domenica 29 maggio 2016

LA MIA AMICIZIA CON BRUNO

Bruno forse nemmeno si immagina quello che sto
per dire, anche perché si lamenta che non lo chiamo
molto spesso, ma io sono fatto così, non amo stare
al telefono. Però penso continuamente alle persone
che amo. E Bruno lo amo. L'ho conosciuto in Versilia
grazie a mio fratello Roberto ( quante meravigliose
conoscenze devo a mio fratello ), e subito ho provato
nei suoi confronti una grande simpatia, perché ho
sentito nel suo modo d'essere una forte inquietudine,
un coraggio, e una bontà fuori dal comune. Ed è
rimasto ancora un bambino, sebbene sia un uomo
fatto e (in)finito. L'infanzia è come intrappolata
nei suoi occhi celestiali e caraibici, il dolore non lo
ha ucciso, non ha ucciso l'infanzia, la giovinezza,
al contrario, ha protetto tutto ciò che c'è di vivo
e leggero e avventuroso nella sua anima. Forse
la cosa che amo di più in lui è la sua curiosità, una
folle curiosità, verso gli altri. Bruno è un formidabile
chiacchierone, andate in giro con lui e conoscerete
tutti, ogni passante è un mondo, e Bruno ha fame
di ogni vita, di ogni volto, nel quale si specchia con
innocenza e purezza. E un pizzico di impertinenza.
Per poi tornare nella sua solitudine montana

a combattere con i demoni del suo passato.
A margine di questo c'è la mia cinefilia, Bruno è
il Titta di Amarcord, croce e delizia per un attore
essere sempre identificato con un ruolo, ma è lo
scotto che si deve pagare per avere lavorato con
un genio di nome Federico Fellini. E volete sapere
uno dei momenti più belli della nostra amicizia?
Eravamo in strada per Milano, io, mio fratello
Roberto e Bruno. A un certo punto, per sfida,
l'ho preso di peso e l'ho alzato, come lui fece
nella celeberrima scena della tabaccaia, e ho
sentito di alzare al cielo con le mie forze un amico
e nello stesso tempo la storia del cinema.
C'è qualcosa di più bello per un regista sgangherato
come il sottoscritto? Lui poi ha toccato terra e
mi ha guardato con un sorriso azzurro come
i suoi occhi. Azzurro come la vertigine che gli fa
tremare il cuore. E che lo rende vivo, e vicino
alla vita e alla terra. Bruno, ti voglio bene.



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