martedì 30 agosto 2022

CANE E GATTO

Tommy odiava il bibliotecario barbuto della Sormani di Milano, faceva anche lui il filo 
a Elisabetta, come osava quel mingherlino barbuto competere con Tommy il fusto?
Elisabetta, la più bella tettona della Statale, era sorridente, tettona e scriveva poesie. Tommy aveva
sempre avuto un debole per le ragazze dai capelli ricci ed Elisabetta era tutta ricci e tutta tette,
una combinazione fatale per lui, ne era innamorato con i testicoli e tutto il cuore. Elisabetta era
strana, una volta gli aveva fatto trovare nella tasca della giacca una cartolina con un dipinto di Mirò,
e dietro aveva scritto semplicemente "quando", senza punto di domanda. Quel quando senza
punto di domanda nella testa di Tommy significava "quando scopiamo?", e l'assenza del cavalluccio
marino dell'ortografia per lui era la volontà di scopare senza esitazioni. Un'altra volta Tommy era
in macchina con Elisabetta, le fece un complimento e lei rispose "queste cose dovresti dirmele
senza strada". Senza punti di domanda e senza strada, ma tante tette, tantissime tette, ed erano
solo due, incredibile! Che ragazza strana questa Elisabetta, Tommy ne era intrigato! Una sera
Elisabetta invitò Tommy a casa di suoi amici e trovò anche il rivale: il bibliotecario barbuto.
Il barbuto a fine serata si divertì a infierire contro i cani "i cani sono borghesi, padronali, difendono
la casa, la proprietà, e poi sono addomesticati, guinzagliati, mentre i gatti sono creature
enigmatiche, inafferrabili, "inguinzagliabili", non c'è paragone, e chi ama i cani è solo un
frustrato che vuole dominare il prossimo, chi ama i gatti invece lotterà sempre per la libertà".
Elisabetta applaudì, era d'accordo con quello stronzo di un barbuto. Tommy avrebbe voluto
rispondere "ma che cazzo dici barbuto? Il cane ti è amico, ti salva la vita, si butta nelle fiamme
insieme a te, si rotola nel fango insieme a te, ed è tremila volte più simpatico di quegli stronzetti
di felini che ci stanno proprio bene nei film horror". Così avrebbe voluto dire in faccia al
maledetto barbuto comunistoide, ma Tommy stette zitto e subì quell'umiliazione profonda.
Venne finalmente il giorno in cui Elisabetta lo invitò a cena (il famoso quando senza punto
di domanda), e Tommy pensava che ormai era fatta, Elisabetta sarebbe finita tra le sue braccia
e i suoi testicoli, alla faccia del barbuto bibliotecario. Elisabetta gli preparò una bistecca al
sangue, e anche quello gli sembrò di buon auspicio, lui aveva portato una bottiglia di Amarone.
Parlarono del più e del meno, forse più del più che del meno, perché le tette di Elisabetta
puntavano al più, e forse al pieno. Tommy approfittò dell'ennesimo sguardo languido di
Elisabetta per tentare un bacio ed Elisabetta ricambiò il bacio, fin qui tutto bene, poi provò
la mano sulle tette, e anche qui via libera, poi slacciò i jeans di Elisabetta e anche qui via
libera, poi apparvero delle mutandine bianche, Tommy tentò di sfilarle ma Elisabetta lo
fermò con le mani e disse "scusami ma sono vergine e Testimone di Geova". Cosa? Cosa?
Cosa? Vergine e Testimone di Geova, che accoppiata letale! Tommy corse in bagno a
sboccare, vomitò la bistecca al sangue. Intanto Elisabetta, la vergine tettona di Geova,
si ricomponeva, la trovò davanti allo specchio che si riagganciava il reggiseno e si
accarezzava quei meravigliosi e maledetti capelli ricci. Che sia in combutta con quello
stronzo di barbuto bibliotecario? Forse mi hanno voluto fare uno scherzo...stronzi!
Che peste vi colga, stronzissimi amanti dei gatti, w i cani, w gli amici dell'Uomo!

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