IL GOVERNO

Il Governo non è buono, non è bello, non è brutto, non è cattivo.

Per me il Governo è una macchina che deve funzionare.

Prendiamo atto che governare durante una pandemia non è

la cosa più semplice del mondo, soprattutto alle prese con un

virus mutante che obbliga a continui aggiustamenti di tiro.

Non ho mai affidato ai politici la mia anima, per quella ci sono

i poeti e i musicisti, ai politici affido gli aspetti funzionali del

vivere sociale, tutto deve funzionare, deve innescare meccanismi

di una convivenza "lubrificata", attiva, fluida, libera, democratica.

Una pandemia ovviamente obbliga a decisioni irrituali, non

comuni, non facenti parte dell'ordinario. Si tratta di una

situazione straordinaria, appunto. E diventano necessari

provvedimenti dal sapore autoritario, bisogna agire d'imperio,

sempre mediando con il pensiero scientifico e razionale.

Se una casa va a fuoco, vanno seguite le indicazioni dei pompieri.

Ci si affida a un'autorità temporanea, a una competenza, a

una professionalità che poi è fatta semplicemente d'esperienza

e razionalità. Nei momenti d'urgenza non si perde tempo.

Non si fanno tavole rotonde sul tipo di idrante da usare, sul

colore delle uniformi dei pompieri, non ci si chiede se sia lecito

strattonare una persona per spingerla fuori dal pericolo o

costringerla a gettarsi dalla finestra per evitare le lingue ardenti

delle fiamme. In una situazione d'emergenza si agisce, affidandosi

alla professionalità che ha alle spalle l'esperienza. 

La stessa cosa sta accadendo per questa pandemia.

Quindi diffido fortemente di molti commentatori che ragionano

"in proprio", che mi linkano dati e informazioni reperite

in rete che sarebbero contrarie alle decisioni del Governo.

Ovviamente esistono una infinità di approcci, stili diversi,

ma nell'urgenza bisogna agire, scegliere uno stile e andare

avanti, soprattutto quando i dati esperienziali ci indicano che

le scelte vanno nella direzione giusta.

I dubbi ci stanno, ma il dubbio in questo frangente pandemico

non aderisce alla macchina, la macchina agisce secondo

la propria ragion d'essere, secondo il proprio progetto.

I meccanici comunque sono al lavoro, per migliorare il motore.

I paesi dell'Est sono in difficoltà perché hanno una bassa

percentuale di vaccinazioni, questi sono dati incontrovertibili,

e un altro dato incontrovertibile è che noi stiamo vivendo

in modo quasi "normalizzato" proprio grazie ai vaccini.

Quindi il vaccino è indiscutibile.

Terze o quarte dosi sono questioni di lana caprina.

Conta l'effetto che bisogna raggiungere.

Se il mondo scientifico autorizza le dosi, significa che

le dosi sono compatibili con la nostra salvezza.

Mettere in discussione l'autorità scientifica non ha

alcun senso. La scienza non ha un'autorità che si è

formata col sopruso, con la violenza, ma con la Ragione

e con l'Esperienza: esperienza millenaria,

da Archimede in poi. Proprio perché il pensiero

scientifico è antidogmatico, non monolitico, non uniforme,

proprio perché nel corso del tempo possono mutare

i paradigmi scientifici, il pensiero scientifico si mette

in discussione sempre, sempre aperto a nuove esperienze,

nuove correzioni teoriche, nuovi aggiustamenti, a volte

rivoluzioni vere e proprie.

L'argomento che ci siano virologi o scienziati che avrebbero

altri "stili autoritari" per affrontare e contrastare questa

pandemia, è un argomento valido ma non cogente, è come

se ci fossero due partiti di scienziati, il partito degli scienziati

che attualmente governano con i politici è il partito che ha vinto

le elezioni a larghissima maggioranza, e quindi sono loro che

devono governare e a loro dobbiamo affidarci.

Alcuni insinuano che hanno vinto delle elezioni truccate, truccate

dagli interessi economici di Big Pharma, credo che non sia così,

credo che sia un pensiero psicotico e complotttista, ma anche se

fosse e non lo è, anche se fosse, ripeto, i vaccini di Big Pharma

funzionano egregiamente, quindi dobbiamo usarli, e dopo avere

normalizzato la pandemia, allora si potrà lottare contro i colossi

farmaceutici per battaglie di democrazia sanitaria, ma non ora.

Ora è necessario salvarsi e affidarsi.

Non c'è altra via.