giovedì 9 aprile 2020

ALLE OTTO E DIECI

Io ci pesco nella mia testa.
Pesco parole. E le immagini
invece mi entrano dentro
dalle orecchie, stereofoniche.

E i treni nella notte e i pesciolini
rossi nelle mutande, la lampada
e la lampadina, il temporale
fulminato sullo specchio...

I tuoi seni adagiati nell'ombra,
quel ricordo antico che mi
attraversa, è ancora mio? La
memoria è una sogliola fritta
e tu sei il pescato del giorno.

Nulla, non voglio più ricordare
nulla, solo spilli di adesso nella
carne, e la tua bocca di ora, e la
mia bocca dentro la tua bocca di
adesso che è ora, o forse mai più.

Sipario sulla frutta del mattino,
limpido risveglio, una crepa sul
soffitto, lucertole immaginarie
folgorate dall'eternità, e tu e io
che viviamo per sfregio alla polvere

e alle otto e dieci ci amiamo.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Se questo è un vate. Ma se po scrive

"I tuoi seni adagiati nell'ombra"?

Il pensiero va a Pacciani.

riccardofarina69 ha detto...

Tu pensi a Pacciani perché sei un mostro. Io a una donna che dorme sul fianco.

Anonimo ha detto...

Si dà il caso però che la descrizione sia tua. Provaci ancora, vate.

riccardofarina69 ha detto...

Io scrivo. Non descrivo. Provaci ancora, interprete.

Anonimo ha detto...

E allora spostati dallo scaffale della merce esposta.

Anonimo ha detto...

Consumatore.

rickyfarina ha detto...


Ma io sono il creatore di quella merce e se sento un cretino
che interpreta male, glielo faccio notare. Poi lo lascio, e vado
a bermi una tartina e a mangiare dello champagne.

rickyfarina ha detto...

Non lo hai ancora capito che con me non hai speranze?
Sei più idiota di me, ci pensi?

Anonimo ha detto...

E ancora qui stai? Vai vai

riccardofarina69 ha detto...

Suka

attimiespazi ha detto...


il Ricky Farina dei tempi migliori.
la solitudine è fucina di attività introspettiva.
e di dolci nostalgie..