Si può fare una poesia su uno stupro?
Un giorno mio fratello intervistò Daniele Luttazzi,
gli chiese: "Ci sono dei limiti o si può ridere di tutto e su tutto?".
Luttazzi rispose così: "Dopo un mio spettacolo venne nel mio camerino
un imprecisato comitato per la moralità, composto da signore
e signori molto accigliati, mi accusarono di immoralità, mi dissero
che ci sono cose sacre sulle quali non è lecito ridere, io risposi
che si può ridere di tutto, anche di uno stupro, immaginate Ollio
stuprare Stanlio, è buffo, l'unico limite è la validità di una battuta,
una battuta riuscita male è un peccato, nel vero senso della parola".
Quindi si può scrivere una poesia che finisce con uno stupro?
Certo, Baudelaire lo ha fatto nei suoi fiori malsani, la poesia si
intitola A colei che è troppo gaia, ed è una delle poesie più
belle de I fiori del male. Baudelaire la scrisse pensando a madame
Sabatier (fu una delle poesie condannate), una donna che si
prendeva gioco del suo amore, della sua idolatria, perché sono
gli sciocchi che si innamorano, mentre i poeti idolatrano,
ma l'idolo spinge anche alla profanazione, così Baudelaire
nel memorabile finale della poesia, immagina di strisciare
come un verme o un serpente notturno, fino a raggiungere
il suo idolo dormiente, e immagina di aprire una ferita nel
fianco stupefatto della donna, dopo avere schiacciato il suo
seno con amore e disperazione, e attraverso quella ferita il poeta
sogna di entrare dentro, di penetrarla, per iniettare il suo sangue/sperma
velenoso! Nemmeno Sade arrivò a tanto, troppo naturalistico
per Baudelaire, il nostro poeta immagina nuove labbra create
da lui stesso, una ferita inferta dalla poesia, e solo così può avvenire
lo stupro onirico, attraverso un'apertura non contemplata
dalla Natura ma dall'Amore! Madame Sabatier era la salute,
la primavera, era sgargiante di colori, rappresentava
l'insolenza della natura, e Baudelaire davanti a quella
irritante gaiezza oppone il suo veleno, la sua poesia.
La poesia è veleno, stupro, dannazione sublime, con buona
pace di tutti i tramonti e i gabbiani che avete amato.
14 commenti:
Infatti puoi cancellare tutti quei tuoi video stucchevoli sui tramonti sul mare.
Tu puoi ridere di ciò che vuoi. Però te ne assumi la responsabilità.
Mi spiego: leggi su un blog tipo questo una battuta su uno stupro, ma a questo punto, perché no, sull'olocausto, la Shoah, le violenze sui bambini... No?
Ma perché non su quelli che muoiono perché vaccinati male? O quelli non vaccinati?
Certo che si può ridere di tutti e tutto.
Poi bisogna vedere cosa può succedere.
E non sarebbe mica la prima volta che qualcuno che non apprezza l'umorismo fa secco il battutista. E magari pure tutta la platea.
Ma tanto poi si ride anche di lui e della circostanza. O no?
Ho pubblicato questo commento idiota perché gli idioti sono importanti, ci aiutano a precisare.
Tramonti, mazzi di fiori e altri temi classici della pittura vengono rappresentati in modo originale
dagli artisti, non cadono nella trappola del mieloso o del già visto, così come i miei film ai tramonti
sono sempre diversi e sempre originali (ne ho girato ieri proprio uno in compagnia di una sigaretta,
e ho filmato la sigaretta accesa in "competizione" col tramonto).
Poi notare l'idiozia di uno che commenta un pezzo come LA POESIA E LO STUPRO
in questo modo, senza argomenti. Senza energia cerebrale e vitale.
Sulla Shoah infatti ci sono film com La vita è bella o quell'altro che uscì contemporaneamente che adesso non ricordo,
ed avevano una connotazione poetico-umoristica...e Tarantino prende in giro Hitler superbamente o certamente anche Chaplin ne Il grande dittatore, quello che conta è fare arte e non immondizia.
Secondo me non si può fare battute su tutto (e non c'entra nulla il moralismo),specie su uno stupro (Olio che si inchiappetta Stanlio non ha nulla a che vedere con uno stupro), o su materie sacre che possono scatenare l'ira di credenti e fondamentalisti (che non hanno il senso dell'umorismo)...la tua libertà di farti due risate blasfeme potrebbe scatenare odio e sofferenza in ortodossi o donne abusate! Tutto il resto è solo poesia, la rappresentazione intima e spesso infima della natura umana: non c'è nulla di più tragico! Baudelaire docet...
Train de vie
Ma infatti.
Ridi pure di tutto.
Ridere di un uomo poi mi pare diverso che ridere di ciò che il sistema che ha rappresentato mette in pratica.
Una delle persone più ridicole del 20mo secolo è Bush figlio. Ed è verissimo.
Ma se fossi un iracheno? Rideresti ancora?
E se vedessi un mussulmano che si sganascia guardando Schindler list?
Non il Grande Dittatore.
E in base al tuo ragionamento sull'arte ti risponde con un bel "e allora? Cazzo vuoi? Io rido di quello che mi pare.
E reputo arte ciò che mi pare, mica quello che decidi tu".
O no?
Non saprei poi dire se "la vita è bella" sia un film da ridere.
Inoltre, Chaplin registra "il grande dittatore" prima della Shoah.
Non dopo.
Chi decide poi cos'è arte, e cosa immondizia? Tu?
Visto poi che vuoi parlare di film: forse avrai visto "Quei bravi ragazzi".
C'è una scena in cui Joe Pesci fa cagare sotto Ray Lotta dicendogli "perché hai detto che sono buffo? Mi trovi buffo?".
"Ma io intendevo... Che dici cose in modo buffo..." "No no... Tu hai detto che io sono buffo. Spiegami cosa intendi".
E la cosa sta per prendere una brutta piega. Ma poi tutto si risolve.
Cambio di scena.
Hai presente quella in cui il ragazzo ebreo si ribella agli insulti di Joe Pesci? E lui gli scarica addosso una 1911.
Tutti ridevano. Prima.
Io penso, che tu ancora non hai capito parecchie cose. Ma tante.
Io penso che si possa ironizzare e fare poesia su tutto, anche sulla violenza, l'importante è però l'intenzione, nel senso che se io ironizzo sulla Shoah o sullo stupro questo non significa che io sia a favore della Shoah o dello stupro ecc... oppure ironizzando neghi che sia avvenuta la Shoah e offenda gli ebrei nella derisione dell'ironia e dell'umorismo.
Il Prof ha portato sapientemente l'esempio del film "La vita è bella", ebbene, l'umorismo è stato il mood di tutto il film ma non per deridere ma per indurre piuttosto a riflettere alla fin fine sul dramma della deportazione di 6 ebrei milioni di ebrei innocenti umiliati prima e poi morti ammazzati tra uomini, donne, bambini per una folle ideologia, col benestare di molti. Quindi Anche l'umorismo può essere utilizzato come mezzo di riflessione, narrazione, espressione artistica ecc.. di seri. L'umorismo può diventare la più sottile forma di riflessione, dunque la più difficile nella sua comprensione/accettazione. Conta anche molto il contesto e molti altri elementi, come lo stile ecc... affinché sia chiara l'intenzione non offensiva.
Bisogna avere i controcazzi per non arrabbiarsi in maniera troglodita, saper cogliere intelligentemente la poesia, l'ironia, cogliere l'intento appunto, senza sventolare lo spaurcchio populista dell'offesa.
Infatti non ho detto che è un film da ridere, il registro è favolistico, lirico e comico.
Da molti ebrei è stato apprezzato, non da tutti, mi sembra di ricordare che alla Segre
non fece impazzire, ma posso sbagliarmi.
In fondo è un film fatto per preservare l'innocenza dei bambini, e in questo è un film
riuscito.
Dove manca il senso dell'umorismo manca la libertà.
Quindi io sarò sempre a favore del senso dell'umorismo.
La vignetta di Vauro non è irresistibile secondo me, ma tutto sommato a una seconda
lettura, non è una presa in giro dei pro vax, anzi.
Fa sorridere forse se si pensa a quanta fatica e stress sia sottoposto
il cittadino responsabile che agisce per riottenere una convivenza
accettabile tra i cittadini.
Io non ho capito parecchie cose, e lo considero un merito.
Per esempio non capire chi non si vaccina è solo una forma di intelligenza.
Commento molto arguto Lindt, complimenti.
Prof, esattamente, hai colto l'intento di Benigni: narrare l'amore di un genitore che fa di tutto per non far capire al bambino la drammatica verità, per non farlo soffrire perché lo separarono dalla mamma, e l'unico modo era attraverso il sorriso,l'umorismo appunto, "per preservare l'innocenza" quindi il vero l'arguto sei tu Prof 👏
🙂
"Chi decide poi cos'è arte, e cosa immondizia? Tu?" Anonimo lo dovrebbe decidere la tua intelligenza. Il Film di Benigni non è un film solo per ridere, ma per riflettere appunto sul dramma psicologico che può significare per un bambino vivere in un campo di concentramento nazista. Primo Levi si è addirittura suicidato dopo essere stato liberato, la sua psiche non ha retto,figuriamoci un bambino con una psiche in formazione. Benigni ci insegna che si deve ridere per non morire dentro, anche da adulti.
Anonimo, sei un No Vax, giusto?
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