lunedì 25 maggio 2020

LO SPAZIO IMMAGINARIO

Parole sante, l'eterna lotta dell'artista contro la piattezza e
il piattume.

3 commenti:

attimiespazi ha detto...

lo amavo.
lo amo.
immensamente..

marti64 ha detto...

Una bell'anima ci ha lasciato, un umanità senza eguali
aperto alla sperimentazione, qui in questo video era a Rai tunes
con Alessio Bertallot
https://www.youtube.com/watch?v=AOqRNa0-LcQ

Anonimo ha detto...

L’eterna lotta dell’essere umano, quella di sopravvivere. Quella di ritagliarsi uno spazio reale dove vivere le sue primordiali necessità, dove godere delle cose più semplici, dove l’arte diventa anche un disegno inciso con un bastoncino nella sabbia bagnata. Lo spazio vitale fatto di libertà di movimento, di stare o non stare, di uscire o raggomitolarsi su un divano, di respirare senza costrizioni, di veder correre e giocare i bambini. Di non dover ancor sentire un bimbo di 3 anni all’ennesimo giro in bicicletta in seggiolino “nonna andiamo li’“ e sentire “no, non si può”. Di non vedere il loro sguardo che incrocia un coetaneo che non può ancora avvicinare, è lo sguardo di prigionieri innocenti e stupiti. Lo spazio dei mercati vuoti di banchi e pieni di carabinieri. “Ai bei tempi”, quando si verificavano gli innumerevoli furti, se ne giravano 2 per qualche minuto era tanto. Sogno la mia semilibertà, non voglio uno spazio solo immaginario, voglio uno spazio reale. È un’altalena non giocosa, tra compassione e rabbia. L’immaginario s’inzuppa di livore, e immagina rivolte per riconquistare il proprio spazio vitale.