mercoledì 4 febbraio 2015

I MIEI MORTI

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo argomento a mio avviso è l'unico che veramente dà motivo di dolore e lacrime, dopo c'è la malattia grave. E solo a seguire, in graduatoria, tutte le altre ansie umane. Mi sembra ancora di rilevare il tuo rifiuto al distacco e di conseguenza al tuo oblio. Questo per me equivale ad un attaccamento alla vita. Il ricordo è importante, il ricordo è un mantenere vivo l'altro ed inoltre noi stessi. Pensa ad un cervello senza ricordi, vive il presente ma poi rimane il vuoto un secondo dopo, quindi hai necessità di vivere costantemente nel presente od eventualmente di immaginare il futuro. Noi siamo costruiti sul passato nostro e degli altri, e poi proseguiamo nella costruzione in base a quelle fondamenta ed a nuovi materiali ...fondamenta che però, volendo, si possono modificare. Su un pianeta fatto di energia, il ricordo od il pensiero probabilmente esiste come traccia invisibile ma impressa ...nelle persone, negli oggetti, nell'aria. Forse potrebbe essere la spiegazione più logica per il verificarsi di fenomeni considerati parapsicologici, dove frammenti di voci, scene, ricordi vengono percepiti da persone che funzionano da ricetrasmittenti. Dai l'idea inoltre di avere un pensiero quantistico sulla vita e la morte, tu vedi le varie probabilità quantisticamente disponibili all'utilizzo. Poi se siamo virtualmente vivi od apparentemente morti...ma chi se ne frega, preferisco mantenere l'incosciente entusiasmo del bambino, perché se non lo mantengo ...che faccio mi suicido? Scelta opportunissima di non chiedere al Padre COME si fosse suicidato il figlio....certo sarebbe stato importante capire PERCHE' avesse optato per tale decisione, ma il chiederlo forse avrebbe scatenato ulteriori sensi di colpa che puntualmente si formano nella mente dei famigliari. Gli scritti, le foto immortalano in un'illusione di vita eterna ed i filmati ancora di più, e noi conviviamo effettivamente con i morti ma che virtualmente risultano essere vivi. In tale modo il pensiero del passato non va perso ...ma va utilizzato per farne buon uso e viaggiare con serenità in questo ciclo di nascita/morte/rinascita. Ma sembra che non riusciamo a mettere a frutto questi insegnamenti, non impariamo dal passato e la così detta realtà ce lo ricorda quotidianamente. Chicca

Unknown ha detto...

Personalmente penso che i ricordi delle persone defunte ci aiutino a comprendere il vero significato della vita, perché pensare a cosa é stata una persona prima di morire, con la sua palpitante ricchezza interiore umana, la sua intelligenza, sapienza, amore, i suoi sacrifici umanii, la sua fatica quotidiana ecc..per poi considerare che tutto ciò, un istante dopo la morte, sia tutto cessato, finito nel vedere solo un corpo che non si muove, dove la persona non c'è piu essendo diventata una cosa immobile, tutto ciò si puo spiegare razionalmente ammettendo l'esistenza di un io spirituale che si é staccato dal ciclo finito della materia che lo legava quindi ad un mondo passeggero. Quindi forse la morte serve a ricordarci che in fondo siamo solo creature, non i padroni del mondo, e che davanti ad un cadavere in decomposizione tutti gli onori, la ricchezza, gli oggetti, i vestiti, le cose, le comodità, le vanità non possono avere un valore assoluto, perché davanti alla morte alla fine solo l'amore conta, quello stesso nobile amore tuo per Noemi. Coraggio, sei in pace, nonostante i commenti di Chicca.

Gaetano. ha detto...

Una anziana signora sapendo della malattia di mio suocero un giorno chiese a mia moglie: il tuo papà come sta? e lei: è morto, e l'anziana: "beato lui"...l'invidia della morte.

Anonimo ha detto...

...sei squisito anche quando parli di morti
- farinomane -