giovedì 11 dicembre 2008

POESIA INVENTATA

Misi un sogno nel cassetto. Poi misi un grido.
Ma il grido si mangiò il sogno. Alzando gli occhi vidi
una vipera verde smeraldo che pendeva dal mio lampadario
di cristallo. Non gridai perché il grido era nel cassetto.

Non ricordo bene:il cassetto si aprì da solo oppure
fu il grido ad aprirlo? Di notte sentii sibilare sul cuscino,
era la vipera, mi morse la palpebra, ma non gridai.
Un terrore muto, una cecità velenosa mi scese dentro.

Il cassetto era vuoto come la memoria dei morti.
Mi alzai dal letto brancolando nell'oscurità silente,
calpestai una cosa viscida, e così scivolai, ma
anche questa volta non gridai, la luna era polvere.

Il grido si tramutò in morso richiudendosi su se stesso.
Non c'era più speranza nel mio cuore vacillante. Una luce.
In fondo alla mia mente. Una luce mi bruciava i ricordi.
E venne l'alba a stendere un cadavere di vertebre sonore.

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