Palma d'oro a Cannes giustissima, questo capolavoro del cinema giapponese
è un film da non perdere, perderlo sarebbe un crimine.
Un film in cui "i cattivi" sono i buoni e i buoni sono "i cattivi",
una famiglia rubata, dove il grado di parentela è dato solo
dall'amore, dal volere stare assieme per affinità elettive,
un "padre" che insegna a rubare ai "suoi" bambini, suoi figli
solo perché trovati, dimenticati dai veri genitori in una macchina
o in una stanza, un ritratto di famiglia in un interno e in un
esterno, i sentimenti che nascono spontanei come erbe selvatiche,
un film puro, come puro è il cinema quando racconta una
storia semplicemente, con affetto enigmatico. I "buoni": la polizia,
gli assistenti sociali, i buoni fanno i buoni, vedono il marcio
dove c'è solo purezza, vedono un rapimento di una bambina
dove c'è solo accoglienza, come può essere un rapimento
se non c'è la richiesta di un riscatto? Quando la tua famiglia
d'origine non è l'origine ma solo una prigione, allora è giusto
essere "ladri d'amore". Tante scene indimenticabili, la gita al
mare per esempio, e il finale che accarezza il volto dei bambini
"rapiti", strappati alla famiglia vera, la famiglia che li ha accolti,
allontanati dall'amore perché lo impone la società, questa società
che non riesce a comprendere, a capire la purezza.
Un capolavoro che resta per sempre nel cuore.
2 commenti:
vedrò di non commettere il crimine.
grazie della segnalazione..
.@
il trailer non riesco a vederlo. lo farò appena posso. sono in "trasferta particolare". ci risentiamo al più presto..
.attimi
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