giovedì 21 novembre 2019

QUADRETTO ROMANO di Giammarco Sardi.

Un giovedì di novembre. Esco di casa per andare al bar dove tutte le mattine faccio colazione. Appena esco dal portone sento gridare il mio nome: “ Giammarco poi vení n’attimo?”. A chiamarmi è il tizio che gestisce un negozio per animali proprio sotto casa mia. Uno di quelli che se il pomeriggio sposti una sedia per pulire sotto al tavolo, il giorno dopo quando esci di casa, ti dice: “ieri che hai fatto un trasloco?”. Mi mostra 3 petali rosa che sono a circa un metro dall’entrata della sua attività. Alzando la voce dice che lui si è stufato di trovare foglie davanti alla sua serranda e che devo tagliare le piante sul balcone perché sporcano. Lo guardo in silenzio recitare la sua commedia tragica mentre gli anziani del palazzo mostrano a distanza il loro interesse con il tipico gesto di chi incrocia le mani dietro la schiena. Continuo a fissare la bava alla bocca di quest’uomo mentre il mio cervello ancora semi addormentato cerca le parole per risolvere la situazione. L’unica cosa a cui riesco a pensare è che ancora non ho mangiato. Gli dico “Marcè scusami ma sto ancora a dormí, so sicuro che c’è una spiegazione a tutto questo. Vado n’attimo al bar e torno... promesso”. Mentre cammino verso il bar lo sento borbottare con i vecchi del palazzo che si avvicinano al luogo del delitto. Prendo il solito cappuccino e mente inzuppo il cornetto nella tazza giunge da sola la risposta al problema. Saluto i ragazzi del bar e torno da Marcello che ancora sta discutendo con i vecchi del palazzo. Raccolgo i tre petali, lo guardo e gli dico: “ho capito qual è il problema ma non penso ci si possa fare niente”. Lui mi guarda incuriosito come si guarda qualcuno che sta per dire una cosa intelligente. Rimango in silenzio qualche secondo, lo guardo negli occhi e gli dico “ ho capito perché i petali cadono davanti alla tua serranda... siamo in AUTUNNO”. La risata dei vecchi è come musica che precede l’uscita di scena dello scassaminchia. Liquida la mia riflessione con “a Giammà ma vatten’affanculo” entra nel negozio e sempre borbottando inizia a impilare sacchi da 20kg di crocchette per cani. Io salgo in casa e annaffio le piante dai petali rosa 🙂

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Variazione della storia:

"ascolta bene, pet shop boys, prova a fermarmi un'altra volta per strada e non di petali ti dovrai lamentare, ma di pitali. Sai cosa sono? Quelli pieni, che ti rovescio in testa se solo provi a rivolgermi ancora la parola".

Ma tu sei solo un pezzo di merda mezzo frocio, 50enne mantenuto da sua madre... e queste cose non le percepisci come possibili.

Eppure, ti garantisco, che capitano. Ma non a te, che sei un "artista pacifista narcista", giusto? E con la pensione di mammà.

Attento alla piscia, comunque.

Anonimo ha detto...

Il testo non è di Ricky. Testina!

Anonimo ha detto...

Eh ma gli avanzava quella roba li. Va capito.

Anonimo ha detto...

12:57
ma davvero? cazzo... meno male che ci sei te a dirmelo.
Apprezzo lo sforzo ma ti consiglio di pensare ai cazzi tuoi: secondo me ne hai bisogno, testina (e non ti dico di cosa).

Anonimo ha detto...

Farina, senti:

conosci piazzale Miani ovviamente a Milano? Parte da lì la MI-GE.
Arrivi in fondo alla A7, con la tua Yaris, e chiudi gli occhi. Non togliere il piede dall'acceleratore.
Una volta, in fondo alla A7, c'era il mare. Oggi c'è un buco. Che quello è il posto tuo. Un buco. Torni a casa.

Mi raccomando: non far guidare tua madre (come al solito)! Però se ti vuoi portare tuo fratello non vedo problemi.

Anonimo ha detto...

E manco la madre li vede, me sa

Anonimo ha detto...

Portati la telecamerina mi raccomando! Falla tenere alla tua mamma.