martedì 17 febbraio 2015

POESIA DEVIANTE

Non era giunto ancora il suo momento.
C'era nell'aria qualcosa di strano.
Forse il grido di un angelo ferito nella notte.
Nel frigorifero un incubo ammuffito.
Aveva le palpitazioni, sudava, il cazzo
era un pasticcino di pasta frolla.
Sotto il cuscino l'abisso di piume del delirio.
I ricordi si vomitavano fuori per fissare
negli occhi la presenza della morte.
Al suo capezzale desiderava il capezzolo
materno, il capezzolo primigenio.
C'era nell'aria qualcosa di strano.
Forse l'odore delle ombre catapultate.
Uno spicchio di arancia in bocca.
L'involuzione terminale di un sorriso.
E la lucida, affannata consapevolezza
d'essere una cosa mortale.
Tra radici mortali e languide tempeste.
Non era giunto ancora il suo momento,
ma quando giunse egli disse : " un momento!".
E morì per sempre nel momento.
In un momento.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per un momento ho avuto i brividi
-farinomane-