lunedì 22 agosto 2022

L'ANIMATORE

Nel villaggio turistico c'era un uomo solitario, cupo, torvo. Stava sempre su un lettino a bordo
piscina a leggere i quotidiani o un libro, incurante di tutto e di tutti. Aveva occhiali scuri e non
sorrideva mai, perenne broncio sul viso. Ogni tanto qualche schizzo lo raggiungeva, ma lui
non si scomponeva, i giochi dei bambini erano lontani anni luce dal suo cono d'ombra interiore.
Tra gli animatori e le animatrici del villaggio partì una scommessa: al primo che riesce a fargli
ballare la macarena sulla spiaggia, daremo il premio di animatore o animatrice dell'anno.
Bisognava aspettare l'ora del tramonto in cui l'uomo cupo faceva la sua camminata solitaria
sull'arenile. La prima che ci provò fu Linda Darnelli, l'animatrice più sexy del villaggio, si
avvicinò all'uomo cupo, le sue forme femminili gorgheggianti sfidavano la schiuma del mare,
ma nulla da fare, l'uomo cupo era sordo, sordo al fascino femminile, e con un gesto di fastidio
le disse di allontanarsi. Poi fu la volta di Bruno Dumonti, l'animatore più fico del villaggio,
capelli al vento, muscoli dorati, sorriso panoramico "Vecchio mio" gli disse dando una pacca
sulle spalle dell'uomo cupo "sarò breve, so che sei un osso duro, ma abbiamo fatto una
scommessa con i colleghi, se riesco a farti ballare la macarena sulla spiaggia, mi daranno
il premio di animatore dell'anno, mi affido al tuo buon cuore, vieni con con me, ora".
L'uomo cupo si tolse gli occhiali scuri, e quel gesto sembrò a Bruno un incoraggiamento,
"ora lei si gira e cammina svelto lontano da me", disse secco con voce tagliente. Bruno
tornò sconfitto portandosi dentro gli occhi azzurri e impassibili dell'uomo cupo. Passò una
settimana e tutti fallirono, l'uomo cupo continuava ad essere cupo, solitario, imbronciato e
inavvicinabile. "Perché un uomo del genere si fa una vacanza in un villaggio turistico?"
si domandavano, non riuscendo a trovare una risposta plausibile. Restava l'ultimo giorno e
l'ultimo animatore, la mattina seguente l'uomo cupo avrebbe finito la sua vacanza, ma vacanza
da cosa? ci si chiedeva. Gianni Romoletti era l'animatore più giovane e inesperto, un ragazzo
gracile e pieno di buona volontà, con quell'allegria naturale che è un dono raro. Romoletti
si avvicinò all'uomo cupo e senza dire nulla prese un sassolino e lo lanciò a pelo d'acqua
facendogli fare cinque salti guizzanti e cerchi concentrici iridescenti, mentre il sole stava
tramontando, e poi con aria di sfida disse all'uomo cupo "se lei fa fare sei salti a un
sassolino volante è più bravo di me e le offro una birra fresca, se non mi batte, lei viene
con noi a ballare la macarena prima della cena" "e se ne faccio cinque e pareggiamo?"
disse inaspettatamente con un sorriso l'uomo cupo, "se ne fa cinque, allora siamo pari,
come non detto, e lei continua la sua passeggiata solitaria". "Ci sto, e premetto che se
la batto non voglio una birra fresca, voglio solo che lei mi lasci in pace e torni a fare il
suo lavoro con gli altri, io non ho certo bisogno di essere animato da nessuno". L'uomo
cupo si chinò a prendere un sassolino, si bagnò un dito con la saliva, sembrò riflettere
un attimo, e poi con un movimento del polso repentino fece fare ben otto salti sul pelo
dell'acqua al sassolino guizzante. "Lei ha perso, sono sempre stato un campione di sassolini
a pelo d'acqua, fin dalla mia infanzia, nessuno mi ha mai battutto, nessuno".
E si incamminò solitario al tramonto, nuovamente cupo, sprofondato in se stesso, 
lasciando orme profonde dietro di sé, ma la sua ombra sembrava quella di un fanciullo
allungato che scalpitava per liberarsi da quel corpo incurvato, gravato da un dolore
indicibile, un'ombra legata al guinzaglio del corpo che fremeva ancora, che si sarebbe
tuffata in mare, se le leggi che goverano il mondo lo avessero permesso...

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