Oh Chicca, dolce parolaia, fallo tu un film così delicato
sulla menopausa, e poi vieni a parlare di maschilismo su
questo blog...comunque felice anno nuovo a tutti.
sabato 28 dicembre 2019
TANTE CARE COSE
Ho scoperto che mi piace dire "tante care cose",
l'ho scoperto stamattina al bar, ed è bello scoprire
cose nuove su se stessi, anche a 50 anni di età.
"Tante care cose" è talmente vago, ha una vaghezza
rassicurante, ci può stare dentro di tutto, ma solo
un tutto buono: è la terra che trema solo per dirti
che ha freddo, che ha bisogno di una coperta.
"Tante care cose"...un passaggio lieto, un evento
altrettanto lieto, la nascita di un sorriso, una tasca
leggera, un piccolo inciampo senza conseguenze,
un ricciolo fuori posto, il vento sulle ciglia, la sete
vicino alle bottiglie piene, "tante care cose"...
l'ho scoperto stamattina al bar, ed è bello scoprire
cose nuove su se stessi, anche a 50 anni di età.
"Tante care cose" è talmente vago, ha una vaghezza
rassicurante, ci può stare dentro di tutto, ma solo
un tutto buono: è la terra che trema solo per dirti
che ha freddo, che ha bisogno di una coperta.
"Tante care cose"...un passaggio lieto, un evento
altrettanto lieto, la nascita di un sorriso, una tasca
leggera, un piccolo inciampo senza conseguenze,
un ricciolo fuori posto, il vento sulle ciglia, la sete
vicino alle bottiglie piene, "tante care cose"...
HO LA TESTA MARCIA
Ho la testa marcia.
Vedo Dio riflesso in
una pozza oscura.
Sento la bestemmia
friggere sulle ossa
dell'alba. Marcia. La
testa. Ho. Candeggina
sui fiori. Acido Cristo.
Corrode l'eternità.
Frantumarsi di vene
e vani splendori.
L'arco e la vertigine.
Ho la testa marcia.
Assisto a una lapidazione
fatta con le stelle.
E piango.
Vedo Dio riflesso in
una pozza oscura.
Sento la bestemmia
friggere sulle ossa
dell'alba. Marcia. La
testa. Ho. Candeggina
sui fiori. Acido Cristo.
Corrode l'eternità.
Frantumarsi di vene
e vani splendori.
L'arco e la vertigine.
Ho la testa marcia.
Assisto a una lapidazione
fatta con le stelle.
E piango.
mercoledì 25 dicembre 2019
LO SPIRITO NATALIZIO
Che lo spirito natalizio scenda anche su questo pazzo pazzo blog.
Chicca dice giustamente di essersi interessata a me, e chi si trova su
questo blog, in un modo o nell'altro, mi sta dedicando del tempo,
il proprio tempo, la cosa più preziosa che abbiamo. A volte penso di
non meritarlo, quando mi dimentico di essere Ricky Farina.
Noto uno sforzo di restare più aderenti al tema proposto, ai contenuti.
E questo lo apprezzo. Anche se vi avvitate sempre su voi stessi,
commento dopo commento, come una valanga di parole. Grazie
a voi ho capito l'importanza del proverbio: il silenzio è d'oro.
Detto questo: la polemica è il sale di un blog, se tutti facessimo
uno sforzo per confrontarci con stile, intelligenza, eleganza e con
ironia, forse sarebbe un blog migliore di quello che è, in fondo non
siete poi così stupidi, non totalmente. Vi abbraccio picchiatelli.
Ricky Natalizio
Chicca dice giustamente di essersi interessata a me, e chi si trova su
questo blog, in un modo o nell'altro, mi sta dedicando del tempo,
il proprio tempo, la cosa più preziosa che abbiamo. A volte penso di
non meritarlo, quando mi dimentico di essere Ricky Farina.
Noto uno sforzo di restare più aderenti al tema proposto, ai contenuti.
E questo lo apprezzo. Anche se vi avvitate sempre su voi stessi,
commento dopo commento, come una valanga di parole. Grazie
a voi ho capito l'importanza del proverbio: il silenzio è d'oro.
Detto questo: la polemica è il sale di un blog, se tutti facessimo
uno sforzo per confrontarci con stile, intelligenza, eleganza e con
ironia, forse sarebbe un blog migliore di quello che è, in fondo non
siete poi così stupidi, non totalmente. Vi abbraccio picchiatelli.
Ricky Natalizio
martedì 24 dicembre 2019
LA ZATTERA DELLA MEDUSA
Andrei al Louvre solo per vedere La zattera della Medusa di Géricault.
Ma non amo l'esperienza museale, in un museo mi sento sempre ingessato,
e troppi visitatori rendono tutto brutalmente vacuo. Il capolavoro resta
intatto, intangibile, eppure la sua energia ci avvolge, se abbiamo la
tenacia di astrarci dal contesto, dai gomiti, dagli odori, dalle ascelle,
e ci immergiamo negli abissi dell'arte. Ingres non amava Géricault, per
Ingres l'arte doveva rappresentare solo il Bello: niente dolore, niente
pazzia, niente morte violenta, solo grazia. Per Géricault l'arte è puro
cannibalismo dell'occhio, violenza, vertigine, sofferenza. Ovviamente
per me Ingres è un cretino e sto dalla parte di tutti i Géricault del mondo.
Se volete serenità e nuvolette bianche, andate al Mulino Bianco, idioti.
Géricault (per uno come me che dedica la sua vita al volto umano) è come
una divinità, i suoi ritratti dei folli, dei monomaniaci, sono superbi, senti
il suo pennello che si è bagnato nel pigmento della psiche e ne ha tratto
l'essenza di un'anima in preda all'ossessione, alla purezza della malattia.
C'è nulla di più attuale del naufragio? E della follia?
Ma non amo l'esperienza museale, in un museo mi sento sempre ingessato,
e troppi visitatori rendono tutto brutalmente vacuo. Il capolavoro resta
intatto, intangibile, eppure la sua energia ci avvolge, se abbiamo la
tenacia di astrarci dal contesto, dai gomiti, dagli odori, dalle ascelle,
e ci immergiamo negli abissi dell'arte. Ingres non amava Géricault, per
Ingres l'arte doveva rappresentare solo il Bello: niente dolore, niente
pazzia, niente morte violenta, solo grazia. Per Géricault l'arte è puro
cannibalismo dell'occhio, violenza, vertigine, sofferenza. Ovviamente
per me Ingres è un cretino e sto dalla parte di tutti i Géricault del mondo.
Se volete serenità e nuvolette bianche, andate al Mulino Bianco, idioti.
Géricault (per uno come me che dedica la sua vita al volto umano) è come
una divinità, i suoi ritratti dei folli, dei monomaniaci, sono superbi, senti
il suo pennello che si è bagnato nel pigmento della psiche e ne ha tratto
l'essenza di un'anima in preda all'ossessione, alla purezza della malattia.
C'è nulla di più attuale del naufragio? E della follia?
lunedì 23 dicembre 2019
domenica 22 dicembre 2019
AFORISMI DELLA DOMENICA
Lascia libertà di espressione e vedrai che casino, gli esseri umani
non tollerano la libertà, ne hanno orrore: altrimenti non si spiegherebbero
tutte queste carceri, questi matrimoni, questi colloqui di lavoro,
queste cinghie di contenzione, questi "ti amo", e queste vanità.
Sono in pochi ad avere il coraggio e la fantasia della libertà.
E soprattutto: l'eleganza della libertà. Senza poesia nessuna libertà.
*
Solo i poeti sanno che il "qui ed ora" è solo una delle tante modalità dell'essere,
e nemmeno quella più pregnante. Di sicuro: la più rozza.
*
Ieri sono andato ad ordinare due libri di poesie di Anne Sexton.
La poesia è l'unica cosa che mi spinge a dare un ordine.
Lei si è suicidata, aveva gli occhi troppo profetici per sopportare
ancora la vita. Ed era di una eleganza senza appello.
*
Tutto è insopportabile, anche un alito di vento sul viso.
Per questo ci droghiamo di entusiasmi, noie e abitudini.
non tollerano la libertà, ne hanno orrore: altrimenti non si spiegherebbero
tutte queste carceri, questi matrimoni, questi colloqui di lavoro,
queste cinghie di contenzione, questi "ti amo", e queste vanità.
Sono in pochi ad avere il coraggio e la fantasia della libertà.
E soprattutto: l'eleganza della libertà. Senza poesia nessuna libertà.
*
Solo i poeti sanno che il "qui ed ora" è solo una delle tante modalità dell'essere,
e nemmeno quella più pregnante. Di sicuro: la più rozza.
*
Ieri sono andato ad ordinare due libri di poesie di Anne Sexton.
La poesia è l'unica cosa che mi spinge a dare un ordine.
Lei si è suicidata, aveva gli occhi troppo profetici per sopportare
ancora la vita. Ed era di una eleganza senza appello.
*
Tutto è insopportabile, anche un alito di vento sul viso.
Per questo ci droghiamo di entusiasmi, noie e abitudini.
venerdì 20 dicembre 2019
giovedì 19 dicembre 2019
FORSE NON AVETE CAPITO
Forse non avete capito, carissimi utenti (utenti fa rima con...? Forza, tutti assieme!),
che nel monologo Il mio blog denunciavo la vostra incapacità di ragionare e di
ascolto dei miei contenuti, per poi ricavarne un pensiero degno di essere pensato e
comunicato. Siete voi il fallimento. Non io. Lo so che è dura accettarlo. Siete sul blog
di un poeta che "elargisce" a piene mani contenuti sotto forma di poesie, pensieri,
aforismi e film. Questo deve fare il blogger: esprimersi e condividere. In attesa di
reazioni con un minimo di carburante neuronale. E invece? Siete voi la fuffa. Il
totale Niente. Siete voi che non portate nel mondo nemmeno una piccola luce.
Anche un piccolo blog è una piccola parte di mondo. Il vostro livello è da cesso
di autogrill in alcuni casi, non sempre per carità. Vi riconosco l'abilità di imbastire
vacuità acide sul sottoscritto, di sviare l'attenzione dai miei lavori, senza nemmeno
rendervi conto della vostra volgarità e mancanza di decoro neuronale. Sarebbe
come andare alla mostra di un pittore senza relazionarsi alle opere, ma occupandosi
solo di noccioline, patatine e pettegolezzi sulla vita del pittore. Livelli da sguattere.
Da comari della peggiore specie. Facile discolparsi svalutando l'artista e il suo
lavoro. Per fortuna non sono tutti come voi: scrittori, poeti, artisti e persone di vero
spessore, mi apprezzano e mi amano. Non starò a farvi l'elenco, sarebbe didascalico.
E adolescenziale. In teoria, e anche in pratica, avrei bisogno dell'apprezzamento
di una sola persona: il mio. E io mi amo e mi apprezzo, conosco il mio valore.
Il mio blog era l'occasione per farvi comunicare direttamente con l'artista, e voi
l'avete sprecata nel pettegolezzo e nella volgarità. Ne prendo atto, anche con vero
divertimento, perché l'idiozia è maledettamente divertente, ed è sempre bello
ribaltare i banchi e smerdare la cattedra del professore. E scrivere sulla lavagna:
Leopardi merda! A me gli idioti sono sempre piaciuti. Sono sempre stato dalla
loro parte, per pietà, infinita pietà. Gli intelligenti non hanno bisogno di me,
in fondo, e si nutrono delle mie opere magari anche in silenzio. L'idiota lo fermo
e lo combatto e lo predo a calci in culo solo quando vuole prevaricare sul più
debole, allora intervengo. Fra di voi non vedo deboli, per questo intervengo poco.
Siete idioti forti, fortemente idioti. E alla fine non vedo nemmeno violenti.
Quattro disperati senza arte ma con la "parte" dell'imbecille. Pronti a vomitare
merda perché stufi di farla dal culo in una casa senza vita e senza amore.
In quella casa stretta e angosciante che deve essere la vostra vita, con salotti di
noia mortale e camere da letto ingessate nell'orrore del conformismo. Eiaculate
e avete spasmi clitoridei da rotocalco, come quei poveracci che vanno in Sardegna
per sbavare sul lusso degli altri, dimentichi di quella nobiltà e dignità che è il
carattere, l'unicità e l'orgoglio della propria esistenza individuale. Pecore al
macello. Siete il Nulla, contaminato dal Niente. Pensate: non siete degni nemmeno
di un blog sul Fatto, come il sottoscritto. Zecche invidiose. Lombrichi. Puzzole.
Dio, quanto vi amo, idioti!
che nel monologo Il mio blog denunciavo la vostra incapacità di ragionare e di
ascolto dei miei contenuti, per poi ricavarne un pensiero degno di essere pensato e
comunicato. Siete voi il fallimento. Non io. Lo so che è dura accettarlo. Siete sul blog
di un poeta che "elargisce" a piene mani contenuti sotto forma di poesie, pensieri,
aforismi e film. Questo deve fare il blogger: esprimersi e condividere. In attesa di
reazioni con un minimo di carburante neuronale. E invece? Siete voi la fuffa. Il
totale Niente. Siete voi che non portate nel mondo nemmeno una piccola luce.
Anche un piccolo blog è una piccola parte di mondo. Il vostro livello è da cesso
di autogrill in alcuni casi, non sempre per carità. Vi riconosco l'abilità di imbastire
vacuità acide sul sottoscritto, di sviare l'attenzione dai miei lavori, senza nemmeno
rendervi conto della vostra volgarità e mancanza di decoro neuronale. Sarebbe
come andare alla mostra di un pittore senza relazionarsi alle opere, ma occupandosi
solo di noccioline, patatine e pettegolezzi sulla vita del pittore. Livelli da sguattere.
Da comari della peggiore specie. Facile discolparsi svalutando l'artista e il suo
lavoro. Per fortuna non sono tutti come voi: scrittori, poeti, artisti e persone di vero
spessore, mi apprezzano e mi amano. Non starò a farvi l'elenco, sarebbe didascalico.
E adolescenziale. In teoria, e anche in pratica, avrei bisogno dell'apprezzamento
di una sola persona: il mio. E io mi amo e mi apprezzo, conosco il mio valore.
Il mio blog era l'occasione per farvi comunicare direttamente con l'artista, e voi
l'avete sprecata nel pettegolezzo e nella volgarità. Ne prendo atto, anche con vero
divertimento, perché l'idiozia è maledettamente divertente, ed è sempre bello
ribaltare i banchi e smerdare la cattedra del professore. E scrivere sulla lavagna:
Leopardi merda! A me gli idioti sono sempre piaciuti. Sono sempre stato dalla
loro parte, per pietà, infinita pietà. Gli intelligenti non hanno bisogno di me,
in fondo, e si nutrono delle mie opere magari anche in silenzio. L'idiota lo fermo
e lo combatto e lo predo a calci in culo solo quando vuole prevaricare sul più
debole, allora intervengo. Fra di voi non vedo deboli, per questo intervengo poco.
Siete idioti forti, fortemente idioti. E alla fine non vedo nemmeno violenti.
Quattro disperati senza arte ma con la "parte" dell'imbecille. Pronti a vomitare
merda perché stufi di farla dal culo in una casa senza vita e senza amore.
In quella casa stretta e angosciante che deve essere la vostra vita, con salotti di
noia mortale e camere da letto ingessate nell'orrore del conformismo. Eiaculate
e avete spasmi clitoridei da rotocalco, come quei poveracci che vanno in Sardegna
per sbavare sul lusso degli altri, dimentichi di quella nobiltà e dignità che è il
carattere, l'unicità e l'orgoglio della propria esistenza individuale. Pecore al
macello. Siete il Nulla, contaminato dal Niente. Pensate: non siete degni nemmeno
di un blog sul Fatto, come il sottoscritto. Zecche invidiose. Lombrichi. Puzzole.
Dio, quanto vi amo, idioti!
mercoledì 18 dicembre 2019
martedì 17 dicembre 2019
lunedì 16 dicembre 2019
SAGGEZZA ADDAMS
Le cose più profonde sulla vita me le ha trasmesse
una serie televisiva: La famiglia Addams.
Nemmeno dieci anni di filosofia reggono il confronto,
nemmeno Platone e il suo iperuranio.
Per gli Addams una giornata di pioggia come
quella di oggi è una bellissima giornata, se ci
aggiungete tuoni e fulmini, diventa splendida.
Sono andato a fare colazione nel bar dove c'è il barista
bello, virile, atletico, di una gentilezza bruna,
forte, mai complimentosa, mi aggrappo alla sua
vitalità per credere nel nuovo giorno, e una
donna mi ha sfiorato sul marciapiede, parlava
al cellulare e ironizzava su questa "bellissima
giornata". Ecco una che non ha capito un cazzo
della famiglia Addams, ho pensato. Una che si
è sposata pensando che il giorno del matrimonio
fosse il più bello della sua vita, tre mesi di dieta
per entrare dentro il vestito bianco e poi solo
un rosario di giorni sognando il divorzio...
Nella serie televisiva le persone si spaventavano
quando entravano nella casa della famiglia
Addams e fuggivano via in preda al panico.
Il Ricky ragazzino si diceva: Io sarò loro amico.
Per questo sono diventato l'amico dei poeti.
Grazie a una serie televisiva americana.
una serie televisiva: La famiglia Addams.
Nemmeno dieci anni di filosofia reggono il confronto,
nemmeno Platone e il suo iperuranio.
Per gli Addams una giornata di pioggia come
quella di oggi è una bellissima giornata, se ci
aggiungete tuoni e fulmini, diventa splendida.
Sono andato a fare colazione nel bar dove c'è il barista
bello, virile, atletico, di una gentilezza bruna,
forte, mai complimentosa, mi aggrappo alla sua
vitalità per credere nel nuovo giorno, e una
donna mi ha sfiorato sul marciapiede, parlava
al cellulare e ironizzava su questa "bellissima
giornata". Ecco una che non ha capito un cazzo
della famiglia Addams, ho pensato. Una che si
è sposata pensando che il giorno del matrimonio
fosse il più bello della sua vita, tre mesi di dieta
per entrare dentro il vestito bianco e poi solo
un rosario di giorni sognando il divorzio...
Nella serie televisiva le persone si spaventavano
quando entravano nella casa della famiglia
Addams e fuggivano via in preda al panico.
Il Ricky ragazzino si diceva: Io sarò loro amico.
Per questo sono diventato l'amico dei poeti.
Grazie a una serie televisiva americana.
domenica 15 dicembre 2019
L'immensa stupidità di Chicca
Come può una donna mediamente intelligente e con media cultura come
Chicca, come può essere così immensamente stupida?
Ci vuole del talento. Pensare che Ricky Farina, il contrario dell'anonimato,
possa travestirsi da anonimo, a che pro? Con quale gusto?
Perché? Quanta idiozia si cela in questa supposizione, idiozia psicologica,
e la Chicca a volte si vanta di essere psicologa!
Ehehehehhe
E come è abile a travisare, il blogger non si lamenta, ha più volte
detto che si diverte e vi studia, il blogger ha più volte detto che
lui è un bergsoniano e i bergsoniani non chiudono mai, aprono sempre.
Anche i culi a volte. (Dio, che volgarità).
Il blogger dice solo che in futuro non si sprecherà a rispondere a
commenti fuori tema, perché i commenti fuori tema ignorano
appositamente il contenuto proposto (Chicca, abilissima in questa
cosa, è stata lei a iniziare, la vera troll del blog).
E quindi se voi ignorate i miei contenuti perché io non dovrei
fare altrettanto? Qualcuno sa rispondere?
Il blogger ha sdoganato l'insulto creativo, per chi ne è capace.
Non certo il bullismo. E si è sempre reso disponibile a correre
in aiuto a chi era o è in difficoltà, cancellando sotto richiesta
i commenti non apprezzati.
Fosca è il più imprevedibile dei commentatori e segarlo
sarebbe un atto osceno, anche perché piace tanto a Ethel.
Saluti Chicca!
Ehehehehe
p.s.
Anzi, a dirla tutta, Ethel mi ha detto che viene su questo
blog appositamente per leggere Fosca, manco per me!
Chicca, come può essere così immensamente stupida?
Ci vuole del talento. Pensare che Ricky Farina, il contrario dell'anonimato,
possa travestirsi da anonimo, a che pro? Con quale gusto?
Perché? Quanta idiozia si cela in questa supposizione, idiozia psicologica,
e la Chicca a volte si vanta di essere psicologa!
Ehehehehhe
E come è abile a travisare, il blogger non si lamenta, ha più volte
detto che si diverte e vi studia, il blogger ha più volte detto che
lui è un bergsoniano e i bergsoniani non chiudono mai, aprono sempre.
Anche i culi a volte. (Dio, che volgarità).
Il blogger dice solo che in futuro non si sprecherà a rispondere a
commenti fuori tema, perché i commenti fuori tema ignorano
appositamente il contenuto proposto (Chicca, abilissima in questa
cosa, è stata lei a iniziare, la vera troll del blog).
E quindi se voi ignorate i miei contenuti perché io non dovrei
fare altrettanto? Qualcuno sa rispondere?
Il blogger ha sdoganato l'insulto creativo, per chi ne è capace.
Non certo il bullismo. E si è sempre reso disponibile a correre
in aiuto a chi era o è in difficoltà, cancellando sotto richiesta
i commenti non apprezzati.
Fosca è il più imprevedibile dei commentatori e segarlo
sarebbe un atto osceno, anche perché piace tanto a Ethel.
Saluti Chicca!
Ehehehehe
p.s.
Anzi, a dirla tutta, Ethel mi ha detto che viene su questo
blog appositamente per leggere Fosca, manco per me!
sabato 14 dicembre 2019
DUE AFORISMI
Nella vita bisogna sempre fare qualcosa di insolito,
persino vivere.
*
Guarda sempre il lato negativo di ogni cosa.
Poi sviluppalo.
persino vivere.
*
Guarda sempre il lato negativo di ogni cosa.
Poi sviluppalo.
mercoledì 11 dicembre 2019
IL FORCIPE DI CHAMBERLEN
La vita è spettrale.
Anche in mezzo alle bistecche.
Al grasso che cola.
La vita è spettrale.
Anche se ti metti i sassi
nelle tasche.
Anche se il forcipe di Chamberlen
ha lasciato il segno
sul feto cocciuto.
La vita è spettrale.
Ogni stella, anche il sole,
è spettrale.
Anche se il grano, anche se
la semina, anche se
il pane...
Anche in mezzo alle bistecche.
Al grasso che cola.
La vita è spettrale.
Anche se ti metti i sassi
nelle tasche.
Anche se il forcipe di Chamberlen
ha lasciato il segno
sul feto cocciuto.
La vita è spettrale.
Ogni stella, anche il sole,
è spettrale.
Anche se il grano, anche se
la semina, anche se
il pane...
martedì 10 dicembre 2019
QUANDO SENTO
Quando sento la vita in tutta la sua ritmica vertigine,
non posso non pensare alla "vita negra."
E ogni pallida vigliaccheria, ogni pallido sentire
vola via nei cieli: la vita negra è DIVINA.
La forza, il muscolo, la Natura. Elasticità estatica.
Balzo felino nel tripudio della gioia.
non posso non pensare alla "vita negra."
E ogni pallida vigliaccheria, ogni pallido sentire
vola via nei cieli: la vita negra è DIVINA.
La forza, il muscolo, la Natura. Elasticità estatica.
Balzo felino nel tripudio della gioia.
lunedì 9 dicembre 2019
I CLASSICI CHISCIOTTE
Taxi Driver è un classico e Scorsese è ancora vivo.
Non dire puttanate Fosca.
I classici Chisciotte stanno a indicare un percorso
che si è strutturato nel tempo.
Un percorso, un lavoro, una dedizione.
Non sono mica un "bla bla" come te.
Non dire puttanate Fosca.
I classici Chisciotte stanno a indicare un percorso
che si è strutturato nel tempo.
Un percorso, un lavoro, una dedizione.
Non sono mica un "bla bla" come te.
domenica 8 dicembre 2019
venerdì 6 dicembre 2019
FINE
Ridammi indietro tutto quello che ti ho dato.
Anche i baci, tutto. Anche le carezze.
Tutte le cene che ti ho offerto, rigurgitale.
Ti blocco. Ti blocco dappertutto. Non rivolgermi
più la parola e nemmeno il pensiero.
Anche gli schizzi, tutti i miei schizzi li rivoglio
indietro, addosso. Non sei una puttana!
Ti rendi conto? Mi avevi illuso! Con le tue
cosce spalancate nell'universo. Come osi?
Come osi solo immaginare che io voglia
la quiete del focolare e l'eros addomesticato?
Fine. Basta. Fine. Attenta. Attenta a non tornare
più sui miei passi, non i tuoi, i miei, attenta!
Ridammi indietro i sentieri nel vento, la tua
nudità sospesa, i nostri abbracci accatastati
sulla sponda del fiume, le nuvole, i sogni e le
mani dentro le mutande, tutto, rivoglio tutto.
Paura? Ci hai creduto? Paurosa. Ahahaha.
Si va a Parigi a Capodanno. In macchina. Ok?
Anche i baci, tutto. Anche le carezze.
Tutte le cene che ti ho offerto, rigurgitale.
Ti blocco. Ti blocco dappertutto. Non rivolgermi
più la parola e nemmeno il pensiero.
Anche gli schizzi, tutti i miei schizzi li rivoglio
indietro, addosso. Non sei una puttana!
Ti rendi conto? Mi avevi illuso! Con le tue
cosce spalancate nell'universo. Come osi?
Come osi solo immaginare che io voglia
la quiete del focolare e l'eros addomesticato?
Fine. Basta. Fine. Attenta. Attenta a non tornare
più sui miei passi, non i tuoi, i miei, attenta!
Ridammi indietro i sentieri nel vento, la tua
nudità sospesa, i nostri abbracci accatastati
sulla sponda del fiume, le nuvole, i sogni e le
mani dentro le mutande, tutto, rivoglio tutto.
Paura? Ci hai creduto? Paurosa. Ahahaha.
Si va a Parigi a Capodanno. In macchina. Ok?
giovedì 5 dicembre 2019
BRUNO
Ecco perché amo YOUTUBE.
Hanno caricato questo video di recente
che non conoscevo: questo è proprio
il mio Bruno, il Bruno che ho conosciuto,
ancora integro, orgoglioso, bello.
Grazie di cuore a chi ha realizzato questo
filmato e lo ha proposto ora in occasione
del decennale della sua morte.
Hanno caricato questo video di recente
che non conoscevo: questo è proprio
il mio Bruno, il Bruno che ho conosciuto,
ancora integro, orgoglioso, bello.
Grazie di cuore a chi ha realizzato questo
filmato e lo ha proposto ora in occasione
del decennale della sua morte.
mercoledì 4 dicembre 2019
ATTIMI
Attimi! Perdonami, non so che cosa mi sia successo.
Ti chiedo scusa. Chiedo scusa anche Morton.
Un abbraccio.
Ti chiedo scusa. Chiedo scusa anche Morton.
Un abbraccio.
martedì 3 dicembre 2019
NESSUNA DIFFIDA
Questo blog non diffida nessuno e tantomeno espelle.
Attimi può restare, se le fa piacere. Ho solo detto che se
non mi chiede scusa per l'alto tradimento, con me ha finito
di chiacchierare. Non tollero che i suoi seguaci, da lei
amati e nutriti, mi diano dell'ipocrita, sia in particolare
che in generale. Non siamo tutti ipocriti e io non lo sono.
Come non siamo tutti vittime e carnefici allo stesso tempo.
Ricordo che lo disse proprio Primo Levi dopo avere visto
Il portiere di notte della Cavani. E Primo Levi non è stato
carnefice di nessuno, se non tragicamente di se stesso.
Questo per dire che non vale mischiare tutto: io non sono
ipocrita. Non mi mischio agli ipocriti. L'ipocrisia mi fa
schifo perché è in grado di falsificare una vita intera, e a
me interessano solo le vite vissute nella verità di se stessi.
Il mio motto è sempre stato: fingere sempre, mentire mai.
Non vedo su questo blog persone attrezzate di neuroni
in grado di capire la sottile differenza tra fingere e mentire.
Evidentemente merito dei seguaci di poco acume. Avrò
anche io qualcosa da scontare, e in fondo gli stupidi mi
sono sempre piaciuti di più degli intelligenti. Per questo
vi lascio liberi, vi sguinzaglio su questo spazio, perché è
uno spasso, io vi studio in realtà, dopo avere riso e sorriso.
Studio il comportamento umano, anche qui, fra di voi.
Attimi può restare, se le fa piacere. Ho solo detto che se
non mi chiede scusa per l'alto tradimento, con me ha finito
di chiacchierare. Non tollero che i suoi seguaci, da lei
amati e nutriti, mi diano dell'ipocrita, sia in particolare
che in generale. Non siamo tutti ipocriti e io non lo sono.
Come non siamo tutti vittime e carnefici allo stesso tempo.
Ricordo che lo disse proprio Primo Levi dopo avere visto
Il portiere di notte della Cavani. E Primo Levi non è stato
carnefice di nessuno, se non tragicamente di se stesso.
Questo per dire che non vale mischiare tutto: io non sono
ipocrita. Non mi mischio agli ipocriti. L'ipocrisia mi fa
schifo perché è in grado di falsificare una vita intera, e a
me interessano solo le vite vissute nella verità di se stessi.
Il mio motto è sempre stato: fingere sempre, mentire mai.
Non vedo su questo blog persone attrezzate di neuroni
in grado di capire la sottile differenza tra fingere e mentire.
Evidentemente merito dei seguaci di poco acume. Avrò
anche io qualcosa da scontare, e in fondo gli stupidi mi
sono sempre piaciuti di più degli intelligenti. Per questo
vi lascio liberi, vi sguinzaglio su questo spazio, perché è
uno spasso, io vi studio in realtà, dopo avere riso e sorriso.
Studio il comportamento umano, anche qui, fra di voi.
lunedì 2 dicembre 2019
domenica 1 dicembre 2019
A TE
A te, curvo sui tuoi anni,
indocile alla senile bonaccia,
a te che sbirci le coppiette
e i loro orizzonti di baci e
carezze, a te, ancora curioso
dell'amore, che aizzi il tuo
sangue fra cespugli d'autunno,
e sogni ancora di giovinezza
e di ardori acerbi, a te, matusa,
che spargi seme opaco sull'erba,
tradito da un coito tardivo,
a te, vecchio porco, libidinoso,
a te che torni a casa e sputi
sulle tue radiografie, e gemi
di freschezza oltre l'artrite,
a te, dedico questi versi, mio
sosia incarnato, destino fulgido,
purezza e purezza, non altro,
di morsi, bava e dentiere
scheggiate.
indocile alla senile bonaccia,
a te che sbirci le coppiette
e i loro orizzonti di baci e
carezze, a te, ancora curioso
dell'amore, che aizzi il tuo
sangue fra cespugli d'autunno,
e sogni ancora di giovinezza
e di ardori acerbi, a te, matusa,
che spargi seme opaco sull'erba,
tradito da un coito tardivo,
a te, vecchio porco, libidinoso,
a te che torni a casa e sputi
sulle tue radiografie, e gemi
di freschezza oltre l'artrite,
a te, dedico questi versi, mio
sosia incarnato, destino fulgido,
purezza e purezza, non altro,
di morsi, bava e dentiere
scheggiate.
UN VOLTO NELLA FOLLA
Ecco uno dei film Chisciotte che rispecchiano alla perfezione la mia poetica.
Il titolo è il calco di un famoso film di Kazan.
A me interessa l'individuo: l'indivisibile.
In mezzo a questa folla l'unico individuo è quello con le scarpe
slacciate che gira su se stesso, che cerca qualcosa nel cielo e
attende un segno forse, o un altro volto per comunicare.
L'unico individuo: un barbone.
Il titolo è il calco di un famoso film di Kazan.
A me interessa l'individuo: l'indivisibile.
In mezzo a questa folla l'unico individuo è quello con le scarpe
slacciate che gira su se stesso, che cerca qualcosa nel cielo e
attende un segno forse, o un altro volto per comunicare.
L'unico individuo: un barbone.
sabato 30 novembre 2019
venerdì 29 novembre 2019
CIAO SARDINA
Allora ciao Sardina, penso che non abbiamo più nulla da dirci, se prendi le difese
di chi mi appella "ipocrita" non possiamo più essere amici. Io non sono un santo,
i poeti non sono santi, anzi, direi il contrario. Chi mi tratta male riceve lo stesso
trattamento, fare il superiore non mi è mai piaciuto, non lo trovo nemmeno giusto
e rispettoso, se uno si comporta da merda significa che vuole essere calpestato e
io lo accontento, quindi cara sardina, non sei certo tu che devi dirmi che cosa fa
un vero poeta. Io sono vero. E sono poeta. E reagisco come reagisco. Come tutte
le persone di talento ho altro da fare, e rispondervi su questo blog mi ruba del tempo,
ruba del tempo al mio talento. Devo occuparmi di me stesso, del mio talento.
Scrivere e filmare come so fare io. Voi che non avete alcun talento, a parte il talento
di fare le merde (eccetto Attimi che sa montare con gusto i film), potete stare su
questo blog a fare il pelo e il contropelo e a sguazzare nella vostra mediocrità,
a me alla fine fa piacere vedervi starnazzare, in fondo non è nemmeno colpa vostra
se siete merde mediocri. Il mio rispetto e le mie risposte (senza le mie risposte
non esistete veramente) le avranno solo coloro che si relazioneranno con i miei
lavori: scritti e film. Il resto è fuffa. Il resto siete voi, non io: impotenti o stronze.
Quando sentirò del talento, anche il talento dell'insulto (a volte Fosca), potrò
rispondere, ma in linea di principio risponderò a chi apporterà un soffio di intelligenza,
anche critica e polemica, verso la mia produzione: aforismi, poesie, pensieri e film.
Chi si degnerà di non essere solo una merda avrà la mia attenzione.
Tu, cara sardina, hai fatto la tua scelta. E ti saluto. Non mi fido più di te.
Se fossimo ai tempi dei fasci e dei partigiani, non potrei più fidarmi.
Perché ho visto che ti piace troppo l'odore della merda. Difendi gente che mi
accusa di ipocrisia e questo non posso accettarlo, perché non si tratta di un
insulto ma di una falsità, e i poeti vivono di verità e nella falsità crepano.
Le falsità sono solo falsità. E fanno schifo. Fanno vomitare. E sono da merde.
Ricordati, cara sardina, ricordati il mare, l'oceano, e lascia perdere la merda.
Non fa per te… quando rinsavirai chiedendo umilmente scusa per questo tuo
tradimento, forse potremmo tornare ad avere una relazione. La differenza tra te
e Medea è proprio questa: di Medea mi fido, di te non più. Medea mi avrebbe
difeso per amore, amore per tutto ciò che le ho donato in questi anni, con la mia
verità e con i miei film. Medea avrebbe divorato i miei nemici. Tu li nutri.
Saluti
martedì 26 novembre 2019
ETHEL E SUA FIGLIA GIULIA
Ethel: Giulia, qual è il senso di leggere un bel libro per te?
Giulia (8 anni): Per me il senso è che mi fa crescere l'immaginazione.
Che dire di più?
Giulia (8 anni): Per me il senso è che mi fa crescere l'immaginazione.
Che dire di più?
venerdì 22 novembre 2019
AZIONI
Accendi il portafoglio.
Sbianca l'idraulico.
Ustiona l'infermiere.
Scaraventa la montagna.
Finisci l'eternità.
Cristallizza le briciole.
Taglia l'ombelico.
Frastaglia l'immane.
Fruga l'apocalisse.
Frattaglia l'immondo.
Sbrindella l'acquazzone.
Incorpora l'apertura.
Spremi il fungo.
Dissolvi lo scheletro.
Estendi l'arco.
Macina l'inossidabile.
Salta l'ostacolo.
Chiudi la vena.
Ferisci la lontananza.
Espleta l'organo.
Confisca il burro.
Scivola sulle sorgenti.
Mischia la fretta.
Ripopola il miraggio.
Atterra il cielo.
Sbianca l'idraulico.
Ustiona l'infermiere.
Scaraventa la montagna.
Finisci l'eternità.
Cristallizza le briciole.
Taglia l'ombelico.
Frastaglia l'immane.
Fruga l'apocalisse.
Frattaglia l'immondo.
Sbrindella l'acquazzone.
Incorpora l'apertura.
Spremi il fungo.
Dissolvi lo scheletro.
Estendi l'arco.
Macina l'inossidabile.
Salta l'ostacolo.
Chiudi la vena.
Ferisci la lontananza.
Espleta l'organo.
Confisca il burro.
Scivola sulle sorgenti.
Mischia la fretta.
Ripopola il miraggio.
Atterra il cielo.
giovedì 21 novembre 2019
QUADRETTO ROMANO di Giammarco Sardi.
Un giovedì di novembre. Esco di casa per andare al bar dove tutte le mattine faccio colazione. Appena esco dal portone sento gridare il mio nome: “ Giammarco poi vení n’attimo?”. A chiamarmi è il tizio che gestisce un negozio per animali proprio sotto casa mia. Uno di quelli che se il pomeriggio sposti una sedia per pulire sotto al tavolo, il giorno dopo quando esci di casa, ti dice: “ieri che hai fatto un trasloco?”. Mi mostra 3 petali rosa che sono a circa un metro dall’entrata della sua attività. Alzando la voce dice che lui si è stufato di trovare foglie davanti alla sua serranda e che devo tagliare le piante sul balcone perché sporcano. Lo guardo in silenzio recitare la sua commedia tragica mentre gli anziani del palazzo mostrano a distanza il loro interesse con il tipico gesto di chi incrocia le mani dietro la schiena. Continuo a fissare la bava alla bocca di quest’uomo mentre il mio cervello ancora semi addormentato cerca le parole per risolvere la situazione. L’unica cosa a cui riesco a pensare è che ancora non ho mangiato. Gli dico “Marcè scusami ma sto ancora a dormí, so sicuro che c’è una spiegazione a tutto questo. Vado n’attimo al bar e torno... promesso”. Mentre cammino verso il bar lo sento borbottare con i vecchi del palazzo che si avvicinano al luogo del delitto. Prendo il solito cappuccino e mente inzuppo il cornetto nella tazza giunge da sola la risposta al problema. Saluto i ragazzi del bar e torno da Marcello che ancora sta discutendo con i vecchi del palazzo. Raccolgo i tre petali, lo guardo e gli dico: “ho capito qual è il problema ma non penso ci si possa fare niente”. Lui mi guarda incuriosito come si guarda qualcuno che sta per dire una cosa intelligente. Rimango in silenzio qualche secondo, lo guardo negli occhi e gli dico “ ho capito perché i petali cadono davanti alla tua serranda... siamo in AUTUNNO”. La risata dei vecchi è come musica che precede l’uscita di scena dello scassaminchia. Liquida la mia riflessione con “a Giammà ma vatten’affanculo” entra nel negozio e sempre borbottando inizia a impilare sacchi da 20kg di crocchette per cani. Io salgo in casa e annaffio le piante dai petali rosa
I MIEI GENITORI
E ve la voglio dire tutta: ognuno di noi è il frutto dei propri genitori,
non solo in senso fisico ma anche spirituale. Io non ho avuto dei genitori
perfetti, per niente, hanno fatto tanti errori con me, vedete come sono
diventato? Però i miei genitori sono sempre stati brillanti e mi hanno
trasmesso la loro generosità. Non persone chiuse, tristi, avare. Tante
feste in casa tra amici, tanto cibo, musica, balli. Ricordo ogni loro amico,
è una ricchezza spirituale, conosci meglio l'essere umano e le sue
tipologie (come a scuola, che è il suo vero insegnamento). Lo champagne
non mancava mai, le bollicine e la voglia di vivere la vita assieme.
"La vita è una festa: viviamola assieme", così si conclude uno dei film
più belli della storia del cinema. Il convivio è fondamentale, per i greci
era la filosofia stessa. Mangiare e bere assieme. In fondo non c'è molto
altro in questa vita. Ecco, posso dirvela una cosa, quando penso a voi,
penso a persone rinchiuse nelle proprie case, con pochissimi amici, e in
ogni caso non vi vedo a fare feste, se non con i parenti magari a natale.
Vi vedo rigidi. Una volta ho visto una foto di famiglia di Andrea, la
famiglia al completo al mare (premesso, bella famiglia e ho parlato al
telefono con la moglie che mi è sembrata gentile e dolce), ma erano tutti
in riga, rigidi, senza un sorriso. Andrea, attento, è da queste famiglie
che poi nascono i suicidi. Lo dico perché in fondo ti voglio bene e ho
percepito il pericolo, nella vita bisogna essere scomposti, non rigidi.
Se penso a Chicca, la iena ridente, non immagino certo feste, vedo un
lui e una lei che si cibano solo delle proprie caccole, ma feste dorate
tra amici proprio no. Da un simile stile di vita (chiamiamolo stile) non
può certo nascere l'amore per l'altro e il diverso, sono vite improntate
alla diffidenza e chi diffida è solo un avaro, non sa essere generoso.
Queste persone mi fanno pena, non certo rabbia, vivono una vita di
gabbia e diffidenza, senza bollicine dorate. Attimi, non so, sempre questa
storia di Attimisegreta di agente007, anche lei la vedo in gabbia, anche
lei prigioniera di una vita a codice a barre, con qualche tentativo di fuga.
Fosca è un debosciato simpatico, e la sua casa odora di vomito, lui
lo sa e tiene lontano tutti, tranne le fiche che amano il vomito e il cazzo.
Martina, tu inviti mai qualcuno al tuo desco? Qualcuno che magari
incontri per strada il giorno stesso? Io e mio fratello siamo così.
Un giorno abbiamo invitato Roberto Perino a una nostra festa, era
un ex fotografo, dormiva per strada, senza un tetto, ed è diventato un
nostro caro amico, lo abbiamo invitato perché ci era simpatico, non
per "pietà". Noi siamo così, perché siamo il frutto dei nostri genitori.
Siamo brillanti. Voi no. Per questo siete su questo blog, perché avete
nostalgia di tutto quello champagne che non avete mai avuto. E per
champagne ovviamente intendo Nostra Signora La Metafora.
non solo in senso fisico ma anche spirituale. Io non ho avuto dei genitori
perfetti, per niente, hanno fatto tanti errori con me, vedete come sono
diventato? Però i miei genitori sono sempre stati brillanti e mi hanno
trasmesso la loro generosità. Non persone chiuse, tristi, avare. Tante
feste in casa tra amici, tanto cibo, musica, balli. Ricordo ogni loro amico,
è una ricchezza spirituale, conosci meglio l'essere umano e le sue
tipologie (come a scuola, che è il suo vero insegnamento). Lo champagne
non mancava mai, le bollicine e la voglia di vivere la vita assieme.
"La vita è una festa: viviamola assieme", così si conclude uno dei film
più belli della storia del cinema. Il convivio è fondamentale, per i greci
era la filosofia stessa. Mangiare e bere assieme. In fondo non c'è molto
altro in questa vita. Ecco, posso dirvela una cosa, quando penso a voi,
penso a persone rinchiuse nelle proprie case, con pochissimi amici, e in
ogni caso non vi vedo a fare feste, se non con i parenti magari a natale.
Vi vedo rigidi. Una volta ho visto una foto di famiglia di Andrea, la
famiglia al completo al mare (premesso, bella famiglia e ho parlato al
telefono con la moglie che mi è sembrata gentile e dolce), ma erano tutti
in riga, rigidi, senza un sorriso. Andrea, attento, è da queste famiglie
che poi nascono i suicidi. Lo dico perché in fondo ti voglio bene e ho
percepito il pericolo, nella vita bisogna essere scomposti, non rigidi.
Se penso a Chicca, la iena ridente, non immagino certo feste, vedo un
lui e una lei che si cibano solo delle proprie caccole, ma feste dorate
tra amici proprio no. Da un simile stile di vita (chiamiamolo stile) non
può certo nascere l'amore per l'altro e il diverso, sono vite improntate
alla diffidenza e chi diffida è solo un avaro, non sa essere generoso.
Queste persone mi fanno pena, non certo rabbia, vivono una vita di
gabbia e diffidenza, senza bollicine dorate. Attimi, non so, sempre questa
storia di Attimisegreta di agente007, anche lei la vedo in gabbia, anche
lei prigioniera di una vita a codice a barre, con qualche tentativo di fuga.
Fosca è un debosciato simpatico, e la sua casa odora di vomito, lui
lo sa e tiene lontano tutti, tranne le fiche che amano il vomito e il cazzo.
Martina, tu inviti mai qualcuno al tuo desco? Qualcuno che magari
incontri per strada il giorno stesso? Io e mio fratello siamo così.
Un giorno abbiamo invitato Roberto Perino a una nostra festa, era
un ex fotografo, dormiva per strada, senza un tetto, ed è diventato un
nostro caro amico, lo abbiamo invitato perché ci era simpatico, non
per "pietà". Noi siamo così, perché siamo il frutto dei nostri genitori.
Siamo brillanti. Voi no. Per questo siete su questo blog, perché avete
nostalgia di tutto quello champagne che non avete mai avuto. E per
champagne ovviamente intendo Nostra Signora La Metafora.
mercoledì 20 novembre 2019
RICKY L'IPOCRITA
Allora, se per ipocrita si intende attore, certo che sono ipocrita, in quanto
recito la mia verità, c'è sempre un palcoscenico, un costume(occhiali e cappello),
non sono mai aderente a me stesso, sono aderente alla mia maschera, con
la quale non voglio ingannare nessuno ma solo esprimermi, perché è attraverso
la maschera che divento vero, la verità come costruzione di se stessi, e i miei
strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Se per ipocrita si intende
simulare o chi assume atteggiamenti in cui non crede, beh, non c'è nulla di
più lontano da me, infatti sono qui, su questo blog, con quattro disperati, proprio
perché non sono un simulatore e nemmeno un adulatore. Tutti a turno mi
avete dato dell'ipocrita, anche Attimi, me lo ricordo benissimo. Date dell'ipocrita
a chi mette la propria vita in piazza, a chi fa della sincerità il proprio segno,
non tralasciando i lati più contraddittori, senza abbellimenti o cipria sul viso.
Dare dell'ipocrita a Ricky Farina è la manifestazione di una imbecillità congenita.
Significa non avere capito nulla della mia poetica. Solo una come Chicca può
pensare una cosa del genere, solo una persona avara come Chicca. Se c'è una
cosa che odio è proprio l'avarizia. Lo senti quando una persona è avara, lo senti.
Questa mancanza di brillantezza, questa opacità triste, che delirio di noia sono
gli avari. Cito Chicca perchè è la prima ad avermi dato dell'ipocrita. A me
Fosca piace perché sento che è generoso, anche negli insulti. Se uno non ama
gli insulti si ritira come ho fatto io, si prende una pausa, adesso mi sono
rifocillato di cose belle, di belle persone, bei film, e posso tornare tra di voi.
Non è obbligatorio venire su questo blog, chi ci viene sa che è un blog libero
e non ho certo bisogno di scriverlo sul Fatto Quotidiano, sul Fatto scrivo quello
che mi pare. Ognuno di voi decide: stare o andarsene. Non è una colla questo
blog. Il mio errore è stato quello di aspettarmi da voi un commento critico
alla mia opera, invece siete qui per cazzeggiare, una volta capito questo,
in fondo è anche gratificante: siete qui perché vi interessa Ricky Farina ma
non la sua arte. Chicca è qui per fare Chicca. Attimi per fare Attimi. Fosca
Fosca. Andrea Andrea. E così via. Siete qui per ribadire voi stessi in una sorta
di loop antropometrico, ma sotto l'egida di Ricky Farina che con la sua vita
strampalata in fondo vi assolve tutti, ed è per questo che un matto pensa che
io sia un prete, in fondo non è poi così matto. Vi assolvo tutti, con la mia vita.
recito la mia verità, c'è sempre un palcoscenico, un costume(occhiali e cappello),
non sono mai aderente a me stesso, sono aderente alla mia maschera, con
la quale non voglio ingannare nessuno ma solo esprimermi, perché è attraverso
la maschera che divento vero, la verità come costruzione di se stessi, e i miei
strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Se per ipocrita si intende
simulare o chi assume atteggiamenti in cui non crede, beh, non c'è nulla di
più lontano da me, infatti sono qui, su questo blog, con quattro disperati, proprio
perché non sono un simulatore e nemmeno un adulatore. Tutti a turno mi
avete dato dell'ipocrita, anche Attimi, me lo ricordo benissimo. Date dell'ipocrita
a chi mette la propria vita in piazza, a chi fa della sincerità il proprio segno,
non tralasciando i lati più contraddittori, senza abbellimenti o cipria sul viso.
Dare dell'ipocrita a Ricky Farina è la manifestazione di una imbecillità congenita.
Significa non avere capito nulla della mia poetica. Solo una come Chicca può
pensare una cosa del genere, solo una persona avara come Chicca. Se c'è una
cosa che odio è proprio l'avarizia. Lo senti quando una persona è avara, lo senti.
Questa mancanza di brillantezza, questa opacità triste, che delirio di noia sono
gli avari. Cito Chicca perchè è la prima ad avermi dato dell'ipocrita. A me
Fosca piace perché sento che è generoso, anche negli insulti. Se uno non ama
gli insulti si ritira come ho fatto io, si prende una pausa, adesso mi sono
rifocillato di cose belle, di belle persone, bei film, e posso tornare tra di voi.
Non è obbligatorio venire su questo blog, chi ci viene sa che è un blog libero
e non ho certo bisogno di scriverlo sul Fatto Quotidiano, sul Fatto scrivo quello
che mi pare. Ognuno di voi decide: stare o andarsene. Non è una colla questo
blog. Il mio errore è stato quello di aspettarmi da voi un commento critico
alla mia opera, invece siete qui per cazzeggiare, una volta capito questo,
in fondo è anche gratificante: siete qui perché vi interessa Ricky Farina ma
non la sua arte. Chicca è qui per fare Chicca. Attimi per fare Attimi. Fosca
Fosca. Andrea Andrea. E così via. Siete qui per ribadire voi stessi in una sorta
di loop antropometrico, ma sotto l'egida di Ricky Farina che con la sua vita
strampalata in fondo vi assolve tutti, ed è per questo che un matto pensa che
io sia un prete, in fondo non è poi così matto. Vi assolvo tutti, con la mia vita.
martedì 19 novembre 2019
LUCIANO
Luciano gestisce il bar sotto casa,
quello all'angolo, vicino alla farmacia,
quello dove lavora come barista il mio
amico Agostino, e Luciano ha uno stile
tutto suo, è di poche parole ma quando
gli va di raccontare non si ferma più,
e sono sempre episodi legati alla sua
giovinezza, insieme ai suoi amici, e lui
mi dice sempre: "Che cosa desideri?",
e ha un modo di dirlo molto bello che
mi fa sentire speciale, e mi spiace dire
che desidero solo un caffè, mi spiace tanto,
ma Luciano sa che la vita è così, tanti
piccoli desideri, uno dietro l'altro, fino
all'ultimo caffè.
quello all'angolo, vicino alla farmacia,
quello dove lavora come barista il mio
amico Agostino, e Luciano ha uno stile
tutto suo, è di poche parole ma quando
gli va di raccontare non si ferma più,
e sono sempre episodi legati alla sua
giovinezza, insieme ai suoi amici, e lui
mi dice sempre: "Che cosa desideri?",
e ha un modo di dirlo molto bello che
mi fa sentire speciale, e mi spiace dire
che desidero solo un caffè, mi spiace tanto,
ma Luciano sa che la vita è così, tanti
piccoli desideri, uno dietro l'altro, fino
all'ultimo caffè.
lunedì 18 novembre 2019
sabato 16 novembre 2019
venerdì 15 novembre 2019
giovedì 14 novembre 2019
Scusa se è poco
La canzone di mio zio per il film Scusa se è poco, con
Monica Vitti, Tognazzi e Abatantuono.
Monica Vitti, Tognazzi e Abatantuono.
mercoledì 13 novembre 2019
IL PENSIERO NAGA
Il pensiero dell'associazione NAGA è anche il mio pensiero.
Come Associazione e come singoli volontari e volontarie, ci sentiamo immersi in un clima fatto di urla, aggressività e criminalizzazione del fenomeno migratorio e in una narrazione che costringe i cittadini stranieri in categorie predefinite: i migranti economici, i poverini, i delinquenti, i profughi, i parassiti, i bisognosi.
Ma quando entriamo al Naga, oppure quando usciamo con le unità mobili per svolgere le nostre attività, tutto ciò diventa un’eco lontana e incontriamo un’altra realtà.
E così accade che mentre offriamo cure mediche, assistenza legale e sociale e accoglienza, le categorie sfumano, vengono sovvertite, smentite e si rivelano troppo piccole per contenere la varietà delle esistenze delle persone che incontriamo.
Ed è proprio in questi incontri che trova senso e forza il nostro agire.
Come Associazione e come singoli volontari e volontarie, ci sentiamo immersi in un clima fatto di urla, aggressività e criminalizzazione del fenomeno migratorio e in una narrazione che costringe i cittadini stranieri in categorie predefinite: i migranti economici, i poverini, i delinquenti, i profughi, i parassiti, i bisognosi.
Ma quando entriamo al Naga, oppure quando usciamo con le unità mobili per svolgere le nostre attività, tutto ciò diventa un’eco lontana e incontriamo un’altra realtà.
E così accade che mentre offriamo cure mediche, assistenza legale e sociale e accoglienza, le categorie sfumano, vengono sovvertite, smentite e si rivelano troppo piccole per contenere la varietà delle esistenze delle persone che incontriamo.
Ed è proprio in questi incontri che trova senso e forza il nostro agire.
martedì 12 novembre 2019
UNA PORTA CHIUSA A CHIAVE
Una porta chiusa a chiave.
Le cascate nella bocca del lavandino.
Una mela dimenticata da un morso.
Il cuscino sformato.
L'uomo si toglie i pantaloni.
La donna si toglie di mezzo e lo
lascia solo.
Solo con il cuore.
Solo con le finestre aperte nella notte.
Solo con i pipistrelli.
E sul muro bianco immensa l'ombra
dell'abbandono.
Nessun dolore, nessun pianto.
Il volto appeso.
Il sangue scorre in placidi labirinti.
La vita è folle e le mani
sono ancora più folli.
Queste mani appese al vuoto.
Millefoglie di respiro.
Gelatina di vento.
Caramella alla menta.
Nel vortice di ricami.
Nel silenzio appeso.
Cardine di glassa.
Il tuo strappo nel mio strappo.
Sarti falliti.
L'amore.
Le cascate nella bocca del lavandino.
Una mela dimenticata da un morso.
Il cuscino sformato.
L'uomo si toglie i pantaloni.
La donna si toglie di mezzo e lo
lascia solo.
Solo con il cuore.
Solo con le finestre aperte nella notte.
Solo con i pipistrelli.
E sul muro bianco immensa l'ombra
dell'abbandono.
Nessun dolore, nessun pianto.
Il volto appeso.
Il sangue scorre in placidi labirinti.
La vita è folle e le mani
sono ancora più folli.
Queste mani appese al vuoto.
Millefoglie di respiro.
Gelatina di vento.
Caramella alla menta.
Nel vortice di ricami.
Nel silenzio appeso.
Cardine di glassa.
Il tuo strappo nel mio strappo.
Sarti falliti.
L'amore.
lunedì 11 novembre 2019
ESSERE UN FARINA E UN VITALI
Essere un Farina non è male. Siamo persone serie, molto serie, e proprio
per questo coltiviamo la leggerezza. Facciamo bene il nostro lavoro: papà
era un grande venditore di turbine a vapore, Dario uno dei compositori
italiani di maggiore successo, Roberto Farina(da non confondersi con mio
fratello) è stato un organizzatore di eventi culturali nella Roma degli anni
Settanta e Ottanta, fondatore di cineclub e creatore di rassegne storiche
che hanno lasciato il segno, come Massenzio nell'Estate Romana, e il mio
rammarico è di non avere passato abbastanza tempo con lui perché viveva
a Roma, ma una volta ci andai una settimana di fila nella Capitale proprio
per stare con mio zio e fu bellissimo: tante feste, tanto cointreau, al bar
del Fico con la beat generation e via di seguito. Poi c'è l'altro Roberto
Farina, da confondersi con mio fratello perché è mio fratello, scrittore
di libri importanti per stile e contenuto, libri che ti fanno ancora credere
nell'uomo, nonostante il dilagare degli stronzoidi, e non è poco. E ci sono
io, il più grande video ritrattista vivente, l'unico, il superbo collezionista
di esseri umani, l'incorreggibile genio dell'imprevisto e del caos. Per non
parlare dei Vitali, la parte materna, vigili del fuoco, il coraggio e l'abnegazione,
contadini e giardinieri che hanno reso Firenze una città ancora più
verde, fondatori di palestre come il famoso Club Conti, zie di quasi 100 anni
che si lamentano di non avere più 90 anni, del resto fanno Vitali di cognome,
e mamma, mamma, il mio Dio, il capezzolo e il capezzale dell'Universo.
per questo coltiviamo la leggerezza. Facciamo bene il nostro lavoro: papà
era un grande venditore di turbine a vapore, Dario uno dei compositori
italiani di maggiore successo, Roberto Farina(da non confondersi con mio
fratello) è stato un organizzatore di eventi culturali nella Roma degli anni
Settanta e Ottanta, fondatore di cineclub e creatore di rassegne storiche
che hanno lasciato il segno, come Massenzio nell'Estate Romana, e il mio
rammarico è di non avere passato abbastanza tempo con lui perché viveva
a Roma, ma una volta ci andai una settimana di fila nella Capitale proprio
per stare con mio zio e fu bellissimo: tante feste, tanto cointreau, al bar
del Fico con la beat generation e via di seguito. Poi c'è l'altro Roberto
Farina, da confondersi con mio fratello perché è mio fratello, scrittore
di libri importanti per stile e contenuto, libri che ti fanno ancora credere
nell'uomo, nonostante il dilagare degli stronzoidi, e non è poco. E ci sono
io, il più grande video ritrattista vivente, l'unico, il superbo collezionista
di esseri umani, l'incorreggibile genio dell'imprevisto e del caos. Per non
parlare dei Vitali, la parte materna, vigili del fuoco, il coraggio e l'abnegazione,
contadini e giardinieri che hanno reso Firenze una città ancora più
verde, fondatori di palestre come il famoso Club Conti, zie di quasi 100 anni
che si lamentano di non avere più 90 anni, del resto fanno Vitali di cognome,
e mamma, mamma, il mio Dio, il capezzolo e il capezzale dell'Universo.
ANCHE LEI
Anche lei è una parente, da parte di mia nonna paterna che
di cognome faceva Gigliotti e anche Dalida nata al Cairo
come tutti i Farina, tranne me e mio fratello.
Dalida era una cugina di nonna se non sbaglio, ma è una parente
che non ho mai vissuto se non come tutti voi, ascoltando
le sue canzoni e ammirando il suo fascino.
di cognome faceva Gigliotti e anche Dalida nata al Cairo
come tutti i Farina, tranne me e mio fratello.
Dalida era una cugina di nonna se non sbaglio, ma è una parente
che non ho mai vissuto se non come tutti voi, ascoltando
le sue canzoni e ammirando il suo fascino.
CANTANTE
Timido come tutti i Farina, impacciato davanti alla
telecamera, questa fu una delle ultime canzoni che
cantò personalmente, mi ricordo che entravo nei
juke-box dei bar di Milano e la mettevo almeno tre
volte di seguito, per fargli pubblicità, fino a farmi
odiare dai clienti del bar, ma la famiglia è sacra!
telecamera, questa fu una delle ultime canzoni che
cantò personalmente, mi ricordo che entravo nei
juke-box dei bar di Milano e la mettevo almeno tre
volte di seguito, per fargli pubblicità, fino a farmi
odiare dai clienti del bar, ma la famiglia è sacra!
DARIO
Dario, mio zio fine anni Settanta, questo suo primo album da
solista fu un vero floppone, un disastro, eppure è molto bello,
secondo me. Non arrivò a vendere nemmeno 1000 copie, 900
e qualcosa, ma come tutti sanno, qualche anno dopo, in una
camera d'albergo compose Sarà perché ti amo, 7 milioni di
copie vendute e poi fu un successo dopo l'altro...
solista fu un vero floppone, un disastro, eppure è molto bello,
secondo me. Non arrivò a vendere nemmeno 1000 copie, 900
e qualcosa, ma come tutti sanno, qualche anno dopo, in una
camera d'albergo compose Sarà perché ti amo, 7 milioni di
copie vendute e poi fu un successo dopo l'altro...
LE PAROLE DI MEDEA
Le parole di Medea sul libro di Roberto: FUOCHI.
https://donnaemostronelmito.blogspot.com/2019/11/fuochi-un-poema-epico-dei-tempi-nostri.html?fbclid=IwAR2bdB3ozxH47CCT4yIWbxrwca8l2kNDZ_0pGhqUmBbixqpwT5vg7OebXmQ
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domenica 10 novembre 2019
SOLO UN GIOCATTOLO
C'è la scena del teatro che è bellissima e
l'apprendista della morte è il nuovo Alain Delon.
Quindi questo corto è ok. Io non saprei farlo.
l'apprendista della morte è il nuovo Alain Delon.
Quindi questo corto è ok. Io non saprei farlo.
venerdì 8 novembre 2019
IL CERVINO
Ricordo, ero piccolo, tipo sette anni,
ero in montagna, con papà e mamma
e mio fratello di 4 anni più piccolo,
non ricordo con esattezza dove fossi,
Cervino, forse. Ricordo un libro dalla
copertina dura e gialla, erano dei racconti
polizieschi, Conan Doyle e altri, e poi
un coltellino che non mi comprarono
perché non avevo l'età giusta, ricordo
che ci rimasi male a non avere l'età giusta.
Ci rimango sempre male quando non
sono giusto. Ricordo il dito chiuso nella
portiera della macchina, e mia madre
che dal finestrino urla, e riapre subito
la portiera, tutta spaventata, e ricordo
di non avere sentito male, per niente.
Ho capito solo una cosa, avevo l'età giusta
per capire, per capire questo: che la
realtà, per quanto pura e innevata, può
farti prigioniero per un attimo o per
sempre. Lo decide lei. La realtà, il dito,
la portiera, il Cervino, il coltello, il
libro di racconti, la mamma, papà, Robi,
il tempo che macina tutto, anche la
neve.
ero in montagna, con papà e mamma
e mio fratello di 4 anni più piccolo,
non ricordo con esattezza dove fossi,
Cervino, forse. Ricordo un libro dalla
copertina dura e gialla, erano dei racconti
polizieschi, Conan Doyle e altri, e poi
un coltellino che non mi comprarono
perché non avevo l'età giusta, ricordo
che ci rimasi male a non avere l'età giusta.
Ci rimango sempre male quando non
sono giusto. Ricordo il dito chiuso nella
portiera della macchina, e mia madre
che dal finestrino urla, e riapre subito
la portiera, tutta spaventata, e ricordo
di non avere sentito male, per niente.
Ho capito solo una cosa, avevo l'età giusta
per capire, per capire questo: che la
realtà, per quanto pura e innevata, può
farti prigioniero per un attimo o per
sempre. Lo decide lei. La realtà, il dito,
la portiera, il Cervino, il coltello, il
libro di racconti, la mamma, papà, Robi,
il tempo che macina tutto, anche la
neve.
giovedì 7 novembre 2019
domenica 3 novembre 2019
CARISSIMI UTENTI
Carissimi utenti di questo blog, purtroppo non siete all'altezza del blog,
nessuno di voi è più il benvenuto, mi avete annoiato oltre ogni possibile
pazienza, e io sono un uomo molto paziente; siete qui solo per fare caos,
per gettare al blogger accuse senza capo né coda, tipo: ipocrita o misogino.
Accuse alle quali non vale nemmeno la pena rispondere, tutta la mia opera
e la mia vita sono a dimostrare e a mostrare l'esatto contrario.
Lascio come sempre la zona commenti aperta, io sono un bergsoniano e
non chiudo mai nulla, credo nell'evoluzione e nell'eiaculazione creatrice,
ma non mi avrete mai più, di voi non mi interessa più nulla, nemmeno
vi leggerò, nemmeno i commenti a questo post, siete solo dei mediocri,
e la riprova è che nessuno ha commentato l'ultimo ritratto a Rosanna,
donna molto interessante sotto ogni punto di vista, donna stimolante, e
a voi invece frega solo di stare su questo blog a fare le puzzette, siete
miseri e antipatici nel senso etimologico del termine, azzuffatevi tra di
voi, senza di me siete solo pesciolini rossi prigionieri della bolla commenti,
siete niente di niente. Se avete un minimo di dignità vi levate dai coglioni,
altrimenti restate pure tra di voi. Questa volta sono io che dico addio.
Un carissimo saluto e buona vita a tutti.
nessuno di voi è più il benvenuto, mi avete annoiato oltre ogni possibile
pazienza, e io sono un uomo molto paziente; siete qui solo per fare caos,
per gettare al blogger accuse senza capo né coda, tipo: ipocrita o misogino.
Accuse alle quali non vale nemmeno la pena rispondere, tutta la mia opera
e la mia vita sono a dimostrare e a mostrare l'esatto contrario.
Lascio come sempre la zona commenti aperta, io sono un bergsoniano e
non chiudo mai nulla, credo nell'evoluzione e nell'eiaculazione creatrice,
ma non mi avrete mai più, di voi non mi interessa più nulla, nemmeno
vi leggerò, nemmeno i commenti a questo post, siete solo dei mediocri,
e la riprova è che nessuno ha commentato l'ultimo ritratto a Rosanna,
donna molto interessante sotto ogni punto di vista, donna stimolante, e
a voi invece frega solo di stare su questo blog a fare le puzzette, siete
miseri e antipatici nel senso etimologico del termine, azzuffatevi tra di
voi, senza di me siete solo pesciolini rossi prigionieri della bolla commenti,
siete niente di niente. Se avete un minimo di dignità vi levate dai coglioni,
altrimenti restate pure tra di voi. Questa volta sono io che dico addio.
Un carissimo saluto e buona vita a tutti.
giovedì 31 ottobre 2019
IL MANIFESTO
Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia si astengono in Senato
sulla mozione che ha istituito la commissione straordinaria
contro odio, razzismo e antisemitismo proposta dalla senatrice
Liliana Segre. Se ne lavano le mani, ma hanno le mani sporche.
Basterebbe questo per gettare discredito su queste "debolezze"
politiche (non ha senso chiamarle forze), basterebbe questa
astensione per rabbrividire d'orrore davanti a chi vota destra,
invece fanno solo tristezza, tanta e tanta tristezza.
Oggi sul Manifesto un bellissimo articolo di Marc Tibaldi su
Fuochi, il libro di mio fratello Roberto, con il suo racconto
su Dita Parlo ha fatto un miracolo: l'ha scagionata dall'accusa
di collaborazionismo con i nazisti.
sulla mozione che ha istituito la commissione straordinaria
contro odio, razzismo e antisemitismo proposta dalla senatrice
Liliana Segre. Se ne lavano le mani, ma hanno le mani sporche.
Basterebbe questo per gettare discredito su queste "debolezze"
politiche (non ha senso chiamarle forze), basterebbe questa
astensione per rabbrividire d'orrore davanti a chi vota destra,
invece fanno solo tristezza, tanta e tanta tristezza.
Oggi sul Manifesto un bellissimo articolo di Marc Tibaldi su
Fuochi, il libro di mio fratello Roberto, con il suo racconto
su Dita Parlo ha fatto un miracolo: l'ha scagionata dall'accusa
di collaborazionismo con i nazisti.
mercoledì 30 ottobre 2019
RICKY VESTIBOLARE
Quando sei un labirinto pescoso,
quando senti crescere i pensieri come
cresce l'erba sulle vertigini di pietra,
quando sei il conturbante centro
di ogni disattenzione e la feroce
pietrificazione dell'attimo convulso,
in sostanza quando sei fico come
Ricky, che cosa pretendi dal gregge
elettrico? Gloria? Riconoscimenti?
Premi? Pompini? Già esulta il cuore
e il cosmo, accoglienza vestibolare,
di ogni tuo respiro inconscio, trema e
gode Dio al tuo cospetto: l'Essere
Unico, riversato sulla terra, con agonie
da passeggio e fiori da donare ai
vortici illesi di ogni evanescenza.
quando senti crescere i pensieri come
cresce l'erba sulle vertigini di pietra,
quando sei il conturbante centro
di ogni disattenzione e la feroce
pietrificazione dell'attimo convulso,
in sostanza quando sei fico come
Ricky, che cosa pretendi dal gregge
elettrico? Gloria? Riconoscimenti?
Premi? Pompini? Già esulta il cuore
e il cosmo, accoglienza vestibolare,
di ogni tuo respiro inconscio, trema e
gode Dio al tuo cospetto: l'Essere
Unico, riversato sulla terra, con agonie
da passeggio e fiori da donare ai
vortici illesi di ogni evanescenza.
sabato 26 ottobre 2019
DA BALLA A DALLA
Lunedì sera al teatro Manzoni di Milano
il mio amico Dario Ballantini farà uno
spettacolo su Dalla, suo caro amico.
Fate qualcosa, uscite di casa, divertitevi.
venerdì 25 ottobre 2019
IL CAPPUCCINO GAY
Stamattina ho cambiato bar, ogni tanto
bisogna scegliere l'ignoto. E mi sono
trovato davanti a un barista della mia età,
forte, attivo, energico, con un tatuaggio
sul collo taurino, voce maschia ma gentile,
gesti precisi, millimetrici, sicuri, pizzetto
che di solito non mi piace ma su lui ci sta a
meraviglia, un tipo che a prima vista infonde
coraggio, fiducia, hai l'impressione che in
una burrasca, nel cuore di una tempesta,
fra fulmini e lampi e tuoni, lui potrebbe
donarti ancora un sorriso d'orizzonte, al
confine tra la meraviglia e il soccorso.
"Ci vuoi il cacao nel cappuccino?", me lo
dice all'improvviso, e io che di solito
rispondo sempre no, con lui mi lascio andare
a un sì entusiastico e quasi fremente.
"Accomodati pure, te lo porto io".
Mi accomodo. Attendo. Sento la sua
collega che dice: "Marco, ricordati il cappuccino
del ragazzo con gli occhiali e il cappello!".
Si chiama Marco! E mi hanno chiamato
ragazzo! Marco arriva e mi porge con
freschezza fuggitiva il cappuccino più
cremoso e buono della mia vita. La prima
bustina di zucchero resta sospesa sulla
crema, non vuole affondare, vuole vivere
ancora, ancora, prima di sciogliersi per
sempre, e baffi di crema al cacao si formano
attorno alla mia bocca mentre deglutisco
il paradiso e rifletto sulla mia nascente
sessualità: io a uno che fa un cappuccino
così farei con gioia un pompino! Ma no,
non può essere, è stato tutto un abbaglio,
io amo le donne, le amo perdutamente,
non può bastare un cappuccino perfetto a
farmi diventare gay. Entro, pago, dico:
"grazie per questo cappuccino delizioso e
soprattutto per avermi chiamato ragazzo
con gli occhiali e il cappello!" Marco
sorride e mi dice: "Buona giornata, ragazzo!".
Esco. Torno ad essere un normale
eterosessuale. E mi avvio verso casa.
bisogna scegliere l'ignoto. E mi sono
trovato davanti a un barista della mia età,
forte, attivo, energico, con un tatuaggio
sul collo taurino, voce maschia ma gentile,
gesti precisi, millimetrici, sicuri, pizzetto
che di solito non mi piace ma su lui ci sta a
meraviglia, un tipo che a prima vista infonde
coraggio, fiducia, hai l'impressione che in
una burrasca, nel cuore di una tempesta,
fra fulmini e lampi e tuoni, lui potrebbe
donarti ancora un sorriso d'orizzonte, al
confine tra la meraviglia e il soccorso.
"Ci vuoi il cacao nel cappuccino?", me lo
dice all'improvviso, e io che di solito
rispondo sempre no, con lui mi lascio andare
a un sì entusiastico e quasi fremente.
"Accomodati pure, te lo porto io".
Mi accomodo. Attendo. Sento la sua
collega che dice: "Marco, ricordati il cappuccino
del ragazzo con gli occhiali e il cappello!".
Si chiama Marco! E mi hanno chiamato
ragazzo! Marco arriva e mi porge con
freschezza fuggitiva il cappuccino più
cremoso e buono della mia vita. La prima
bustina di zucchero resta sospesa sulla
crema, non vuole affondare, vuole vivere
ancora, ancora, prima di sciogliersi per
sempre, e baffi di crema al cacao si formano
attorno alla mia bocca mentre deglutisco
il paradiso e rifletto sulla mia nascente
sessualità: io a uno che fa un cappuccino
così farei con gioia un pompino! Ma no,
non può essere, è stato tutto un abbaglio,
io amo le donne, le amo perdutamente,
non può bastare un cappuccino perfetto a
farmi diventare gay. Entro, pago, dico:
"grazie per questo cappuccino delizioso e
soprattutto per avermi chiamato ragazzo
con gli occhiali e il cappello!" Marco
sorride e mi dice: "Buona giornata, ragazzo!".
Esco. Torno ad essere un normale
eterosessuale. E mi avvio verso casa.
giovedì 24 ottobre 2019
A PRANZO CON UNA BELLA DONNA
Mi dicono: perché continui
a scrivere sul FATTO?
Sapete perché?
Questa foto me l'ha scattata oggi una
donna bella, simpatica e affascinante.
Conosciuta grazie al mio blog sul
Fatto, e poi di persona.
Una delizia di femmina!
Purtroppo sono un uomo fedele,
Ethel tranquilla!
Ma...insomma...è bello tramutare
in vita vera quello che faccio.
MI FATE RIDERE
Mi fate ridere, se ogni tanto non vi dessi importanza su questo blog
a rispondervi, che cosa sareste? Un branco di dementi che gira e rigira
attorno al nulla. Al vostro nulla. Non al mio.
Forse di voi resterà qualcosa, qualche frammento, perché siete stati
da queste parti, dato che di Ricky non si butta via nulla, come con
i maiali.
Consolatevi.
Ma fa riflettere e sorridere questo venire nel mio blog personalissimo,
intimo, clandestino, a vomitare insulti all'autore.
Avete proprio bisogno di intimità con me, vero?
Potreste vomitare sul Fatto, ma no, preferite qui, al calduccio,
senza censura.
Dovreste farmi una statua, vi lascio libero sfogo, poi se fate
come i piccioni non è colpa mia: non siete aquile.
a rispondervi, che cosa sareste? Un branco di dementi che gira e rigira
attorno al nulla. Al vostro nulla. Non al mio.
Forse di voi resterà qualcosa, qualche frammento, perché siete stati
da queste parti, dato che di Ricky non si butta via nulla, come con
i maiali.
Consolatevi.
Ma fa riflettere e sorridere questo venire nel mio blog personalissimo,
intimo, clandestino, a vomitare insulti all'autore.
Avete proprio bisogno di intimità con me, vero?
Potreste vomitare sul Fatto, ma no, preferite qui, al calduccio,
senza censura.
Dovreste farmi una statua, vi lascio libero sfogo, poi se fate
come i piccioni non è colpa mia: non siete aquile.
mercoledì 23 ottobre 2019
IL BLOGGER FELICE
L'essere un blogger libero e felice porta e comporta tante cose, anche delle
responsabilità, purtroppo. Io odio le responsabilità, mi affaticano.
Si attirano molti svitati, la rete e il mondo pullula di svitati. Ci sono
svitati buoni e svitati cattivi. Questo blog ha avuto e ha due svitati
cattivi: il cecchino e la farmacista cattolica. Questi vanno tenuti a bada
ogni tanto, portando sempre la dovuta pietas a chi soffre disturbi mentali.
A questi vanno tagliate le gambe e lo faccio volentieri, quando esagerano
in cattiveria. Io non conosco la sensibilità di tutti, cancello quando so
per certo che una persona può restare ferita. Cancello solo quando ho questa
certezza. Ma dato che non sono nella vostra testa e nel vostro cuore,
ho già detto che accetto suggerimenti e ho sempre cancellato su richiesta.
Un saluto.
responsabilità, purtroppo. Io odio le responsabilità, mi affaticano.
Si attirano molti svitati, la rete e il mondo pullula di svitati. Ci sono
svitati buoni e svitati cattivi. Questo blog ha avuto e ha due svitati
cattivi: il cecchino e la farmacista cattolica. Questi vanno tenuti a bada
ogni tanto, portando sempre la dovuta pietas a chi soffre disturbi mentali.
A questi vanno tagliate le gambe e lo faccio volentieri, quando esagerano
in cattiveria. Io non conosco la sensibilità di tutti, cancello quando so
per certo che una persona può restare ferita. Cancello solo quando ho questa
certezza. Ma dato che non sono nella vostra testa e nel vostro cuore,
ho già detto che accetto suggerimenti e ho sempre cancellato su richiesta.
Un saluto.
UN BLOG ILLUMINATO
Il mio è un blog illuminato, quindi non posso oscurarlo, sarebbe come
andare contro natura. Avrai un blog a tua immagine e somiglianza.
Io sono una persona aperta, questo è un blog aperto. Mi somiglia.
Lotto contro la volgarità, certo. Si può lottare contro la volgarità
usando la volgarità stessa, ma con stile, con un segno diverso.
Eleganza non significa parole forbite e inchini. L'eleganza è sempre
nella ricerca di una verità, per quanto mi riguarda. Questo è il mio
percorso, il mio "lavoro". Mi sono sempre mostrato disponibile a
cancellare commenti a voi sgraditi, e l'ho fatto di recente sotto
richiesta personale di Attimi. Che cosa volete di più? Non sono
un censore, non ne ho la stoffa. E nemmeno la voglia, dato che il
tempo è prezioso, preferisco fare altro che stare a controllare le vostre
intemperanze, ma su segnalazione posso agire. Io vedo il mio
blog non come una piazza, ma come una strada, non posso decidere
chi entra e chi esce e non mi va di mettere bavagli. Ma ogni tanto
posso interpretare il poliziotto, anche se è un ruolo che non amo.
In Parlamento si sentono più voci, no? Non ho certo simpatie per
Salvini, lo sapete, ma eliminare i leghisti sarebbe un'operazione
poco democratica, e di oscenità etiche ne dicono, a mio avviso.
Non voglio vivere in un mondo migliore, a me piace questo.
Mi piace la vita con le sue contraddizioni, con il bene e il male.
Mi piace il mio blog. Così, senza censure. Vivo, fino all'ultimo
insulto. Sul Fatto è giusto che ci sia una moderazione, anche se
i modi di offendere "educatamente" sono ancora peggiori e più
crudeli, almeno l'insulto ha la bonomia di una cosa becera.
andare contro natura. Avrai un blog a tua immagine e somiglianza.
Io sono una persona aperta, questo è un blog aperto. Mi somiglia.
Lotto contro la volgarità, certo. Si può lottare contro la volgarità
usando la volgarità stessa, ma con stile, con un segno diverso.
Eleganza non significa parole forbite e inchini. L'eleganza è sempre
nella ricerca di una verità, per quanto mi riguarda. Questo è il mio
percorso, il mio "lavoro". Mi sono sempre mostrato disponibile a
cancellare commenti a voi sgraditi, e l'ho fatto di recente sotto
richiesta personale di Attimi. Che cosa volete di più? Non sono
un censore, non ne ho la stoffa. E nemmeno la voglia, dato che il
tempo è prezioso, preferisco fare altro che stare a controllare le vostre
intemperanze, ma su segnalazione posso agire. Io vedo il mio
blog non come una piazza, ma come una strada, non posso decidere
chi entra e chi esce e non mi va di mettere bavagli. Ma ogni tanto
posso interpretare il poliziotto, anche se è un ruolo che non amo.
In Parlamento si sentono più voci, no? Non ho certo simpatie per
Salvini, lo sapete, ma eliminare i leghisti sarebbe un'operazione
poco democratica, e di oscenità etiche ne dicono, a mio avviso.
Non voglio vivere in un mondo migliore, a me piace questo.
Mi piace la vita con le sue contraddizioni, con il bene e il male.
Mi piace il mio blog. Così, senza censure. Vivo, fino all'ultimo
insulto. Sul Fatto è giusto che ci sia una moderazione, anche se
i modi di offendere "educatamente" sono ancora peggiori e più
crudeli, almeno l'insulto ha la bonomia di una cosa becera.
domenica 20 ottobre 2019
sabato 19 ottobre 2019
giovedì 17 ottobre 2019
POESIA PER ETHEL
Ti ricordi? Sei venuta sotto casa mia.
Ci siamo visti per la prima volta e siamo
andati in un bar a bere un caffè.
Metà bustina di zucchero è finita sul tavolino
perché non so aprire le bustine.
La volta dopo sei salita a casa mia ed è
andato tutto molto bene, perché se
non so aprire le bustine, beh, le donne riesco
ad aprirle molto meglio.
Ecco, già vedo che ti offendi, che mi
rimproveri perché non riesco a scrivere
una poesia seria, struggente, dolce.
Dici spesso che siamo due "cazzoni", per
questo andiamo d'accordo.
No, tesoro. Solo io sono un cazzone, tse tse,
in tutti i sensi! Scherzo, non arrabbiarti.
Ci sto bene con te, ci si diverte un sacco.
Mi piaci quando ridi delle mie cazzate,
e quando prima di andare a letto ci laviamo
i denti assieme, tu tutta fiera del bianco
dei tuoi denti, certificato come A+ dal
tuo dentista, e io con i miei denti alla
nicotina, e mi insegni la pazienza di
spazzolarli per almeno tre minuti che a
me sembrano un'eternità, ma vicino a te
no, il tempo vola e noi con lui, voliamo
sulle lenzuola e le arruffiamo d'amore,
e poi voliamo nei sogni, e tu a volte
devi difenderti dai miei calci notturni
perché ho incubi mioclonici, spasmi e
spasimi, questo è il mio destino che
condivido con te, ed è bello svegliarmi
con la fame, tanta fame, di te e di
crostatine, muffin e biscotti e noci, che
ti porto su un vassoio di legno a letto,
e tu metti il miele nel caffè e io metto
la mia bocca fra le tue cosce, e sento
il sapore della mia vita, e mi piace.
Una vita arruffata, da cazzone, una vita
che affronta il mondo con una certezza
in più da quando ti conosco: non so
lavarmi i denti, ma so sorridere.
Ci siamo visti per la prima volta e siamo
andati in un bar a bere un caffè.
Metà bustina di zucchero è finita sul tavolino
perché non so aprire le bustine.
La volta dopo sei salita a casa mia ed è
andato tutto molto bene, perché se
non so aprire le bustine, beh, le donne riesco
ad aprirle molto meglio.
Ecco, già vedo che ti offendi, che mi
rimproveri perché non riesco a scrivere
una poesia seria, struggente, dolce.
Dici spesso che siamo due "cazzoni", per
questo andiamo d'accordo.
No, tesoro. Solo io sono un cazzone, tse tse,
in tutti i sensi! Scherzo, non arrabbiarti.
Ci sto bene con te, ci si diverte un sacco.
Mi piaci quando ridi delle mie cazzate,
e quando prima di andare a letto ci laviamo
i denti assieme, tu tutta fiera del bianco
dei tuoi denti, certificato come A+ dal
tuo dentista, e io con i miei denti alla
nicotina, e mi insegni la pazienza di
spazzolarli per almeno tre minuti che a
me sembrano un'eternità, ma vicino a te
no, il tempo vola e noi con lui, voliamo
sulle lenzuola e le arruffiamo d'amore,
e poi voliamo nei sogni, e tu a volte
devi difenderti dai miei calci notturni
perché ho incubi mioclonici, spasmi e
spasimi, questo è il mio destino che
condivido con te, ed è bello svegliarmi
con la fame, tanta fame, di te e di
crostatine, muffin e biscotti e noci, che
ti porto su un vassoio di legno a letto,
e tu metti il miele nel caffè e io metto
la mia bocca fra le tue cosce, e sento
il sapore della mia vita, e mi piace.
Una vita arruffata, da cazzone, una vita
che affronta il mondo con una certezza
in più da quando ti conosco: non so
lavarmi i denti, ma so sorridere.
mercoledì 16 ottobre 2019
martedì 15 ottobre 2019
SILVANO
Nel 1967, due anni prima della mia tragicomica apparizione al mondo,
Silvano girava Il giardino delle delizie, uno dei suoi film più puri e belli.
Un film sofferto, mutilato dai produttori, e da allora Silvano si è prodotto
i film da solo. Tra gli interpreti Lea Massari, e Maurice Ronet, il protagonista
di Ascensore per il patibolo, e non c'è bisogno di dire altro. Mi raccontava
Silvano che Ronet aveva il tic di sbattere le palpebre troppo spesso e
allora mentre giravano lui diceva: "Fai attenzione all'uomo nero, Maurice".
"Silvano, ma come hai convinto Ronet a recitare in un tuo film?", gli
chiesi e lui: "Semplice, sono andato a casa sua, ho bussato alla porta,
lui mi ha aperto in vestaglia e io gli ho detto che sarebbe stato il protagonista
del mio primo lungometraggio". "E lui che cosa ti ha risposto'".
Mi ha risposto: "Beh, grazie per avermelo fatto sapere!". Così. Questa
è la storia del cinema, e qui, su questo blog, da ridere a crepapelle, ci
sono le pulci con la tosse, che dileggiano Silvano e non ne capiscono
la poesia, roba da matti. Per fortuna c'è ancora Ricky Farina al mondo.
Silvano girava Il giardino delle delizie, uno dei suoi film più puri e belli.
Un film sofferto, mutilato dai produttori, e da allora Silvano si è prodotto
i film da solo. Tra gli interpreti Lea Massari, e Maurice Ronet, il protagonista
di Ascensore per il patibolo, e non c'è bisogno di dire altro. Mi raccontava
Silvano che Ronet aveva il tic di sbattere le palpebre troppo spesso e
allora mentre giravano lui diceva: "Fai attenzione all'uomo nero, Maurice".
"Silvano, ma come hai convinto Ronet a recitare in un tuo film?", gli
chiesi e lui: "Semplice, sono andato a casa sua, ho bussato alla porta,
lui mi ha aperto in vestaglia e io gli ho detto che sarebbe stato il protagonista
del mio primo lungometraggio". "E lui che cosa ti ha risposto'".
Mi ha risposto: "Beh, grazie per avermelo fatto sapere!". Così. Questa
è la storia del cinema, e qui, su questo blog, da ridere a crepapelle, ci
sono le pulci con la tosse, che dileggiano Silvano e non ne capiscono
la poesia, roba da matti. Per fortuna c'è ancora Ricky Farina al mondo.
UN TEMPO
Un tempo si scrivevano delle lettere, per scrivere delle lettere c'era
un rituale, anche riflessivo. Si sceglieva la carta, la si piegava, poi si
leccava per chiuderla e per un francobollo, una spedizione, e l'attesa.
L'attesa era un nido. Per l'immaginazione. Per i pensieri in volo.
La contemporaneità ha ucciso l'attesa, è tutto istantaneo, come i
budini senz'anima. Attendere è frustrazione, non più sogno.
L'attesa è un corpo estraneo da eliminare, è diventata un guscio
vuoto, un isterico diaframma tra due vertigini piatte. Per questo
i veri poeti adesso li puoi trovare solo nelle sale d'attesa, li riconosci
perché sono gli unici che non si contorcono, che non si lasciano
distrarre da nulla, hanno lo sguardo estatico, fisso sul vuoto e non
chiedono altro che contemplare il volto dell'Essere ancora un poco,
prima che venga il proprio turno. I poeti sanno che è solo illusione.
Il proprio turno è già arrivato, dalla nascita. Ed è sempre attivo.
Così c'è chi scrive su un blog, chi comunica, e chi risponde, e tutto
è un girotondo di attese mancate, perché chi vive senza il sogno
dell'attesa, scrive solo volgarità, non scrive nemmeno: spurga.
un rituale, anche riflessivo. Si sceglieva la carta, la si piegava, poi si
leccava per chiuderla e per un francobollo, una spedizione, e l'attesa.
L'attesa era un nido. Per l'immaginazione. Per i pensieri in volo.
La contemporaneità ha ucciso l'attesa, è tutto istantaneo, come i
budini senz'anima. Attendere è frustrazione, non più sogno.
L'attesa è un corpo estraneo da eliminare, è diventata un guscio
vuoto, un isterico diaframma tra due vertigini piatte. Per questo
i veri poeti adesso li puoi trovare solo nelle sale d'attesa, li riconosci
perché sono gli unici che non si contorcono, che non si lasciano
distrarre da nulla, hanno lo sguardo estatico, fisso sul vuoto e non
chiedono altro che contemplare il volto dell'Essere ancora un poco,
prima che venga il proprio turno. I poeti sanno che è solo illusione.
Il proprio turno è già arrivato, dalla nascita. Ed è sempre attivo.
Così c'è chi scrive su un blog, chi comunica, e chi risponde, e tutto
è un girotondo di attese mancate, perché chi vive senza il sogno
dell'attesa, scrive solo volgarità, non scrive nemmeno: spurga.
lunedì 14 ottobre 2019
CANNE DI CADUTA
Sfioro un portinaio della zona che sta
parlando al telefonino con uno:"Ascoltami
un secondo, tu sai che cosa sono le
canne di caduta? Quelle che si usano per
la spazzatura...". Mi basta questo per
riandare con la testa a quando buttavo
giù la spazzatura dalle canne di caduta,
vivevo in un altro palazzo, ed era bello
sentire il rumore a vertigine della spazzatura
che precipitava lungo le canne, verso
tenebre di accoglienza momentanea, e
tutto nella mia vita era più precipitoso
e precipitante, e anche il sangue era più
vivo dentro di me e cadeva a sorgente,
dentro di me, fresco e vivo, come un
rospo che scoppia di salute nello stagno.
venerdì 11 ottobre 2019
RODNEY DANGERFIELD
RODNEY DANGERFIELD
Io sono un bisessuale: lo faccio forse due volte all'anno.
Il mio psicologo ha detto a me e a mia moglie di fare sesso tutte le notti. Così adesso praticamente non ci incontriamo mai.
Quando ero piccolo i miei genitori traslocavano spesso, ma io li trovavo sempre.
Io bevo troppo. L'ultima volta che ho fornito un campione d'urina c'era un'oliva dentro.
Dormiamo in camere separate, ognuno cena per i fatti suoi, facciamo vacanze ognuno per conto suo: insomma facciamo di tutto per fare funzionare il matrimonio.
Io e mia moglie siamo stati felici per vent'anni.
Poi ci siamo conosciuti.
Poi ci siamo conosciuti.
La posizione preferita di mia moglie: schiena contro schiena.
Ho dei figli di bell'aspetto. Grazie a Dio, mia moglie mi tradisce.
Da piccolo avevo un sacco di brufoli. Un giorno, in biblioteca, mi sono addormentato. Al mio risveglio un cieco mi stava leggendo la faccia.
Una ragazza mi ha telefonato l'altro giorno e mi ha detto: Vieni da me che non c'è nessuno. Sono andato da lei. Non c'era nessuno.
Ho chiesto a mia moglie:"In una scala da 1 a 10 che voto mi daresti come amante?". Lei mi ha risposto "Lo sai che non sono brava con le frazioni".
Mio fratello gemello è un deficiente, continua a dimenticarsi il mio compleanno.
giovedì 10 ottobre 2019
MAURO
Mauro, e di cognome? Forza Freddy, esci allo scoperto.
Mauro Pernacchione?
Ecco il vero Mauro della mia vita.
E più romano de lui...non è possibile.
Mauro Pernacchione?
Ecco il vero Mauro della mia vita.
E più romano de lui...non è possibile.
martedì 8 ottobre 2019
CERTE VITE: ROMAIN GARY.
Certe vite lasciano con l'amaro della polvere da sparo in bocca,
come la vita di Romain Gary, scrittore ebreo lituano, nato a Vilnius
nel 1914, si trasferisce in Francia all'età di 13 anni. Nel corso
della sua vita partecipa alla Resistenza francese e viene decorato
con la Legion d'onore, dopo la guerra intraprende la carriera
diplomatica, vive per un certo periodo in California, scrive libri,
con uno vince il Goncourt, più importante premio letterario in Francia,
il libro si intitola Le radici del cielo, e forse per scherzo o per noia
scrive un altro libro sotto pseudonimo (Emile Ajar) e vince per
la seconda volta il premio Goncourt, il libro si intitola La vita
davanti a sé. Unico scrittore al mondo ad avere vinto due volte
questo premio, e per un semplice motivo: lo statuto del premio non
permette a uno scrittore di vincerlo due volte. Ma con uno
pseudonimo tutto è possibile e la beffa è fatta! Nel frattempo
Romain si sposa con una scrittrice e dopo con l'attrice feticcio
della Nouvelle Vague: Jean Seberg, interprete indimenticabile di
Fino all'ultimo respiro di Godard. Con la Seberg nasce un figlio
di nome Alexandre Diego. La Seberg si uccide perché non riesce più
a convivere con i propri nervi e le proprie crisi depressive, e
Romain, pochi anni dopo avere pubblicato il già citato La vita davanti a
sé, esce in strada a Parigi, compra una vestaglia rossa, torna a
casa e si spara in bocca, siamo nel 1980. La vestaglia rossa è
un atto di gentilezza per mimetizzare il sangue, un pensiero
elegante, anche prima di spararsi in bocca, per chi scoprirà il
suo cadavere. Il figlio Alexandre Diego, mamma e papà suicidati, è
diventato uno scrittore, non ho mai letto nulla di suo, sto invece
leggendo La vita davanti a sé del padre, ed è un bellissimo libro.
come la vita di Romain Gary, scrittore ebreo lituano, nato a Vilnius
nel 1914, si trasferisce in Francia all'età di 13 anni. Nel corso
della sua vita partecipa alla Resistenza francese e viene decorato
con la Legion d'onore, dopo la guerra intraprende la carriera
diplomatica, vive per un certo periodo in California, scrive libri,
con uno vince il Goncourt, più importante premio letterario in Francia,
il libro si intitola Le radici del cielo, e forse per scherzo o per noia
scrive un altro libro sotto pseudonimo (Emile Ajar) e vince per
la seconda volta il premio Goncourt, il libro si intitola La vita
davanti a sé. Unico scrittore al mondo ad avere vinto due volte
questo premio, e per un semplice motivo: lo statuto del premio non
permette a uno scrittore di vincerlo due volte. Ma con uno
pseudonimo tutto è possibile e la beffa è fatta! Nel frattempo
Romain si sposa con una scrittrice e dopo con l'attrice feticcio
della Nouvelle Vague: Jean Seberg, interprete indimenticabile di
Fino all'ultimo respiro di Godard. Con la Seberg nasce un figlio
di nome Alexandre Diego. La Seberg si uccide perché non riesce più
a convivere con i propri nervi e le proprie crisi depressive, e
Romain, pochi anni dopo avere pubblicato il già citato La vita davanti a
sé, esce in strada a Parigi, compra una vestaglia rossa, torna a
casa e si spara in bocca, siamo nel 1980. La vestaglia rossa è
un atto di gentilezza per mimetizzare il sangue, un pensiero
elegante, anche prima di spararsi in bocca, per chi scoprirà il
suo cadavere. Il figlio Alexandre Diego, mamma e papà suicidati, è
diventato uno scrittore, non ho mai letto nulla di suo, sto invece
leggendo La vita davanti a sé del padre, ed è un bellissimo libro.
lunedì 7 ottobre 2019
sabato 5 ottobre 2019
venerdì 4 ottobre 2019
A STENTO
Sarà l'età? Sto diventando misantropo. Oggi mi è passata
accanto una donna gravida e mi sono trattenuto a stento
dal dirle: "Si vergogni!".
accanto una donna gravida e mi sono trattenuto a stento
dal dirle: "Si vergogni!".
giovedì 3 ottobre 2019
giovedì 26 settembre 2019
mercoledì 25 settembre 2019
IERI
Mio fratello Roberto, ieri,
da Germi, il luogo di contaminazione
voluto da Manuel Agnelli.
Presentazione di Fuochi.
Tutti i libri venduti. Successo della
serata. Fra poco è in arrivo anche
il reportage Chisciotte.
Iniziano a chiamarmi "il fratello di
Roberto Farina".
Speriamo che questo libro sia anche
un successo commerciale.
Io e Robi ci occuppiamo di perdenti,
emarginati, con il solo scopo
di finire su una rivista di gossip.
Speriamo.
martedì 24 settembre 2019
FRAMMENTI
In questi giorni c'è mamma a Milano,
non veniva da anni, è venuta per il compleanno
di Roberto e per la presentazione di oggi
del libro da Germi, con Manuel Agnelli
che ha letto Fuochi e ha definito i racconti
delle "fiabe terribili". Il libro, lo sapete ormai,
si intitola Fuochi, e Roberto è scivolato
sulla vaselina, ha scritto vasellina, con due
elle, ma sono errori veniali! Mamma è abituata
al mare e non sopporta più Milano, il traffico,
ieri mi ha fatto quasi litigare con un tipaccio
tatuato che ci aveva tagliato la strada, lei
ha tirato giù il finestrino e gli ha detto il fatto
suo, e il tatuato era quasi spaventato!
Io ho preferito sorridere, sorrido sempre
in macchina, non voglio diventare brutto.
Poi se scendo della macchina sono cazzi!
Meglio fare il filosofo, lo stoico.
Poco fa ho visto un ragazzo con le gambe
ad archetto, e ho pensato a quel proverbio
che mi disse un'amica tanti anni fa:
gambe ad archetto, diavolo a letto.
Cristo, io non ho le gambe ad archetto,
le ingiustizie della vita, maledizione!
Perché? Comunque, ho parcheggiato
la macchina in due mosse e sono andato
al bar per un caffè, mi sono messo a un
tavolino dove c'era già una tazzina di
caffè consumata, ho sbirciato nel fondo
della tazzina per leggere il destino di
uno sconosciuto, ma che cosa stupida,
anche lui morirà come me, non c'è molto
altro da sapere, sono i fondamentali.
E i fondamentali sono i fondamentali.
Buona giornata!
non veniva da anni, è venuta per il compleanno
di Roberto e per la presentazione di oggi
del libro da Germi, con Manuel Agnelli
che ha letto Fuochi e ha definito i racconti
delle "fiabe terribili". Il libro, lo sapete ormai,
si intitola Fuochi, e Roberto è scivolato
sulla vaselina, ha scritto vasellina, con due
elle, ma sono errori veniali! Mamma è abituata
al mare e non sopporta più Milano, il traffico,
ieri mi ha fatto quasi litigare con un tipaccio
tatuato che ci aveva tagliato la strada, lei
ha tirato giù il finestrino e gli ha detto il fatto
suo, e il tatuato era quasi spaventato!
Io ho preferito sorridere, sorrido sempre
in macchina, non voglio diventare brutto.
Poi se scendo della macchina sono cazzi!
Meglio fare il filosofo, lo stoico.
Poco fa ho visto un ragazzo con le gambe
ad archetto, e ho pensato a quel proverbio
che mi disse un'amica tanti anni fa:
gambe ad archetto, diavolo a letto.
Cristo, io non ho le gambe ad archetto,
le ingiustizie della vita, maledizione!
Perché? Comunque, ho parcheggiato
la macchina in due mosse e sono andato
al bar per un caffè, mi sono messo a un
tavolino dove c'era già una tazzina di
caffè consumata, ho sbirciato nel fondo
della tazzina per leggere il destino di
uno sconosciuto, ma che cosa stupida,
anche lui morirà come me, non c'è molto
altro da sapere, sono i fondamentali.
E i fondamentali sono i fondamentali.
Buona giornata!
Un galletto croccante
Un galletto croccante.
Una donna che ti dice -ti amo-.
Una formula.
Una stanza dei giochi.
Un annegato.
Un rubino.
Un cappello a cilindro.
Abracadabra.
Una torta nel frigo.
Una candelina.
Dio.
Un soffio.
Una donna che ti dice -ti amo-.
Una formula.
Una stanza dei giochi.
Un annegato.
Un rubino.
Un cappello a cilindro.
Abracadabra.
Una torta nel frigo.
Una candelina.
Dio.
Un soffio.
lunedì 23 settembre 2019
Jingle Bells
Non volevo essere solo, non mi è mai piaciuto
essere solo, volevo un fratello, non una sorella,
e quando papà mi disse "è nato un maschietto"
feci i salti di gioia, un maschietto, un fratellino
più piccolo, un fratellino da torturare, finalmente!
Non sono più solo al mondo! E le mie torture erano
deliziose e innocenti, gli mettevo due carillon a
forma di campana pigiati nelle orecchie, e Robi
piangeva, lacrime rigavano le sue guanciotte
paffute, mentre il motivetto di jingle bells lo
rintronava senza pietà. Oh, dolci crudeltà della
mia infanzia! "Riccardo, sei cattivo", mi diceva
mamma, "sono cattivo perché sono felice".
Un fratello più piccolo, col pisellino! Meraviglia!
"Robi, vammi a prendere gli occhiali, subito!".
Uno schiavetto, ho allevato uno schiavetto.
E intanto Robi maturava un'insofferenza verso
i prepotenti, verso gli abusi. Così nascono gli
scrittori! E quando gareggiavo con i miei amici
e perdevo, mio fratello piangeva, ma non aveva
più le guanciotte. E Robi ha iniziato ad amare
i perdenti, chi fa della sconfitta un vanto glorioso.
Così nascono i ribelli. "Questo ha la testa fra le
nuvole, l'altro mandiamolo a ragioneria". E così
Roberto si è beccato 5 anni di ragioneria, mentre
io scrivevo le poesie, lui studiava la partita
doppia. Poveri mamma e papà, anche l'altro non
aveva la stoffa del contabile. Questo fa filosofia
e l'altro si è iscritto a Lettere, dio, che rovina!
Ma il papà ingegnere ci accettava così, anzi, non
ci voleva tra i piedi, ma la sera sfogliava i nostri
libri per capire che cosa ci trovassimo dentro.
E la mamma non poteva che amare i suoi figli.
Questo scrive poesie e l'altro si è messo a scrivere
libri. E tutti i libri di Roberto sono libri di lotta,
lotta contro i prepotenti, contro di me, contro
quei due carillon pigiati nelle orecchie quando
era piccolo e aveva il pisellino. Che meraviglia!
Il potere di Jingle Bells è infinito.
Buon compleanno!
domenica 22 settembre 2019
IL CALICE DI SALE
Giulia ha otto anni e non vuole
scrivere più poesie, dice che le
poesie non hanno senso, una volta
ha scritto "calice di sale" e si è
pentita, dice che scrivere un calice
di sale non ha senso, per niente.
Giulia ha bisogno di cose concrete,
le piace truccarsi, e trucca anche
me, ieri mi ha messo il rossetto
sul balcone, poi il rossetto le è
caduto dal balcone ma è finito su una
piantina, allora mi ha detto che
"la natura salva i trucchi".
Allora io le ho detto che queste
sono frasi da poetessa, ma lei no,
non vuole, solo una sua frase le
piace molto, la sua frase fa così:
i morsi sono baci dati con i denti.
Di questa frase va molto fiera.
Ma se ripensa a quel calice di sale
si arrabbia perché non ha senso.
Le ho detto che potrebbe averlo
se immerge un calice nel mare.
E lei mi ha guardato con i suoi
occhi truccati e ha sorriso.
scrivere più poesie, dice che le
poesie non hanno senso, una volta
ha scritto "calice di sale" e si è
pentita, dice che scrivere un calice
di sale non ha senso, per niente.
Giulia ha bisogno di cose concrete,
le piace truccarsi, e trucca anche
me, ieri mi ha messo il rossetto
sul balcone, poi il rossetto le è
caduto dal balcone ma è finito su una
piantina, allora mi ha detto che
"la natura salva i trucchi".
Allora io le ho detto che queste
sono frasi da poetessa, ma lei no,
non vuole, solo una sua frase le
piace molto, la sua frase fa così:
i morsi sono baci dati con i denti.
Di questa frase va molto fiera.
Ma se ripensa a quel calice di sale
si arrabbia perché non ha senso.
Le ho detto che potrebbe averlo
se immerge un calice nel mare.
E lei mi ha guardato con i suoi
occhi truccati e ha sorriso.
sabato 21 settembre 2019
L'uomo immaginato
Lo vedi quell'uomo sulla panchina?
Sai, a me sembra indossato dai vestiti,
non il contrario. Si legge una sconfitta
quieta sul suo viso, ma la consapevolezza
di avere fatto il possibile, di avere lottato
e questo lo ripaga, è sereno, calmo.
C'è anche un dolore da qualche parte,
un dolore che viene dal passato e che
lui tiene gelosamente nella tasca destra.
In quella sinistra ha un sorriso. Lo vedi?
Non limitarti a vederlo, immaginalo.
Senza immaginazione siamo ciechi e
quell'uomo non esiste, c'è solo una panchina
vuota, e il vento che gioca con le nuvole.
Sai, a me sembra indossato dai vestiti,
non il contrario. Si legge una sconfitta
quieta sul suo viso, ma la consapevolezza
di avere fatto il possibile, di avere lottato
e questo lo ripaga, è sereno, calmo.
C'è anche un dolore da qualche parte,
un dolore che viene dal passato e che
lui tiene gelosamente nella tasca destra.
In quella sinistra ha un sorriso. Lo vedi?
Non limitarti a vederlo, immaginalo.
Senza immaginazione siamo ciechi e
quell'uomo non esiste, c'è solo una panchina
vuota, e il vento che gioca con le nuvole.
venerdì 20 settembre 2019
martedì 17 settembre 2019
LO SCRITTORE - IL FATTO QUOTIDIANO
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/09/17/uno-scrittore-lotta-contro-la-polvere-perche-nessuno-e-perduto-finche-ha-una-storia-da-raccontare/5450480/
lunedì 16 settembre 2019
Strano questo mio pensarti - di Attimi.
Strano questo mio pensarti
quando il fumo offusca il cielo
e i rumori mordono le nuvole
Strano questo mio cercarti
quando l'argento luccica nel vento
e le stelle si rincorrono nei fiumi
Strano questo mio volerti
quando ovunque c'è pianto
e le parole celebrano gli addii
Strano questo mio averti
quando la musica squarcia il petto
e le ombre bagnano le finestre
Questo è il mio viverti quando
il pugnale amaro della solitudine
affonda la sua lama nei miei giorni
e nei tuoi occhi
Amor mio
quando il fumo offusca il cielo
e i rumori mordono le nuvole
Strano questo mio cercarti
quando l'argento luccica nel vento
e le stelle si rincorrono nei fiumi
Strano questo mio volerti
quando ovunque c'è pianto
e le parole celebrano gli addii
Strano questo mio averti
quando la musica squarcia il petto
e le ombre bagnano le finestre
Questo è il mio viverti quando
il pugnale amaro della solitudine
affonda la sua lama nei miei giorni
e nei tuoi occhi
Amor mio
domenica 15 settembre 2019
L'HAMBURGER DI CHIANINA
Mi faccio o non mi faccio l'hamburger di chianina
al baracchino sotto casa? Dilemma carnivoro.
A pranzo ho mangiato una pizza e forse stasera
dovrei stare leggero, allora chiamo Ethel e le chiedo:
"Mi faccio o non mi faccio l'hamburger di chianina
sotto casa?", e lei mi risponde di no, mi vuole in
forma fisica, mi suggerisce uno yogurt. Chiudo la
telefonata non molto convinto, uno yogurt a me?
Che ingenuità. Mi infilo le scarpe da ginnastica,
senza calzini, cappello panama e occhiali scuri e
scendo con la chianina in testa, nel cervello crudo.
Faccio quattro passi e...il baracchino di Luca Loco
è chiuso, fottutamente chiuso, proditoriamente chiuso.
Attraverso i giardini sconsolato, sfioro la birreria,
entro in birreria o non entro? Non entro, continuo
a camminare, sfioro un gruppo di ragazzi che ridono,
con la chianina nel cervello crudo passo davanti
al T9, mi faccio un amaro con ghiaccio o no? No,
continuo a camminare verso casa, c'è la pizzeria
araba col kebab, che faccio? Niente, rientro a casa.
Latte e corn flakes. E una poesia disperata.
al baracchino sotto casa? Dilemma carnivoro.
A pranzo ho mangiato una pizza e forse stasera
dovrei stare leggero, allora chiamo Ethel e le chiedo:
"Mi faccio o non mi faccio l'hamburger di chianina
sotto casa?", e lei mi risponde di no, mi vuole in
forma fisica, mi suggerisce uno yogurt. Chiudo la
telefonata non molto convinto, uno yogurt a me?
Che ingenuità. Mi infilo le scarpe da ginnastica,
senza calzini, cappello panama e occhiali scuri e
scendo con la chianina in testa, nel cervello crudo.
Faccio quattro passi e...il baracchino di Luca Loco
è chiuso, fottutamente chiuso, proditoriamente chiuso.
Attraverso i giardini sconsolato, sfioro la birreria,
entro in birreria o non entro? Non entro, continuo
a camminare, sfioro un gruppo di ragazzi che ridono,
con la chianina nel cervello crudo passo davanti
al T9, mi faccio un amaro con ghiaccio o no? No,
continuo a camminare verso casa, c'è la pizzeria
araba col kebab, che faccio? Niente, rientro a casa.
Latte e corn flakes. E una poesia disperata.
LE TUE GAMBE
Tu stai bene con me, nell'arroventato candore
delle lenzuola. Io sto bene con te.
Mi piace guardare le tue gambe, le tue cosce,
i polpacci, quando ti fermi davanti alle vetrine.
Quando ti siedi sulle panchine e parliamo,
mentre cala la sera sul cranio delle statue.
E mi chiedi stupita: "Perché a voi uomini
piacciono tanto le gambe? Non capisco".
Non è così difficile da capire, è più difficile
da spiegare, non so il perché, a dire la verità.
Forse perché le bugie hanno le gambe corte
e le tue gambe affusolate sono così vere.
delle lenzuola. Io sto bene con te.
Mi piace guardare le tue gambe, le tue cosce,
i polpacci, quando ti fermi davanti alle vetrine.
Quando ti siedi sulle panchine e parliamo,
mentre cala la sera sul cranio delle statue.
E mi chiedi stupita: "Perché a voi uomini
piacciono tanto le gambe? Non capisco".
Non è così difficile da capire, è più difficile
da spiegare, non so il perché, a dire la verità.
Forse perché le bugie hanno le gambe corte
e le tue gambe affusolate sono così vere.
Aò
Aò. Io ciò avuto la Guardia de Finanza a cà mia.
Tre tiparelli con la pistola nella fondina, tanto cari
e gentili, ce credevano che ero nu regista porno
de minorenni ce credevano, se son presentati con tanto
de mandato de perquisa, tutto in regola oh, e se so messi
a frugà casa in cerca de materiale scandaloso oh, na
roba da scompisciasse, uno t'apre nu cassetto e te trova
nu vibratore viola, ahahaha, "e con questo che ci fai
Farina?" "E secondo lei che ce fo?", e poi a smantellare
tutte le mie cassettine con tanto de linguetta adesiva
dove ciavevo messo lu titolo, e due erano intitolate
POMPA e loro a dirmi" E queste a Farì? T'avemo
beccato a sudicione!", e io a spiegare che se trattava
di un mio amico poeta sardoromanesco aò, er grande
Nicolì, ahahha. Che ridere raga, e poi come è finita
la perquisa aò? "E sti libri de poesia Farì? Sono i
tuoi?", "Certo e che ce volete l'autografo?", e loro
a dirme "E ormai che ce semo, sì facce l'autografo
Farì che sei nu tipo", e io a fare l'autografo a tutti
e tre li finanzieri, nu spasso, ve lo assicuro, frate.
"E come li faceva i pompini Claudia a Farì?", ah
già, anche intercettato mi avete, fiji de ne mignotta.
"Ottimi marescià, ottimi pompini, nun c'è che dire".
Ecco, a me de li racconti de lu Fosca na pippa me
faccio.
Tre tiparelli con la pistola nella fondina, tanto cari
e gentili, ce credevano che ero nu regista porno
de minorenni ce credevano, se son presentati con tanto
de mandato de perquisa, tutto in regola oh, e se so messi
a frugà casa in cerca de materiale scandaloso oh, na
roba da scompisciasse, uno t'apre nu cassetto e te trova
nu vibratore viola, ahahaha, "e con questo che ci fai
Farina?" "E secondo lei che ce fo?", e poi a smantellare
tutte le mie cassettine con tanto de linguetta adesiva
dove ciavevo messo lu titolo, e due erano intitolate
POMPA e loro a dirmi" E queste a Farì? T'avemo
beccato a sudicione!", e io a spiegare che se trattava
di un mio amico poeta sardoromanesco aò, er grande
Nicolì, ahahha. Che ridere raga, e poi come è finita
la perquisa aò? "E sti libri de poesia Farì? Sono i
tuoi?", "Certo e che ce volete l'autografo?", e loro
a dirme "E ormai che ce semo, sì facce l'autografo
Farì che sei nu tipo", e io a fare l'autografo a tutti
e tre li finanzieri, nu spasso, ve lo assicuro, frate.
"E come li faceva i pompini Claudia a Farì?", ah
già, anche intercettato mi avete, fiji de ne mignotta.
"Ottimi marescià, ottimi pompini, nun c'è che dire".
Ecco, a me de li racconti de lu Fosca na pippa me
faccio.
venerdì 13 settembre 2019
DURA
Con me è dura, stare con me.
Non è mica facile, per nulla.
Porto la colazione a letto, ma
pretendo almeno un sorriso.
E poi non stiro mai le camicie
e sono un tipo spiegazzato.
Detesto la fedeltà, tranne quella
dei cani, perché so che la verità
fugge, anche se torna sempre
a riprenderci, ma non è mai
uguale a se stessa. Tradire e
tradirsi è il gioco della verità.
Alla luce del sole, senza inganni.
Sono un tipo comodo, ma non
accomodante. Adoro divani, letti
e cuscini. Detesto la fatica, in
ogni sua forma. La fatica è puttana.
Sono intransigente sulle piccole
cose, sui dettagli, per una espressione
del viso sbagliata, potrei dire
addio. Chi sta con me deve
avere una gamma espressiva
raffinata, deve sapere fingere.
In tutto, anche a letto.
Insomma, meglio perdermi che
trovarmi. Ma chi mi trova,
trova un tesoro. Di uomo.
Non è mica facile, per nulla.
Porto la colazione a letto, ma
pretendo almeno un sorriso.
E poi non stiro mai le camicie
e sono un tipo spiegazzato.
Detesto la fedeltà, tranne quella
dei cani, perché so che la verità
fugge, anche se torna sempre
a riprenderci, ma non è mai
uguale a se stessa. Tradire e
tradirsi è il gioco della verità.
Alla luce del sole, senza inganni.
Sono un tipo comodo, ma non
accomodante. Adoro divani, letti
e cuscini. Detesto la fatica, in
ogni sua forma. La fatica è puttana.
Sono intransigente sulle piccole
cose, sui dettagli, per una espressione
del viso sbagliata, potrei dire
addio. Chi sta con me deve
avere una gamma espressiva
raffinata, deve sapere fingere.
In tutto, anche a letto.
Insomma, meglio perdermi che
trovarmi. Ma chi mi trova,
trova un tesoro. Di uomo.
DIEGO MARCON
L'ho incontrato dal panettiere poco fa, un ragazzo sorridente,
quasi lieve. Monica, la panettiera, ha detto: "ecco i due registi
del quartiere, conoscetevi!" E ci siamo scambiati due parole.
Ho pescato questo su internet, mi è piaciuto, una videoinstallazione.
Arte visiva. Lavora anche per la moda. Interessante. Non banale.
quasi lieve. Monica, la panettiera, ha detto: "ecco i due registi
del quartiere, conoscetevi!" E ci siamo scambiati due parole.
Ho pescato questo su internet, mi è piaciuto, una videoinstallazione.
Arte visiva. Lavora anche per la moda. Interessante. Non banale.
giovedì 12 settembre 2019
LA NOSTRA STORIA
La nostra storia non ha futuro. Lo sai, vero?
Tu metti il miele nel caffè, io lo zucchero.
Tu ami le montagne, io le detesto, mi fa fatica
solo a guardarle quelle cazzo di montagne.
Tu sei vegetariana, io no, non sono così matto
da privarmi delle polpette al sugo, capisci?
Tu indossi le mutandine, io non potrei mai,
sarei ridicolo con le mutandine, lo capisci?
Quando ti fai la doccia lasci il bagnoschiuma
senza tappo, e questo lo detesto, cazzo!
Io amo le donne, tu gli uomini, abbiamo
gusti diversi, all'opposto direi, e la femmina
che è in me non può accettarlo, lo capisci?
Ti ecciti ascoltando Vasco Rossi, io ascolto
Schubert, c'è un abisso culturale tra di noi!
Tu vieni prima, io dopo, e come facciamo a
incontrarci così? Sei terribilmente libera e
indipendente, non ti vergogni? Ma è possibile?
Hai i tuoi spazi sacri, inviolabili, e galleggi
nella luce del sole, passeggiando sul Sacro Monte.
Io passeggio in me stesso e precipito sempre.
I miei sentieri sono orizzontali, i tuoi verticali.
La nostra storia non ha futuro. Te ne rendi conto?
Tu sei solare, io lunare. I crateri mi escono
dalle tasche. Eppure ci amiamo ora, adesso.
Ed è per questo che il futuro non ha bisogno
di noi. E ci ha lasciato un orizzonte di cuscini.
Il tuo respiro, il mio. Ora. Intrecciati.
Tu metti il miele nel caffè, io lo zucchero.
Tu ami le montagne, io le detesto, mi fa fatica
solo a guardarle quelle cazzo di montagne.
Tu sei vegetariana, io no, non sono così matto
da privarmi delle polpette al sugo, capisci?
Tu indossi le mutandine, io non potrei mai,
sarei ridicolo con le mutandine, lo capisci?
Quando ti fai la doccia lasci il bagnoschiuma
senza tappo, e questo lo detesto, cazzo!
Io amo le donne, tu gli uomini, abbiamo
gusti diversi, all'opposto direi, e la femmina
che è in me non può accettarlo, lo capisci?
Ti ecciti ascoltando Vasco Rossi, io ascolto
Schubert, c'è un abisso culturale tra di noi!
Tu vieni prima, io dopo, e come facciamo a
incontrarci così? Sei terribilmente libera e
indipendente, non ti vergogni? Ma è possibile?
Hai i tuoi spazi sacri, inviolabili, e galleggi
nella luce del sole, passeggiando sul Sacro Monte.
Io passeggio in me stesso e precipito sempre.
I miei sentieri sono orizzontali, i tuoi verticali.
La nostra storia non ha futuro. Te ne rendi conto?
Tu sei solare, io lunare. I crateri mi escono
dalle tasche. Eppure ci amiamo ora, adesso.
Ed è per questo che il futuro non ha bisogno
di noi. E ci ha lasciato un orizzonte di cuscini.
Il tuo respiro, il mio. Ora. Intrecciati.
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