Finalmente è tornata Alla, la mia portinaia ucraina. Era sparita dal 2 febbraio
per problemi fisici. Ci siamo messi a chiacchierare davanti al portone (stamattina
sono uscito presto per fare colazione in un bar dai croissant spettacolari, uno è ai cereali,
miele, e zenzero ed è fantastico), torniamo ad Alla, che bello rivederla,
sempre sorridente, sempre atletica. "Che mi dici della guerra, Alla?" "
"Le persone devono parlarsi, la vita di ognuno di noi è preziosa, la vita di tutti,
ognuno deve morire di morte naturale, il tuo corpo finirà sottoterra ma la tua anima
viene da lontano, tu sei tante vite fuse assieme, bisogna rispettare la vita",
davanti a tanta saggezza mi vergogno quasi di essere a favore dell'invio di armi,
poi penso alla faccia di Putin e ritorno sulle mie convinzioni. Alla è tornata con
tante idee in testa, mi parla di ipnosi regressiva, di reincarnazioni, di interferenze
che bloccano il nostro spirito, e così via. La guardo con simpatia. "Come quando
vai in bicicletta e un bastone si mette nei raggi della ruota, capisci Riccardo? devi
togliere quel bastone, ma tu ti ami?". Che domande, Alla! Che domande mi fai
prima della colazione. "Non lo so Alla, sto andando a fare colazione e a comprare
le sigarette, forse non mi amo così tanto, però mi sono simpatico". Alla parla,
continua a parlare, è tanto che non ci vediamo e scelgo di darle corda, anche se
il croissant allo zenzero mi ammicca nell'anima...l'anima! Alla ci crede, crede
all'anima, poi mi sorprende e tira fuori Mendeleev, il chimico russo, mi dice
che nella sua tabella degli elementi chimici allora conosciuti Mendeleev aveva lasciato
uno spazio vuoto e quello spazio vuoto non è altro che la nostra anima. Diffido
delle interpretazioni di Alla, ma devo ammettere che al momento ricordo poco
di Mendeleev, anche se dubito che lo spazio vuoto per un chimico fosse l'anima.
Alla continua a parlare, mi tira fuori anche l'isola di Atlantide! E arrivati ad
Atlantide decido che il croissant allo zenzero è più forte di qualsiasi isola
sommersa! Ci salutiamo. Arrivo finalmente al bar: cappuccino, bicchiere d'acqua
e croissant cereali, miele e zenzero. Suggestionato dalle parole di Alla mi faccio
un ripasso di Mendeleev, gli spazi vuoti in realtà erano tre e non si parla di
anima! Però scopro che la figlia di Mendeleev ebbe una relazione burrascosa
con un grande poeta russo simbolista: Blok. Cerco su internet una sua poesia
e leggo Fabbrica:
Nella casa vicina sono gialle
le finestre. Ogni sera — ogni sera
pensierose scricchiano le sbarre,
si avvicinano gli uomini al portone.
E il portone massiccio è sprangato,
ma sul muro — sul muro
qualcuno immobile, nero, qualcuno
gli uomini conta in silenzio.
Io sento tutto dalla mia altitudine:
con la voce di bronzo egli sollecita
la gente che di sotto s’è raccolta
a curvare la schiena travagliata.
Essi entreranno e si disperderanno,
caricandosi i sacchi sul dorso.
E alle gialle finestre rideranno
d’avere abbindolato questi poveri.
Poesia meravigliosa che ti fa odiare lo sfruttamento
della classe lavoratrice.
Grazie alle dolci farneticazioni di Alla riscopro questa poesia,
e divento quasi comunista!
Poi penso che Alla, se non fosse stata la figlia di contadini
ucraini, avrebbe potuto studiare, laurearsi, e diventare
una dottoressa, ma alla fine concludo che la preferisco
così, così com'è, la mia portinaia ucraina che crede
all'anima, alla reincarnazione, che reinterpreta gli elementi
chimici di Mendeleev e che mi parla di Atlantide prima
di un meraviglioso croissant allo zenzero.
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