martedì 23 novembre 2021

STAMATTINA AL PRONTO SOCCORSO

Cappotto di pelle nera, Panama, Ricky entra al pronto soccorso.
Tappo alle orecchie, ipoacusia bilaterale. La diagnosi.
"Senso di nausea, vertigini?", rispondo "No" con orgoglio.
Mi prendono la pressione. Faccio per togliermi il cappotto.
"Lo tenga pure, non importa". Mi prendono la pressione
sopra il cappotto di pelle. Preferiscono la pelle del cappotto alla mia.
"Ha problemi di pressione alta?", "No", rispondo con orgoglio.
Passa un'infermiera e suggerisce al collega di farmi togliere
il cappotto. Ma dove cazzo sono capitato?
Vado in sala d'attesa, attendo. Non tantissimo. Mi portano
dall'otorino. Questa volta mi tolgo il cappotto e anche il Panama.
Mi guarda nelle orecchie. Tappi, supertappi. Un orecchio
viene sbloccato con facilità, l'altro no. Ci vogliono ben quattro
pistolettate d'acqua dentro. "Sentirà un rumore come di cascata".
Poesia anche dall'otorino. Estrae un mattone di cerume.
Potete provare schifo, non mi offendo. Sento, finalmente sento,
sento il mondo e la vita. Senso di gratitudine profonda.
"Mi faccia un favore, non dica che puliamo le orecchie qui,
altrimenti ci troviamo la fila ogni giorno". Torno al triage.
Consegno la scheda, mi fanno aspettare a lungo. Arriva un
muratore con la mano sanguinante, urla, tira pugni sul vetro.
Il panno insanguinato cade a terra. Tiro fuori la videocamera.
Rubo qualche immagine per passare il tempo, un ulteriore
appunto visivo sulla mia vita. Passa ancora del tempo.
Decido di andarmene, finalmente libero, stappato come
una bottiglia di champagne, nelle orecchie le bollicine dorate
dei suoni, mi ubriaco di ogni rumore, la vita ci parla.

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