Ieri è morto Franco Monaco, attore cosentino, caro amico. Avanti negli anni. E' morto stanco. Aveva una voce possente, ma di una dolcezza così novembrina, che non è certo un caso che il suo "cielo" sia così avvolgente, così interprete di un letargo agognato. Ancora una volta, pensando a Franco, alla sua storia, alla sua radicata "cosentinità", al suo teatro tanto imponente nella sua esistenza, mi rendo conto che la "demolizione" è rinascita. E' un reinventare la vita. Un esserci senz'esserci più.
Chissà quali amori si sono consumati in quella casa in demolizione; chissà se qualcuno è stato concepito lì dentro, se qualcuno lì è andato a morire. Se una donna ha pianto o riso o partorito tra quelle pareti. Chissà di quali urla ancora si percepisce l'eco, di quali orgasmi ancora resta traccia. Il respiro della foresta non è forse tutto in quelle fondamenta divelte? L'anima, il mondo, Dio non sono forse appesi a quell'ombrello che pende dall'albero nudo in maniera tanto innaturale? Vita che incontra la vita e in essa resta impigliata. Come una liturgia che non si compie e rimane imperfetta; come una musica che vien fuori da canne arrugginite, come Bertolucci che ha fatto le sue guerre ed è caduto nelle prime file, "coi genitali stretti tra le mani", con "l’animo suo gagliardo"... I tuoi cieli sono una demolizione, ma sempre e solo di inutili sovrastrutture. Sono il caos che interrompe l'ordine e riconquista le dimensioni. Il tuo occhio sacro è rivelazione sempre del mondo, è lampo che sorprende l'ignoto. E' poesia che dice le sue messe. Questo film è, per taluni aspetti, una sberla in pieno viso, un tritacarne, ma è pure un perdono, una riconciliazione. E' talmente religioso da rimanerne esterrefatti.
La scopa, la paletta... e lo sciamano che gli ha presentato la guida turistica, nella Giungla Amazzonica.. Tu ti rendi conto delle cazzate che ti racconta la gente, si?
Mah... sei sicuro? Se mi dici che non te ne fotte niente di ciò che ti racconta la gente e che la riprendi e basta, ci sto. Ma se mi dici che credi alle puttanate che ti raccontano giusto per fare scena e passare un quarto d'ora diverso, allora poi si spiegano alcune cose.
5 commenti:
Medea:
Ieri è morto Franco Monaco, attore cosentino, caro amico. Avanti negli anni. E' morto stanco. Aveva una voce possente, ma di una dolcezza così novembrina, che non è certo un caso che il suo "cielo" sia così avvolgente, così interprete di un letargo agognato. Ancora una volta, pensando a Franco, alla sua storia, alla sua radicata "cosentinità", al suo teatro tanto imponente nella sua esistenza, mi rendo conto che la "demolizione" è rinascita. E' un reinventare la vita. Un esserci senz'esserci più.
Chissà quali amori si sono consumati in quella casa in demolizione; chissà se qualcuno è stato concepito lì dentro, se qualcuno lì è andato a morire. Se una donna ha pianto o riso o partorito tra quelle pareti. Chissà di quali urla ancora si percepisce l'eco, di quali orgasmi ancora resta traccia. Il respiro della foresta non è forse tutto in quelle fondamenta divelte? L'anima, il mondo, Dio non sono forse appesi a quell'ombrello che pende dall'albero nudo in maniera tanto innaturale? Vita che incontra la vita e in essa resta impigliata. Come una liturgia che non si compie e rimane imperfetta; come una musica che vien fuori da canne arrugginite, come Bertolucci che ha fatto le sue guerre ed è caduto nelle prime file, "coi genitali stretti tra le mani", con "l’animo suo gagliardo"... I tuoi cieli sono una demolizione, ma sempre e solo di inutili sovrastrutture. Sono il caos che interrompe l'ordine e riconquista le dimensioni. Il tuo occhio sacro è rivelazione sempre del mondo, è lampo che sorprende l'ignoto. E' poesia che dice le sue messe.
Questo film è, per taluni aspetti, una sberla in pieno viso, un tritacarne, ma è pure un perdono, una riconciliazione. E' talmente religioso da rimanerne esterrefatti.
Sono così infarinata, da sentirmi fritta.
La scopa, la paletta... e lo sciamano che gli ha presentato la guida turistica, nella Giungla Amazzonica.. Tu ti rendi conto delle cazzate che ti racconta la gente, si?
Io mi rendo conto della gente.
Mah... sei sicuro?
Se mi dici che non te ne fotte niente di ciò che ti racconta la gente e che la riprendi e basta, ci sto. Ma se mi dici che credi alle puttanate che ti raccontano giusto per fare scena e passare un quarto d'ora diverso, allora poi si spiegano alcune cose.
Abbinamento ideale "Euké spumante extra dry IGP Calabria bianco", nei ricevimenti dopo il funerale.
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