giovedì 25 agosto 2022

L'INCIDENTE IMMORTALE

Non si fece un graffio, fu quasi un miracolo, la sua Yaris era tutta accartocciata, e davanti a lui
una scena terribile: c'era una macchina capovolta che perdeva benzina, dentro si scorgeva una ragazza
bionda che urlava "tiratemi fuori, vi prego", l'auto capovolta prese fuoco improvvisamente.
Nulla da fare, era impossibile avvicinarsi, si sentivano solo le urla disperate della giovane che
stava bruciando viva in un pomeriggio d'estate, sotto un cielo azzurro. I soccorsi arrivarono in
ritardo: pompieri e polizia. Trovarono solo un cadavere carbonizzato. Vittorio si fece venire a
prendere dal fratello in una stazione di servizio sull'autostrada. Vittorio era un filosofo stoico
di una certa fama e al momento dell'incidente si stava recando a una conferenza sullo stoicismo.
"Che cosa tremenda ti è capitata Vittorio, sarai sconvolto" gli disse il fratello abbracciandolo.
"Non è stato piacevole" rispose Vittorio "ma la colpa non è mia, l'incendio è scoppiato quasi
subito dopo e non abbiamo fatto in tempo a tirare fuori quella povera ragazza, nella vita capitano
queste tragedie e se non hai responsabilità la cosa migliore è restare sereni, imperturbabili e
godersi una bella cenetta, chiamerò l'assessore alla cultura di Pisa e gli dirò che salta tutto,
ma invece parliamo di cose serie, dove andiamo a cena stasera? Ho proprio voglia di una
bella bistecca alla brace con funghi porcini di contorno, sai, la morte degli altri mette appetito,
anche questa è una cosa che un filosofo stoico deve accettare come si accetta che una foglia
si stacchi da un albero, la vita è un fenomeno meraviglioso e terribile al tempo stesso, e noi
dobbiamo coltivare il meraviglioso senza farci opprimere dal lato terribile che è sempre
presente". Andarono a mangiare da Betta, una trattoria nei pressi di Borgotaro. L'appetito
vien mangiando, si dice, e Vittorio ordinò addirittura un contorno di patatine fritte oltre
ai funghi porcini che furono serviti in grande quantità. Per finire una torta della nonna, un
caffè e un amaro. La ragazza morta bruciata viva nella macchina si chiamava Ursula Maier,
non era più una donna ma un pezzo di carbone e aspettava un figlio in grembo. Vittorio e
il fratello tornarono quasi ubriachi a casa, ridendo e scherzando, ormai era notte e anche
Dio stava dormendo fra le stelle. "Mai farsi coinvolgere dai drammi, mai" ripeteva Vittorio.
Si coricarono e Vittorio sognò un coniglio bianco che sbucava dal suo cervello placido.


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