domenica 30 giugno 2019
FINALMENTE!
Finalmente, finalmente,
finalmente qualcuno con
un disegno ha detto tutto,
tutto quello che si può dire!
Come per gioco
Mai amato le cose definitive, faccio fatica
anche con le spremute al mattino, c'è una
piccola crudeltà nello spremere fino alla fine.
Mai detto addio a una donna, non chiudo a
chiave il mio cuore, lo lascio libero come un
cane randagio, libero di tornare o di perdersi.
A me piace tutto ciò che è socchiuso, mi fa
emozionare di un'emozione misteriosa, gli
occhi socchiusi, il dormiveglia, dove sogno
e realtà sono spilli di nebbia sulle palpebre,
le porte socchiuse che sono un invito alla
scoperta, le finestre socchiuse che lasciano
entrare le api alla ricerca di un fiore domestico,
a me fa impazzire di una pazzia gentile
tutto ciò che profuma di arrivederci, una
brezza che accarezza l'avvenire delle ossa,
un odore che allude al buio e allo spavento,
ma non ancora buio, non così buio da fare
male, appena ombra, non più di uno sfiato
di tenebra. I roghi, amo i roghi immensi
dei fiammiferi onnipotenti, amo le dighe
dei sassolini e le formiche coraggiose che
non si lasciano scoraggiare, amo i labirinti
nascosti nelle orecchie, le ferite di un giorno,
le piccole cicatrici, le ustioni che non ti fanno
il terzo grado, le torture lievi degli attimi
trafugati, gli scorpioni nelle scarpe vuote
che si lasciano scrollare, e amo il tuo viso
sul mio viso, incollato dalla saliva di un
bacio. Il fango, non la pietra d'inciampo.
L'orlo di un vestito che precipita, la lama
di un sospiro, i grilli nei cimiteri assolati,
e le lucertole sui muri, mentre tu pronunci
il mio nome e io il tuo, come per gioco,
per non morire, non ancora, non adesso.
anche con le spremute al mattino, c'è una
piccola crudeltà nello spremere fino alla fine.
Mai detto addio a una donna, non chiudo a
chiave il mio cuore, lo lascio libero come un
cane randagio, libero di tornare o di perdersi.
A me piace tutto ciò che è socchiuso, mi fa
emozionare di un'emozione misteriosa, gli
occhi socchiusi, il dormiveglia, dove sogno
e realtà sono spilli di nebbia sulle palpebre,
le porte socchiuse che sono un invito alla
scoperta, le finestre socchiuse che lasciano
entrare le api alla ricerca di un fiore domestico,
a me fa impazzire di una pazzia gentile
tutto ciò che profuma di arrivederci, una
brezza che accarezza l'avvenire delle ossa,
un odore che allude al buio e allo spavento,
ma non ancora buio, non così buio da fare
male, appena ombra, non più di uno sfiato
di tenebra. I roghi, amo i roghi immensi
dei fiammiferi onnipotenti, amo le dighe
dei sassolini e le formiche coraggiose che
non si lasciano scoraggiare, amo i labirinti
nascosti nelle orecchie, le ferite di un giorno,
le piccole cicatrici, le ustioni che non ti fanno
il terzo grado, le torture lievi degli attimi
trafugati, gli scorpioni nelle scarpe vuote
che si lasciano scrollare, e amo il tuo viso
sul mio viso, incollato dalla saliva di un
bacio. Il fango, non la pietra d'inciampo.
L'orlo di un vestito che precipita, la lama
di un sospiro, i grilli nei cimiteri assolati,
e le lucertole sui muri, mentre tu pronunci
il mio nome e io il tuo, come per gioco,
per non morire, non ancora, non adesso.
Per me l'amore
Per me l'amore è quando
mi tiro la zappa sui piedi e
canto come un usignolo,
ed è anche sentire le farfalle
nello stomaco di ignoti.
Per me l'amore è la tua testa
sul mio cuscino, le tue mani
sulla mia testa, e le lenzuola
fresche di ogni nostro gesto,
mentre tu sogni e io sogno.
Per me l'amore è un gioco
di ciliegi nel giardino, è farti
una carezza spensierata nel
cesto immenso di un universo
affamato: un ciliegio tira l'altro.
Per me l'amore sei tu e sono
io, ma senza affanno, liberi di
essere qualsiasi cosa, una piccola
sorgente di noi tra i raggi della
luna, mentre tu vivi e io sogno.
Sogno la vita che mi doni.
mi tiro la zappa sui piedi e
canto come un usignolo,
ed è anche sentire le farfalle
nello stomaco di ignoti.
Per me l'amore è la tua testa
sul mio cuscino, le tue mani
sulla mia testa, e le lenzuola
fresche di ogni nostro gesto,
mentre tu sogni e io sogno.
Per me l'amore è un gioco
di ciliegi nel giardino, è farti
una carezza spensierata nel
cesto immenso di un universo
affamato: un ciliegio tira l'altro.
Per me l'amore sei tu e sono
io, ma senza affanno, liberi di
essere qualsiasi cosa, una piccola
sorgente di noi tra i raggi della
luna, mentre tu vivi e io sogno.
Sogno la vita che mi doni.
sabato 29 giugno 2019
OSSESSIONE RIGBY
In questi giorni sono ossessionato dal testo
di Eleanor Rigby, scritto da Paul McCartney.
Non ho mai sentito tanta solitudine in una
canzone pop. Ogni verso è una ferita, un vuoto
abissale e incolmabile. La solitudine di una
donna e di un prete, una donna che attende
alla finestra una felicità che non arriverà mai
e indossa il proprio volto con stanchezza,
lei può solo raccogliere il riso nelle chiese
gettato dalle coppie felici che si sposano.
Il prete è solo come lei, si rammenda i calzini
di notte, non c'è nessuno al suo fianco, se
non crediamo in Dio, e se ci crediamo è un
Dio che non sa rammendare i calzini e forse
nemmeno la solitudine. Eleanor Rigby muore
e viene sepolta con il suo nome, solo il suo
nome le fa compagnia nella terra. E il prete
scrive un sermone che nessuno ascolterà
perché nessuno andrà al funerale di Eleanor.
Anche il prete si allontana dalla tomba,
pulendosi le mani dalla terra, e il testo si
chiude così: No one was saved. Nessuno,
nessuno si è salvato. Nessuna speranza, quindi.
Non ho mai letto nulla di così disperato.
E l'ha scritta un damerino con la faccia da
eterno ragazzino. E io che ho sempre pensato
ai Beatles come a un gruppo di musica
leggera, invece no, basta questa canzone
a farmi ricredere, è una canzone che sprofonda
in un vuoto senza fine, e nemmeno gli archi
riescono a darle un anelito celeste, ci sono
le tenebre fra le parole, tenebre implacabili.
Una solitudine infinita, inumana, terribile.
Da brividi. Ah, look at all the lonely people.
di Eleanor Rigby, scritto da Paul McCartney.
Non ho mai sentito tanta solitudine in una
canzone pop. Ogni verso è una ferita, un vuoto
abissale e incolmabile. La solitudine di una
donna e di un prete, una donna che attende
alla finestra una felicità che non arriverà mai
e indossa il proprio volto con stanchezza,
lei può solo raccogliere il riso nelle chiese
gettato dalle coppie felici che si sposano.
Il prete è solo come lei, si rammenda i calzini
di notte, non c'è nessuno al suo fianco, se
non crediamo in Dio, e se ci crediamo è un
Dio che non sa rammendare i calzini e forse
nemmeno la solitudine. Eleanor Rigby muore
e viene sepolta con il suo nome, solo il suo
nome le fa compagnia nella terra. E il prete
scrive un sermone che nessuno ascolterà
perché nessuno andrà al funerale di Eleanor.
Anche il prete si allontana dalla tomba,
pulendosi le mani dalla terra, e il testo si
chiude così: No one was saved. Nessuno,
nessuno si è salvato. Nessuna speranza, quindi.
Non ho mai letto nulla di così disperato.
E l'ha scritta un damerino con la faccia da
eterno ragazzino. E io che ho sempre pensato
ai Beatles come a un gruppo di musica
leggera, invece no, basta questa canzone
a farmi ricredere, è una canzone che sprofonda
in un vuoto senza fine, e nemmeno gli archi
riescono a darle un anelito celeste, ci sono
le tenebre fra le parole, tenebre implacabili.
Una solitudine infinita, inumana, terribile.
Da brividi. Ah, look at all the lonely people.
mercoledì 26 giugno 2019
CON SERGIO
Ho passato due ore con Sergio al bar, lui si è preso
due bicchierini di vodka e io un caffè freddo.
Mi ha fatto i soliti racconti del suo passato, della
sua Milano che non c'è più. Mi ha ripetuto di
quando mandò De Andrè a fare in culo, con tutto
il rispetto possibile, ma lo mandò a fare in culo
perché iniziò a cantare in un'osteria senza fare
finire uno sconosciuto che stava a sua volta cantando,
e la canzone di Marinella poteva aspettare.
A quel tempo nelle osterie non si guardava in faccia
a nessuno, e mi ha detto delle risse che scoppiavano
perché c'era gente che mancava di educazione.
Mi ha raccontato di una colletta dentro un grande
calice di vetro per aiutare una donna incinta, mi
ha parlato anche del suo lavoro, di quando vicino
a Grenoble si mangiò un'anatra all'arancia tutta
intera, solo lui. Mi ha detto di quando rifiutò una
ragazza bellissima che aprì subito le gambe e
gli disse: "Allora, chiaviamo?", e lui la fece rivestire
perché ci vuole un minimo di poesia, cazzo.
E mi racconta tutte queste cose che ormai so a
memoria, ma le dice con amore perché questo
è il romanzo della sua vita, e io lo ascolto, accolgo
la sua vita perché mi piace farla rivivere davanti
alla mia immaginazione. E poi, inaspettata, è arrivata
anche una scheggia di poesia, arriva sempre, se
si sa ascoltare, si parlava di cibo, di animali da
mangiare, e lui mi ha detto che la carne gli piace
ma non sarebbe mai in grado di uccidere, anche
solo tirare il collo a una gallina lo irretisce.
Ha detto proprio così: "Mi irretisce". Essere
irretito da una gallina, che meraviglia. Poi ci
siamo salutati e lui barcollando, con il suo romanzo
di vita interiore, è tornato da sua moglie che
non esce mai di casa perché è scassata.
Questa è la vita, dicono. E non è male, in fondo.
due bicchierini di vodka e io un caffè freddo.
Mi ha fatto i soliti racconti del suo passato, della
sua Milano che non c'è più. Mi ha ripetuto di
quando mandò De Andrè a fare in culo, con tutto
il rispetto possibile, ma lo mandò a fare in culo
perché iniziò a cantare in un'osteria senza fare
finire uno sconosciuto che stava a sua volta cantando,
e la canzone di Marinella poteva aspettare.
A quel tempo nelle osterie non si guardava in faccia
a nessuno, e mi ha detto delle risse che scoppiavano
perché c'era gente che mancava di educazione.
Mi ha raccontato di una colletta dentro un grande
calice di vetro per aiutare una donna incinta, mi
ha parlato anche del suo lavoro, di quando vicino
a Grenoble si mangiò un'anatra all'arancia tutta
intera, solo lui. Mi ha detto di quando rifiutò una
ragazza bellissima che aprì subito le gambe e
gli disse: "Allora, chiaviamo?", e lui la fece rivestire
perché ci vuole un minimo di poesia, cazzo.
E mi racconta tutte queste cose che ormai so a
memoria, ma le dice con amore perché questo
è il romanzo della sua vita, e io lo ascolto, accolgo
la sua vita perché mi piace farla rivivere davanti
alla mia immaginazione. E poi, inaspettata, è arrivata
anche una scheggia di poesia, arriva sempre, se
si sa ascoltare, si parlava di cibo, di animali da
mangiare, e lui mi ha detto che la carne gli piace
ma non sarebbe mai in grado di uccidere, anche
solo tirare il collo a una gallina lo irretisce.
Ha detto proprio così: "Mi irretisce". Essere
irretito da una gallina, che meraviglia. Poi ci
siamo salutati e lui barcollando, con il suo romanzo
di vita interiore, è tornato da sua moglie che
non esce mai di casa perché è scassata.
Questa è la vita, dicono. E non è male, in fondo.
OSA, GODI.
Nulla, nulla è più bello del tradimento di una donna.
Anche la vita prima o poi ci tradisce. Esiste solo la
fedeltà al mutamento, alla corrente che trascina con sé
detriti di piccole bugie che per un attimo sono state vere.
Nulla è più noioso e mortale di una coppia fedele alle
proprie abitudini, alle proprie lenzuola scariche di vita.
Una coppia che si conosce a memoria come una poesia
imparata sui banchi di scuola, e fare l'amore senza
più riuscire a disfare il letto non è più un paradosso,
ma un destino chiuso a chiave sotto il vasto cielo del
tradimento immaginario. Nulla è più vero di una donna
finta, ingannevole, prodigiosa di desiderio, che sa
mescolare il tuo cazzo con gli altri cazzi, che sa vivere
le proprie fantasie fino in fondo, fino al coito vitale.
Lo sconosciuto, lo straniero, l'idraulico dentro la tua
donna. Nulla di più bello. Di più liquido. "Osa, godi".
Ma non solo il maestro di sci o di tennis, non solo.
"Osa, godi". Anche dentro l'ascensore, invece di parlare
del tempo, di pioggia o di sole, sbottona i pantaloni
all'inquilino e goditelo sulla lingua, e dopo fatti aprire
la porta dal tuo uomo e bacialo con il seme rubato ancora
in bocca. Vedrai, sarai la benedizione dei suoi giorni.
"Osa, godi". Getta un manto di brividi sulla polvere.
Anche la vita prima o poi ci tradisce. Esiste solo la
fedeltà al mutamento, alla corrente che trascina con sé
detriti di piccole bugie che per un attimo sono state vere.
Nulla è più noioso e mortale di una coppia fedele alle
proprie abitudini, alle proprie lenzuola scariche di vita.
Una coppia che si conosce a memoria come una poesia
imparata sui banchi di scuola, e fare l'amore senza
più riuscire a disfare il letto non è più un paradosso,
ma un destino chiuso a chiave sotto il vasto cielo del
tradimento immaginario. Nulla è più vero di una donna
finta, ingannevole, prodigiosa di desiderio, che sa
mescolare il tuo cazzo con gli altri cazzi, che sa vivere
le proprie fantasie fino in fondo, fino al coito vitale.
Lo sconosciuto, lo straniero, l'idraulico dentro la tua
donna. Nulla di più bello. Di più liquido. "Osa, godi".
Ma non solo il maestro di sci o di tennis, non solo.
"Osa, godi". Anche dentro l'ascensore, invece di parlare
del tempo, di pioggia o di sole, sbottona i pantaloni
all'inquilino e goditelo sulla lingua, e dopo fatti aprire
la porta dal tuo uomo e bacialo con il seme rubato ancora
in bocca. Vedrai, sarai la benedizione dei suoi giorni.
"Osa, godi". Getta un manto di brividi sulla polvere.
lunedì 24 giugno 2019
MONDO TROIO
Stamattina è una di quelle mattine in cui
inventi delle bestemmie. Stavo preparando
con amore la colazione, banane a fette, mele,
noci, miele, fette biscottate e marmellata di
fragole, biscotti di ogni tipo e cultura.
Con questa cucina stretta non si sa mai
dove posare i vassoi, così per una piccola
distrazione che l'asse terrestre nemmeno ha
percepito, il vassoio mi è scivolato nell'acquaio
con tutto quel ben di dio ed è andata in frantumi
una tazza di vetro che ha disseminato di schegge
crudeli il mio sogno di una colazione serena.
Un pezzo di vetro anche dentro il vasetto di miele.
Ed è allora che dalle viscere della mia testa
è nata: MONDO TROIO! La bestemmia che
mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni
e del mondo, del MONDO TROIO!
inventi delle bestemmie. Stavo preparando
con amore la colazione, banane a fette, mele,
noci, miele, fette biscottate e marmellata di
fragole, biscotti di ogni tipo e cultura.
Con questa cucina stretta non si sa mai
dove posare i vassoi, così per una piccola
distrazione che l'asse terrestre nemmeno ha
percepito, il vassoio mi è scivolato nell'acquaio
con tutto quel ben di dio ed è andata in frantumi
una tazza di vetro che ha disseminato di schegge
crudeli il mio sogno di una colazione serena.
Un pezzo di vetro anche dentro il vasetto di miele.
Ed è allora che dalle viscere della mia testa
è nata: MONDO TROIO! La bestemmia che
mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni
e del mondo, del MONDO TROIO!
domenica 23 giugno 2019
venerdì 21 giugno 2019
ULDERICO E IL TONDINO
Stanotte ho conosciuto Ulderico, un architetto e designer,
abbiamo bevuto parecchio, lui grappa e io due cocktail a
base di whisky e camomilla e miele, più altre cosette.
A un certo punto, non so perché, il discorso è finito sui
tondini ad aderenza migliorata, prima i tondini erano lisci
e quando c'era un terremoto le case crollavano perché
il tondino si sfilava facilmente, poi qualcuno ebbe l'idea
(probabilmente un tedesco) di fare un tondino elicoidale
per una maggiore aderenza col calcestruzzo, e così quando
un terremoto ondulatorio sottopone a trazione le nostre
abitazioni, il tondino elicoidale ad aderenza migliorata
rende il crollo della medesima abitazione molto più
difficile. Questo mi sembra di avere capito sotto i fumi
dell'alcol, un ignoto ingegnere tedesco ci ha salvato la
vita, a molti di noi, è un benefattore dell'umanità e noi
non sappiamo nemmeno il suo nome. La poesia si cela
anche in questo: un tondino ad aderenza migliorata.
Un tondino elicoidale ci permette di scopare anche
durante i terremoti senza che il soffitto ci crolli addosso.
Non è meraviglioso? Poi ci siamo salutati, eravamo
ubriachi entrambi, e siamo comunque riusciti ad arrivare
a casa, senza tondini elicoidali, così, con le nostre forze.
E abbiamo aperto la porta di casa.
abbiamo bevuto parecchio, lui grappa e io due cocktail a
base di whisky e camomilla e miele, più altre cosette.
A un certo punto, non so perché, il discorso è finito sui
tondini ad aderenza migliorata, prima i tondini erano lisci
e quando c'era un terremoto le case crollavano perché
il tondino si sfilava facilmente, poi qualcuno ebbe l'idea
(probabilmente un tedesco) di fare un tondino elicoidale
per una maggiore aderenza col calcestruzzo, e così quando
un terremoto ondulatorio sottopone a trazione le nostre
abitazioni, il tondino elicoidale ad aderenza migliorata
rende il crollo della medesima abitazione molto più
difficile. Questo mi sembra di avere capito sotto i fumi
dell'alcol, un ignoto ingegnere tedesco ci ha salvato la
vita, a molti di noi, è un benefattore dell'umanità e noi
non sappiamo nemmeno il suo nome. La poesia si cela
anche in questo: un tondino ad aderenza migliorata.
Un tondino elicoidale ci permette di scopare anche
durante i terremoti senza che il soffitto ci crolli addosso.
Non è meraviglioso? Poi ci siamo salutati, eravamo
ubriachi entrambi, e siamo comunque riusciti ad arrivare
a casa, senza tondini elicoidali, così, con le nostre forze.
E abbiamo aperto la porta di casa.
giovedì 20 giugno 2019
L'ALLERGIA
Sono allergico, ma non solo al polline.
Sono allergico al tempo che passa, alle
macedonie di un solo colore, sono allergico
al dolore fresco delle foglie, sono allergico
alla siccità delle voglie appassite, alle vertigini
che strisciano sotto il letto. Sono allergico
ai chiodi e alle catapulte, alle pesche sciroppate,
alle tasche non bucate, agli amori lenti,
alle lumache lunari, sono allergico a Dio
e alla morte, alle finestre socchiuse e alla
notte che calpesta i fiori che sbocciano.
Sono allergico alla vita, ai liquori delle
distillerie legali, ai bambini sprofondati
nei passeggini, alle lucertole mistiche e
alle violette. Sono allergico ai giardini
e ai fulmini, alle tempeste e ai bicchieri
d'acqua che dissetano vane nostalgie.
Sono allergico al lavoro, alla fatica e alle
pietre sbucciate, ai detenuti, alle prigioni
di velluto, ai cuori solitari e a quelli che
si abbracciano nel sangue che canta. Sono
allergico ai quotidiani, all'eternità, alle
nuvole che assumono forma di nuvola,
ai nidi di spavento, e alle rivoluzioni
terrestri. Sono allergico agli specchi
e alla grandine, al caldo e a tutti i tipi
di strangolamento. Sono allergico ai
confetti, alle lune di miele, ai battesimi
e ai funerali estivi. Non sono allergico
alle chiavi. Alle chiavi no. Le chiavi
non mi fanno starnutire, le chiavi sono
benedette, hanno una santità girevole e
penetrano nel mistero accogliente delle
serrature. Vivo di porte aperte. E sogno
un ladro in casa che mi renda più leggero,
un ladro sensuale, dal passo felpato,
con un collant usato sulla testa, a ricordarmi
l'odore di ogni donna e di ogni
delitto.
Sono allergico al tempo che passa, alle
macedonie di un solo colore, sono allergico
al dolore fresco delle foglie, sono allergico
alla siccità delle voglie appassite, alle vertigini
che strisciano sotto il letto. Sono allergico
ai chiodi e alle catapulte, alle pesche sciroppate,
alle tasche non bucate, agli amori lenti,
alle lumache lunari, sono allergico a Dio
e alla morte, alle finestre socchiuse e alla
notte che calpesta i fiori che sbocciano.
Sono allergico alla vita, ai liquori delle
distillerie legali, ai bambini sprofondati
nei passeggini, alle lucertole mistiche e
alle violette. Sono allergico ai giardini
e ai fulmini, alle tempeste e ai bicchieri
d'acqua che dissetano vane nostalgie.
Sono allergico al lavoro, alla fatica e alle
pietre sbucciate, ai detenuti, alle prigioni
di velluto, ai cuori solitari e a quelli che
si abbracciano nel sangue che canta. Sono
allergico ai quotidiani, all'eternità, alle
nuvole che assumono forma di nuvola,
ai nidi di spavento, e alle rivoluzioni
terrestri. Sono allergico agli specchi
e alla grandine, al caldo e a tutti i tipi
di strangolamento. Sono allergico ai
confetti, alle lune di miele, ai battesimi
e ai funerali estivi. Non sono allergico
alle chiavi. Alle chiavi no. Le chiavi
non mi fanno starnutire, le chiavi sono
benedette, hanno una santità girevole e
penetrano nel mistero accogliente delle
serrature. Vivo di porte aperte. E sogno
un ladro in casa che mi renda più leggero,
un ladro sensuale, dal passo felpato,
con un collant usato sulla testa, a ricordarmi
l'odore di ogni donna e di ogni
delitto.
mercoledì 19 giugno 2019
ENZO E JONATHAN
Forse non tutti sanno che il grande regista Jonathan Demme,
autore di Qualcosa di travolgente e de Il silenzio degli innocenti,
si innamorò perdutamente di Enzo Avitabile e gli dedicò
un film ritratto. Capite? E qui in Italia non se lo fila nessuno
il grande Avitabile, preferiscono Gigi D'Alessio.
autore di Qualcosa di travolgente e de Il silenzio degli innocenti,
si innamorò perdutamente di Enzo Avitabile e gli dedicò
un film ritratto. Capite? E qui in Italia non se lo fila nessuno
il grande Avitabile, preferiscono Gigi D'Alessio.
L'ISPIRAZIONE
Vicino al mio computer c'è un bonsai e adesso anche
un ventilatore. Ho anche una statua in legno di Don
Chisciotte e una sagoma cartonata di Oscar Wilde.
A volte li guardo per cercare l'ispirazione, e spesso
l'ispirazione nasce dal momento, da quello che
accade mentre scrivo, per esempio adesso c'è un bel
venticello, scrivo con la porta finestra spalancata.
Ok, lo ammetto, non sarà una grande ispirazione
questa, è solo un venticello, ma mi fa compagnia.
Un momento, forse sbaglio, questo venticello è
il ventilatore, non viene da fuori, viene da dentro,
che stupido, come ho potuto sbagliarmi? Forse
l'ispirazione è qualcosa che viene da dentro, nel
mio dentro vasto come un paesaggio fantastico e
il fuori è dentro di me, imprigionato per sempre.
Perché scrivo? Perché la vita non basta, come dicono
gli scrittori? Scrivo perché ci sono delle parole
sospese dentro di me, oscillano e mandano come
dei bagliori, vogliono essere prese e tirate fuori.
In un fuori segnato dal mio dentro. Dentro e fuori.
Tutto si confonde. Tutto si perde. Che cosa resta?
Guardo il bonsai, lo accarezzo, vivo di ispirazioni
bonsai, creo foreste di bonsai, foreste che si possono
scavalcare con un salto, e mi sento un gigante.
un ventilatore. Ho anche una statua in legno di Don
Chisciotte e una sagoma cartonata di Oscar Wilde.
A volte li guardo per cercare l'ispirazione, e spesso
l'ispirazione nasce dal momento, da quello che
accade mentre scrivo, per esempio adesso c'è un bel
venticello, scrivo con la porta finestra spalancata.
Ok, lo ammetto, non sarà una grande ispirazione
questa, è solo un venticello, ma mi fa compagnia.
Un momento, forse sbaglio, questo venticello è
il ventilatore, non viene da fuori, viene da dentro,
che stupido, come ho potuto sbagliarmi? Forse
l'ispirazione è qualcosa che viene da dentro, nel
mio dentro vasto come un paesaggio fantastico e
il fuori è dentro di me, imprigionato per sempre.
Perché scrivo? Perché la vita non basta, come dicono
gli scrittori? Scrivo perché ci sono delle parole
sospese dentro di me, oscillano e mandano come
dei bagliori, vogliono essere prese e tirate fuori.
In un fuori segnato dal mio dentro. Dentro e fuori.
Tutto si confonde. Tutto si perde. Che cosa resta?
Guardo il bonsai, lo accarezzo, vivo di ispirazioni
bonsai, creo foreste di bonsai, foreste che si possono
scavalcare con un salto, e mi sento un gigante.
martedì 18 giugno 2019
I REGALI DI MIO FRATELLO
Mio fratello fa sempre regali meravigliosi.
Per i miei 50 anni mi ha fatto un quadro di
Mirko Gualerzi, una dentona impellicciata,
e un regalo "postumo": il 28 di questo mese
ha preso due biglietti per il concerto di Woody
Allen. Il Woody clarinettista. Ora dovete sapere
che per me Woody è un mito, il mondo senza
il suo umorismo sarebbe diverso: più stupido.
Mi presi una cotta per lui tanti anni fa e anche
se non sempre azzecca il film, in ogni suo film
c'è una perla indimenticabile. Forse non ha mai
fatto il capolavoro assoluto ma ci ha regalato
tanti film indimenticabili, vorrei citare i miei
preferiti: Prendi i soldi e scappa, Io e Annie,
Zelig, Hannah e le sue sorelle, Crimini e misfatti,
Harry a pezzi, e ovviamente Provaci ancora Sam
che è tratto da un suo lavoro teatrale, anche
se la regia non è sua, ma è a tutti gli effetti
un film di Allen. Tra gli ultimi metto Match Point.
Per me è un grandissimo, lo adoro, anche nella
sua fisicità, e le sue sopracciglia buffe che
danno ai suoi occhiali una leggerezza infinita.
Lo preferisco a Chaplin e a Bergman.
Nessuno è intelligente quanto lui, forse solo
Kubrick e Orson Welles possono sperare
di stare al suo livello. Un genio, e guai a chi
me lo tocca!
Per i miei 50 anni mi ha fatto un quadro di
Mirko Gualerzi, una dentona impellicciata,
e un regalo "postumo": il 28 di questo mese
ha preso due biglietti per il concerto di Woody
Allen. Il Woody clarinettista. Ora dovete sapere
che per me Woody è un mito, il mondo senza
il suo umorismo sarebbe diverso: più stupido.
Mi presi una cotta per lui tanti anni fa e anche
se non sempre azzecca il film, in ogni suo film
c'è una perla indimenticabile. Forse non ha mai
fatto il capolavoro assoluto ma ci ha regalato
tanti film indimenticabili, vorrei citare i miei
preferiti: Prendi i soldi e scappa, Io e Annie,
Zelig, Hannah e le sue sorelle, Crimini e misfatti,
Harry a pezzi, e ovviamente Provaci ancora Sam
che è tratto da un suo lavoro teatrale, anche
se la regia non è sua, ma è a tutti gli effetti
un film di Allen. Tra gli ultimi metto Match Point.
Per me è un grandissimo, lo adoro, anche nella
sua fisicità, e le sue sopracciglia buffe che
danno ai suoi occhiali una leggerezza infinita.
Lo preferisco a Chaplin e a Bergman.
Nessuno è intelligente quanto lui, forse solo
Kubrick e Orson Welles possono sperare
di stare al suo livello. Un genio, e guai a chi
me lo tocca!
GENIALE
Ecco che cosa accade quando la comunicazione impazzisce come una
maionese, rappresentata alla perfezione da questo artista geniale.
Cosa che accade di sovente su questo blog impazzito, ma bisogna
anche dire che la parte impazzita del film è anche la più geniale!
maionese, rappresentata alla perfezione da questo artista geniale.
Cosa che accade di sovente su questo blog impazzito, ma bisogna
anche dire che la parte impazzita del film è anche la più geniale!
domenica 16 giugno 2019
Visibilità e responsabilità
Il mio canale YouTube ultimamente sta avendo più visibilità, nulla di
eccezionale, ma avanza, ogni giorno qualcuno pensa di iscriversi al mio
canale, e giorno dopo giorno si avvicina alle 3000 iscrizioni e poi andrà
oltre, immagino. A volte l'aumento delle iscrizioni è dovuto a un film
che fa da traino, nel mio caso si tratta di Amore nel parco che nell'ultimo
mese è stato visualizzato da più di 80 mila persone. L'aumento di visibilità
comporta un aumento di responsabilità. E pur mantenendo le mie
caratteristiche di confidenze e spontaneità diaristiche, devo stare più
attento, devo pormi sempre una domanda: riusciresti a difendere il tuo
lavoro davanti a un giudice? Per quasi tutti i miei lavori la risposta è
sì, sono film fatti in buona fede, con l'intento di raccontare me stesso
e le persone che mi gravitano attorno. Ma oggi è successa una cosa
strana, strana per uno come me, mi sono svegliato con un messaggio
su un mio video di YouTube, il messaggio era questo: sei un bastardo!
Mi sono messo nei panni di chi guardava per cercare di capire e mi
sono rivisto il film, era la seconda parte di una presa in giro delle
persone sole che mettono gli annunci nelle bacheche, il seguito della
Bacheca della solitudine. Per curiosità ho rivisto il film, e a un certo
punto dico qualcosa che mi ha urtato, non mi sono piaciuto, l'intento
era dileggiare il buonismo e certi annunci ridicoli ai miei occhi, ma
dicevo una cosa che non avrei saputo difendere agli occhi di un giudice
imparziale, per questo il video in questione non è più pubblico, mentre
La bacheca della solitudine sì, perché rivedendolo, non ci ho trovato
nulla di male, è una presa in giro riuscita bene, mentre la seconda
puntata no, non era venuta bene. Mi sono sentito effettivamente un
bastardo. Per privatizzare il video ho dato un'occhiata a tutta la mia
produzione di questi anni e mi sono messo le mani nei capelli che
non ho: troppa, troppa roba. Tante cose non necessarie da un punto
di vista artistico, necessarie solo per me, per una sorta di nevrosi
che ho nel mettermi in mostra, nel "feticizzare" me stesso, al limite
di un caso clinico. E mi è venuta voglia di cancellare almeno la metà
di tutto quello che ho fatto e salvare solo quello che in effetti merita.
In mezzo a tante cose superflue ci sono delle perle. Poi mi sono detto:
Ricky, non è cinema, è solo YouTube, le tue cagatine non sono peggiori
di tante altre, se quel giorno hai sentito il bisogno di parlare delle tue
seghe, si vede che per te era necessario, era una tua cosa intima, un
tuo bisogno, forse il bisogno di vincere la noia o di ridicolizzare te
stesso e la tua solitudine. In effetti sono il primo a prendere in giro
me stesso. Ma questa aumentata visibilità del mio canale mi pone dei
quesiti: continuare così a parlare di me stesso e degli altri senza peli
sulla lingua? Continuare a rubare immagini per strada? Continuare
a "truffare" il quotidiano per gettarlo nella fredda "eternità" della
Rete? E se fosse arrivato il momento di crescere? Di attendere e
ponderare? Di fare opere più complesse? Se fosse arrivato il momento
di mettere da parte certe cose e di dedicarsi solo alle cose necessarie?
E puntare solo sulla parte più vera del mio lavoro? Ha senso diventare
persone serie, artisti seri, su un canale YouTube dove la fruizione è
casuale ed estemporanea? Non sei vittima del mezzo stesso?
Insomma: c'è tanto da riflettere. Cristo. Non è facile essere Ricky.
eccezionale, ma avanza, ogni giorno qualcuno pensa di iscriversi al mio
canale, e giorno dopo giorno si avvicina alle 3000 iscrizioni e poi andrà
oltre, immagino. A volte l'aumento delle iscrizioni è dovuto a un film
che fa da traino, nel mio caso si tratta di Amore nel parco che nell'ultimo
mese è stato visualizzato da più di 80 mila persone. L'aumento di visibilità
comporta un aumento di responsabilità. E pur mantenendo le mie
caratteristiche di confidenze e spontaneità diaristiche, devo stare più
attento, devo pormi sempre una domanda: riusciresti a difendere il tuo
lavoro davanti a un giudice? Per quasi tutti i miei lavori la risposta è
sì, sono film fatti in buona fede, con l'intento di raccontare me stesso
e le persone che mi gravitano attorno. Ma oggi è successa una cosa
strana, strana per uno come me, mi sono svegliato con un messaggio
su un mio video di YouTube, il messaggio era questo: sei un bastardo!
Mi sono messo nei panni di chi guardava per cercare di capire e mi
sono rivisto il film, era la seconda parte di una presa in giro delle
persone sole che mettono gli annunci nelle bacheche, il seguito della
Bacheca della solitudine. Per curiosità ho rivisto il film, e a un certo
punto dico qualcosa che mi ha urtato, non mi sono piaciuto, l'intento
era dileggiare il buonismo e certi annunci ridicoli ai miei occhi, ma
dicevo una cosa che non avrei saputo difendere agli occhi di un giudice
imparziale, per questo il video in questione non è più pubblico, mentre
La bacheca della solitudine sì, perché rivedendolo, non ci ho trovato
nulla di male, è una presa in giro riuscita bene, mentre la seconda
puntata no, non era venuta bene. Mi sono sentito effettivamente un
bastardo. Per privatizzare il video ho dato un'occhiata a tutta la mia
produzione di questi anni e mi sono messo le mani nei capelli che
non ho: troppa, troppa roba. Tante cose non necessarie da un punto
di vista artistico, necessarie solo per me, per una sorta di nevrosi
che ho nel mettermi in mostra, nel "feticizzare" me stesso, al limite
di un caso clinico. E mi è venuta voglia di cancellare almeno la metà
di tutto quello che ho fatto e salvare solo quello che in effetti merita.
In mezzo a tante cose superflue ci sono delle perle. Poi mi sono detto:
Ricky, non è cinema, è solo YouTube, le tue cagatine non sono peggiori
di tante altre, se quel giorno hai sentito il bisogno di parlare delle tue
seghe, si vede che per te era necessario, era una tua cosa intima, un
tuo bisogno, forse il bisogno di vincere la noia o di ridicolizzare te
stesso e la tua solitudine. In effetti sono il primo a prendere in giro
me stesso. Ma questa aumentata visibilità del mio canale mi pone dei
quesiti: continuare così a parlare di me stesso e degli altri senza peli
sulla lingua? Continuare a rubare immagini per strada? Continuare
a "truffare" il quotidiano per gettarlo nella fredda "eternità" della
Rete? E se fosse arrivato il momento di crescere? Di attendere e
ponderare? Di fare opere più complesse? Se fosse arrivato il momento
di mettere da parte certe cose e di dedicarsi solo alle cose necessarie?
E puntare solo sulla parte più vera del mio lavoro? Ha senso diventare
persone serie, artisti seri, su un canale YouTube dove la fruizione è
casuale ed estemporanea? Non sei vittima del mezzo stesso?
Insomma: c'è tanto da riflettere. Cristo. Non è facile essere Ricky.
sabato 15 giugno 2019
IL CORAGGIO DI FEDERICO
C'è una cosa che fa Federico che io non farei mai. Mi ha detto che spesso
e volentieri dopo essere stato in un bar o in un ristorante, va alla cassa e
chiede uno sconto-artisti, dice: "Sono un artista, mi fa lo sconto?". E con
mia sorpresa mi ha risposto che molti accettano di fargli un conto meno
salato. Personalmente avrei paura di essere malmenato! Invece Federico
non ha paura, nemmeno quando fa le immersioni negli abissi. Mi ci
vorrebbe almeno la metà della sua meravigliosa "faccia tosta". Invece
tendo quasi a scusarmi con gli altri per essere me stesso. Non è umiltà,
è fragilità, insicurezza. Forse anche Federico è insicuro, ma lui vince
se stesso. Io no. Ma voglio provarci, la prossima volta vado in un ristorante
stellato, mi faccio una bella scorpacciata, ordino tre volte lo stesso
piatto, e mi faccio il giro dell'oca del menù, faccio il bis, vino pregiato,
caffè da dieci euro e poi con passo sicuro dirò al cameriere: questo conto
è da rivedere, pretendo lo sconto, io sono Ricky Farina, voglio pagare
almeno la metà, altrimenti scrivo un pezzo sul Fatto dove demolisco
il vostro ristorante, chiaro? Sì, ho un blog sul Fatto Quotidiano, quindi
state molto ma molto attenti, e in più sono un artista!
Ecco. Una piccola minaccia ci sta sempre bene.
e volentieri dopo essere stato in un bar o in un ristorante, va alla cassa e
chiede uno sconto-artisti, dice: "Sono un artista, mi fa lo sconto?". E con
mia sorpresa mi ha risposto che molti accettano di fargli un conto meno
salato. Personalmente avrei paura di essere malmenato! Invece Federico
non ha paura, nemmeno quando fa le immersioni negli abissi. Mi ci
vorrebbe almeno la metà della sua meravigliosa "faccia tosta". Invece
tendo quasi a scusarmi con gli altri per essere me stesso. Non è umiltà,
è fragilità, insicurezza. Forse anche Federico è insicuro, ma lui vince
se stesso. Io no. Ma voglio provarci, la prossima volta vado in un ristorante
stellato, mi faccio una bella scorpacciata, ordino tre volte lo stesso
piatto, e mi faccio il giro dell'oca del menù, faccio il bis, vino pregiato,
caffè da dieci euro e poi con passo sicuro dirò al cameriere: questo conto
è da rivedere, pretendo lo sconto, io sono Ricky Farina, voglio pagare
almeno la metà, altrimenti scrivo un pezzo sul Fatto dove demolisco
il vostro ristorante, chiaro? Sì, ho un blog sul Fatto Quotidiano, quindi
state molto ma molto attenti, e in più sono un artista!
Ecco. Una piccola minaccia ci sta sempre bene.
FEDERICO - IL FATTO QUOTIDIANO
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/amo-i-registi-squattrinati-come-federico-e-se-lo-aiuterete-vi-cambiera-la-vita/5252799/
giovedì 13 giugno 2019
NESSUNO SCAMPO
Leggo sempre più spesso di persone che vogliono lasciare
i social, da Facebook a tutto il resto, per tornare ad avere
una vita umana. Per tornare a socializzare con la carne e con
lo spirito, con il tanfo e con l'essenza, l'alito e il sorriso.
Passano troppo tempo davanti allo schermo di un computer
e hanno la sensazione di avere un vita schermata, appunto.
Vogliono tornare a essere naturali, e andare alla ricerca di
un bosco, magari di un lupo e forse anche di Cappuccetto
Rosso. La realtà come fiaba, come evanescenza che pulsa
nel nostro sangue e chiede di tornare a sgorgare. Per me
tutto questo non ha senso. Non ci ho mai visto nulla di reale
nella realtà, forse è un mio limite, un limite salvifico.
E se la realtà fosse un refuso? O un Re fuso? Tutto tende
a diventare polvere e ricordo, e negli abissi dell'essere
la realtà è solo una risacca che torna sul luogo del delitto
e del diletto, portando con sé i detriti di una fertile e gaia
impotenza. Abbiamo deriso le tenebre e loro ci hanno
umiliato con una perla fatta scivolare nella gola, nessuno
scampo, forse un gambero, una vertigine crostacea.
i social, da Facebook a tutto il resto, per tornare ad avere
una vita umana. Per tornare a socializzare con la carne e con
lo spirito, con il tanfo e con l'essenza, l'alito e il sorriso.
Passano troppo tempo davanti allo schermo di un computer
e hanno la sensazione di avere un vita schermata, appunto.
Vogliono tornare a essere naturali, e andare alla ricerca di
un bosco, magari di un lupo e forse anche di Cappuccetto
Rosso. La realtà come fiaba, come evanescenza che pulsa
nel nostro sangue e chiede di tornare a sgorgare. Per me
tutto questo non ha senso. Non ci ho mai visto nulla di reale
nella realtà, forse è un mio limite, un limite salvifico.
E se la realtà fosse un refuso? O un Re fuso? Tutto tende
a diventare polvere e ricordo, e negli abissi dell'essere
la realtà è solo una risacca che torna sul luogo del delitto
e del diletto, portando con sé i detriti di una fertile e gaia
impotenza. Abbiamo deriso le tenebre e loro ci hanno
umiliato con una perla fatta scivolare nella gola, nessuno
scampo, forse un gambero, una vertigine crostacea.
mercoledì 12 giugno 2019
LA COMPRENSIONE DEL MOSTRO
Mi hanno segnalato che c'è un bellissimo libro a fumetti
su Jeffrey Dahmer, il mostro di Milwaukee o il cannibale
di Milwaukee. Il libro è stato scritto e disegnato da un suo
compagno di classe, e l'autore (di cui non so il nome perché
non ho ancora letto il fumetto, ma me lo hanno spiegato)
si sofferma sul suo Jeffrey Dahmer, quello della scuola
e della giovinezza. Ne viene fuori un ritratto umano che
pare ti faccia comprendere come poi sia diventato un mostro,
un cannibale, un serial killer. L'autore ne mette in evidenza
la profonda solitudine. Mi riservo di parlarne meglio
quando avrò letto personalmente il fumetto. A me interessa
che una persona, mostro o non mostro, venga raccontata
da più punti di vista, da più angolazioni, è un'esigenza
imposta dall'intelligenza che mira alla comprensione e
non all'odio e quando Dahmer durante il processo che poi
lo condannerà per i suoi crimini, dice che non ha mai
odiato le sue vittime, io gli credo. Addirittura pare che
mangiasse le sue vittime per "amore" e ne conservasse
i resti per restare in compagnia delle sue vittime, nella
sua ottica aberrante questo ha un senso. Bisogna sempre
cercare di capire, un poeta o un criminologo o uno
studioso della psiche umana, deve mettersi in questa
posizione: la comprensione di un fenomeno. Ci sono
cose che a noi sembrano assurde, popolazioni che si
comportano seguendo altri codici etici, gli antropologi
ci hanno descritto pratiche appartenenti a particolari
tribù che a noi fanno accapponare la pelle. Per esempio,
un esempio leggero, negli Stati Uniti usano l'aria
condizionata dovunque, a temperature che fanno
gelare il sangue, hanno un rapporto diverso con l'aria
condizionata rispetto al nostro. Alcuni popoli praticano
l'infibulazione, per noi è un orrore, per me è un orrore,
ma prima di cambiare certe pratiche bisogna capirle,
capirne l'origine, altrimenti non c'è speranza. Questo
intendo quando parlo di "comprensione del mostro".
E sempre su questa linea il mio atteggiamento poetico
è sfidare il paradosso e trovare l'amore dove sembra
non esserci, dare una speranza a tutti, anche ai mostri.
Questo deve fare la poesia, ma non solo la poesia, questo
deve fare l'intelligenza umana. Chi si lava la coscienza
con le etichette, non farà mai un passo verso la civiltà.
su Jeffrey Dahmer, il mostro di Milwaukee o il cannibale
di Milwaukee. Il libro è stato scritto e disegnato da un suo
compagno di classe, e l'autore (di cui non so il nome perché
non ho ancora letto il fumetto, ma me lo hanno spiegato)
si sofferma sul suo Jeffrey Dahmer, quello della scuola
e della giovinezza. Ne viene fuori un ritratto umano che
pare ti faccia comprendere come poi sia diventato un mostro,
un cannibale, un serial killer. L'autore ne mette in evidenza
la profonda solitudine. Mi riservo di parlarne meglio
quando avrò letto personalmente il fumetto. A me interessa
che una persona, mostro o non mostro, venga raccontata
da più punti di vista, da più angolazioni, è un'esigenza
imposta dall'intelligenza che mira alla comprensione e
non all'odio e quando Dahmer durante il processo che poi
lo condannerà per i suoi crimini, dice che non ha mai
odiato le sue vittime, io gli credo. Addirittura pare che
mangiasse le sue vittime per "amore" e ne conservasse
i resti per restare in compagnia delle sue vittime, nella
sua ottica aberrante questo ha un senso. Bisogna sempre
cercare di capire, un poeta o un criminologo o uno
studioso della psiche umana, deve mettersi in questa
posizione: la comprensione di un fenomeno. Ci sono
cose che a noi sembrano assurde, popolazioni che si
comportano seguendo altri codici etici, gli antropologi
ci hanno descritto pratiche appartenenti a particolari
tribù che a noi fanno accapponare la pelle. Per esempio,
un esempio leggero, negli Stati Uniti usano l'aria
condizionata dovunque, a temperature che fanno
gelare il sangue, hanno un rapporto diverso con l'aria
condizionata rispetto al nostro. Alcuni popoli praticano
l'infibulazione, per noi è un orrore, per me è un orrore,
ma prima di cambiare certe pratiche bisogna capirle,
capirne l'origine, altrimenti non c'è speranza. Questo
intendo quando parlo di "comprensione del mostro".
E sempre su questa linea il mio atteggiamento poetico
è sfidare il paradosso e trovare l'amore dove sembra
non esserci, dare una speranza a tutti, anche ai mostri.
Questo deve fare la poesia, ma non solo la poesia, questo
deve fare l'intelligenza umana. Chi si lava la coscienza
con le etichette, non farà mai un passo verso la civiltà.
IL SELFIE COL MORTO
A me piacciono quelli che si fanno il selfie col morto.
Sono persone profonde e sensibili, per loro il morto
è una sorta di vip, un chiodo conficcato nel cuore
di Dio, un diamante di buio purissimo. Smettiamola
con questo moralismo superficiale, i morti sono come
dei professionisti delle tenebre, delle star del silenzio.
W il selfie col morto, che il morto sia con voi e con
tutto il vostro spirito. Amen. Mettiamoci in posa.
Sono persone profonde e sensibili, per loro il morto
è una sorta di vip, un chiodo conficcato nel cuore
di Dio, un diamante di buio purissimo. Smettiamola
con questo moralismo superficiale, i morti sono come
dei professionisti delle tenebre, delle star del silenzio.
W il selfie col morto, che il morto sia con voi e con
tutto il vostro spirito. Amen. Mettiamoci in posa.
CHE EMOZIONE!
Che emozione! Sono diventato un quasi vip!
Vado in giro per strada e noto che le persone
stanno quasi per riconoscermi, arrivano a un
passo dal riconoscimento e poi si fermano.
Bisogna ancora fare qualche sforzo! Devo
impegnarmi di più.
"Ricky, dammi retta, è meglio se non ti riconoscono!".
Come osi? Come osi parlarmi così,
creatura totalmente non vip?
Porta rispetto a un quasi vip, che in
confronto a te sono una star!
"Ricky, ma che te frega di diventare un vip?
Hai bisogno degli altri per sentirti importante?
Non ti rendi conto dell'idiozia?"
Io voglio diventare famoso come Elton John!
Hai capito? Quando passo la gente deve dire:
ma quello è...ma quello è Ricky Farina!".
"E capirai che emozione! Anche all'anagrafe
ti dicono che sei Ricky Farina!"
Tu non capisci, tu sei un totale non vip, che
vuoi capire tu di noi quasi vip!
Hai presente l'angoscia di trovarsi davanti
allo specchio e di vedere un quasi volto?
Tu, effimero mortale! Tu, nessuno!
"Dammi retta Ricky, dammi retta, nulla è
più affascinante dello sconosciuto, il mistero
è l'unica cosa che conta".
Sai dove me li metto i tuoi pensieri finto
poetici? Lo sai, vero? Io diventerò vip,
abbandonerò il mio quasi, e sarò ancora
più misterioso, perché la gente si chiederà:
come cazzo ha fatto a diventare vip
quel quasi vip??? Resteranno di stucco!
"E quando inizierai a camminare su un
tappeto rosso, la vita sarà oltre il tappeto,
e tu sarai solo un fantoccio"
Fanculo!
Vado in giro per strada e noto che le persone
stanno quasi per riconoscermi, arrivano a un
passo dal riconoscimento e poi si fermano.
Bisogna ancora fare qualche sforzo! Devo
impegnarmi di più.
"Ricky, dammi retta, è meglio se non ti riconoscono!".
Come osi? Come osi parlarmi così,
creatura totalmente non vip?
Porta rispetto a un quasi vip, che in
confronto a te sono una star!
"Ricky, ma che te frega di diventare un vip?
Hai bisogno degli altri per sentirti importante?
Non ti rendi conto dell'idiozia?"
Io voglio diventare famoso come Elton John!
Hai capito? Quando passo la gente deve dire:
ma quello è...ma quello è Ricky Farina!".
"E capirai che emozione! Anche all'anagrafe
ti dicono che sei Ricky Farina!"
Tu non capisci, tu sei un totale non vip, che
vuoi capire tu di noi quasi vip!
Hai presente l'angoscia di trovarsi davanti
allo specchio e di vedere un quasi volto?
Tu, effimero mortale! Tu, nessuno!
"Dammi retta Ricky, dammi retta, nulla è
più affascinante dello sconosciuto, il mistero
è l'unica cosa che conta".
Sai dove me li metto i tuoi pensieri finto
poetici? Lo sai, vero? Io diventerò vip,
abbandonerò il mio quasi, e sarò ancora
più misterioso, perché la gente si chiederà:
come cazzo ha fatto a diventare vip
quel quasi vip??? Resteranno di stucco!
"E quando inizierai a camminare su un
tappeto rosso, la vita sarà oltre il tappeto,
e tu sarai solo un fantoccio"
Fanculo!
martedì 11 giugno 2019
ALZARE LA POSTA
A me piace alzare la posta, è una delle poche cose divertenti
della vita. alzare la posta sempre, a rischio di perdere tutto,
anche le mutande. Per questo chi alza la posta deve sempre
avere le mutande pulite, è una questione di stile e di eleganza.
Alzare la posta per vedere come va a finire, per corteggiare
il precipizio con parole d'amore. Ho conosciuto un apneista
che alzò la posta in una gara di apnea: volle cimentarsi con
un morto. Il morto vinse senza problemi, per il morto è un
fatto naturale trattenere il fiato. Non c'era gara, ma apprezzai
il coraggio, apprezzai il suo volere alzare la posta. Anche
in amore deve essere così. Bisogna rischiare e comprare un
vibratore di proporzioni giganti, con tripla velocità e fremito
incorporato, in pelle sintetica, con vene rigonfiate in evidenza,
e linguetta stimola clitoride. Possibilmente di colore nero.
E poi vediamo se il nostro piccolo organo riproduttivo è
ancora richiesto sul mercato del godimento. Non bisogna
avere paura. Anche davanti alla verità bisogna alzare la posta.
Lei ci vuole vivi per farci morire meglio. E noi dobbiamo
sfidarla: essere sempre più vivi. Oggi alzate la posta, anche
voi. Uscite di casa con le mutande sulla testa, e se qualcuno
vi dirà che siete delle teste di cazzo e le mutande vi stanno
bene, e se il principale vi licenzia per mutanda fuori luogo,
e se la società vi rinchiuderà in una clinica psichiatrica, se
accadrà tutto questo, voi sarete comunque degni di essere
vivi, avrete alzato la posta, sarete dei perdenti meravigliosi.
della vita. alzare la posta sempre, a rischio di perdere tutto,
anche le mutande. Per questo chi alza la posta deve sempre
avere le mutande pulite, è una questione di stile e di eleganza.
Alzare la posta per vedere come va a finire, per corteggiare
il precipizio con parole d'amore. Ho conosciuto un apneista
che alzò la posta in una gara di apnea: volle cimentarsi con
un morto. Il morto vinse senza problemi, per il morto è un
fatto naturale trattenere il fiato. Non c'era gara, ma apprezzai
il coraggio, apprezzai il suo volere alzare la posta. Anche
in amore deve essere così. Bisogna rischiare e comprare un
vibratore di proporzioni giganti, con tripla velocità e fremito
incorporato, in pelle sintetica, con vene rigonfiate in evidenza,
e linguetta stimola clitoride. Possibilmente di colore nero.
E poi vediamo se il nostro piccolo organo riproduttivo è
ancora richiesto sul mercato del godimento. Non bisogna
avere paura. Anche davanti alla verità bisogna alzare la posta.
Lei ci vuole vivi per farci morire meglio. E noi dobbiamo
sfidarla: essere sempre più vivi. Oggi alzate la posta, anche
voi. Uscite di casa con le mutande sulla testa, e se qualcuno
vi dirà che siete delle teste di cazzo e le mutande vi stanno
bene, e se il principale vi licenzia per mutanda fuori luogo,
e se la società vi rinchiuderà in una clinica psichiatrica, se
accadrà tutto questo, voi sarete comunque degni di essere
vivi, avrete alzato la posta, sarete dei perdenti meravigliosi.
lunedì 10 giugno 2019
MATTIA E LORENZO
Mattia e Lorenzo sono due giovani di Bologna che mi seguono, vogliono
intervistarmi a settembre per la loro radio. Questo che canta è Mattia, bravo!
Ma anche Lorenzo è bravo, mesi fa postai una sua canzone.
Ecco i giovani che mi piacciono. Per loro sono un tipo coraggioso e vero,
in sostanza: uno che ha il coraggio della verità, cosa ancora più rara in questi
tempi di "filtri". Ricky, una sigaretta senza filtro.
Che dire? Ho risposto che non è questione di coraggio ma di rispetto
per chi mi ascolta. Perché ingannare gli altri?
Anche se la verità è forse l'inganno degli inganni.
intervistarmi a settembre per la loro radio. Questo che canta è Mattia, bravo!
Ma anche Lorenzo è bravo, mesi fa postai una sua canzone.
Ecco i giovani che mi piacciono. Per loro sono un tipo coraggioso e vero,
in sostanza: uno che ha il coraggio della verità, cosa ancora più rara in questi
tempi di "filtri". Ricky, una sigaretta senza filtro.
Che dire? Ho risposto che non è questione di coraggio ma di rispetto
per chi mi ascolta. Perché ingannare gli altri?
Anche se la verità è forse l'inganno degli inganni.
domenica 9 giugno 2019
UNA BRAVISSIMA PERSONA
Sono una bravissima persona e quasi mi commuovo
di essere me stesso. Ho fatto del male alle mosche e
ho schiacciato tantissime zanzare, ma vi giuro che sono
una bravissima persona. Sempre gentile, sempre in
ascolto. Dentro di me sono una persona fatua e sciocca,
da piccolo sognavo di diventare l'Uomo Ragno per
farmi bello agli occhi di Monica Pesce, la più bella
della classe, non per combattere i criminali, e il mio
sogno è diventare famoso per finire nelle riviste di gossip
ed essere sfogliato nelle sale d'attesa dei dentisti.
Eppure, non faccio niente per raggiungere questi sciocchi
obiettivi, anzi: mi piacciono i poeti disperati, i disagiati,
gli artisti dimenticati o quelli sconosciuti. Per questo
sono una bravissima persona, perché vado contro
me stesso, contro la mia stupidità. Contro i miei sogni.
Sono superificiale come uno spot per le creme antirughe,
eppure mi nutro di abissi o meglio: gli abissi si nutrono
di me, di ogni mia particella, e non mi lasciano stare
nemmeno quando mi accarezzo lo scroto sul divano.
E'una condanna, una maledizione che mi assilla fin
da quando chiesi a mia mamma: che cos'è la morte?
E lei mi rispose: è quando ti manca il respiro per sempre.
Per sempre. Non lo scorderò mai. Guardai mia mamma
con stupore e anche se ero molto piccolo, pensai:
"Ma come ti sei permessa di avermi messo in questa
situazione orribile?" Condannato al soffocamento eterno
da questa donna che mi tiene per mano per farmi
attraversare la strada? Ma come è possibile? L'amore
mi uccide. Mamma, mio dio! Ma che cosa ti ho fatto
per meritarmi tanto amore e tanta morte?
di essere me stesso. Ho fatto del male alle mosche e
ho schiacciato tantissime zanzare, ma vi giuro che sono
una bravissima persona. Sempre gentile, sempre in
ascolto. Dentro di me sono una persona fatua e sciocca,
da piccolo sognavo di diventare l'Uomo Ragno per
farmi bello agli occhi di Monica Pesce, la più bella
della classe, non per combattere i criminali, e il mio
sogno è diventare famoso per finire nelle riviste di gossip
ed essere sfogliato nelle sale d'attesa dei dentisti.
Eppure, non faccio niente per raggiungere questi sciocchi
obiettivi, anzi: mi piacciono i poeti disperati, i disagiati,
gli artisti dimenticati o quelli sconosciuti. Per questo
sono una bravissima persona, perché vado contro
me stesso, contro la mia stupidità. Contro i miei sogni.
Sono superificiale come uno spot per le creme antirughe,
eppure mi nutro di abissi o meglio: gli abissi si nutrono
di me, di ogni mia particella, e non mi lasciano stare
nemmeno quando mi accarezzo lo scroto sul divano.
E'una condanna, una maledizione che mi assilla fin
da quando chiesi a mia mamma: che cos'è la morte?
E lei mi rispose: è quando ti manca il respiro per sempre.
Per sempre. Non lo scorderò mai. Guardai mia mamma
con stupore e anche se ero molto piccolo, pensai:
"Ma come ti sei permessa di avermi messo in questa
situazione orribile?" Condannato al soffocamento eterno
da questa donna che mi tiene per mano per farmi
attraversare la strada? Ma come è possibile? L'amore
mi uccide. Mamma, mio dio! Ma che cosa ti ho fatto
per meritarmi tanto amore e tanta morte?
IL SOLE E LA PIOGGIA
Amava il sole ma doveva ammettere una cosa: il sole
non lo aveva mai sorpreso, mentre la pioggia sì, più volte,
camminando era stato sorpreso dalla pioggia.
non lo aveva mai sorpreso, mentre la pioggia sì, più volte,
camminando era stato sorpreso dalla pioggia.
sabato 8 giugno 2019
LO SQUALO MARTELLO
Stasera con Pietro, il mio amico ottico, abbiamo parlato
di squali martello. Meglio: lui mi ha parlato di squali martello.
Pietro fa immersioni nel mare, io nella coscienza.
Gli ho detto che lo invidio, lui conosce il mondo degli abissi.
Eravamo alla Cambusa, la birreria di piazzale Tripoli.
E tra di noi c'era lo squalo martello con i suoi occhi strani,
posti alle estremità del capo, e Pietro mi ha detto tra una
birra e l'altra che con lo squalo martello non si scherza,
una volta ne ha incontrato uno e ha dovuto immobilizzarsi
per non farsi notare, ma ha avuto l'occhio dello squalo
martello a un passo dal viso, e non deve essere piacevole,
soprattutto per lui che è un ottico bravissimo e non ha
mai fatto un paio d'occhiali per uno squalo martello.
Io una volta ho vinto due pesciolini rossi al luna park.
Li ho messi nella vasca di casa, e la mattina erano morti.
Galleggiavano, cadaveri rossi, e ho pianto.
di squali martello. Meglio: lui mi ha parlato di squali martello.
Pietro fa immersioni nel mare, io nella coscienza.
Gli ho detto che lo invidio, lui conosce il mondo degli abissi.
Eravamo alla Cambusa, la birreria di piazzale Tripoli.
E tra di noi c'era lo squalo martello con i suoi occhi strani,
posti alle estremità del capo, e Pietro mi ha detto tra una
birra e l'altra che con lo squalo martello non si scherza,
una volta ne ha incontrato uno e ha dovuto immobilizzarsi
per non farsi notare, ma ha avuto l'occhio dello squalo
martello a un passo dal viso, e non deve essere piacevole,
soprattutto per lui che è un ottico bravissimo e non ha
mai fatto un paio d'occhiali per uno squalo martello.
Io una volta ho vinto due pesciolini rossi al luna park.
Li ho messi nella vasca di casa, e la mattina erano morti.
Galleggiavano, cadaveri rossi, e ho pianto.
UNO DEI POCHI
Sono uno dei pochi blogger che ha dei fan "nemici" e questo mi diverte
assai. Come volete chiamare, se non fan, chi mi segue da anni?
Mi seguono eccome, sono certo che guardano anche i miei film, ma
non si sognano nemmeno di commentarli o dedicano qualche parola
buttata a caso o rilanciano con un altro link.
Eppure mi seguono da anni e non si staccano, Chicca è l'esempio
più lampante e anche Fosca, in questo sono simili.
E bisogna ammetterlo, sono una persona veramente democratica,
chiunque li avrebbe già bloccati, ma io no, mi divertono troppo.
Questa è proprio la prova del nove che non sono un blogger
che pretende delle persone adoranti attorno a lui.
E contestare questo puro dato di fatto è da dementi.
assai. Come volete chiamare, se non fan, chi mi segue da anni?
Mi seguono eccome, sono certo che guardano anche i miei film, ma
non si sognano nemmeno di commentarli o dedicano qualche parola
buttata a caso o rilanciano con un altro link.
Eppure mi seguono da anni e non si staccano, Chicca è l'esempio
più lampante e anche Fosca, in questo sono simili.
E bisogna ammetterlo, sono una persona veramente democratica,
chiunque li avrebbe già bloccati, ma io no, mi divertono troppo.
Questa è proprio la prova del nove che non sono un blogger
che pretende delle persone adoranti attorno a lui.
E contestare questo puro dato di fatto è da dementi.
venerdì 7 giugno 2019
ODIO L'ESTATE
Odio l'estate, come Bruno Martino.
Tutta questa gente da spiaggia che
usa la luce di una stella per abbronzarsi
il culo, che pena, che delitto di lesa
maestà solare! E le angurie che non
si mangiano ma si sputano con tutti
quei semini insopportabili! Che schifo!
E le puttane dal ronzio nervoso che ti
fanno impazzire la notte e fanno ammalare
di morbillo i muri bianchi di casa!
Dio, non vedo l'ora che arrivi l'autunno
con la sua eleganza sospesa.
L'estate, le sagre della minchia fritta,
gli apericena decadenti e fatui, la
fiacca, il caldo devastante, il mare
con i bagnanti e i loro costumi da
circo, le carni flaccide, i culi sodi
che irridono le tue erezioni sudate,
i granchi e le meduse troie e di gelatina,
velenosa gelatina fottuta, maledette.
Le raganelle, bastarde raganelle.
I secchielli dei bambini, i loro castelli
di sabbia insipidi, i papà e le mamme
che si amano per noia, la noia di essersi
scelti tanti anni fa, chiusi per sempre
nella commedia borghese, a soffocare.
I tradimenti dietro le cabine, le docce
fredde che ti illudono di essere
ancora giovane e tonico, il ping pong
di chi non sa giocare a ping pong,
le partite di tennis dei cinquantenni,
dio, dio, che orrore. Salvo solo i grilli.
I grilli nella notte.
Tutta questa gente da spiaggia che
usa la luce di una stella per abbronzarsi
il culo, che pena, che delitto di lesa
maestà solare! E le angurie che non
si mangiano ma si sputano con tutti
quei semini insopportabili! Che schifo!
E le puttane dal ronzio nervoso che ti
fanno impazzire la notte e fanno ammalare
di morbillo i muri bianchi di casa!
Dio, non vedo l'ora che arrivi l'autunno
con la sua eleganza sospesa.
L'estate, le sagre della minchia fritta,
gli apericena decadenti e fatui, la
fiacca, il caldo devastante, il mare
con i bagnanti e i loro costumi da
circo, le carni flaccide, i culi sodi
che irridono le tue erezioni sudate,
i granchi e le meduse troie e di gelatina,
velenosa gelatina fottuta, maledette.
Le raganelle, bastarde raganelle.
I secchielli dei bambini, i loro castelli
di sabbia insipidi, i papà e le mamme
che si amano per noia, la noia di essersi
scelti tanti anni fa, chiusi per sempre
nella commedia borghese, a soffocare.
I tradimenti dietro le cabine, le docce
fredde che ti illudono di essere
ancora giovane e tonico, il ping pong
di chi non sa giocare a ping pong,
le partite di tennis dei cinquantenni,
dio, dio, che orrore. Salvo solo i grilli.
I grilli nella notte.
UNA MATTINA
Una mattina a 80 anni pisci verde scuro, scuro come la sedia
del bar di sotto, e scendi giù spaventato, è una mattina di sole,
al tavolo trovi un poeta sui 50 che fa colazione e che ti saluta
e tu gli rispondi: ho avuto una emorragia, chiamo un taxi e mi
faccio portare al pronto soccorso. E il poeta ingenuo ti chiede:
una emorragia dal naso? E tu vorresti rispondere "no, dal cazzo!",
ma sei gentile e dici: ho pisciato verde scuro, come questa sedia.
E tremi, sei spaventato, perché sei ancorato alla vita, anche se
sei solo come un cane, vecchio e solo, e ti rimane solo questo
corpo malato a farti compagnia, e se anche il corpo ti lascia,
allora sarai veramente solo, anche se in pace. Il taxi arriva, e
prima di salire dici al poeta: non ce la faccio più, sono stufo.
Questa vita alla fine annoia, come un film visto troppe volte.
E il poeta sui 50 anni paga, respira l'azzurro di una giornata
estiva, e prima di risalire a casa, getta un'occhiata alla sedia
verde scuro e pensa: d'ora in poi tu sarai "sedia emorragia".
del bar di sotto, e scendi giù spaventato, è una mattina di sole,
al tavolo trovi un poeta sui 50 che fa colazione e che ti saluta
e tu gli rispondi: ho avuto una emorragia, chiamo un taxi e mi
faccio portare al pronto soccorso. E il poeta ingenuo ti chiede:
una emorragia dal naso? E tu vorresti rispondere "no, dal cazzo!",
ma sei gentile e dici: ho pisciato verde scuro, come questa sedia.
E tremi, sei spaventato, perché sei ancorato alla vita, anche se
sei solo come un cane, vecchio e solo, e ti rimane solo questo
corpo malato a farti compagnia, e se anche il corpo ti lascia,
allora sarai veramente solo, anche se in pace. Il taxi arriva, e
prima di salire dici al poeta: non ce la faccio più, sono stufo.
Questa vita alla fine annoia, come un film visto troppe volte.
E il poeta sui 50 anni paga, respira l'azzurro di una giornata
estiva, e prima di risalire a casa, getta un'occhiata alla sedia
verde scuro e pensa: d'ora in poi tu sarai "sedia emorragia".
giovedì 6 giugno 2019
LO SAPEVATE CHE...
Lo sapevate che noi siamo gli extraterrestri di noi stessi?
Cioè praticamente, cioè praticamente, cioè praticamente,
scusate se ripeto cioè praticamente, mi viene così stasera,
l'acqua viene dalle comete, dall'acqua si è formata la vita
e quindi noi, e quindi, e quindi, e quindi noi siamo i veri
extraterrestri, perché veniamo dalle comete, o no? C'è in
aula un astronomo che possa smentirmi? E anche la terra è
un pianeta extraterrestre, perché, perché, perché qualche
miliardo di anni fa (l'universo dovrebbe avere 14 miliardi
di anni più qualche secondo) un pianeta ha impattato con
la terra, c'è stata una fragorosa collisione che nessuno ha
sentito, e la terra che non era la terra ma era la terra si è
fusa con un altro pianeta che è venuto a trovarci, e da questa
collisione tremenda che non è stata tremenda per nessuno
perché noi non c'eravamo, questa collisione, dicevo, ha
creato anche la luna, il nostro satellite, quindi siamo, noi
siamo doppiamente extraterrestri, veniamo dallo spazio
e viviamo su un pianeta che sono due pianeti fusi tra
loro e minchia e cazzo e ancora stiamo a perdere tempo
con i dischi volanti? E tra l'altro mi sono fatto appena
adesso un hamburger con lardo, pecorino, menta, noce
moscata e miele ed era superbuono, e mi sono sentito
un extraterrestre che mangiava un hamburger extra. Oh!
Cioè praticamente, cioè praticamente, cioè praticamente,
scusate se ripeto cioè praticamente, mi viene così stasera,
l'acqua viene dalle comete, dall'acqua si è formata la vita
e quindi noi, e quindi, e quindi, e quindi noi siamo i veri
extraterrestri, perché veniamo dalle comete, o no? C'è in
aula un astronomo che possa smentirmi? E anche la terra è
un pianeta extraterrestre, perché, perché, perché qualche
miliardo di anni fa (l'universo dovrebbe avere 14 miliardi
di anni più qualche secondo) un pianeta ha impattato con
la terra, c'è stata una fragorosa collisione che nessuno ha
sentito, e la terra che non era la terra ma era la terra si è
fusa con un altro pianeta che è venuto a trovarci, e da questa
collisione tremenda che non è stata tremenda per nessuno
perché noi non c'eravamo, questa collisione, dicevo, ha
creato anche la luna, il nostro satellite, quindi siamo, noi
siamo doppiamente extraterrestri, veniamo dallo spazio
e viviamo su un pianeta che sono due pianeti fusi tra
loro e minchia e cazzo e ancora stiamo a perdere tempo
con i dischi volanti? E tra l'altro mi sono fatto appena
adesso un hamburger con lardo, pecorino, menta, noce
moscata e miele ed era superbuono, e mi sono sentito
un extraterrestre che mangiava un hamburger extra. Oh!
IL CHIODO
Il chiodo che vedo mi sfida.
Anche lui mi guarda, a suo modo.
Sogna la mia carne, lo so.
Il chiodo è erotico, se non penetra
non è felice, non è chiodo.
Il chiodo ama e mi ama, a suo
modo, sempre a suo modo.
Mi sfida, mi parla, con voce
fredda e arrugginita: pensavi,
folle mortale, che io fossi l'umile
sostegno di un quadro o la febbre
vivida del tuo manifesto di
allegrie e tristezze e illusioni?
Non è così, io sono il chiodo,
e sogno la tua carne, ti faccio
paura? No, non devi avere paura,
anche se non troverai una
resurrezione dopo di me, devi
amarmi, perché io ti amo.
Anche lui mi guarda, a suo modo.
Sogna la mia carne, lo so.
Il chiodo è erotico, se non penetra
non è felice, non è chiodo.
Il chiodo ama e mi ama, a suo
modo, sempre a suo modo.
Mi sfida, mi parla, con voce
fredda e arrugginita: pensavi,
folle mortale, che io fossi l'umile
sostegno di un quadro o la febbre
vivida del tuo manifesto di
allegrie e tristezze e illusioni?
Non è così, io sono il chiodo,
e sogno la tua carne, ti faccio
paura? No, non devi avere paura,
anche se non troverai una
resurrezione dopo di me, devi
amarmi, perché io ti amo.
KAT E IL BAGNINO
Kat ama il bagnino, il bagnino ama Kat.
E le onde sono la colonna sonora
dei loro baci, delle loro carezze.
Kat lascia orme gigantesche sulla sabbia
ma il mare le cancella senza pietà.
Ma Kat non teme il mare e la vanità
dei nostri passi, Kat ama, ha trovato
il suo bagnino, e assieme leggono
tomi sull'Eurozona sotto l'ombrellone,
insieme ai migranti dal sorriso d'avorio,
e se qualcuno si sbraccia perché sta
annegando, l'amore di Kat si tuffa e
sfida gli abissi per salvare chi affoga,
l'Eurozona può attendere quando
la vita ci chiama e ci chiede aiuto.
Kat si emoziona quando vede il suo
bagnino che cammina verso di lei,
con passo da salvatore, con la pelle
dorata e fresca come un saluto, e
lei si bagna, Kat si bagna, e non è
il mare, è lui, il bagnino: l'amore.
E le onde sono la colonna sonora
dei loro baci, delle loro carezze.
Kat lascia orme gigantesche sulla sabbia
ma il mare le cancella senza pietà.
Ma Kat non teme il mare e la vanità
dei nostri passi, Kat ama, ha trovato
il suo bagnino, e assieme leggono
tomi sull'Eurozona sotto l'ombrellone,
insieme ai migranti dal sorriso d'avorio,
e se qualcuno si sbraccia perché sta
annegando, l'amore di Kat si tuffa e
sfida gli abissi per salvare chi affoga,
l'Eurozona può attendere quando
la vita ci chiama e ci chiede aiuto.
Kat si emoziona quando vede il suo
bagnino che cammina verso di lei,
con passo da salvatore, con la pelle
dorata e fresca come un saluto, e
lei si bagna, Kat si bagna, e non è
il mare, è lui, il bagnino: l'amore.
CON IL CUORE IN MANO
Ve lo dico col cuore in mano, e quindi con tutti i polsini insanguinati, come
direbbe Bergonzoni.
Pensate sia facile gestire un blog? Pensate sia facile gestire dei soggetti
come voi?
Non è facile, ve lo assicuro.
La dolce Attimi ha ragione, anche a me piace l'educazione e il rispetto,
pensateci: non ci sarebbero più guerre, perché non sarebbe "educato"
fare una guerra, bombardare una casa e rompere le porcellane di casa,
e ovviamente non sarebbe nemmeno educato carbonizzare gli esseri
umani. Un mondo educato sarebbe l'ideale per vivere tutti in armonia.
Anche se poi la natura umana non è così pacifica, e ci sarebbe
il movimento degli educati di sinistra e un altro fonderebbe
gli educati di destra, un altro ancora gli educati di centro,
e tornerebbe la maleducazione tra gli uomini, e quindi l'orrore.
La vita non è semplice e di riflesso nemmeno un blog che si ispira
alla vita. Quindi, anche se Attimi ha tutte le ragioni di questo mondo
a pretendere rispetto ed educazione, il blogger ha deciso una volta
per tutte di riaprire i commenti agli anonimi e di rendere questo blog
un luogo reale, con tutte le sfumature e le contraddizioni della vita.
Anche per me è un vizio (la giusta teoria di Andrea) stare tra di voi,
ormai mi ci sono affezionato alle nostre pazzie, ai nostri folli e folli
confronti, e come in una commedia vi vedo come tanti personaggi,
ognuno con il proprio carattere, la propria maschera.
Quindi Chicca sbaglia quando dice che ho riaperto il blog per fare
"numero", ho riaperto il blog per un fatto narrativo, c'è più storia
se ci sono anche gli anonimi, c'è più vita, e non si ha la sensazione
di stare sotto una bolla, una campana di vetro.
Fosca ha ragione quando dice che i romani si salutano con "limortaccitua",
c'è un cinismo scanzonato nei romani, è una loro caratteristica, questo
non lo giustifica, ma ci permette di capire meglio il suo spirito.
A volte esagera, e non siamo più in zona scanzonata, quando parla di
sprangate o quando insulta in modo eccessivamente aggressivo, Fosca
di "tutti gli uomini sono mortali" esce dal seminato, fa la pipì fuori
dal vasetto. E quindi mi riservo la facoltà "bloggeriana" di intervenire
e moderarlo, se in passato sono stato mancante in questo CHIEDO SCUSA
A TUTTE LE PERSONE CHE SI SONO SENTITE OFFESE.
Ma vi faccio una domanda: meglio un blog senza Fosca o meglio un
blog con Fosca? Per me vale: meglio un blog con Fosca. E l'ideale
sarebbe avere un Fosca sempre genuino, canzonatorio, magari anche
insultante ma nei limiti di un insulto pecoreccio, non certo violento.
Il Fosca ideale sarebbe la perfezione, ma ripeto: l'ideale non fa parte
di questo mondo, è una meta a cui tendere, ed è giusto esercitarsi,
quindi: esercitiamoci tutti per rendere questo blog un luogo interessante
e divertente.
I migranti sono un tema caldo, storicamente scottante, è il tema del
presente e del futuro, ed è giusto che sia anche il tema più controverso
del blog. Ognuno porta il proprio punto di vista, il mio è viziato
dall'IDEALE, nella politica l'ideale mi sembra ancora più cogente,
più necessario, e quindi le mie soluzioni sono idealistiche, ma si
basano anche su elementari considerazioni umane. Vorrei da parte
dei paesi ricchi una vera accoglienza verso chi versa in situazioni
drammatiche, e credo che anche Chicca sia d'accordo, perché in
caso contrario dovrei pensare che Chicca non ha cuore, e questo
non voglio pensarlo perché non ritengo sia corrispondente al vero.
Mi sembra solo che la nostra Chicca, ammantandosi di un suo
ipotetico realismo, pensi questo: è semplice ragazzi, basta non
farli venire più da noi, così non annegano nel tragitto e così non
vengono utilizzati dal Capitale e dalla Mafia, che poi tra Capitale
e Mafia che differenza c'è? Una "soluzione" semplice ma che
non tiene conto di una cosa: se fuggono ci sarà un motivo. E i
motivi li conosciamo. Se venissero tutti bloccati nelle loro zone,
i migranti verrebbero bloccati nella loro miseria che può assumere
i volti orrendi della fame, della guerra, della tortura. Quindi
la realistica Chicca risolverebbe così il problema: lontano
dagli occhi, lontano dal cuore. Che soffrano, ma nel loro Paese!
Ecco, no. L'ideale sarebbe aiutare chi vuole restare, magari
non finanziando più le dittature, che dite? E aiutare chi invece
vuole venire da noi, cercando tutti di essere più generosi.
Questo è il mio Ideale, ma francamente penso sia anche l'ideale
di tutte le Chicche di questo mondo, perché altrimenti dovrei
pensare che Chicca non ha cuore, ma ripeto: non voglio pensarlo.
In definitiva: bisogna sempre tendere all'Ideale, e fare i conti
con la Realtà. Bisogna tendere al Fosca ideale, ma fare i conti
con il Fosca reale. Bisogna tendere al blogger Ideale, ma
fare i conti con il blogger Reale. Ci proviamo? Proviamoci!
Bisogna tendere all'Anonimo ideale, ma fare i conti con
l'Anonimo reale, bene, devo confessarvi però che io non sono
mai stato bravo a fare i conti: in matematica avevo 4 fisso.
Un saluto cardiaco.
Ricky
direbbe Bergonzoni.
Pensate sia facile gestire un blog? Pensate sia facile gestire dei soggetti
come voi?
Non è facile, ve lo assicuro.
La dolce Attimi ha ragione, anche a me piace l'educazione e il rispetto,
pensateci: non ci sarebbero più guerre, perché non sarebbe "educato"
fare una guerra, bombardare una casa e rompere le porcellane di casa,
e ovviamente non sarebbe nemmeno educato carbonizzare gli esseri
umani. Un mondo educato sarebbe l'ideale per vivere tutti in armonia.
Anche se poi la natura umana non è così pacifica, e ci sarebbe
il movimento degli educati di sinistra e un altro fonderebbe
gli educati di destra, un altro ancora gli educati di centro,
e tornerebbe la maleducazione tra gli uomini, e quindi l'orrore.
La vita non è semplice e di riflesso nemmeno un blog che si ispira
alla vita. Quindi, anche se Attimi ha tutte le ragioni di questo mondo
a pretendere rispetto ed educazione, il blogger ha deciso una volta
per tutte di riaprire i commenti agli anonimi e di rendere questo blog
un luogo reale, con tutte le sfumature e le contraddizioni della vita.
Anche per me è un vizio (la giusta teoria di Andrea) stare tra di voi,
ormai mi ci sono affezionato alle nostre pazzie, ai nostri folli e folli
confronti, e come in una commedia vi vedo come tanti personaggi,
ognuno con il proprio carattere, la propria maschera.
Quindi Chicca sbaglia quando dice che ho riaperto il blog per fare
"numero", ho riaperto il blog per un fatto narrativo, c'è più storia
se ci sono anche gli anonimi, c'è più vita, e non si ha la sensazione
di stare sotto una bolla, una campana di vetro.
Fosca ha ragione quando dice che i romani si salutano con "limortaccitua",
c'è un cinismo scanzonato nei romani, è una loro caratteristica, questo
non lo giustifica, ma ci permette di capire meglio il suo spirito.
A volte esagera, e non siamo più in zona scanzonata, quando parla di
sprangate o quando insulta in modo eccessivamente aggressivo, Fosca
di "tutti gli uomini sono mortali" esce dal seminato, fa la pipì fuori
dal vasetto. E quindi mi riservo la facoltà "bloggeriana" di intervenire
e moderarlo, se in passato sono stato mancante in questo CHIEDO SCUSA
A TUTTE LE PERSONE CHE SI SONO SENTITE OFFESE.
Ma vi faccio una domanda: meglio un blog senza Fosca o meglio un
blog con Fosca? Per me vale: meglio un blog con Fosca. E l'ideale
sarebbe avere un Fosca sempre genuino, canzonatorio, magari anche
insultante ma nei limiti di un insulto pecoreccio, non certo violento.
Il Fosca ideale sarebbe la perfezione, ma ripeto: l'ideale non fa parte
di questo mondo, è una meta a cui tendere, ed è giusto esercitarsi,
quindi: esercitiamoci tutti per rendere questo blog un luogo interessante
e divertente.
I migranti sono un tema caldo, storicamente scottante, è il tema del
presente e del futuro, ed è giusto che sia anche il tema più controverso
del blog. Ognuno porta il proprio punto di vista, il mio è viziato
dall'IDEALE, nella politica l'ideale mi sembra ancora più cogente,
più necessario, e quindi le mie soluzioni sono idealistiche, ma si
basano anche su elementari considerazioni umane. Vorrei da parte
dei paesi ricchi una vera accoglienza verso chi versa in situazioni
drammatiche, e credo che anche Chicca sia d'accordo, perché in
caso contrario dovrei pensare che Chicca non ha cuore, e questo
non voglio pensarlo perché non ritengo sia corrispondente al vero.
Mi sembra solo che la nostra Chicca, ammantandosi di un suo
ipotetico realismo, pensi questo: è semplice ragazzi, basta non
farli venire più da noi, così non annegano nel tragitto e così non
vengono utilizzati dal Capitale e dalla Mafia, che poi tra Capitale
e Mafia che differenza c'è? Una "soluzione" semplice ma che
non tiene conto di una cosa: se fuggono ci sarà un motivo. E i
motivi li conosciamo. Se venissero tutti bloccati nelle loro zone,
i migranti verrebbero bloccati nella loro miseria che può assumere
i volti orrendi della fame, della guerra, della tortura. Quindi
la realistica Chicca risolverebbe così il problema: lontano
dagli occhi, lontano dal cuore. Che soffrano, ma nel loro Paese!
Ecco, no. L'ideale sarebbe aiutare chi vuole restare, magari
non finanziando più le dittature, che dite? E aiutare chi invece
vuole venire da noi, cercando tutti di essere più generosi.
Questo è il mio Ideale, ma francamente penso sia anche l'ideale
di tutte le Chicche di questo mondo, perché altrimenti dovrei
pensare che Chicca non ha cuore, ma ripeto: non voglio pensarlo.
In definitiva: bisogna sempre tendere all'Ideale, e fare i conti
con la Realtà. Bisogna tendere al Fosca ideale, ma fare i conti
con il Fosca reale. Bisogna tendere al blogger Ideale, ma
fare i conti con il blogger Reale. Ci proviamo? Proviamoci!
Bisogna tendere all'Anonimo ideale, ma fare i conti con
l'Anonimo reale, bene, devo confessarvi però che io non sono
mai stato bravo a fare i conti: in matematica avevo 4 fisso.
Un saluto cardiaco.
Ricky
mercoledì 5 giugno 2019
LA POESIA NELLA POESIA
Appena letta una poesia di Léon-Paul Fargue,
così bella, così bella che mi dico: ora anche
io ne scriverò una altrettanto bella, ma prima,
per cautelarmi, inserisco la sua nella mia,
così sono sicuro che brillerò almeno di luce
riflessa, una piccola astuzia da niente, ecco:
Spleen
In una vecchia piazza con giardino
dove l'oceano del maltempo piazza il sedere
sopra una panchina avvilita
dagli occhi di pioggia
a causa d'una bionda
rozza e avvenente
m'annoio
in questo cabaret del Niente
che è la vita.
E mi ripeto l'ultimo verso: in questo cabaret del Niente
che è la vita...e mi vengono i brividi.
Poi penso che spleen deriva dal greco e significa milza,
e mi dico: quanta poesia ha creato questo organo linfoide!
E io manco so dove sia la milza, e nemmeno la poesia.
Sono colto da umore nero, da bile fantastica!
Mi arrabbio, anzi: m'incazzo!
Mi palpo il corpo alla ricerca della milza.
Dove sarà questa puttana?
Poi scopro su wikipedia che nei soggetti sani
la milza non è palpabile!
Sfugge la puttana, prima dovrebbe ingrossarsi.
E sogno una megamilza che mi faccia scrivere
un verso sano. Un verso, uno solo, degno di essere
ricordato, degno di una milza poetica.
Ma niente, niente di niente, mi sfugge anche
la milza.
così bella, così bella che mi dico: ora anche
io ne scriverò una altrettanto bella, ma prima,
per cautelarmi, inserisco la sua nella mia,
così sono sicuro che brillerò almeno di luce
riflessa, una piccola astuzia da niente, ecco:
Spleen
In una vecchia piazza con giardino
dove l'oceano del maltempo piazza il sedere
sopra una panchina avvilita
dagli occhi di pioggia
a causa d'una bionda
rozza e avvenente
m'annoio
in questo cabaret del Niente
che è la vita.
E mi ripeto l'ultimo verso: in questo cabaret del Niente
che è la vita...e mi vengono i brividi.
Poi penso che spleen deriva dal greco e significa milza,
e mi dico: quanta poesia ha creato questo organo linfoide!
E io manco so dove sia la milza, e nemmeno la poesia.
Sono colto da umore nero, da bile fantastica!
Mi arrabbio, anzi: m'incazzo!
Mi palpo il corpo alla ricerca della milza.
Dove sarà questa puttana?
Poi scopro su wikipedia che nei soggetti sani
la milza non è palpabile!
Sfugge la puttana, prima dovrebbe ingrossarsi.
E sogno una megamilza che mi faccia scrivere
un verso sano. Un verso, uno solo, degno di essere
ricordato, degno di una milza poetica.
Ma niente, niente di niente, mi sfugge anche
la milza.
La totale mancanza di umiltà
In me c'è una totale mancanza di umiltà, ma non per presunzione,
per l'esatto opposto: non sono umile proprio perché sono umile.
Mi spiego o ci provo(vedete come sono umile?): per il famoso
complesso di parità non mi sento inferiore o superiore a nessuno.
Questo atteggiamento spirituale, anche lo spirito si atteggia, mi
fa dire riguardo alla mia opera di autore: non sono inferiore a
nessuno, nemmeno a Kubrick o a Orson Welles. Allo stesso modo
mi fa dire anche: non sono superiore a un bambino di sette anni
che per gioco filma il suo gattino, se filmerà il suo gattino con amore
quelle immagini avranno una unicità inscalfibile. Quello che
conta è essere unici e immergersi nella propria unicità senza
paure. Ma vi dirò di più: anche una ripresa casuale, schiacciando
per sbaglio il tasto rec della videocamera, può essere un vero
capolavoro. Un capolavoro del caso, come un capolavoro del
caso è stata la scoperta della penicillina da parte di Fleming.
Moltissime vite umane sono state salvate da una "muffa casuale".
Uno dei film più belli che abbia mai visto non ha nome, sono
dei ragazzi al mare, sotto la doccia, che si riprendono per gioco,
l'ho visto su YouTube alcuni anni fa e non so nemmeno ritrovarlo.
Un capolavoro assoluto che si è perso nella rete. La loro giovinezza,
l'amicizia, la loro pelle sotto la doccia, il mare sullo sfondo e
le loro risate divertite, una delle cose più liriche in assoluto
e dura non più di due minuti scarsi. Due minuti di poesia.
Nulla di quello che ho fatto in tanti anni di attività è migliore
di quella scenetta estiva, come nessun film di Kubrick o
del mio amato Truffaut o di qualsiasi altro autore. La poesia
non ha bisogno per forza di nome e cognome, di cultura o
di spessore filosofico, la poesia è un'aderenza alla vita, pura
e cristallina, e chi raggiunge questa aderenza è un poeta,
leggere Sandro Penna per credere alle mie parole. Sandro
Penna, nome e cognome, ma le sue illuminazioni solari non
hanno bisogno dell'anagrafe, sono versi scritti di getto,
anche sul biglietto del tram, e sono assoluti, genuini, veri,
timbrati dalla grazia poetica. Quindi per me un poeta o
un regista è chi riesce a cogliere un frammento di purezza,
usando ogni mezzo: dallo studio più tenace alla più tenace
incuria. Così è da intendere la mia mancanza di umiltà.
Forse l'unica cosa che conta veramente è questa: essere
interessanti. Uno può scrivere male ma essere interessante.
Vasco Rossi non sa cantare ma è interessante come usa
la voce. Uno può non avere competenze tecniche ma fare
delle riprese interessanti, con un punto di vista unico e
insolito. Che cosa è interessante? Ognuno secondo i propri
gusti può rispondere a questa domanda. A me interessa
per esempio Ricky Farina, ma non in quanto nome e cognome,
in quanto prisma percettivo che gioca con la propria
situazione nel mondo e ne fa un suo percorso artistico.
Ecco perché non sono inferiore a nessuno, ed ecco perché
sono umile, talmente umile da essere geniale.
per l'esatto opposto: non sono umile proprio perché sono umile.
Mi spiego o ci provo(vedete come sono umile?): per il famoso
complesso di parità non mi sento inferiore o superiore a nessuno.
Questo atteggiamento spirituale, anche lo spirito si atteggia, mi
fa dire riguardo alla mia opera di autore: non sono inferiore a
nessuno, nemmeno a Kubrick o a Orson Welles. Allo stesso modo
mi fa dire anche: non sono superiore a un bambino di sette anni
che per gioco filma il suo gattino, se filmerà il suo gattino con amore
quelle immagini avranno una unicità inscalfibile. Quello che
conta è essere unici e immergersi nella propria unicità senza
paure. Ma vi dirò di più: anche una ripresa casuale, schiacciando
per sbaglio il tasto rec della videocamera, può essere un vero
capolavoro. Un capolavoro del caso, come un capolavoro del
caso è stata la scoperta della penicillina da parte di Fleming.
Moltissime vite umane sono state salvate da una "muffa casuale".
Uno dei film più belli che abbia mai visto non ha nome, sono
dei ragazzi al mare, sotto la doccia, che si riprendono per gioco,
l'ho visto su YouTube alcuni anni fa e non so nemmeno ritrovarlo.
Un capolavoro assoluto che si è perso nella rete. La loro giovinezza,
l'amicizia, la loro pelle sotto la doccia, il mare sullo sfondo e
le loro risate divertite, una delle cose più liriche in assoluto
e dura non più di due minuti scarsi. Due minuti di poesia.
Nulla di quello che ho fatto in tanti anni di attività è migliore
di quella scenetta estiva, come nessun film di Kubrick o
del mio amato Truffaut o di qualsiasi altro autore. La poesia
non ha bisogno per forza di nome e cognome, di cultura o
di spessore filosofico, la poesia è un'aderenza alla vita, pura
e cristallina, e chi raggiunge questa aderenza è un poeta,
leggere Sandro Penna per credere alle mie parole. Sandro
Penna, nome e cognome, ma le sue illuminazioni solari non
hanno bisogno dell'anagrafe, sono versi scritti di getto,
anche sul biglietto del tram, e sono assoluti, genuini, veri,
timbrati dalla grazia poetica. Quindi per me un poeta o
un regista è chi riesce a cogliere un frammento di purezza,
usando ogni mezzo: dallo studio più tenace alla più tenace
incuria. Così è da intendere la mia mancanza di umiltà.
Forse l'unica cosa che conta veramente è questa: essere
interessanti. Uno può scrivere male ma essere interessante.
Vasco Rossi non sa cantare ma è interessante come usa
la voce. Uno può non avere competenze tecniche ma fare
delle riprese interessanti, con un punto di vista unico e
insolito. Che cosa è interessante? Ognuno secondo i propri
gusti può rispondere a questa domanda. A me interessa
per esempio Ricky Farina, ma non in quanto nome e cognome,
in quanto prisma percettivo che gioca con la propria
situazione nel mondo e ne fa un suo percorso artistico.
Ecco perché non sono inferiore a nessuno, ed ecco perché
sono umile, talmente umile da essere geniale.
martedì 4 giugno 2019
IL COROLLARIO
Sono ancora in pigiama.
Fra poco farò le pulizie di casa
a carponi, come Cenerentola.
E poi andrò al Mexico a vedere
con mio fratello un film restaurato
di Duvivier: Panico.
Ho appena finito un articolo
per il Fatto, e mi sono divertito
come un bambino a scriverlo.
Ecco la mia vita, un corollario
del pigiama. Che figata!
Fra poco farò le pulizie di casa
a carponi, come Cenerentola.
E poi andrò al Mexico a vedere
con mio fratello un film restaurato
di Duvivier: Panico.
Ho appena finito un articolo
per il Fatto, e mi sono divertito
come un bambino a scriverlo.
Ecco la mia vita, un corollario
del pigiama. Che figata!
IL BRACCIALETTO
D'ora in poi vi risponderò qui, con un post, perché
io sono il RE del blog.
Mario Brega? Io ho avuto Nicolino Pompa e ci siamo
amati. Altro che Mario Brega, con tutto il rispetto.
Attimi: Fosca è come 007. Ha la licenza di insultare
chi vuole e come vuole. Altrimenti bisognerebbe
eliminare Fosca, snaturarlo, e questo non lo voglio
io e nemmeno tu. Avevi detto che avresti ignorato
gli insulti, ma vedo che cambi idea spesso, e mi sono
sempre messo a vostro servizio. Fosca ha la licenza
ma anche io ho quella di cancellarlo su richiesta.
Alcuni commenti su Ethel sono stati evirati perché
mi è stato chiesto da Ethel, così se Chicca o Attimi
mi chiedessero di evirare un particolare commento
del Fosca, lo farei subito, senza problemi. E l'ho già
fatto. Tra parentesi, ad Ethel Fosca è molto simpatico,
dice che è il più imprevedibile di tutti voi.
Ci ha donato commenti da incorniciare, a volte.
E sa scrivere. Il mio salvarlo è anche un gesto di
"letteratura". E'uno genuino, non è facile trovarli
in giro. Non è un caso umano e non è genuino
perché dice le parolacce o perché si ubriaca, è
naturale e genuino nello stile, la poesia passa
attraverso piccole feritoie, bisogna saperle trovare.
Fosca è un poeta, nonostante tutto, suo malgrado.
Un poeta inconsapevole. E a quelle come la dolce
Kat (sarà dolce? mai assaggiata) che si lamentano
dell'eleganza, ricordo che la poesia non deve
essere per forza elegante...si legga Catullo che è
elegantissimo quando dice : in bocca e in culo
ve lo metterò. Catullo e molti, molti altri.
Sul chiedere scusa ho risposto ad Attimi che
prima dovete dirmi grazie almeno mille volte,
e tra l'altro nei post precedenti avevo appena
chiesto scusa a Chicca e a Silvia, quindi la
richiesta di Attimi mi è giunta superflua e mi
ha annoiato.
Brava Martina, sei una donna di cuore e anche
tu sei sorprendente, sei una donna di carattere,
mi piace molto come scrivi, nelle tua ortografia
pericolante ci leggo la grande fortuna, come
direbbe Agosti, di non essere stata troppo tempo
sotto i banchi di scuola, a mortificare la tua sana
voglia di cielo e terra e di libertà. Poi sei portatrice
di una cultura antichissima, quella contadina,
e se ogni tanto sbagli a scrivere una parola che
importa? Tu semini e chi semina è un genio.
Ti abbraccio.
Veniamo al braccialetto. Quello me lo sono proprio guadagnato
caro DAVIDE, facendo il servizio civile con Ernesto, un
ragazzo tetraplegico, mi fu donato dalla sua famiglia per
gratitudine (una famiglia di operai, quindi quel braccialetto
ha ancora più valore), mi erano grati perché decisi di prolungare
il mio servizio civile di un mese, gratis, pur di portare Ernesto
fino alla fine dell'anno scolastico, altrimenti avrebbe dovuto
cambiare al volo un altro obiettore di coscienza. Un mese
in più! Solo per affetto, per amore, per dignità. In una parola:
perché era giusto.
Per il resto: è vero che non ho mai guadagnato nulla o quasi
nulla in vita mia e i soldi per me hanno un peso inesistente, ma
è anche vero che svolgo costantemente un'attività di poeta e
filmmaker e che se questa attività fosse fonte di guadagno, resterei
comunque una persona generosa perché è nella mia natura.
Un saluto!
p.s.
Andrea, torna! Tanto ti vedo che ci leggi
e ti prudono i polpastrelli.
Orsacchiotto.
Che tenerezza, dio mio.
io sono il RE del blog.
Mario Brega? Io ho avuto Nicolino Pompa e ci siamo
amati. Altro che Mario Brega, con tutto il rispetto.
Attimi: Fosca è come 007. Ha la licenza di insultare
chi vuole e come vuole. Altrimenti bisognerebbe
eliminare Fosca, snaturarlo, e questo non lo voglio
io e nemmeno tu. Avevi detto che avresti ignorato
gli insulti, ma vedo che cambi idea spesso, e mi sono
sempre messo a vostro servizio. Fosca ha la licenza
ma anche io ho quella di cancellarlo su richiesta.
Alcuni commenti su Ethel sono stati evirati perché
mi è stato chiesto da Ethel, così se Chicca o Attimi
mi chiedessero di evirare un particolare commento
del Fosca, lo farei subito, senza problemi. E l'ho già
fatto. Tra parentesi, ad Ethel Fosca è molto simpatico,
dice che è il più imprevedibile di tutti voi.
Ci ha donato commenti da incorniciare, a volte.
E sa scrivere. Il mio salvarlo è anche un gesto di
"letteratura". E'uno genuino, non è facile trovarli
in giro. Non è un caso umano e non è genuino
perché dice le parolacce o perché si ubriaca, è
naturale e genuino nello stile, la poesia passa
attraverso piccole feritoie, bisogna saperle trovare.
Fosca è un poeta, nonostante tutto, suo malgrado.
Un poeta inconsapevole. E a quelle come la dolce
Kat (sarà dolce? mai assaggiata) che si lamentano
dell'eleganza, ricordo che la poesia non deve
essere per forza elegante...si legga Catullo che è
elegantissimo quando dice : in bocca e in culo
ve lo metterò. Catullo e molti, molti altri.
Sul chiedere scusa ho risposto ad Attimi che
prima dovete dirmi grazie almeno mille volte,
e tra l'altro nei post precedenti avevo appena
chiesto scusa a Chicca e a Silvia, quindi la
richiesta di Attimi mi è giunta superflua e mi
ha annoiato.
Brava Martina, sei una donna di cuore e anche
tu sei sorprendente, sei una donna di carattere,
mi piace molto come scrivi, nelle tua ortografia
pericolante ci leggo la grande fortuna, come
direbbe Agosti, di non essere stata troppo tempo
sotto i banchi di scuola, a mortificare la tua sana
voglia di cielo e terra e di libertà. Poi sei portatrice
di una cultura antichissima, quella contadina,
e se ogni tanto sbagli a scrivere una parola che
importa? Tu semini e chi semina è un genio.
Ti abbraccio.
Veniamo al braccialetto. Quello me lo sono proprio guadagnato
caro DAVIDE, facendo il servizio civile con Ernesto, un
ragazzo tetraplegico, mi fu donato dalla sua famiglia per
gratitudine (una famiglia di operai, quindi quel braccialetto
ha ancora più valore), mi erano grati perché decisi di prolungare
il mio servizio civile di un mese, gratis, pur di portare Ernesto
fino alla fine dell'anno scolastico, altrimenti avrebbe dovuto
cambiare al volo un altro obiettore di coscienza. Un mese
in più! Solo per affetto, per amore, per dignità. In una parola:
perché era giusto.
Per il resto: è vero che non ho mai guadagnato nulla o quasi
nulla in vita mia e i soldi per me hanno un peso inesistente, ma
è anche vero che svolgo costantemente un'attività di poeta e
filmmaker e che se questa attività fosse fonte di guadagno, resterei
comunque una persona generosa perché è nella mia natura.
Un saluto!
p.s.
Andrea, torna! Tanto ti vedo che ci leggi
e ti prudono i polpastrelli.
Orsacchiotto.
Che tenerezza, dio mio.
lunedì 3 giugno 2019
L'AMICO BELIEVE
Avevo 20 anni, e il marocchino che stava sempre a vendere accendini
nella mia zona mi chiese in prestito il braccialetto d'oro perché doveva
uscire con una ragazza e voleva fare bella figura. Credetti alle sue
parole. Tornai a casa senza braccialetto. Mamma lo notò subito e mi
disse: "Dove è finito il tuo braccialetto?". "L'ho prestato al marocchino
(non ricordo più il nome) sotto casa, ma dice che domani me lo riporta,
gli serve solo per stasera perché esce con una ragazza". Non vi dico
come mi guardò mamma, e poi papà, e poi mio fratello. Roberto
sbottò: "Ma posso avere un fratello maggiore così? Ricky, è ovvio
che domani ti dirà che l'ha perduto!". No, non volevo crederci. E
allora Roberto scese di corsa e mi riportò il braccialetto che è ancora
al mio polso. Anche Believe ci ha provato a chiedermi 1000 euro
per fare venire la sua ragazza in Italia e sposarsi, ma ora ho 50 anni
e sono leggermente, dico leggermente, più scafato. Believe ci ha
provato, e noi nella sua situazione che avremmo fatto? Non ci avremmo
provato anche noi? Detto questo, considero Believe una delle
più belle conoscenze di questi ultimi tempi, ora non riesco più
a raggiungerlo, forse ha cambiato cellulare, che fine avrà fatto?
Che cosa ho potuto fare per lui? Un film-intervista, questo l'ho
fatto volentieri e grazie a questa intervista un mio caro amico si
è interessato alla storia di Believe. Insieme a questo mio amico
abbiamo cercato di aiutarlo concretamente, siamo andati al Naga
insieme a Believe, un'associaziane laica, senza fini di lucro, che
presta assistenza sanitaria e legale ai migranti, il loro motto è: li aiutiamo
non perché siamo buoni, li aiutiamo perché è giusto. Ho assistito a
una riunione del Naga insieme a Believe e non ci ho capito quasi
nulla, anzi, una cosa l'ho capita bene: grazie a questo governo
di Matteo Selfini e Cinquestellini, aiutare Believe era praticamente
impossibile. E devo ammetterlo, mi sono detto: il tuo lo hai
fatto Riccardo, ci hai provato, ora sono cazzi di Believe. Ecco.
Non mi sento un santo dei migranti, mi sento un uomo che
ha provato a fare qualcosa, nulla di straordinario, qualcosa che
era alla mia portata, impegnandomi il giusto, nulla di che.
Ma questo mio piccolo gesto è tanto rispetto allo schifo che vedo
intorno. Un vero schifo. Believe non era un deportato, nessuno
lo ha costretto a rischiare la vita per venire in Italia, lo ha fatto
perché voleva essere qui, aveva un sogno, una speranza.
La sua eleganza e la sua dignità superano di gran lunga quella
di molti italiani che hanno votato per questo governaccio.
Ora di lui che cosa mi resta? Il mio film, a modo mio l'ho
"salvato". L'ho salvato per la mia memoria. Dove sarà?
Believe, ti auguro di essere quello che vuoi essere e quello
che meriti di essere: un uomo felice. Lontano da questo paese
di merda.
nella mia zona mi chiese in prestito il braccialetto d'oro perché doveva
uscire con una ragazza e voleva fare bella figura. Credetti alle sue
parole. Tornai a casa senza braccialetto. Mamma lo notò subito e mi
disse: "Dove è finito il tuo braccialetto?". "L'ho prestato al marocchino
(non ricordo più il nome) sotto casa, ma dice che domani me lo riporta,
gli serve solo per stasera perché esce con una ragazza". Non vi dico
come mi guardò mamma, e poi papà, e poi mio fratello. Roberto
sbottò: "Ma posso avere un fratello maggiore così? Ricky, è ovvio
che domani ti dirà che l'ha perduto!". No, non volevo crederci. E
allora Roberto scese di corsa e mi riportò il braccialetto che è ancora
al mio polso. Anche Believe ci ha provato a chiedermi 1000 euro
per fare venire la sua ragazza in Italia e sposarsi, ma ora ho 50 anni
e sono leggermente, dico leggermente, più scafato. Believe ci ha
provato, e noi nella sua situazione che avremmo fatto? Non ci avremmo
provato anche noi? Detto questo, considero Believe una delle
più belle conoscenze di questi ultimi tempi, ora non riesco più
a raggiungerlo, forse ha cambiato cellulare, che fine avrà fatto?
Che cosa ho potuto fare per lui? Un film-intervista, questo l'ho
fatto volentieri e grazie a questa intervista un mio caro amico si
è interessato alla storia di Believe. Insieme a questo mio amico
abbiamo cercato di aiutarlo concretamente, siamo andati al Naga
insieme a Believe, un'associaziane laica, senza fini di lucro, che
presta assistenza sanitaria e legale ai migranti, il loro motto è: li aiutiamo
non perché siamo buoni, li aiutiamo perché è giusto. Ho assistito a
una riunione del Naga insieme a Believe e non ci ho capito quasi
nulla, anzi, una cosa l'ho capita bene: grazie a questo governo
di Matteo Selfini e Cinquestellini, aiutare Believe era praticamente
impossibile. E devo ammetterlo, mi sono detto: il tuo lo hai
fatto Riccardo, ci hai provato, ora sono cazzi di Believe. Ecco.
Non mi sento un santo dei migranti, mi sento un uomo che
ha provato a fare qualcosa, nulla di straordinario, qualcosa che
era alla mia portata, impegnandomi il giusto, nulla di che.
Ma questo mio piccolo gesto è tanto rispetto allo schifo che vedo
intorno. Un vero schifo. Believe non era un deportato, nessuno
lo ha costretto a rischiare la vita per venire in Italia, lo ha fatto
perché voleva essere qui, aveva un sogno, una speranza.
La sua eleganza e la sua dignità superano di gran lunga quella
di molti italiani che hanno votato per questo governaccio.
Ora di lui che cosa mi resta? Il mio film, a modo mio l'ho
"salvato". L'ho salvato per la mia memoria. Dove sarà?
Believe, ti auguro di essere quello che vuoi essere e quello
che meriti di essere: un uomo felice. Lontano da questo paese
di merda.
CIAO ANDREA!
Ciao Andrea, è stato un piacere averti qui su questo blog.
Mi hai fatto tenerezza, fin da quando ti ho conosciuto di
persona. E il tuo tentativo di fare implodere il blog, con le
tue astuzie, con le tue provocazioni, cercando di entrare
nelle dinamiche del blog come una specie di chirurgo o
di cecchino ad personam, è stato veramente esilarante.
Già ci prova Chicca da una vita, focalizzando l'attenzione
solo sugli argomenti per lei pruriginosi o l'amatissimo
Fosca, con le sue alcoliche veemenze denigratorie, ci
provano tutti a fare crollare il blog, a sviarlo, ma sai perché
nessuno ci riesce? Perché questo blog sono io. Solo io
ho questo potere, a volte mi ci metto d'impegno, come
ogni creatore ho un rapporto complesso con la mia creatura,
posso amarla o odiarla questa creatura-blog, ma alla
fine la salvo sempre, perché è la mia tana, la mia caverna.
E io, solo io, sono il re di questo blog. Mi spiace che
tanta energia spesa si sia ridottta in nulla, caro Andrea,
ora puoi tornartene con la coda tra le gambe nei tuoi
spazi siderali, ti auguro una vita felice come la mia.
Con affetto.
Ricky
Mi hai fatto tenerezza, fin da quando ti ho conosciuto di
persona. E il tuo tentativo di fare implodere il blog, con le
tue astuzie, con le tue provocazioni, cercando di entrare
nelle dinamiche del blog come una specie di chirurgo o
di cecchino ad personam, è stato veramente esilarante.
Già ci prova Chicca da una vita, focalizzando l'attenzione
solo sugli argomenti per lei pruriginosi o l'amatissimo
Fosca, con le sue alcoliche veemenze denigratorie, ci
provano tutti a fare crollare il blog, a sviarlo, ma sai perché
nessuno ci riesce? Perché questo blog sono io. Solo io
ho questo potere, a volte mi ci metto d'impegno, come
ogni creatore ho un rapporto complesso con la mia creatura,
posso amarla o odiarla questa creatura-blog, ma alla
fine la salvo sempre, perché è la mia tana, la mia caverna.
E io, solo io, sono il re di questo blog. Mi spiace che
tanta energia spesa si sia ridottta in nulla, caro Andrea,
ora puoi tornartene con la coda tra le gambe nei tuoi
spazi siderali, ti auguro una vita felice come la mia.
Con affetto.
Ricky
domenica 2 giugno 2019
FICA SUL VISO
Quando ti mettono la fica sul viso,
e tu non respiri ma senti l'allegria
delle discese in bicicletta, quella
allegria primaverile, e il tuo viso
diventa un sellino immaginario,
e ti masturbi fino a godere di essere
solo una cosa, una cosa nuda al
cospetto di una donna con le cosce
che ti stringono le mascelle fino
a slogarti di piacere, e lei ti cavalca
e geme e viene sul sellino che
apre la bocca, nel cielo stellato.
e tu non respiri ma senti l'allegria
delle discese in bicicletta, quella
allegria primaverile, e il tuo viso
diventa un sellino immaginario,
e ti masturbi fino a godere di essere
solo una cosa, una cosa nuda al
cospetto di una donna con le cosce
che ti stringono le mascelle fino
a slogarti di piacere, e lei ti cavalca
e geme e viene sul sellino che
apre la bocca, nel cielo stellato.
LA FISARMONICA
Mi masturbò violentemente nel salotto.
Aveva una pelliccia finta.
Cazzo, faceva male ma anche bene.
Venni sui suoi stivali.
Poi andai in bagno, preoccupato.
Il cazzo era gonfio, una specie
di fisarmonica urlante.
Lei mi attendeva in salotto con
una sigaretta accesa.
Mi disse: "Dovrai dirmelo quando
ti sarai stufato di me".
Ero già stufo.
Ma aspettai il giorno dopo.
Aveva una pelliccia finta.
Cazzo, faceva male ma anche bene.
Venni sui suoi stivali.
Poi andai in bagno, preoccupato.
Il cazzo era gonfio, una specie
di fisarmonica urlante.
Lei mi attendeva in salotto con
una sigaretta accesa.
Mi disse: "Dovrai dirmelo quando
ti sarai stufato di me".
Ero già stufo.
Ma aspettai il giorno dopo.
L'EREZIONE
Lei si tolse le mutandine
e le gettò in aria.
Caddero sulla mia
erezione attaccapanni.
Ci venne da ridere.
Poi da sorridere.
E alla fine da godere.
Fino alla fine.
e le gettò in aria.
Caddero sulla mia
erezione attaccapanni.
Ci venne da ridere.
Poi da sorridere.
E alla fine da godere.
Fino alla fine.
INSTAGRAM RICKY
L'episodio del profilo falso su INSTAGRAM mi ha spinto ad aprirne uno mio.
Questo è il primo video fatto: un autoritratto haiku in interno. A me interessa
soprattutto come piattaforma per condividere i miei film di YouTube, ma devo
ancora capire come funziona tutta la faccenda.
Riguardo alle ultime avventure di questo blog: è veramente ridicolo come
persone di bassa levatura estetica, morale ed intellettuale, cerchino di mettere
in difficoltà uno degli uomini e degli autori più fichi e originali della Rete.
Viene da sorridere al cospetto di certe illusioni e vaneggiamenti.
Da non crederci. Quasi.
My Hart Is A Cosmic Madness
sabato 1 giugno 2019
TOLTO
Il mio nome è stato tolto da quel profilo infame che aveva contenuti nazisti e antisemiti.
Per quanto riguarda questo blog, ora.
Questo è il blog di un uomo che ama le donne, sfido chiunque a provare il contrario.
Qualsiasi accusa di misoginia viene rispedita al mittente.
Ritorno su Fosca, per l'ultima volta. A Fosca è stato permesso di essere Fosca, nei suoi
insulti verso le donne il blogger ha in un primo momento visto una specie di
affettuosa scabrosità, una richiesta di attenzione, non ci vedevo e non ci vedo
nemmeno ora "violenza", perché Fosca non è cattivo, è solo un uomo solo, spesso
e volentieri in estasi alcolica, e comunica a suo modo il proprio sentire.
Nel suo "troia" a Chicca leggevo questo: Chicca, apriti, accogli più amore dentro
di te. Era sempre possibile leggerlo "al contrario". Per questo è stato tollerato.
Del resto Chicca è una che non ha bisogno di essere difesa. E il pensiero di Fosca
non è quello di Farina. Se qualcuno usa questo blog come il cesso di un autogrill
non penso sia colpa del blogger. Per avere un blog pulito, educato, morigerato,
dovrei cambiare paese, andare in Svezia o censurare moltissimi commenti.
Ma io non sono un censore, sono un autore.
Del resto ultimamente ci ho messo della buona volontà, e ho tentato di arginare
la cosa. Ma è più forte di me. A me piace che ognuno si assuma la responsabilità
di ciò che scrive. Non lascio forse a Chicca la libertà di darmi dell'ipocrita ogni
volta che commenta? Non lascio forse ad Andrea la possibilità di darmi dello
stronzo? Intervengo quando ravviso cose "intollerabili", infatti i commenti
"pedofili" sono stati tolti, ma anche in quel caso: Fosca è un pedofilo? No.
Quando scrive certe cose è solo un demente.
Per quanto riguarda il mio razzismo verso i razzisti. Lo ammetto.
I razzisti sono una razza che non sopporto. E chi si permette di dare
del sicario a un partigiano non ha le mie simpatie perché sono parole
che sarebbero perfette in bocca ai fascisti.
Per quanto riguarda questo blog, ora.
Questo è il blog di un uomo che ama le donne, sfido chiunque a provare il contrario.
Qualsiasi accusa di misoginia viene rispedita al mittente.
Ritorno su Fosca, per l'ultima volta. A Fosca è stato permesso di essere Fosca, nei suoi
insulti verso le donne il blogger ha in un primo momento visto una specie di
affettuosa scabrosità, una richiesta di attenzione, non ci vedevo e non ci vedo
nemmeno ora "violenza", perché Fosca non è cattivo, è solo un uomo solo, spesso
e volentieri in estasi alcolica, e comunica a suo modo il proprio sentire.
Nel suo "troia" a Chicca leggevo questo: Chicca, apriti, accogli più amore dentro
di te. Era sempre possibile leggerlo "al contrario". Per questo è stato tollerato.
Del resto Chicca è una che non ha bisogno di essere difesa. E il pensiero di Fosca
non è quello di Farina. Se qualcuno usa questo blog come il cesso di un autogrill
non penso sia colpa del blogger. Per avere un blog pulito, educato, morigerato,
dovrei cambiare paese, andare in Svezia o censurare moltissimi commenti.
Ma io non sono un censore, sono un autore.
Del resto ultimamente ci ho messo della buona volontà, e ho tentato di arginare
la cosa. Ma è più forte di me. A me piace che ognuno si assuma la responsabilità
di ciò che scrive. Non lascio forse a Chicca la libertà di darmi dell'ipocrita ogni
volta che commenta? Non lascio forse ad Andrea la possibilità di darmi dello
stronzo? Intervengo quando ravviso cose "intollerabili", infatti i commenti
"pedofili" sono stati tolti, ma anche in quel caso: Fosca è un pedofilo? No.
Quando scrive certe cose è solo un demente.
Per quanto riguarda il mio razzismo verso i razzisti. Lo ammetto.
I razzisti sono una razza che non sopporto. E chi si permette di dare
del sicario a un partigiano non ha le mie simpatie perché sono parole
che sarebbero perfette in bocca ai fascisti.
I CONFINI DELL'ODIO
Stamattina mi hanno segnalato che su Instagram c'è un mio profilo falso
con contenuti antisemiti e necrofili. C'è la mia foto e il mio nome e cognome,
ma si tratta di un furto di identità. Lo hanno chiamato L'amichevole necrofilo.
Ho già avvertito la polizia postale e mi hanno detto come agire. Appena torno
a Milano vado a denunciare la cosa. Ricky nazista, questa ci mancava!
Si tratta di un odiatore che mi conosce, forse legge questo blog. Lo avverto
che questa non la passa liscia. Verrai denunciato e ti porto in tribunale.
Probabilmente l'unico appiglio è il mio monologo INTERVISTA A UN NECROFILO,
chiaramente un prodotto di finzione basato sull'umorismo nero
e sul cattivo gusto voluto e cercato per fini artistici e lirici. Finché
si tratta di prenderci per il culo mi sta bene, ma quando si opera in questo
modo non va più bene e si superano i confini di ciò che è lecito.
Chiunque tu sia, ti conviene toglierlo subito ma spero di no perché questa
me la paghi cara. Con me si scherza fino a un certo punto.
con contenuti antisemiti e necrofili. C'è la mia foto e il mio nome e cognome,
ma si tratta di un furto di identità. Lo hanno chiamato L'amichevole necrofilo.
Ho già avvertito la polizia postale e mi hanno detto come agire. Appena torno
a Milano vado a denunciare la cosa. Ricky nazista, questa ci mancava!
Si tratta di un odiatore che mi conosce, forse legge questo blog. Lo avverto
che questa non la passa liscia. Verrai denunciato e ti porto in tribunale.
Probabilmente l'unico appiglio è il mio monologo INTERVISTA A UN NECROFILO,
chiaramente un prodotto di finzione basato sull'umorismo nero
e sul cattivo gusto voluto e cercato per fini artistici e lirici. Finché
si tratta di prenderci per il culo mi sta bene, ma quando si opera in questo
modo non va più bene e si superano i confini di ciò che è lecito.
Chiunque tu sia, ti conviene toglierlo subito ma spero di no perché questa
me la paghi cara. Con me si scherza fino a un certo punto.
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