venerdì 1 ottobre 2021

ALCUNE RIFLESSIONI SU LUCANO

ALCUNE RIFLESSIONI SU LUCANO
Condanna a 13 anni e 2 mesi. Non sono uno che ama fare
l'opinionista, e detesto ogni forma di retorica che già vedo
in atto su questa vicenda. La premessa doverosa è che mi
ha lasciato senza parole questa condanna, e che la politica
di accoglienza messa in atto da Lucano quando era sindaco
di Riace , trova la mia approvazione incondizionata di
cittadino sensibile all'odissea dei migranti. Detto questo,
ho visto l'intervista al procuratore di Locri e non mi è sembrato
un mostro, un cattivone, lui stesso si definisce in modo
molto azzeccato come uno che ha "lanciato una bomba
in una favola". Il procuratore parla di una mancata contabilizzazione
del denaro riservato ai migranti. E questo
mi ha stupito, e mi chiedo: le cose sono state fatte in
modo corretto? E se non è così, perché non sono state
rispettate le procedure? Sei un sindaco, non sei Robin
Hood (con tutta la simpatia che possiamo avere per
Robin Hood), questo sembra dire il procuratore. Se vuoi
fare una politica di accoglienza e di filantropia, a maggior
ragione devi fare tutto alla luce del sole, devi essere
inattaccabile, altrimenti ti fregano. Quindi mi chiedo:
Lucano è stato un ingenuo? Qualcuno ha voluto incastrarlo?
Dato per scontato che Lucano non ha usato quei soldi
per fini personali, perché le cose non risultano chiare
e corrette? Perché questa condanna? Ho ascoltato anche
le parole di Lucano dopo la sentenza, parole di sconforto,
parole in cui rivendica la propria onestà, il proprio stile
di vita modesto, quasi alle soglie della povertà, parla
di una casa con i pavimenti rotti nella quale vive, non è
certo uno che ha usato i soldi per il lusso, per godersi la
pacchia del finto filantropo. Ma perché Lucano non dice
chiaramente "Mi hanno incastrato!"? Qualcosa non mi torna.
E questo mi fa male, fa male a tutti noi che abbiamo
amato la sua politica di amore e accoglienza. Un semplice
ragioniere contabile poteva evitare tutto questo?
Queste sono le domande che mi salgono alla coscienza
in questo momento. Qualcuno di voi ha le idee chiare
al riguardo? Aiutatemi a capire. 

4 commenti:

rickyfarina ha detto...


MEDEA:

Sono calabrese, amo, come sai, in maniera viscerale, appassionata, adolescenziale la mia terra. E la conosco. Ne so i procedimenti, le lordure, quelle quotidianità apparentemente normali, che in realtà sono frutto di una forma mentis specchio di illegalità microscopica, che è illegalità velenosa, fumo negli occhi, menzogna.
Una creatura come Lucano sembra veramente Biancaneve (e pure senza nani), talmente ingenuo che fa venire dubbi. Ecco, io credo che Lucano sia vittima della sua filantropia in una terra sospettosa, atavicamente legata ad un sistema di pensiero e di azione in cui chi è come lui è, a turno, un folle, un povero demente, un cretino, un " madovecazzodeveandare", "checazzovuolefare", " comesipermette", "loroviniamo" (con questa volgarità). Lucano è un uomo di buon senso. Un uomo giusto. Ma è un uomo solo. Della solitudine di chi in municipio gli avrà anche detto:"Sì, tutte le pratiche sono a posto" e invece a posto non era proprio niente. È uno che si è fidato, probabilmente, di chi non ha fatto il proprio lavoro, un lavoro per il quale si è pagati. La solitudine di Lucano io credo sia la solitudine di Pasolini e, da dentro, so che può sembrare persino un fatterello semplice semplice, persino una banalità, ma queste quisquilie apparenti sono la base quotidiana della Malacalabria, che ha i fondi per gli ospedali e non li spende, del lassismo, del chissenefotte, del pressappoco, del domanilofacciamo, del perchèvieniachiedereame. Qualcuno, una volta, mi ha detto che questo è il perimetro del male del mondo: era mio padre e aveva ragione.

Lindt X multiFactor ha detto...

Concordo con Medea, spero che Lucano possa dimostrare di essere innocente. Ha gli occhi buoni 😢

Anonimo ha detto...

Temo che in questo caso il problema non sia tanto la condotta, più o meno spregiudicata, con cui il buon Lucano ha rodato uno straordinario modello pur sempre virtuoso nei risultati e negli intenti, come quello della rediviva Riace (credo che su questo i dubbi siano pochi,e che parlino i risultati): quella,e le sue possibili devianze, sarebbe stata materia di indagine di un buon giudice! In effetti, se ci sono state delle irregolarità (è stato condannato per peculato non per favoreggiamento all'immigrazione) queste debbano essere perseguite, perche' è comunque innegabile che chiunque amministri un bene pubblico, non debba farlo seguendo il proprio arbitrio, ma che debba agire in conformità con le leggi  italiane che egli stesso in primis rappresenta. Il problema dunque qui non è stabilire la buona fede o la dose di "ribellione civica" con cui il nostro pare abbia disinvoltamente aggirato, deviandoli per i propri scopi (non per il proprio tornaconto), i paletti della legislazione: ma il metro, tutt'altro che salomonico, con cui un giudice (un' altro uomo che però ha pur sempre il potere di interpretare la stessa legge) ha affossato "esemplarmente" l'operato importante di un sindaco in controtendenza.
Questa a mio parere è stata la più plateale ingiustizia in questa storia: la modalità con cui nel nostro paese vecchio e reazionario, vengono spesso condannati e sacrificati pretestuosamente i suoi frutti più vitali e originali.Credo che, mai come in questo caso, la poco illuminata, (qualcuno, per me non a torto, l'ha definita "aberrante") sentenza abbia contribuito a buttare via il bambino con i panni sporchi!
A questo proposito, più che sull'etica di Lucano, mi interrogherei sulla morale della corte che ne ha sentenziato l'onorabilità e il destino, e il cui operato ben si riassume nella frase sibillina che il vecchio lacche' Sgarbi ha sibilato vigliaccamente alle orecchie di Salvini e Meloni durante una loro conferenza: "vi porto i saluti di Lucano"! Risate generali e la farsa continua...

Anonimo ha detto...

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/02/il-monologo-di-crozza-su-mimmo-lucano-il-vero-martire-e-lui-ha-commesso-illeciti-ma-a-fin-di-bene-13-anni-nemmeno-se-nascondi-matteo-messina-denaro/6340332/