venerdì 22 ottobre 2021

APOTEOSI E CLEMENZA

Spingendo il carrello nei labirinti del supermercato,
facendo finta di non essere felice, per adeguarmi ai
volti smussati, per non farmi scoprire, colpevole di
gioia consumistica, godendo alla vista di lenticchie
e fagioli prigionieri di un vasetto di vetro puro, senza
farmi cogliere in flagranza di reato di estasi davanti
a un rigoglioso peperone rosso, infinito di se stesso,
così completamente se stesso da lasciarmi a bocca
aperta, ci avete fatto caso che i peperoni non hanno
mai crisi di indentità? Indugiando tra i cavolfiori, e
soppesando la lucentezza arrotondata di un pomodoro,
tra ciuffi di insalata verde smagliante, passando con
noncuranza dissimulata davanti al reparto surgelati,
accarezzando bottiglie d'olio dorato, senza farmi
vedere, spremitura a freddo di un'erezione celata,
pedofilia tenue davanti a una confezione di splendidi
omegeneizzati, plasmonpatia acuta, sussulto di
plastiche erosioni erotiche, e quasi cedendo alla
vertigine dei sensi, trovare rifugio nel reparto della
schiuma da barba, travestimento della mia età.
Apoteosi di piselli verdi sgusciati, di frutti di bosco
fantasmagorici, clemenza quieta di una zuppa tra
pop e arte, mistica visione di sedani conficcati
nella mia carne, di carote e cetrioli, libidine oscura
di una mente prostrata al cunsumo, balbetto tra
me e me frasi d'amore inebetito, palpeggio un
mango aerotrasportato, annuso una papaya illibata,
e senza farmi notare getto occhiate peccaminose
agli ananas, totem esotici della mia accalorata
esistenza consumistica, lontano da ogni scheggia
di dolore, nella promiscua oasi delle offerte,
mais dire mais, felicità prezzate, ritagli di mondo
a mia disposizione, caschi di banane, ribellione
dello zucchero di canna, rivolta del sale e del pepe,
evitando con cura il reparto del pesce e la sua
orribile puzza di mare lontano dal mare, faccio
quasi un passo di danza, non mi contengo più e
urlo: "Dio mio, cretini, folli cretini che non siete
altro, non siete anche voi terribilmente felici in
questo labirinto di vita, oggi, qui, insieme a me?".
Formaggesca beatitudine, muffa del cuore, superba
e gorgonzolesca vita, pazzi, pazzi, come fate a
non essere felici? "Mi dia due etti di prosciutto
crudo dolce", e non sapete dire altro? non avete
pietà e gratitudine per chi vi ha sgusciato un maiale?
Ostrica demenza, valvolare accidia del sangue,
fuga di vongole, sarabanda di champagne millesimato,
in attesa di una festa, in attesa di tutta la vita che
non riuscirete mai a godere. Io non vi appartengo,
barillesca alterigia, sono fatto di un'altra pasta.
E mi affaccio alla cassa col carrello pieno di tutto
quello che voi non sarete mai: esseri umani felici.
I sacchetti della spesa, così fragili, così inetti,
sempre sull'orlo del tradimento, terrore delle uova
narcolettiche, mi fanno tremare di paura e
amore.
 

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