sabato 27 agosto 2022

AI MATERASSI

Roberto viveva in un grande monolocale a Trastevere, la sua casa veniva chiamata
"i materassi" dagli amici, "andiamo ai materassi" dicevano come se si trattasse di un
locale, perché per terra al posto del pavimento c'erano tanti materassi. Facevano
grandi spaghettate e anche qualche orgia ogni tanto, da Roberto si beveva, mangiava
e scopava: uomini con donne, donne con donne e uomini con uomini, nella libertà
più assoluta. Si beveva soprattutto Cointreau, c'erano bottiglie di Cointreau vuote
dappertutto perché Roberto ne andava matto, se ne scolava due al giorno. I materassi
erano sporchi di sugo e di sperma. Una notte ci capitò anche Mauro, un romanaccio
di quelli veraci, partecipò per la prima volta a una delle famose feste dei materassi,
vedendo quello schifo e quella promiscuità disse "aò, me fate veramente schifo,
siete degli zozzoni"Per Roberto fu un colpo di fulmine, si innamorò all'istante,
"chi è quel ragazzo splendido che ci ha appena detto che gli facciamo schifo?".
Roberto e Mauro divennero inseparabili, Roberto gli pagava tutto e Mauro gli
donava la sua virile amicizia. Mauro si trasferì per un certo periodo ai materassi,
verrebbe da dire -chi disprezza compra-.  Solo che Mauro era un drogato, la
mattina invece di fare colazione preparava una spada da iniettarsi nelle vene.
Si alzava di notte delirando e scriveva di getto su dei fogli pensieri allucinati
che poi attaccava con un martello e un chiodo alle pareti dei materassi. Era
una patata bollente, ma Roberto ne era perdutamente innamorato e scottarsi le
mani era un piacere alla fine dei giochi. Una mattina i materassi si sporcarono
anche di sangue, non solo sugo e sperma. Mauro aveva spaccato una bottiglia
e si era ferito tutto il braccio. Nel suo passato poi si scoprì una storia d'incesto:
il padre aveva violentato la sorella, per questo Mauro si drogava dall'età di
sedici anni. Gli amici più cari dicevano a Roberto di liberarsi di Mauro, ma
Roberto gli fu sempre vicino, sempre fedele, era innamorato follemente del
dolore di Mauro e della sua disperata vitalità. Ai materassi gravitava tutta la
fauna romana legata al cinema: sceneggiatori falliti, attricette, attori senza
talento o con troppo talento, tutto un marasma di energia e marginalità. Era
veramente il locale più interessante di Trastevere, solo che era un monolocale
privato, era la casa di Roberto: ai Materassi. Sporchi di sangue, di sperma, di
sugo (le famose spaghettate di mezzanotte), e sporchi di vita. Roberto si scolava
le sue bottiglie di Cointreau e guardava con occhi innamorati il suo Mauro,
quello che un giorno disse "aò, me fate schifo, siete degli zozzoni". L'amore
è anche questo, l'amore frequenta anche i materassi sporchi d'amore. Una
sera Mauro si fece l'ultima spada nel parcheggio di un centro commerciale,
chiamò al telefono Roberto "Robbè, mi sto facendo una spada, sento che
sarà l'ultima della mia vita, morirò in questa macchina, in questo
parcheggio, ma ho voluto chiamarti, morire solo è troppo anche per me".
Roberto al telefono sentì la voce di Mauro che si affievoliva sempre di
più, fino al silenzio. Dopo la morte di Mauro, Roberto lasciò per sempre
i materassi, ma di quel pariodo folle tutti serbarono un ricordo bellissimo.

7 commenti:

attimiespazi ha detto...

ma queste novelle per adulti,
vorrebbero essere un invito ad abbandonarsi
tra le braccia di Morfeo?
ciao Ricky,
come butta da queste parti?
che tu sappia,
dove sono finiti i commentatori e le commentatrici del tuo blog cinetico
ironico filosofico? (erotico non ce lo metti?)
dove sono finiti? sono sotto varechina?..
:-))

rickyfarina ha detto...

Non lo so cara Attimi e ti dirò: non mi interessa.

Perché dici Morfeo? Li trovi noiosi?
Sono pure brevi.

Su Facebook hanno un certo successo.

attimiespazi ha detto...

sono sempre stata refrattaria a Facebook.
se è il tuo target di riferimento, allora sarai contento del successo.
:-)
ho citato Morfeo perché le tue novelle mi ricordano le storielle inventate che si raccontano ai bambini per rilassarli, prima della nanna.
ti confesso che non le ho lette tutte,
perché di te mi piaceva molto di più il lato intimistico
con il quale avevi improntato il tuo blog. peccato.
ma queste novelle le scrivi per tuo diletto, o per piacere ai tuoi iscritti Facebook?..

rickyfarina ha detto...


Sì, lo so che sei refrattaria a Facebook, ma ormai mi conosci, per me esistono solo le persone e anche su
Facebook ci sono persone che ho imparato a conoscere.

rickyfarina ha detto...

Queste novelle le scrivo per dimenticare il calcolo, arrivo a 99 e mi fermo.

rickyfarina ha detto...


Sono alla ricerca di un titolo...

NOVELLE IDIOTE

RACCONTINI PER DIMENTICARE UN CALCOLO AL RENE

UAZZA PATAZZA

?

attimiespazi ha detto...

io il titolo lo immaginerei così

NOVELLE FATTE A MANO
ovvero
Puoi Leggerle Velocemente, ma non russare

di Ricky Farina
(che racconta favole, ma non è un prete)

con prefazione a cura di Pingus Falangetti
premio Nobel per la Desquamazione Solida Scondita

Edizionisenzaocchiali