Vi voglio dire una cosa : c'è un pensiero verde e
una lucciola. Si amano. C'è una tempesta in un
bicchiere e un assolo in una stanza vuota. Poi la
calunnia dell'effimero. Il risvolto della giacca. E le
sensuali memorie di un cervo fuori tema. Non so
spiegarmi che cosa sospinga in avanti queste parole.
Il fresco che si avvicina? La cenere di un sorriso?
Un brillante dimenticato nella tasca sta per fare
esplodere l'incanto. Non vorrei, non vorrei tediarvi
con parole senza senso. Vengono così, dal buco
retroverso del cervello capovolto. Dalla linea che
si spezza nella dorata vertigine, dall'ansia piovosa
di una pietra, e da tutto quello che mi toglie a me
stesso. E che ricuce strappi solo per altri strappi
da inseguire. Per assecondare le allucinazioni di ogni
uomo intrappolato. Ma l'orizzonte è preciso, e il suo
affluente porta detriti di libertà. Nel gioco denudato.
Nel giro dell'oca senza fegato. Ancora mi diverto.
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