Di Wittgenstein conosco questa frase: "Il limite del nostro linguaggio definisce il limite del nostro mondo". E trovo che sia vero nella misura in cui a seconda del linguaggio che usiamo, definiamo il mondo che ci appartiene e il modo in cui viviamo. E quando scopriamo un nuovo modo di esprimerci, delle nuove parole, cosa succede? Non succede forse che si svela a noi un nuovo mondo, tutto da conoscere? Per non parlare poi della ricerca etimologica delle parole, ricerca che ci svela non solo il significato della parola stessa ma anche il suo valore. Allora scopriamo che le parole non solo hanno un significato ma anche un peso. Allora è bello poter pensare che occorre sapientemente bilanciare delicatezza e spietatezza per scriverle, pronunciarle perché sono strumento potente di espressione. Per il resto attendo che, su Wittgenstein, tu possa snocciolarci qualcosa in più, anche se apprezzo l'effetto suspence...
A proposito di filosofia. Esiste una corrente filosofica denominata "4 dicembre 2016", con sottocorrente "ciurlare nel manico", che si propone di sperimentare il comportamento del popolo davanti ad un quesito propagandato dal governo come risolutore dei mali che affliggono il sistema politico italiano. Non convinto, ritengo doveroso dissolvere questa filosofia rispondendo al quesito con la parola olofrastica ripetuta in questi simpatici siparietti (datati, ma non v'è nulla di nuovo sotto il sole):
Caro Giulio, consentimi di rilanciare il dissolvimento filosofico di cui ti sei fatto portabandiera. ti seguo a ruota con questo Vasco 1987 (il miglior VascoRock dei più bei tempi che furono, fino a che non si è commercializzato)..
6 commenti:
molto istruttivo.
mi iscrivo al corso testé inaugurato..
.attimichenonsifiniscemaidiimparare
Beh, almeno cant, non ball..
Di Wittgenstein conosco questa frase: "Il limite del nostro linguaggio definisce il limite del nostro mondo".
E trovo che sia vero nella misura in cui a seconda del linguaggio che usiamo, definiamo il mondo che ci appartiene e il modo in cui viviamo.
E quando scopriamo un nuovo modo di esprimerci, delle nuove parole, cosa succede?
Non succede forse che si svela a noi un nuovo mondo, tutto da conoscere?
Per non parlare poi della ricerca etimologica delle parole, ricerca che ci svela non solo il significato della parola stessa ma anche il suo valore.
Allora scopriamo che le parole non solo hanno un significato ma anche un peso.
Allora è bello poter pensare che occorre sapientemente bilanciare delicatezza e spietatezza per scriverle, pronunciarle perché sono strumento potente di espressione.
Per il resto attendo che, su Wittgenstein, tu possa snocciolarci qualcosa in più, anche se apprezzo l'effetto suspence...
Maude, in suspence.
A proposito di filosofia. Esiste una corrente filosofica denominata "4 dicembre 2016", con sottocorrente "ciurlare nel manico", che si propone di sperimentare il comportamento del popolo davanti ad un quesito propagandato dal governo come risolutore dei mali che affliggono il sistema politico italiano.
Non convinto, ritengo doveroso dissolvere questa filosofia rispondendo al quesito con la parola olofrastica ripetuta in questi simpatici siparietti (datati, ma non v'è nulla di nuovo sotto il sole):
https://www.youtube.com/watch?v=eunYg2eFbwk
https://www.youtube.com/watch?v=ybl1mAO4WBc
Giulio
Grazie Giulio, Modugno è fantastico, quanta vitalità!
Caro Giulio,
consentimi di rilanciare il dissolvimento filosofico di cui ti sei fatto portabandiera. ti seguo a ruota con questo Vasco 1987 (il miglior VascoRock dei più bei tempi che furono, fino a che non si è commercializzato)..
https://www.youtube.com/watch?v=fO1bt2iwYjU
.attino
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