venerdì 19 ottobre 2018

LEI

Lei era molto bella, quasi
più bella di me. Era da applauso
testicolare. Ogni suo gesto
era vernice fresca per la mia
libidine. Ancheggiava con
superba femminilità dietro
il bancone del bar. Io chiedevo
sempre il solito, ma avevo
l'insolito nel cuore. Tremavo
con la tazzina del caffè
in mano. "Corretto sambuca?",
certo amore, certo. Il caffè
era corretto ma il mio cazzo
(si può dire cazzo in una
poesia?) era scorretto, nelle
mutande pulsava come un
matto. Voleva uscire allo
scoperto, voleva sbocciare
sul bancone del bar, rara
acrobazia floreale. Eppure
la timidezza o le manette
vinsero in me ogni pulsione
esibizionista. Lei era bella,
ogni mattino sempre più
bella, un lampo di vita nella
tempesta, una fiamma nella
grigia routine. Mi immaginavo
fra le sue cosce, sul suo fiore
di sambuco, corretto con il
mio desiderio. Grazie, buona
giornata. Ma quale buona
giornata, se non posso averti!
Un giorno mi feci coraggio
e le dissi: "A che ora smonti?".
Lei rispose: "Sono sempre
a cavallo". Stronza!

1 commento:

marti64 ha detto...

Se era una partita a scacchi, era scacco matto.
"Lei" avrebbe detto sicuramente stronzo!