mercoledì 30 settembre 2015

Orfeo Cafè

L'ETERO SEGA

Ho voglia di una etero sega. Le etero seghe sono le seghe che
ti fanno gli altri, in questo caso avrei una preferenza per tutti gli
organismi femminili, una sega fattami da donne in sostanza.
Una sega semplice, cristallina, quasi affettuosa, una sega di pura
e semplice compagnia, non impegnativa, una sega di cortesia,
ma di una cortesia appassionata, senza fervore eccessivo, una
sega all'inglese, una sega che si possa fare anche alle cinque del
pomeriggio tra un pasticcino e un sorso di tè, una sega da infuso,
una sega in amicizia, tanto per stare assieme, una sega senza
amore, l'amore rovina tutto, una sega attenta, razionale, con
documentazione alla mano, una sega giornalistica, quotidiana,
sì, avrei voglia di una sega al giorno, così sarei un uomo felice,
o quasi felice, ed essere quasi felici è comunque un progetto di
vita da non sottovalutare. Ecco, cerco delle segaiole raffinate,
anche alla prima esperienza di sega, non è importante, quello
che conta è la buona volontà. Una sega di buona volontà non
si nega a nessuno. Vi sembra giusto che un uomo come Ricky
Farina debba segarsi da solo? Non vi vergognate donne?
Vi aspetto. Mi basta un "coricorì" al capezzolino e mi diventa
subito duro, pronto all'uso, pronto per una pura e semplice
sega. Pelle su pelle, ovviamente, tanto rischiamo di ingravidare
solo la solitudine. Scrivetemi, presentatevi come volontarie
segaiole. Non c'è nulla di male, potete dirlo anche ai mariti o
ai compagni di vita, nessuno è geloso di una sega, e se c'è
qualche cosa che non vi è ancora chiara sono qui per voi, per
chiarire ogni punto, in sostanza : avrei voglia di una sega.

LA GIOVANESSA

Lei era una giovanessa,
quasi una leonessa,
solleticava la mia prostata
con i suoi seni campati
in aria! Lei era una platessa,
fresca come un mercato
del pesce che agonizza all'alba,
e la mia bava sapeva di sogno
e terra, e la mia prostata
tremava d'urina e amore.
Lei era una giovanessa,
anche se non si può dire,
lei era una papessa, e il suo
scranno era il mio scroto,
stanco scroto avvizzito
d'ombra e rimorso, ma lei
era una giovanessa, la
sua puntura d'ape era miele
per le mie labbra, e solo
lei, solo lei aveva nel costato
semi di papavero e follie
d'ananasso.

TRE GIOVANI - IL FATTO QUOTIDIANO

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/30/videoritratti-giacomo-claudia-e-francisco-tre-giovani/2079383/

martedì 29 settembre 2015

IL PEDINAMENTO

IL CHIODO E LA ROSA

Un chiodo vicino
a una rosa, una
rosa arrugginita
dalla pioggia, e un
chiodo fiorito.

LA VETRINA

Nuovo allestimento della vetrina del mio cervello, ogni tanto ci vuole.
Nuova merce cognitiva. Basta aggregati di neuropompini!

ROBYSAN???

RobySan, scusami, non ci capisco più un cazzo e una mazza,
ma tu sei quello che ha trovato il mio libro di poesie nel 94?

lunedì 28 settembre 2015

STRIATELLE E PISTACCHIO

TECNICHE PER NON FARSI MALE

Devo smettere di fare alcune cose che ritengo nocive per il fisico
e per il morale. Prima di tutto smettere di fumare sigarette, ancora
una volta, ci riprovo, questa volta la tecnica è di mettermi tra le
labbra un piccolo sigaro e tenerlo spento, così da avere ancora
la compagnia del tabacco, e accenderlo solo in rari casi e per poco
tempo. Poi devo smettere di farmi le seghe, uso una tecnica
simile, mi prendo il cazzo in mano, ma non accendo la mano, la
mano resta ferma, non la muovo, la mano è spenta, come il sigaro
se volete, una cosa del genere, e solo ogni tanto la muovo per
cortesia, in sostanza mi faccio una sega a rate, dilazionata, con
venuta a progetto. Sto diventando salutista e razionale, non trovate?
L'unico inconveniente è che sto spesso col cazzo in mano, questo
tende a selezionare la quantità e la qualità della mia vita sociale.

CONFERME

Sono alla continua ricerca di conferme, conferme della mia bella
insicurezza, senza di lei mi sentirei blindato come una cassaforte.

sabato 26 settembre 2015

VARIE FORME DI MASOCHISMO

Ho un ben di testa fortissimo. Quando hai il ben di testa non puoi
nemmeno prendere l'aspirina o il moment, il ben di testa è una
cosa orribile, niente ti può aiutare, ti devi tenere il ben di testa
fino a quando non arriva il mal di testa, non puoi fare altro.

IL PALOMBARO ( versione integrale )

Un corto cult di Murgese e Farina, menzione speciale a Bellaria 2005.


https://vimeo.com/140437920

venerdì 25 settembre 2015

L'INSOLENZA

Ho letto da qualche parte un pensiero bellissimo dove si parlava
dell'insolenza, di come a volte l'insolenza sia un mezzo particolare
per comunicare e uscire da se stessi e dalle rigide forme della
educazione. Essere insolenti per divertimento, non troppo, quel
poco che basta per accendere una discussione, per vivere con
gli altri ma anche contro gli altri...sì, l'insolenza mi è simpatica.

FIL ROUGE

Una notte di qualche anno fa andai in giro per Milano a riprendere 
il colore rosso, alla fine stavo facendo le riprese di un pacchetto 
di Marlboro di un distributore automatico, ero davanti al carcere
di San Vittore, si fermò una pattuglia, " lei che cosa sta facendo?",
risposi con naturalezza " sto riprendendo il colore rosso ", furono
gentili, ma fecero un'espressione come per dire - com'è vario
il mondo! -. Fare il filmmaker può essere assai divertente.


QUANDO AVEVO 20 ANNI

Quando avevo 20 anni andavo in discoteca, la Capannina del Forte,
un posto per certi versi odioso, pieno di "fiche di legno" o "rizzacazzi"
( non perdonate la volgarità ) e di damerini ingessati. Dovevo prima
superare il senso di vergogna della fila davanti alla discoteca e del
buttafuori che ti squadrava per vedere se avevi un abbigliamento
adatto, ma ero insieme ai miei amici ed era una vergogna gestibile,
la vergogna di sentirmi gregge, gregge che viene portato a pascolare
vanità, vanità e vanità della vanità, ma era anche giovinezza e
desideri di baci sulla spiaggia vicina. Appena entrato in discoteca
mi mettevo in un angolo della pista e iniziavo a ballare a modo mio,
con i miei gesti inventati, con le mie movenze eleganti e inusuali.
Lentamente si formava un pubblico, li vedevo sorridere, a volte
sentivo persino le parole che si scambiavano, credevano che fossi
sotto l'effetto di droghe, forse allucinogeni, e non capivano la
verità più semplice: ero uno che aveva un proprio stile, ero unico.
Una notte ero particolarmente ispirato, avevo stregato la discoteca,
la gente mi offriva bottiglie di champagne, donne bellissime
venivano accanto per starmi vicino e per usarmi come trofeo, e
una venne addirittura a casa con me, una dolcissima ragazza
che prima di seguirmi volle farmi togliere gli occhiali scuri per
vedere i miei occhi, per scorgere frammenti di bontà nel mio
sguardo, e venne, evidentemente sono una persona buona.
Dopo 20 anni una donna ha cercato il mio nome su YouTube e
per pura casualità ha pescato uno dei miei video ballerini, ha
riconosciuto il mio stile, mi ha scritto dicendomi : " Ti ricordi di 
me? ". Era la ragazza dolcissima della discoteca, capita anche 
questo nell'era di internet. Ieri mi ha scritto una persona, nel 94
lasciai sulle scale del dipartimento di filosofia il mio primo libro
di poesie, Un alluce allucinante, avevo scritto " questo libro è una
supposta per culi freudiani, lascio questo libro a chi lo troverà
senza averlo cercato ". Mi ha scritto la persona che ha trovato
il libro, mi ha scritto che ha tenuto sempre il libro con sé, anche
durante i traslochi, e che ogni tanto cercava di identificare
l'autore facendo delle ricerche, all'epoca mi facevo chiamare
Zigro Fix Petòl, e non era facile capire il mio vero nome.
Poi digitando - un alluce allucinante - ha trovato una mia vecchia
intervista che mi fece l'amico Guido Colletti, e questa persona
ha scovato il mio blog, e mi ha scritto. Il mondo non è più
piccolo, è diventato una miniatura sulla quale incidiamo la nostra 
mortalità , la nostra evanescenza. Anche la mia attività di
filmmaker è potenzialmente gravida di queste cose, pensate a
tutte le persone che spio per strada e che inconsapevoli finiscono
in un mio film. Un giorno una figlia orfana mi scriverà " lo sa che
lei ha filmato i miei genitori a una fermata dell'autobus? ". 
Non credo che ci siano molti registi al mondo che si stiano
dedicando con tanto accanimento alla produzione di ricordi
visivi, che stiano lottando contro l'oblio, contro l'horror vacui.
Ma Chisciotte non è orrore del vuoto, Chisciotte è gioia di
strappare una lingua di luce alle tenebre, per avere ancora
un brivido, una speranza d'incontro, per rendere la morte
un po' meno mortifera, consapevoli della disfatta finale.

giovedì 24 settembre 2015

FIAMMA ROSSA

UN ALLUCE ALLUCINANTE

Dedicato all'Essere che trovò il mio libro senza averlo cercato.


IL SINTOMO

Sintomo di eleganza superiore è avere le vertigini quando si sente
nascere un fiore posando l'orecchio sopra una nuvola. 
Anche sciogliere il fiocco rosso di un addio e inebriarsi di un nulla,
di un quasi poco, di un'inezia colossale, di un amore svanito.

PER UNA DONNA

Ho una strana forma di misoginia, per una donna potrei cucinare
il mio famoso risotto alla venezuelana ( in realtà rubato a Roby 
Rosi ), potrei portarle la colazione a letto con i pasticcini freschi,
i cornetti, le fette imburrate, e magari una rosa profumata, per
una donna potrei cambiare sesso, nel senso che potrei anche
andare con una donna e rinunciare alle seghe, per una donna
potrei fare la mia celebre imitazione del porcospino finito in una
centrifuga di cristallo, potrei anche fare l'amore con il mio pigiama
di raso, con il rischio di uno strappo ( fare sesso con il pigiama
di raso lo trovo più elegante della cruda e violenta nudità ),
per una donna potrei anche non pensare alla mia mammina
per almeno trenta minuti, potrei giocare a nascondino con il
suo clitoride, potrei anche tentare di farla godere e impegnarmi
nelle spinte pelviche, variando ritmo e posizioni, ma senza
arrivare all'odiata fatica, questo no, questo mai, la fatica non fa
parte del mio mondo, e figuratevi, se una donna mi chiedesse
di lavorare, se osasse chiedermi stabilità, progetto, coscienza,
responsabilità, serietà, ahahahah, che fine farebbe questa
donna? Riuscite a immaginarlo? Decollata all'istante, senza
pietà. Senza il minimo rimorso. Con il piacere dell'omicidio.

QUEL TOCCO IN PIU'

Quando esco a cena con una donna i miei obiettivi sono la bocca,
i capezzoli e il culo. Per raggiungere l'obiettivo posso anche
parlare di fenomenologia ( non prima di avere fatto un rapido
ripasso del manuale filosofico ), ma di solito con le donne basta
un accenno di malinconia, una battuta di spirito e il gioco è fatto.
Sono creature di una semplicità disarmante, davanti a un bel
cazzo si sciolgono. Tutte. Adorabili creature. Ieri sono stato da
una estetista del cazzo, mi ha messo un neo finto sulla cappella,
non che ne avessi bisogno, ma tanto per dare quel tocco in più.

ECCIU'

Sapete una cosa? Sono fatto a modo mio, non a modo d'altri, e
questo è già qualcosa per una vita. Del senso della vita non mi
curo, a me interessano i tortellini e le sensazioni vagabonde.
Mi piacciono i boschi e le marmellate fatte in casa, e del senso
della vita non mi curo. Non mi curo perché sono incurabile.
Nascere è capitato, come capita un raffreddore: ecciù, ecciù, ecciù.

UN GIORNO ALLA SETTIMANA

Un giorno alla settimana lo dedico ai gesti inutili, tipo nascondere
chicchi d'uva sotto il materasso, danzare in ascensore quando
sono solo, accarezzare una mozzarella di bufala e respirare.

mercoledì 23 settembre 2015

ROBI

Oggi è il compleanno di questa persona, senza di lui la mia vita
sarebbe infinitamente meno ricca. Auguri Robi.


IL DUBBIO GRAMMATICALE

Dubbio grammaticale che rivolgo a tutte le persone colte 
sul mio aforisma " le illusioni sono tutte puttane, non avete idea
di quante me ne sia fatte ", una mia amica che fa la traduttrice
mi ha contestato il congiuntivo sostenendo che trattandosi
di una espressione popolare sarebbe stato meglio scrivere
" non avete idea di quante me ne sono fatte ".Ero infatti
indeciso, lei sostiene che io so e quindi il congiuntivo non
ha motivo d'essere, ma io mi rivolgo agli altri, sono gli altri
che non sanno il numero delle illusioni che mi sono fatto.
Insomma. Il dibattito è aperto. Attendo contributi significativi.

lunedì 21 settembre 2015

MILA MORETTI, IL FATTO QUOTIDIANO

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/21/videoritratti-mila-moretti-lattrice-pericolante/2036480/

NEL REGNO DELLA MIA MENTE

Entro nel regno della mia mente, vuoto spinto, vortici di candore e
assassini urlanti, specchi intatti davanti all'orrore, coccodrilli polacchi,
tartufi bianchi che gridano nella notte, ciuffi di mortadella, e una
vecchia cassaforte con la combinazione fluida. Cerco di districarmi
tra le mie ossessioni : cosce spalancate e seni gonfi di latte vivo.
Faccio un elenco dei miei contenuti psichici e scopro che manca
il carciofo, ma nella mancanza lo ritrovo, il carciofo mancante per
il principio di non contraddizione diventa un carciofo presente.
Un carciofo mancante è un carciofo mancante e non può non
essere un carciofo mancante, ma in quanto mancanza pensata
il carciofo mancante diventa carciofo presente, e un carciofo
presente non può non essere presente, anche se ha iniziato la
sua storia psichica come carciofo mancante. E che cosa è la
mancanza se non una presenza al contrario? Quindi scopro con
stupore che nel regno della mia mente il carciofo è un re.
Ho una mente-carciofo, il carciofo è sovrano assoluto, in questo
impreciso momento psichico. Penso, quindi sono un carciofo.
Cartesio non sarebbe d'accordo. Ma che cazzo me ne frega!

IL CORAGGIO

Sto per fare una cosa molto coraggiosa : pensare.

LA MALEDIZIONE DI AGOSTINO

Primo spavento della giornata. Appena finito di bere il mio caffè
stavo per fare i soliti saluti quando Agostino, il mio amico barista,
mi ha guardato e mi ha detto : " Ciao Riccardo, ti auguro una
giornata come la mia ". E si è messo a ridere. Lui ha capito
che personaggio sono, e gli sono simpatico. Lui fa caffè otto ore
al giorno, ma io faccio Ricky Farina 24 ore al giorno, e per voi
sarà anche una battuta ma guardate che è un lavoro durissimo.
La cosa bella è che per essere Ricky Farina non è necessario
assumere la posizione eretta ( che per me è un optional ), ma
si può fare da sdraiati, ascoltando la musica con grattini alle palle.

domenica 20 settembre 2015

LA MOGLIE DEL MIO VICINO 6

GLI ATTIMI DI UN UOMO

L'ULTIMA SEDUZIONE

Per l'universo l'esistenza umana è irrilevante. Questo pensiero non
mi crea sconforto, anzi: mi seduce. Mi spinge a sedurre l'universo.
D'ora in poi guarderò le stelle in giacca e cravatta, sorridendo.

IL BISOGNO RIVELATORE

Il bisogno rivela la realtà. Ho strappato dei jeans e non mi ero mai
accorto della lavanderia cinese che fa riparazioni proprio girato
l'angolo del mio palazzo. Esisteva ma per me non esisteva perché
non avevo bisogno di quella lavanderia. Forse funziona così anche
per Dio o per l'amore? Di che cosa hai bisogno Riccardo? Magari
è proprio dietro l'angolo. Un fuso orario impercettibile è la felicità.

IL PASSAGGIO GRADUALE

Ogni giorno siamo vivi per miracolo. Anche l'uomo più pigro del
mondo ( come il sottoscritto ) è stato uno spermatozoo vincente.
Devo ritrovare il carattere, la destrezza, la forza, l'efficacia di 
quello spermatozoo che sono stato. Devo tornare a fecondare.
Ultimamente sto eiaculando spesso sulla ceramica, devo passare
alla carne ( magari una bistecca scontata al supermercato ) e poi
alle donne, il passaggio deve essere graduale, senza traumi.
Ceramica, bistecca, donne. Devo tornare a essere un uomo.

SIMPATICA CENA

Simpatica cena a casa di un'amica con persone nuove, tutte
simpatiche e intelligenti, abbiamo parlato di cinema, dei tagli
di Fontana, della merda in scatola di Manzoni, abbiamo parlato
anche di mattatoi, di animali squartati, di fruttariani, stavo per
introdurre l'argomento vivisezione ma poi mi sono detto che
non era il caso, abbiamo bevuto buon vino rosso, e mangiato
tartine, torte salate, pollo, e altre cosette simpatiche, mentre
in televisione c'era la partita del Milan e fuori lampi nella notte.
Per la prima volta da anni ho mangiato senza cappello, e poi
al momento dei saluti mi sono messo il Panama ed è stato
un piccolo colpo di teatro, abbiamo sceso le scale con la vita
accanto, fuori dal portone una sigaretta e altre chiacchiere.
Non ho trovato la donna della mia vita e nemmeno la donna
da portare a casa per una notte, però questa è la via giusta,
accettare inviti, organizzare cene, e prima o poi anche io
finirò per annusare la patatina di una sconosciuta, che dite?
Magari la prossima volta parto subito con la vivisezione.

sabato 19 settembre 2015

ALCUNE COSE CHE MI PIACCIONO E ALTRE CHE DETESTO


Mi piace l'uva senza semi.
Mi piace prendere il taxi di notte e
aprire il finestrino.
Mi piace farmi allacciare le scarpe
dagli sconosciuti, ma non succede
mai, mai, mai.
Mi piace sbagliare strada.
Mi piace coltivare orti immaginari.
Mi piace Bulgari, il profumo.
Mi piacciono tutte le cose intime, a
iniziare dalla biancheria.
Mi piace fare l'occhiolino alle statue.
Mi piace il risotto con l'osso buco.
Mi piace ascoltare i discorsi degli estranei
senza farmi notare.
Mi piace vedere le persone che fanno
sesso negli ospedali, ma non mi
è mai capitato.
Detesto chi mi guarda senza amore.
Detesto le rane fritte.
Detesto chi non sa dimenticare
la propria identità, o forse no,
mi limito a compatire queste
persone con l'io incravattato.
Detesto chi mi batte a ping pong.
Detesto chi non offre mai nulla.
Detesto chi dice la verità
con le tasca piene di bugie.
Detesto gli animali impagliati.
Detesto chi mi lascia l'amaro in bocca
e dice che è una medicina.
E detesto i medici che dicono
che stai morendo senza
fare nemmeno una piroetta
su se stessi.

UN TANGO CONTRO LA SOLITUDINE

L'AMORE!

Lui Non riesco. 
Lei A fare che cosa?
Lui Non riesco ad amarti.
Lei Perché?
Lui Non capisco.
Lei Che cosa non capisci?
Lui Perché non riesco ad amarti.
Non posso.
Lei Che cosa non puoi?
Lui Non posso amarti.
Lei Perché?
Lui Non voglio.
Lei Che cosa non vuoi?
Lui Non voglio amarti.
Lei Perché?
Lui Perché non ti amo.
Lei Perché?
Lui Non ti amo perché non riesco,
perché non capisco,
perché non posso,
perché non voglio...
Lei Perché?
Lui Perché che cosa?
Lei Perché non riesci, perché
non capisci, perché non puoi e
perché non vuoi?
Lui Semplice, perché non ti amo.
Lei Non capisco.
Lui Che cosa non capisci?
Lei Non capisco perché ti amo.
Non capisco perché riesco
ad amarti, non capisco perché
posso amarti, non capisco perché
voglio amarti...
Lui Semplice, mi ami perché mi ami.
Lei Ma perché ti amo?
Lui Non capisco.
Lei Che cosa non capisci?
Lui Non capisco perché non capiamo
un cazzo dell'amore.
Lei Semplice.
Lui Che cosa è semplice?
Lei Io ti amo e tu no.
Lui Ma perché non ti amo?
Lei Forse perché sono strabica?
Lui Già, ecco perché!

ATTIMI

Bellissimo l'incontro di ieri : Attimi e suo marito Nicola. Una coppia
che si ama come il primo giorno, e si rispetta. Attimi mi ha portato
i suoi maccheroni al forno, un vasetto di ragù alla bolognese, e un
peluche bianco tenerissimo, un cagnolino che adesso mi sta già
facendo compagnia, andrà a contrastare la forza perturbante del
mio orsacchiotto insanguinato e urlante. Ovviamente il cagnolino
di peluche lo chiamerò Attimi, e lo porterò fuori ogni mattina a fare
la sua pipì invisibile. C'era anche un bigliettino dove Attimi che è
una donna con occhi di rara bellezza ( occhi che hanno forme
di dolore virate in azzurro amore ) ha scritto : grazie di essere.
Non grazie di esistere, ma grazie di essere. Questa è Attimi.

AUTOPALPAZIONE

Mi è venuta una cosa strana nell'anima, come ogni mattina
procedevo all'autopalpazione dell'anima, tastavo i sogni, i miei
desideri decomposti, le mie aspirazioni trafitte, e a un certo
punto ho sentito una noce di disperazione irregolare, con punte
di arcobaleno domestico, e schegge di sorriso oscuro, non sarà
mica un inizio di felicità? O dio mio, ho il terrore della felicità!

SONETTI DAL SOTTOSUOLO

giovedì 17 settembre 2015

SE SEI ADULTO


Si consiglia la lettura di quanto segue a un pubblico non adulto.
Se il gioco nella tua vita occupa un posto di secondaria importanza
significa che hai delle priorità superflue.
Se non ti sporchi le mani con i pennarelli significa che hai delle
mani noiose.
Se ti piacciono gli spinaci significa che sei diventato scemo, cioè
adulto.
Se sono almeno due mesi che non rompi un oggetto significa
che vivi come una cazzo di mummia.
Se non ti metti a piangere quando non ottieni quello che vuoi
significa che hai imparato a dilazionare i tuoi desideri e quindi
che sei diventato scemo, cioè adulto.
Se non hai più paura del buio non sai che cosa ti perdi, e
significa che sei diventato razionale, cioè scemo, e cioè
adulto.
Se non giochi più a nascondino significa che non hai più voglia
di cercare gli altri o di farti cercare, e quindi che sei scemo, cioè
adulto.
Se per amare hai bisogno di pianificare il futuro significa che
sei scemo, cioè adulto.
Se metti al mondo dei bambini significa che metti al mondo
dei futuri scemi, ma così è la vita, senza scemi non c'è futuro.
Se sei adulto sei scemo, ti avevo detto di non leggere!

MICA SONO SCEMO!

Quella demonietta di Amanda Lim mi ha attaccato la scimmia per
questo tipo di incontri/scontri tra energumeni, il tipo con il naso
schiacciato è uno tosto, voi pensate che abbia paura di quello
grosso e nero che lo guarda minaccioso? No, guardate come
si incazza il "piccolo". C'è una strana forma di nobiltà in questi
due esseri che si affrontano, e che si rispettano menandosi!
Una cosa è certa, se uno di questi per strada mi dice che sono
" leggermente scemo " lascio correre, mica sono scemo!



LE PERSONE FAMOSE CHE HO INCONTRATO


LE PERSONE FAMOSE CHE HO INCONTRATO
Ho visto Vittorio Gassman camminare da solo, a testa bassa,
in un parco, con il bavero del cappotto rialzato, era certamente
sprofondato in cupi pensieri, ai tempi di Affabulazione.
Ho visto Michelle Unziker a Milano, in centro, con un microfono
nell'enorme bocca sorridente che camminava davanti a una
telecamera che le stava riprendendo l'enorme bocca sorridente.
Ho visto da vicino gli occhi di Fiorella Mannoia, era seduta in
un teatro milanese, mi sono avvicinato e ho chiesto un
autografo ai suoi occhi, lei ha sbattuto le palpebre e sono
andato via felice con l'autografo oculare nella mente.
Ho visto Pippo Baudo davanti alla Statale di Milano che
camminava a braccetto con un professore, aveva un bel
cappotto di cammello e camminava come una persona seria.
Ho visto Manuela Arcuri da lontano a Forte dei Marmi che
stava girando un film, ma vedere Manuela Arcuri da lontano
non vale un cazzo, quella bisogna vederla da vicino.
Ho visto Zoff a Roma che camminava con un gruppo di
amici, aveva la faccia da Zoff, inespressiva alla Zoff, ma
non antipatica, inespressiva simpatica, simpatica come
il suo cognone: Zoff. Simpatica come le sue parate nell'82.
Ho visto anche un quasi famoso ma quasi quasi non ricordo
che tipo di quasi era, però l'ho visto, l'ho quasi visto, e aveva
attorno tante quasi persone che gli chiedevano un quasi
autografo, e ho pensato, ho quasi pensato che...boh.
Ho visto Marco Ferreri in un cinema che presentava il suo
capolavoro, la Grande Abbuffata, a uno studente che gli
chiedeva l'intima relazione psicologica tra i personaggi
femminili e maschili dei suoi film lui ha risposto : " Faccio
film sul cazzo e sulla fica ". Poi si è alzato ed è uscito dal
cinema guardandoci con un filo di disprezzo affettuoso.
E ogni mattina davanti allo specchio vedo un uomo che
mi sembra famoso, sono sicuro di averlo già visto da
qualche parte, mi sembra una faccia nota, ma non ho
ancora capito chi cazzo sia, domani glielo chiedo.

IO E GLI ALTRI

Sono ossessionato da me stesso, sono un incidente frontale
costante con la mia singolarità, e solo gli altri possono curarmi.

INTRAVEDO

Intravedo nel mio modo d'essere, nel mio particolarissimo modo
d'essere, una possibilità di strofinamento con il divino, una sorta
di tribadismo tra la mia parte femminile e la parte femminile di
Dio o del mistero. E se anche Dio fosse solo una pozzanghera
oscura, troppo oscura per le mani e gli occhi, troppo oscura per
la mente e i suoi confini musicali,anche se Dio fosse solo una
tragica trappola per topi, lo stesso avrei un brivido erotico, una
riconoscenza mortale, un sentimento di compassione di viscere,
e di grazia mescolata al gemito, perché vivere è una sorgente
che è sete di se stessa, e noi viviamo nell'eco di questa sete.

LA CANZONE NEL CASSETTO


Ebbene sì, anche io ho scritto una canzone, si chiama
UAZZA PATAZZA SONG, ecco il breve testo:
Uazza patazza song
la canzone che fa gong
Le chiavi le ho messe sempre
nelle serrature sbagliate
ohhhh, uazza patazza song
la canzone che fa gong
le porte si aprivano lo stesso
ma la faccia di chi apriva era chiusa
ohhhh, uazza patazza song
la canzone che fa gong
il suicidio è un autostop
uazza patazza song
il suicidio è un autostop
uazza patazza gong
( ho mandato il testo a Sanremo ma non
mi hanno risposto )

mercoledì 16 settembre 2015

RINGRAZIAMENTO DELL'AUTORE

Vorrei ringraziare tutti coloro che seguono questo blog, pochi ma buoni.
Mi fate sorridere, riflettere, e a volte incazzare, meglio di così non si può.
Ormai si è formata una strana forma di affetto a distanza, questo credo sia
possibile perché sono uno vero, nel senso che se mi incontrate di persona
non sono per nulla diverso, giusto qualche sfumatura in più. Vorrei conoscervi
di persona tutti, uno a uno, per alcuni è già successo, vorrei essere ospite
a cena, la mamma toscana mi ha passato questo piacere di stare a tavola.
E anche voi se passate da Milano sarete miei ospiti. Anche il Fosca.

QUANDO MUORE L'AVVENTURA

Era considerato un artista scomodo anche se amava le comodità.
Lui non si considerava un artista, non si considerava proprio.
Viveva come un estraneo dentro se stesso. Era un clandestino
della realtà. Amava le donne che ancheggiano nella notte e non
poteva amare quelle che non sanno dialogare con i lampioni.
Amava tutto ciò che si può trafiggere con un tacco a spillo.
Quando lo invitavano ai matrimoni trovava deliziosi gli antipasti,
ma il resto era di una noia mortale, tanto rumore per nulla, e il
nulla erano gli sposi, gli invitati, i fotografi, i camerieri e lo spettro
di una luna di miele turistica, l'infinita tristezza dei tropici, di una
sposa con l'immaginario da cartolina, e di uno sposo inamidato.
Allora sognava Sandokan, invocava Sandokan, e in cuor suo
avrebbe voluto essere Sandokan, e guardare con occhi di brace
la sposa per donarle almeno un brivido in tutta quella finta gioia.
Finta anche se vera. Finta perché Sandokan non era tra gli
invitati, c'erano solo i soliti architetti, i soliti programmatori, i soliti
idraulici, i soliti insegnanti, le solite maestrine, i soliti mammapapà,
i soliti nonni, i soliti amici, ma di Sandokan nemmeno una traccia.
E si sa, un matrimonio senza Sandokan è di una noia mortale.

UNA SERATA CON TONY

martedì 15 settembre 2015

CHE COSA SIGNIFICA ESSERE RICKY FARINA?

Non è facile essere Ricky Farina. Devi stare da solo per accogliere gli altri.
Devi essere libero. Libero per seguire la tua natura. Se avessi una compagna
di vita sarei prigioniero dei suoi umori e delle mie bramosie. Se avessi una
compagna di vita sarei più sereno ma meno fertile, e la fertilità in me fa rima
con inquietudine. Per essere Ricky Farina non devi avere un lavoro, e questa
è la parte più divertente. La coppia è un cappio, e non voglio penzolare.
Voglio essere Ricky Farina, non voglio altro, sono nato per questo. La mia
unica responsabilità è quella di essere me stesso, non ne voglio altre.
Essere un puttaniere in fondo non è male, un compromesso accettabile.
Non sono nato per riprodurmi, io mi riproduco ogni volta che respiro.
Certo questo significa avere un'ombra cannibale, e magari essere un idiota,
un emarginato, ma è proprio questo il segreto del mio essere autore, stare
ai margini per osservare meglio gli altri, essere un idiota per non provare
alcun tipo di vergogna, e lasciare che le tenebre si sfamino. Non è facile
essere Ricky Farina, ma per me è facilissimo, è un dono, una condanna,
un sentiero, una mitologia da comodino, un comodino sul precipizio.

RITRATTO DI UN AUTOSTOPPISTA

Riguardandolo credo che sia uno dei miei ritratti più teneri.


LA SEGA SPECCHIATA

Oggi è uno di quei giorni che mi prude la cappella come se ci fosse
sopra del peperoncino genital-psicotico, e allora ho passato tanto
tempo davanti al computer a sfogliare la bacheca degli annunci, e
fino a confondermi la vista ho letto di donne orientali che mi aspettano
in ambienti confortevoli per leccarmi le palle, ci pensate? Credo
che il mondo sia meraviglioso, ho tutto quello che cerco a portata
di clic, ma c'è una cosa, una cosa terribile che mi stritola il cuore,
avrei bisogno anche di una carezza sincera, e queste non si trovano
sul mercato della carne e delle palle insalivate, e allora oggi mi
faccio l'ennesima sega specchiata e poi esco a bere un aperitivo
da solo, e mi tramuto in esca umana per donne di passaggio.

DI QUESTE TRAME OSCURE

Di queste trame oscure, di questo senso che si perde nell'ignoto,
un candore che divora gigli di tenebra e mi lascia strani confetti di
cristallo nella gola, sospesi, a tremare di mistero e pura ferocia,
come di tigre con pesche sciroppate nel processo digestivo.

STRANGE DELIRIO

lunedì 14 settembre 2015

L'ARTE MARZIALE DI FOTOGRAFARE LA TOPINA

L'UOMO CHE AMAVA GIOCARE CON LA MORTE

Era un uomo e amava giocare con la morte, il suo balocco oscuro
preferito. Al mare faceva il morto ma nessuno accorreva per salvarlo
dalla sua quiete sprofondata nell'azzurro. I momenti più belli della
giornata erano i tempi morti, quei tempi sospesi dove non aveva
più un'identità, era solo un corpo che fluttuava nell'aria dei pensieri
più puri e più liberi. Sui mezzi pubblici faceva la mano morta e
si sentiva vivo quando riceveva uno schiaffo indignato, la guancia
gli bruciava fino all'erezione nascosta nei pantaloni. Visitò la Valle
della Morte almeno cento volte e fu fatto cittadino onorario di quel
nulla abbacinante e meraviglioso. Gli piaceva avercela a morte
solo con le persone che non amavano la musica e il silenzio
nascosto nella musica. Una volta vide la morte in faccia e la girò
per vederle anche la nuca, scoprì che la nuca era identica alla
faccia. Non credeva alla morte civile, diceva che la morte è sempre
maleducata, che ci sputa addosso l'eternità quando noi abbiamo
bisogno solo di un involtino primavera, e magari anche di una
rondine. Amò solo una donna con la morte nel cuore, e si rese
conto che senza morte non avrebbe mai vissuto né amato.

sabato 12 settembre 2015

IL PROFESSORE, LA POESIA E LA MORTE - Il fatto quotidiano

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/12/videoritratti-il-professore-la-poesia-e-la-morte/2005943/

STO LAVORANDO PER VOI

Scusate la tranquillità, sto lavorando per voi per crearvi disagio
con i miei film. Ieri sono stato a Siena a girare un film all'attrice
Mila Moretti, domani torno a Milano e inizio a  montarlo.

Ricky Farina

lunedì 7 settembre 2015

L'UOMO CHE AMAVA CONFONDERE LE DONNE



Amore, tesoro, cricetino, tesoruccia, lo sai che ti amo
tantissimo? Sì che lo sai! Solo c'è una cosa, non posso
amarti più della mia vita, lo capisci? Sono costretto ad
amarti più della tua vita, ti è chiaro il punto? Senza di te
non posso vivere ma senza di me non potrei amarti.
Se ti capitasse qualcosa, qualcosa di brutto e definitivo,
qualcosa tipo la morte, io continuerei ad amarti, amarti
nel ricordo, nell'assenza, amare la tua immagine indelebile.
Sarebbe sempre amore, amore deprivato ma amore.
Se invece non ci fossi più io come potrei amarti? Sarei
solo un triste mucchietto di cenere, e i tristi mucchietti
di cenere non possono amare nessuno, per questo sono
tristi. Quindi sono costretto ad amarti più della tua vita
e non più della mia, lo capisci questo cricetino, tesoruccia?
Non fare quel faccino deluso, amore, qui si tratta di logica,
pura e semplice logica, lo capisci? Proprio perché ti amo
non posso amarti più della mia vita, è tutto chiaro adesso?

 

domenica 6 settembre 2015

L'ARTE DI SVEGLIARSI

Svegliarsi è un lavoro, bisogna aprire gli occhi, aprire il cuore, la
mente e le braccia, non è da tutti svegliarsi, ci vuole fegato e anche
metodo per svegliarsi, destreggiarsi fra le macerie dei propri sogni
non è facile, e anche la realtà (quella che ingenuamente chiamiamo
realtà) ha una natura pericolante, sempre sull'orlo del collasso.  
Svegliarsi è un'arte, una forma di equilibrismo estremo, una sfida.
 
 

venerdì 4 settembre 2015

I FIORI CINEMATOGRAFICI

Ieri mi ha chiamato il mio amico Silvano Agosti, ogni volta che mi
chiama accade qualcosa, come quando si parla con i poeti, il suo
amico Bellocchio è a Venezia con un film mentre Silvano non c'è,
non perché sia meno bravo di Bellocchio, non c'è perché Silvano
è l'unico vero anarchico ( insieme a Flavio Costantini ) che io abbia
mai conosciuto, e per anarchia intendo che è rimasto puro come
un bambino, e i bambini sono insofferenti alle regole per natura.
Secondo lui il festival di Venezia è diventato una sorta di finto
funerale e dentro la bara non c'è niente, il vuoto assoluto.
Per quanto mi riguarda ha ragione, sempre più difficilmente
riesco a vedere il cinema al cinema, per non parlare dei festival.
A volte trovo più forza visiva in una ripresa amatoriale di YouTube
fatta da un ragazzino che in un film cinematografico, non credo
più all'esigenza di una trama, all'esigenza di un set, il cinema si
è come decomposto, e un frammento lacerato, una scheggia
pura che vaga nella rete ha in sé, per paradosso, quella magia
che il cinema ha perso da tempo, e parlo dell'innocenza dello
sguardo, di uno sguardo libero, senza guinzaglio, che non può
rinunciare alla propria spontaneità, alla propria verità. Ecco, la
parola giusta: verità. Non trovo più verità nella finzione del cinema.
Quanti registi possono dirsi liberi oggi? Forse credono di essere
liberi, ma non lo sono. Il mercato non lo permette, bisogna fare
cassa. Possono ancora esserci ottimi prodotti, non lo nego, ma
se voglio un fiore? Se voglio un film che nasca seguendo solo
le leggi della propria natura? Forse se i festival diventassero dei
prati ci sarebbe ancora speranza per il cinema che io amo.
E fra i fiori di questo prato ci sarebbe un film di Silvano Agosti.
Questo è il mio personalissimo punto di vista.