mercoledì 11 maggio 2016

UN CAMPO VAGO

5 commenti:

attimiespazi ha detto...

lavori in corso di vaghezze silenziose e solitarie in campo lungo..

.attimi

Anonimo ha detto...

La macchina ferma solitaria che all'improvviso si accende e parte ...mostrando di avere anima umana interna. Poi chi è il silenzioso osservatore? Colui che riprende o la natura dai suoi vari punti? Muy carino il vecchio leone .....associato all'abbaiare di un cagnolone. E poi i cartelli stradali indicanti strettoia e lavori in corso ...e la sagoma di un uomo nero ....bau bau in passato minacciato ai bambini capricciosi. L'evoluzione prosegue? Chicca

rickyfarina ha detto...


Brava Chicca, finalmente un commento che nasce dal film!
Quando fai così sei adorabile.

rickyfarina ha detto...

COMMENTO DI MEDEA :

Le strettoie del cuore sono cunicoli aspri. I passi seguono un pulsare di vita: la terra trema, mentre un uomo, di notte, attraversa il deserto. Clandestino del proprio sangue: la clandestinità è un miraggio per chi pensa davvero che la libertà non sia la più grande follia. Un cane abbaia, la notte tace, il timore è vinto: non ci sono crocicchi, solo l'ignoto dopo l'ultima curva, oltre i lampioni. Il respiro è il protagonista unico di Un campo vago. Il respiro è il popolo della vaghezza, è l'acqua del deserto, il senno della pazzia. Il respiro è l'enigma ed è la sua soluzione. E' terremoto. E' abisso squarciato. E' assenza a se stessi, presenza nello spazio. Nei fili d'erba resta impigliata l'anima della notte: in un segnale stradale è la porta dello smarrimento. Aspotroff torna dall'ombra e si manifesta: Aspotroff non ha mani. Ai confini dell'anima c'è inno che canta all'ebbrezza la sua deità. Ai confini del corpo c'è un uomo che gioca d'azzardo con le nuvole nere, con i fari accesi delle auto che sbagliano rotta. Ai confini del mondo c'è una fiamma: la curiosità dell'uomo ne alimenta l'ardore.
Mi hai fatto credere che ci sia davvero, oltre la notte, uno squarcio di primavera: anche se ai biancospini basta un alito di vento per sfiorire, c'è Aspotroff che può rimettere insieme tutti i petali perduti, per farne pepite d'oro.
Non so se conosci Trakl: voglio regalarti questa poesia. Mentre Kokoschka dipingeva la Sposa del Vento, raccontava all'amico che la solitudine può essere salvezza, se non è il confine della mancanza d'amore: Alma andava via e lui si accompagnava ad una bambola di pezza. Tu sei più bello di Trakl e di Oskar. Sei più bello delle tue poesie. Sei più bello di ogni tuo film. Sei così bello che forse ora che hai bucato la notte ti odio. Sei il "mio" Dio. E quando voglio amare, mi basta toccare le tue parole e torno a sentire d'essere viva. Ancora.

Respiro dell'immoto. Sembiante d'animale
stupefatto d'azzurro, della sua sacralità.
Potente è il silenzio nella pietra;
maschera di uccello notturno. Triade soave
si spegne in unisono. Il tuo volto
si china muto su acque azzurrine:
oh, quieti specchi della verità.
All'eburnea tempia del solitario
sale il riflesso di angeli caduti.
George Trakl, 1979

Anonimo ha detto...

Ed allora se mi adori .....fai il video nella doccia ....sparandomi bacetti con la boccuccia bella hehehe Chicca