venerdì 3 giugno 2022

UNA POESIA DI CONRAD AIKEN

 LA STANZA

Attraverso quella finestra — ogni altro essere estinto
eccetto se stesso e io — ho visto la lotta
dell’oscurità contro l’oscurità. All’interno della stanza
ha ruotato e ruotato, si è calata giù. Poi ho visto
come l’ordine potrebbe farsi — se il caos lo volesse:
e ho visto l’oscurità premere su se stessa,
contraendosi fortemente; era come se
volesse sopprimersi, lentamente: e con molto dolore.
Dolore. La scena era il dolore, niente di più che il dolore.
Che altro, quando il caos concentra tutte le forze interiori
per plasmare una singola foglia? …
Perché la foglia è venuta
sola, splendendo nella stanza deserta;
e subito dopo il colpo del ramoscello che vi cade;
e dal ramoscello un ramo; e poi il tronco,
massiccio e grossolano; e alla fine una nera radice.
La nera radice ha crepato i muri. I rami hanno fatto saltare
la finestra:
Il grande albero ha preso possesso.
Albero degli alberi!
Ricorda (quando viene il tempo) come è morto il caos
nel plasmare la foglia lucente. Poi voltati, abbi il coraggio,
di dirimere i rami e anche le radici, sii scosso
dal dolore e porta nuovamente il caos fuori dalla forma.
Io mi metterò a guardare come ora sto guardando.
Mi metterò a lodare l’oscurità adesso, e dopo la foglia.

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