mi invitava a diventare socio ad honorem. Io, dopo aver, con gentilezza, rifiutato ad associarmi a un settore del cinema, che invece di autori, annoverava dei registi (e il regista è una pura necessità e invenzione del cinema industriale), ho invece invitato tutti i presenti, a condurre a termine il film che stavano realizzando e ad appendere la così detta macchina da presa, al chiodo, e venire nelle strade e nelle piazze, dove io stavo già filmando da alcuni mesi la nascita e lo sviluppo del movimento studentesco. La mia proposta fu così dirompente che la riunione finì alle 7 del mattino. Di fatto, l'unico dei presenti, che ho rivisto poi a filmare i cortei di massa nelle strade, era un certo Bernardo Bertolucci. Quando poi, durante la battaglia di Valle Giulia, il nostro incontro divenne più profondo, con Bernardo ci rifugiammo scavalcando una rete, nell'Istituto Giapponese di Cultura, perché eravamo inseguiti dalla polizia. Ricordo distintamente, che nel voltarmi a vedere se Bernardo ce la faceva a saltare la rete, ho visto un manganello, tirato da un poliziotto, cadere con violenza sulla schiena di Bernardo, che comunque riusciva a raggiungermi. Quando ho saputo, 50 anni dopo, che Bernardo si era fatto operare alla schiena, mi è tornato alla mente, il rumore sordo di quel manganello. 
Sono stato spesso a trovarlo, e l'ho filmato chiedendogli di descrivere brevemente ognuno dei suoi film.
Invito chiunque a vedere questi piccoli brani, in cui la serenità creativa di Bernardo e la consapevolezza del reale valore di tutta la sua opera, si esprime in concetti e immagini della massima semplicità.
Caro Bernardo, la tua immagine eternamente giovanile mi accompagnerà insieme all'ammirazione, e ora tutti quelli che ti hanno amato, invece di venirti a cercare ti potranno trovare solo nella memoria del cuore,

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Precisando che non sono un haters di nessuno, men che meno del Farina, ne di Agosti che non conosco, vorrei dire che se la sofferenza di Bertolucci deriva da quel manganello sulla schiena, per descrivere una GIGANTESCA PUTTANATA come il movimento studentesco sessantottino, i cui effetti sono ancora sotto gli occhi di tutti, con uomini falsi infilati ovunque, allora il sig. Agosti dovrebbe riflettere bene sul danno che ha causato alla cultura del Novecento.

Unknown ha detto...

Non schifare la muffa. Ricordati di Fleming. Silvano spara sempre cazzate sempre in lezzo di Santità. Come vecchio saggio, preferivo quel porco di Nicolino.

Anonimo ha detto...

Anzi... Avendo poi ammirato la capacità di Bertolucci di dipingere, letteralmente, la storia del Novecento, io arrivo a dire che quel manganello forse è stato propedeutico.
Ne "L'ultimo Imperatore" quel manganello vola e rimbalza, ed è come se ricadesse in quelle aule e in quegli atenei, che non seppero capire, al contrario di Bertolucci, che il vero manganello era quello impugnato da, appunto, l' "Ultimo Imperatore" della storia: Mao Zedong.
Un manganello fatto di ideologica stupidità. Perché Agosti non se ne è accorto? Cosa lo ha spinto a pensare che quegli studenti che adesso, insieme a te, rimpiange?
La storia, i ricordi di ognuno di noi, erano lì da cogliere, da leggere, da capire.
Cosa impedì ad Agosti, e agli Agosti, di capire che la loro ideologia era finita per coadiuvare il compito di quelli che stanno ancora ridendo adesso di voi e, cosa molto fastidiosa, anche di noi che non c'eravamo neanche, allora?
Oggi tu, qui, ci dici che siamo ombre pallide che vanno a lavorare in metrò la mattina, senza vita. E non sai, che noi siamo il prodotto di quella stronzata che Agosti disse in quella riunione, quella mattina.
Ora, il suo rimorso sta in quella manganellata data a Bertolucci da chissà chi.
Digli di non preoccuparsi.

rickyfarina ha detto...

Ci sono anche le muffe nobili e curative, certo, ma penso che Silvano intendesse altro.
Che dici? Pensaci. Non è che devi sempre andare contro per partito preso.
Essere laici ed atei come Silvano non significa non avere un sentimento religioso
dell'esistenza. A me piacciono tutti e due. La porta è comunque stata Silvano, lui
è una porta e da quella porta un giorno entrò Nicolino.

Andrea, sei tu? Definire il 68 una gigantesca puttanata mi sembra al solito
molto riduttivo. Silvano parla sempre del decennio, tra l'altro, 68-78, e sono
stati anni molto vitali, sotto ogni punto di vista, e di certo
molto più "intelligenti e vividi" di questi anni mosci che stiamo vivendo.

Anonimo ha detto...

Sono gli anni dei una delle più grandi manipolazioni ideologiche della storia.

Cosa intendi per vitali? Perché ci si menava, si sparava? Si gridava? Questo intendi? La pace, l'amore, il sesso, la droga, la libertà? Dove sono adesso i leader si quel tempo?
Guarda bene.

Hanno usato la droga che "loro" coltivavano in Turchia e in Indocina per rendere schiavi quelli che, tra l'altro, stavano finanziando i loro stessi nemici. Chi produceva e importava l'eroina, l'hashish, la maria che si facevano gli studenti, i sessantottini e i post sessantottini?

Molto riduttivo, dici? Perché vuoi paragonare epoche diverse? Qual è il tuo gioco? Questo è meglio di quello, ma che modo di ragionare è? Ti rendi conto che dici cose senza senso?

rickyfarina ha detto...


Almeno Montanelli riconosceva al 68 francese una dignità, e diceva che quello italiano era solo
una brutta copia, tu, mi sembra di capire, non salvi nemmeno quello in Francia, giusto?

Tu, a che gioco stai giocando? Al gioco "io la so lunga, tu la sai corta?"

rickyfarina ha detto...


Hai presente Cannibale? Frigidaire?
Hai presente? Solo per farti un piccolo
esempio di quella disperata e gioiosa
vitalità.

Unknown ha detto...

Casomai sentimento spirituale
dell'esistenza, io ce l'ho davanti adesso. Ognuno ha le sue icone sacre. I suoi Dei da idolatrare, il mio è reale almeno, misurabile. 70cl 40°alc. Fidati che di religione ne so più di te...Porcoiddio!

Unknown ha detto...

In un film a proposito del Maggio francese mi ricordo una frase: "Alla Sorbona, ci pattinano sulla sborra" ahaahah

rickyfarina ha detto...

https://youtu.be/DKHRU9HmqEM

Unknown ha detto...

Ma te lo vedi te Paz... A fregnacciaro!!!

rickyfarina ha detto...


No, intendo proprio religioso, che non significa chiesa!
Il poeta è soprannaturale e naturale al tempo stesso.

Unknown ha detto...

Ma tu sei un poeta? E che cazzo te ne frega a te li mortacci tua!

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Ricky tu non sei un poeta, sferruzzi, fai le copertine, i centrini, i ricami... ma non sei un poeta.

Anonimo ha detto...

Il sessantotto e il cazzo al burro di Brando nel culo di Maria, con Bertolucci che riprendeva. E poi una bella pera, e a Maria passava tutto.

E Brando facile che si inchiappettava pure Bernardino vostro.

Ma vaffanculo te, il sessantotto, il settantotto... Apri il culo e fai un botto.