venerdì 21 ottobre 2016

LA RIVOLUZIONE

Conosco una persona che sta molto male e quando mi
dice che va "così e così " c'è da festeggiare e stappare
una bottiglia di champagne. Conosco un uomo che è senza
un tetto da qualche mese, è in una situazione difficile, ha un
lavoro a tempo determinato ( nemmeno 5 euro l'ora ),
e ripeto : senza un tetto. Ma non si abbatte, c'è una energia
inviolabile nei suoi gesti, nei suoi passi. Quando sento
di queste paghe da fame e infami mi viene voglia di fare
la rivoluzione, di abbattere i privilegi ( quindi anche me
stesso ) e di scendere in piazza con il coltello tra i denti.
Poi chiamo mamma e chiedo un aumento del bonifico.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

L'egoismo legato all'istinto di sopravvivenza è fortissimo in tutti noi...per empatia e per compassione vorremmo lottare per cambiare le cose anche per il prossimo....ma poi ci si rende conto della grande impotenza del singolo. Insorge la paura di doversi ritrovare un domani nelle stesse condizioni soli, senza magari avere la forza interna di proseguire comunque a testa alta. Si cerca quindi conferma nel proprio benessere attuale per tacitare la paura che serpeggia sempre in noi. Poi nel proprio piccolo, ognuno con la sua spinta motivazionale, si cerca di fare qualcosa, magari ci si lega in associazioni per portare risoluzioni per varie problematiche ...come tante piccole gocce che unite diventano una forza che trascina in una rivoluzione fatta di pochi slogan e schiamazzi ma di tanti piccoli fatti. Chicca

Unknown ha detto...

Non ti avevo già detto che sei solo un ribelle? Ps: Chicca delira meno cagate please!

attimiespazi ha detto...

Bravo Ricky, fai bene a chiedere un aumento del "bonifico" in vista della tuo piccolo aiuto. tutto ritorna, siamo in un circolo, il circolo della vita, e se "gli altri siamo noi" proviamo a scrollarci di dosso il materialismo con gesti concreti. se lo si vuole si può. basta pensare a ciò che è veramente indispensabile per noi che non è certo riempire il frigo di cibi che butteremo perché scaduti o di oggetti inutili che muoiono nei cassetti e negli armadi. il primo passo per rivoluzionare il sistema è rifiutare il consumismo e tornare all'essenziale. Vivere minimal più che dignitosamente si può..

.attimo

Anonimo ha detto...

Per molti legarsi all'associazionismo è un sistema per affermare sé stessi, per rendersi visibili; per altri è un modo per impiegare il tempo disponibile a prescindere dal fine; per pochi è amore per il prossimo, è compassione.
La cosa difficile è provare compassione, cioè patire insieme, continuando a rimanere abbarbicati al nostro "benessere" per paura di precipitare.
Il vero problema è una società che ha bisogno di associazioni, che equivale a dire "beato quel popolo che non ha bisogno di eroi".

Giulio

Unknown ha detto...

Mi sa che Ricky è meno ipocrita di tutti voi messi insieme! Tocca dargliene atto. Ciò non toglie che è un parassita. Ma lui lo sa. E visto che può fa anche bene!

altrimentipresente ha detto...

La maggior parte della gente si rovina la vita con un altruismo malsano ed esagerato: a dire il vero è costretta a farlo. Si trovano circondati da una povertà abominevole, da una bruttezza abominevole, da una fame abominevole. E' inevitabile che se ne lascino fortemente commuovere. E' più facile sollecitare le emozioni dell'uomo che la sua intelligenza, ed è moltopiù facile provare simpatia per la sofferenza che per il pensiero. Di conseguenza essi si dedicano, con intenzioni ammirabili, per quanto mal dirette, al compito di porre rimedio ai mali che vedono. Ma i loro rimedi non curano il male: si limitano a prolungarlo. A dire il vero i loro rimedi sono parte del male.
Tentano di risolvere il problema della povertà ma, lo scopo da perseguire è quello di provare a ricostruire una società in modo che la povertà risulti impossibile, e in realtà le virtù altruistiche hanno impedito che si realizzasse questo scopo. Proprio come tra i proprietari di schiavi i peggiori erano quelli che li trattavano bene, impedendo così che coloro che subivano il sistema si rendessero conto dei suoi orrori, e che coloro che li osservavno potessero comprenderli.
La carità degrada e demoralizza, è vero: la carità crea una gran quantità di peccati.[...] Ci sono moltissime persone che, non possedendo alcunché e trovandosi sempre sull'orlo della morte per fame, sono costrette a fare il lavoro delle bestie da soma, a fare un lavoro che non è proprio loro congeniale e al quale sono costrette dalla perentoria, irragionevole, degradante tirannia del bisogno. Si tratta dei poveri. Dalla loro forza collettiva l'umanità guadagna molto in prosperità materiale: ma guadagna soltanto quanto al risultato materiale, e l'uomo povero, di per sé, non ha nessuna importanza. E' soltanto la particella infinitesimale di una forza che, ben lungi da considerarlo, lo schiaccia: e invero preferisce schiacciarlo perché, in tal caso, è più obbediente.[...]
Spesso si dice che i poveri sono grati per la carità che ricevono. Alcuni di loro lo sono , senza dubbio, ma i migliori tra i poveri non lo sono mai. Sono ingrati, insoddisfatti, disobbedienti e ribelli. Hanno anche ragione a esserlo. La carità giunge loro come un modo inadeguato e ridicolo di operare una restituzione parziale, un'elemosina sentimentale che spesso è accompagnata, da parte del sentimentalista, da qualche impertinente tentativo di esercitare la sua tirannia sulla loro vita privata. Perché dovrebbero essere grati per le briciole che cadono dal desco del ricco?
Quanto all'insoddisfazione, chi non fosse insoddisfatto di siffatti dintorni e di un siffatto livello di vita sarebbe un perfetto bruto.
La disobbedienza risulta, agli occhi di chiunque abbia letto la storia, la vera virtù dell'uomo: è attraverso la disobbedienza che si è realizzato il progresso, attraverso la disobbedienza e la ribellione.[...]
Un povero che sia ingrato, non parsimonioso, insoddisfatto e ribelle è probabilmente una grande personalità, con molte qualità. In ogni caso egli è una protesta salutare. Quanto ai poveri virtuosi, li si può ammirare, naturalmente, ma come si fa ad ammirarli? Sono scesi privatamente a patti con il nemico.

(Oscar)

altrimentipresente ha detto...

Egregio e sommamente generoso Farina,
la ringrazio per lo spazio concessomi e la informo che quanto riportato sopra potrà trovarlo in forma più estesa nel mio piccolo saggio "L'anima dell'Uomo Sotto il Socialismo", ammesso che possa interessarla.
Mi congedo salutandola caldamente e lasciandole un mio pensiero:

L'uomo è giunto fin dove poteva arrivare,
e non è che sia andato molto lontano, vero?

sempre suo
Oscar

Unknown ha detto...

Hai letto Mea Culpa di Céline? Il socialismo è una catastrofe. E lo si è visto, storicamente. Le bassezze riemergono all'alba del giorno dopo la rivoluzione. Ci vorrebbe qualcosa come (2010 l'anno del contatto) un altro sole apparisse nel cielo. Qualcosa di definitivo.

attimiespazi ha detto...

@FF
non farti ingannare dal titolo. non hai letto il breve saggio di Oscar, vero?
per uno come te, beh, te lo leggi a colazione in un batter d'occhio.
a mio personale avviso non è un saggio pro-socialismo ma piuttosto filo-anarchico. sostiene fino alla fine il valore dell'individualismo come forza essenziale di una nuova società. se non ricordo male la pubblicazione risale al 1891.
non ho letto Mea Culpa. me lo segno. grazie..

.Ⓐttimi

Unknown ha detto...

Non è facile capirsi. Essere anarchici (se lo sei ti) diventa pure troppo facile. Poi ti guardi intorno in certi momenti e pensi che forse è meglio essere nazisti di Sparta. C'è la stupidità umana l'egoismo, la piccineria dei mediocri, e i loro sogni di conquista megalomani che ti fanno pensare che non c'è speranza. C'era una pièce di Sartre "Il Diavolo e il Buon Dio" che mi pare proprio adatta. Non si può fare niente per gli uomini. Sono troppo cialtroni, vigliacchi e canaglie per dargli credito. Qualcuno si salva, ma pochi, molto pochi.

attimiespazi ha detto...

EffeEffe,
Ahi! sei giunto al nocciolo con ardita perspicacia.
come non darti ragione?!..

Anonimo ha detto...

Fosca continua a cercare la Chicca, ma non hai ancora capito che non ti caga?

Unknown ha detto...

Si ok...Chicca!

Gaetano. ha detto...

Giulio vedi che sei un editore?"Disgraziato il paese che non ha eroi!", mentre Galileo risponde: "Felice il paese, che non ha bisogno di eroi!".

Gaetano. ha detto...

Oh Fary, siamo alla frutta, la situazione è insostenibile, la lotta è intestinale, non ci si riconosce più, le classi sociali le hanno debellate e si combattono fra di loro, i proletari sono ricchi, chi lavora a qualsiasi condizione è fortunato, la pausa pranzo la faccio con una mano, con l'altra lavoro. Cit.

Gaetano. ha detto...

https://youtu.be/6_r6YBJXIGk, e questa è la mia preferita. : https://youtu.be/kkYGz-nLC04

Gaetano. ha detto...

E per la buona notte: https://youtu.be/bXpl4ZDmoKg

Anonimo ha detto...

Gaetano: editai circa 30 anni fa la partecipazione alle mie nozze. Poi basta. Edizione unica e non ancora corretta (né riveduta).
Circa 30 : accostati alla carabina = mezza rivoluzione.

Ritornando al vecchio discorso:
https://www.youtube.com/watch?v=fk7AxhSUclo

Giulio

Gaetano. ha detto...

Complimenti per i 30(fra poco... forse anche noi). Divertente e piacevole Gaber,: https://youtu.be/heVtMxIexrI