lunedì 16 maggio 2016

GLI AMICI INTIMI


Gli amici nella letteratura
Ci sono scrittori o poeti che ammiri, altri li ami,
senti che sono tuoi amici, amici intimi.

I miei amici intimi sono :
Oscar Wilde, per il suo coraggio, per
il coraggio di essere se stesso sino al
martirio "vittoriano ", con eleganza.
Baudelaire, perché un giorno a un
pasciuto borghese che parlava
delle sue due figlie disse : " E quale
delle due avvierà alla prostituzione? ".
Edgar Allan Poe, perché nei suoi
occhi non ci fu mai l'odio ma il sogno,
la ragione, la malinconia, l'incubo,
la febbre, e il sigillo delle tenebre.
Sandro Penna, perché la giovinezza
fu per lui un canto, un tuffo, un raggio
di sole su un ragazzo bagnato, e ogni
azzurro tremore fu la sua dimora.
Ungaretti, perché invecchiò con il
sorriso negli occhi anche se perse
un figlio in giovane età, e trasformò
questo continuo schianto in poesia.

1 commento:

attimiespazi ha detto...

Non conosco Penna, vedrò di leggerne qualcosa. grazie della segnalazione.
Poe è stato unico nel suo genere e da ragazza l'ho letto con passione.
mi hanno affascinato la sua immaginazione visionaria,
l'incubo che andava a braccetto con il delitto,
l'amore che si alleava con la morte.. wow!! un Grande!
ogni tanto, per conciliare il sonno, leggo uno dei suoi racconti del terrore, per alternarlo ad altri autori che leggo in contemporanea.
:-))
Inutile dire che Wilde mi accompagna da una vita ed ha un posto speciale
nel mio cuore di lettrice. lo amo e basta. punto.
comunque, altri amici fedeli sono:
Borges, Hikmet, Baudelaire, Pessoa e Neruda.
mi piace anche passare lunghi momenti con:
Verlaine, Cardarelli, Bukowski, Pasolini, Catullo, Benedetti, Shakespeare, Leopardi.

Ed ora, approfitto dello spazio per lasciare in lettura
il carme VII di Catullo, visto che l'ho citato;
è uno dei suoi canti tra i miei preferiti

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Mi chiedi Lesbia quanti dei tuoi baci
mi basteranno, mi saranno troppi -
quante le sabbie libiche distese
laggiù a Cirene fertile di silfio
tra il fiammeggiante oracolo di Giove
e il sacro sepolcro dell'antico Batto,
quante stelle in silenzio nella notte
contemplano i segreti amori umani,
tante volte baciarti basterà
e sarà troppo al tuo Catullo folle,
il conto che il curioso non può fare
nè la lingua maligna maledire.
-
Quaeris, quot mihi basiationes
Tuae, Lesbia, sint satis superque.
Quam magnus numerus Libyssae harenae
Laserpiciferis iacet Cyrenis,
Oraclum Iovis inter aestuosi
Et Batti veteris sacrum sepulcrum,
Aut quam sidera multa, cum tacet nox,
Furtivos hominum vident amores,
Tam te basia multa basiare
Vesano satis et super Catullo est,
Quae nec pernumerare curiosi
Possint nec mala fascinare lingua.
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.attimi