Con i tuoi inganni che erano le tue verità,
ci hai fatto ridere, col tuo viso da clown
che non aveva bisogno del trucco, ci hai
fatto aprire gli occhi nelle tue magie:
siamo tornati bambini, anche se antichi.
Eri un gigante che volteggiava sul palco,
eri gentile con il nostro stupore.
Ti sei accasciato in scena come Molière,
tuo fratello eterno, sei morto come muore
un artista, sfiorando il corpo di una donna,
e ci hai donato l'ultimo e fatale raggiro:
della tua morte ne hai fatto un sonnellino.
Dormi, amico dell'infanzia, accolto nel
grembo di un sipario, dormi e sogna.
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