venerdì 30 novembre 2018

DIBATTITO!

http://www.minimaetmoralia.it/wp/bertolucci-ultimo-tango-a-parigi/

GLI IDIOTI

Attimi, ma dimmi come faccio a non incazzarmi con questi idioti
che infestano il blog? Uno ricorda Bertolucci e questi a sparare
cazzate sulla scena del burro. Ma si può essere più minchioni?
Che brutta gentaglia! Scambiare Ultimo Tango per un film porno
o uno snuff movie, ma si può essere più coglioni? Pensare che
Brando abbia sodomizzato veramente la Schneider! Certo, certe
finzioni sono più vere della realtà, questo è il potere dell'arte,
in questo caso arte cinematografica.  Il tema etico c'è, ed è questo:
fino a che punto può spingersi un regista? Può manipolare una
attrice a fini artistici? Può farle una "violenza" per avere la sua
verità sullo schermo? Se non sbaglio De Sica schiaffeggiò
veramente il bambino di Ladri di biciclette per farlo piangere,
non vorrei sbagliarmi, in ogni caso lo maltrattò, urlò, per
ottenere un effetto. Devo ricontrollare ma credo proprio che
avvenne questo. In Ultimo Tango la Schneider sapeva dello
stupro ma non del burro, al limite di vero c'è stata solo la
spalmata del burro sul suo sedere, non altro, come vogliono
fare intendere gli idioti. Non dico che non sia violenza anche
questa, anzi, forse pure peggiore. Ma il dibattito è un altro e
potrebbe essere interessante, se nel blog non ci fossero gli
idioti!

UN PICCOLO CAPOLAVORO

Bologna vista attraverso gli occhi e la vivacità dei bambini.
Bellissimo.

BERTOLUCCI E AGOSTI.

Bellissimo lo sguardo finale di Bernardo.

AL TELEFONO CON SILVANO

Mi ha chiamato Silvano al telefono, era alla stazione Centrale
di Milano ma per poco tempo, "sono contento che tu ci sia e
sono contento di esserci", così mi ha detto. Poi gli ho chiesto
di dirmi qualcosa della morte di Bernardo Bertolucci, e come
sempre mi ha stupito(questo devono fare i poeti)dicendomi:
"Aveva un volto sereno, stava riposando, era pieno di gente,
se fossi stato da solo con lui l'avrei fatto risorgere!".
Che bello, ho detto, posso dirla questa? Mi ha risposto: "Sì,
ma poi aggiungi che ho sorriso, altrimenti gli haters dicono
che Silvano Agosti si crede Cristo. Sai che impressione mi
fanno gli haters? La muffa, sono come la muffa. Hai presente
la muffa?". Sì amico mio, ho presente.

di seguito un ricordo di Silvano su Bertolucci:



Ultimamente ho preferito collegarmi con Bernardo attraverso il telefono, perché la mia immaginazione ogni volta me lo proponeva in una età sua diversa. 
Mi rifiutavo di verificare ogni volta i suoi movimenti tronchi dovuti alla carrozzina che ospitava la sua paralisi in seguito a un'operazione alla spina dorsale.
Il mio incontro con Bernardo risale al 1968, quando fui invitato dall'ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) a un'assemblea che mi invitava a diventare socio ad honorem. Io, dopo aver, con gentilezza, rifiutato ad associarmi a un settore del cinema, che invece di autori, annoverava dei registi (e il regista è una pura necessità e invenzione del cinema industriale), ho invece invitato tutti i presenti, a condurre a termine il film che stavano realizzando e ad appendere la così detta macchina da presa, al chiodo, e venire nelle strade e nelle piazze, dove io stavo già filmando da alcuni mesi la nascita e lo sviluppo del movimento studentesco. La mia proposta fu così dirompente che la riunione finì alle 7 del mattino. Di fatto, l'unico dei presenti, che ho rivisto poi a filmare i cortei di massa nelle strade, era un certo Bernardo Bertolucci. Quando poi, durante la battaglia di Valle Giulia, il nostro incontro divenne più profondo, con Bernardo ci rifugiammo scavalcando una rete, nell'Istituto Giapponese di Cultura, perché eravamo inseguiti dalla polizia. Ricordo distintamente, che nel voltarmi a vedere se Bernardo ce la faceva a saltare la rete, ho visto un manganello, tirato da un poliziotto, cadere con violenza sulla schiena di Bernardo, che comunque riusciva a raggiungermi. Quando ho saputo, 50 anni dopo, che Bernardo si era fatto operare alla schiena, mi è tornato alla mente, il rumore sordo di quel manganello. 
Sono stato spesso a trovarlo, e l'ho filmato chiedendogli di descrivere brevemente ognuno dei suoi film.
Invito chiunque a vedere questi piccoli brani, in cui la serenità creativa di Bernardo e la consapevolezza del reale valore di tutta la sua opera, si esprime in concetti e immagini della massima semplicità.
Caro Bernardo, la tua immagine eternamente giovanile mi accompagnerà insieme all'ammirazione, e ora tutti quelli che ti hanno amato, invece di venirti a cercare ti potranno trovare solo nella memoria del cuore,

LA TEMPESTA DI ATTIMI

Ecco, Attimi ha accolto il mio suggerimento di non usare
più quei maledetti effetti digitali e di affidarsi solo alle
immagini girate, ed è migliorata molto. Ha un senso del montaggio
perfetto, potrebbe essere una grande montatrice di video
musicali, per esempio. Ne sono convinto.
Una delle sue tante vite parallele.

INTERVISTA A UN POETA

IL MATRIMONIO SEGRETO

PER ANDREA

Andrea, ti dedico questo omaggio che mi fece Attimi tempo fa.
Non vedi che ti sono superiore? Come non notarlo?
Come non accettarlo? Devi essere più umile!

Di chi è la mia vita?

In questo impreciso momento sento che
la mia vita non è mia. Non è di nessuno.
Nemmeno del motociclista che mi investe.
Nemmeno della malattia immaginaria.
Nemmeno della donna che mi ha dato
alla luce e alle tenebre: mia madre.
Sento che questa vita sartoriale che si
è cucita sul mio corpo, che questa vita
beffarda che mi sfugge di mano, sento
che è tutto un gioco di polvere, ma non
appartiene nemmeno alla polvere.
Di chi è la mia vita? Di un altro che non
sono solo per pura contingenza?
Mi chiamo Riccardo, e se la mia vita
fosse di Patrizio? E se d'ora in poi fossi
Patrizio e ragionassi come Patrizio?
Ma chi è Patrizio? Ora che ci penso, non
ho mai conosciuto un Patrizio in vita
mia. Mia, continuo a dire mia, ma non
è mia questa vita. Di chi è? Dei fiori?
Delle marmellate scadute? Dei saluti
dati sull'orlo del precipizio? La vita è
di chi si toglie la vita? No, nemmeno.
Ci togliamo sempre la vita di un altro,
di quell'altro che immaginiamo di essere.
Ma poi perché questa vita deve essere
di qualcuno o di qualcosa? E se fosse
solo una passeggiata di vertigini?

LA TELEFONATA CON DIO

giovedì 29 novembre 2018

ANCORA PROBLEMI

Ieri ho girato e montato Notturno Chisciotte, mi piace, un film elegante in puro
stile Chisciotte, solo che sono tornati i problemi di caricamento con Final Cut Pro,
questa volta non perdo la qualità ma l'immagine viene schiacciata, allungata,
una volta compressa. Suggerimenti? Non capisco, come mai non è successo
con la prova tecnica, eppure mi sembra di avere fatto gli stessi passaggi.
Sto ancora provando, le sto provando tutte. Potrei caricarlo in bassa qualità
ma non mi va, a questo punto non avrebbe senso avere fatto il salto!

mercoledì 28 novembre 2018

FRA POCO

Fra poco inizierò a montare il mio primo notturno Chisciotte in FULL HD.
Una cosa strana è successa, ho seguito una vecchia signora alla fermata di
un autobus, si è fatta accendere una sigaretta da un ragazzo, poi si capiva
che non stava aspettando di salire, era una vecchia sbandata, si è allontanata
con passo lento, mi sono mosso e l'ho seguita, stava andando a un'altra
fermata, come un killer l'ho seguita, volevo il suo volto in primo piano,
l'ho superata di qualche metro, mi sono inginocchiato vicino alla fermata
a riprendere un poster, sperando che mi notasse e mi dicesse qualcosa,
non la vedevo passare allora mi sono girato di scatto ed era sparita, come
un fantasma si è dileguata nella notte, l'ho cercata con lo sguardo ma
nulla. Un volto svanito, forse un ritratto in sospeso, addio vecchia signora.

LA TELEFONATA EGOICA

ODE ALL'ANONIMO STRONZO

O anonimo, mio adorabile stronzo,
sei così piatto che dopo averti letto
ti lavo con succo di limone.

O anonimo, sei così insignificante,
che porti su questo blog l'odore di zolfo
delle tue parole senza significato.

O anonimo, ti vedo, ti immagino,
non hai volto, non hai nome, passi
su questa vita e non lasci nulla.

O anonimo, mia adorabile nullità,
pendi dalla mia bocca come uno
sputo, e io ti risputo nel tuo nulla.

O anonimo, tu vivi nella mediocre
vanità dei tuoi peti, gonfi i tuoi
palloncini con il culo, e ti rallegri.

O anonimo, che ci fai da queste parti?
Non hai nulla di meglio da fare o rifare?
Nessuno da amare, niente da venerare?

Zecca sei e zecca sarai, pulce di
polvere, cenere che non sarà mai oro,
o anonimo, fuggi da te stesso.

Scava nella sabbia, forse troverai un
volto, forse troverai un granchio o
un amore, scava, anonimo, scava.

La vita non ti conosce.




BEATRICE

Oggi è il compleanno di Beatrice, la mia amica poetessa.
Una sua bellissima poesia e di seguito il primo ritratto
che le feci poco dopo la morte di sua madre.

Ora la collina non è più in fiamme,
il fiume si adagia sui sassi
e il canneto copre il passare dei giorni.
Ora è tempo d ripulire le pietre,
di sentire il profumo delle zolle
e di conservare i segreti della terra.
Radici lontane riaffiorano
con la forza dei ricordi.
La stessa forza del filo d’erba.
La stessa forza del perdente
che non teme la sconfitta.
Il bisogno
ritarda solo la pioggia.
Lo senti urlare in silenzio?
I nostri passi non sono passi.
Sono quello che siamo.
Vento sul canneto
e terra su terra.
Niente di più vero
che del semplice esistere.


HO PRANZATO AL BAR

Ho appena pranzato al bar, mi è venuta fame verso mezzogiorno.
Il bar per me è un luogo di studio antropologico, mi metto in un
angolo e osservo i comportamenti umani. Cerco di carpire i loro
discorsi. Parlano di denaro, donne e calcio. Nessuno cita Kant.
Kant frequenta poco i bar. Il denaro di solito è legato al lavoro
o alle lotterie. Sperano di cambiare vita con una vincita, nessuno
è felice. Grattano la propria infelicità su un cartoncino e giocano
i numeri fortunati che sono quasi sempre sfortunati. Vanno avanti
così, tra un "forza Milan, stasera vi facciamo quattro pappine"
e un "se vinco alla lotteria vi saluto tutti e vado su un'isola
deserta". Perché non siete felici? Perché non esultate per il solo
fatto che state respirando insieme? Perché non tremate d'amore?
A me la mia vita piace così, guai a chi me la vuole cambiare!
Ho preso un piattino con un fagotto di carne ripieno di spinaci
e ricotta, con contorno di crocchette e verdure miste. Poi è
arrivato Agostino e mi ha fatto tirare ai dadi:"Se esce sette o undici
vinci il caffè". Ho tirato, è uscito otto, non ho vinto il caffè e
sono stato felice di non averlo vinto, io sono qui per perdere
insieme a voi, per perdere tutto, anche la vita, prima o poi.

martedì 27 novembre 2018

NIENTE DA FARE

Niente da fare, oggi è stato uno dei giorni più stressanti della mia vita.
Ora vi capisco voi che lavorate, ma come fate? Che stress.
E'tutto il giorno che cerco di capire come mantenere la qualità
originale delle clip girate in mp4 con la mia nuova camera full hd
per trasferirle su Youtube con la stessa qualità. Le ho provate tutte.
Faccio la compressione con quicktime, tutti i settaggi sono a posto,
una volta fatta la compressione la controllo, la qualità è ottima,
corrisponde a quella della clip, poi carico su Youtube e perde la
qualità. Cazzo, io non sono un tecnico, sono solo un misero poeta
semiserio. Chiederò aiuto ai miei amici filmmaker fichi. Devo però
ringraziare di cuore Attimi che ha provato ad aiutarmi. Grazie!

P.S.

Da stasera cerco anche di smettere di fumare!
Domani farò scorta di lecca-lecca.

CIAO ATTIMI.

Ciao Attimi, come va? Come stai? Che cosa farai per cena?
Che cosa hai visto di bello oggi? Un frammento del tuo quotidiano?
Una fessura d'amore? Uno spiraglio? Che libro hai sul comodino?
Che comodino hai? Quanti cassetti senza sogni ci sono?

Che cosa penso degli anonimi? Andrea riesco quasi sempre
a individuarlo, l'ho conosciuto personalmente, mi piace, è
un bel tipo, ma si è rifugiato nella sua vita perimetrale, forse
per compensazione alla sua esperienza militare, ha un pensiero
da rifugiato, dovrebbe aprirsi all'arcobaleno e alla musica.
Ho ancora speranze per lui, vada in giro con le scarpe slacciate.
Inciampare gli farà bene.

Poi c'è quello che fa "buaaaa", è il vero demente circolare del
blog. Un ottuso. Un fascista nell'anima. Un viscido che mi sta
attaccato al culo e non so per quale misteriosa ragione.
Il prototipo di tutto ciò che detesto: superficiale, eterodiretto,
anchilosato mentalmente, volgare nelle idee e nelle emozioni.
Mi fa schifo? Ma no, pena direi. Per lui non ho speranze.
Questo si allaccia sempre le scarpe e finisce triturato da una
vita che odia. Poverino. Forse nel tempo, forse un grande dolore,
forse qualcosa nel futuro potrà salvarlo da tanta miseria.

Gli altri mi sfuggono ancora. Ha ragione Fosca, potrebbero
inventarsi un nomignolo, così sarebbero più riconoscibili.
Creano solo confusione, la vita ha bisogno di personaggi.
Freddy Fosca è un personaggio a tutti gli effetti, per questo
è così efficace, a volte. Non sempre.

E tu? Che ne pensi? Sono troppo duro? Dovrei amare anche
gli idioti? Non so, che dici? Amiamo tutti?

La mia sessualità e le fette biscottate

SONO UN LIBERALE DI SINISTRA

Sono un liberale di sinistra. Come Alberto Ricci. Credo in una società libera.
Libera dalle ingiustizie e dalle paure. Una società cosmopolita, moderna, al
passo con i tempi. Una società di libero mercato ma temperato dall'equità
sociale. Detesto la destra. Per me la destra è nazionalismo becero, dire "prima
gli italiani" mi fa venire l'orticaria. Avete visto i famosi italiani come si
comportano tra di loro anche solo quando sono al volante? Se potessero
si ucciderebbero senza tante cerimonie. Mi fanno venire il vomito le politiche
di destra sulla famiglia, sugli orientamenti sessuali, sulla negazione dei
diritti. Odio la retorica, sia di destra che di sinistra. Sono per abbracciare
lo straniero, per aiutare chi è in difficoltà. Mi rendo conto che ora è tutto
più difficile per il mio amico Believe, un nigeriano che vive in Italia e chiede
solo di lavorare onestamente, mi piange il cuore vederlo fare l'elemosina
fuori dal bar, lui così bello e intelligente e pieno di buona volontà.
Appena può aiuta il fruttivendolo a scaricare il furgone. Con questo
trucido imbecille al governo, Salvini, la vita per Believe è più difficile.
In questa Italia di destra, piena di paure, chiusa in se stessa, in questa
Italia bigotta e demenziale, forse Believe rischia di essere rispedito
in Nigeria. Mi fanno schifo e detesto tutti quelli che appoggiano questa
politica disumana ed egoista, tutti quelli che pensano solo allo zerbino
di casa e non sanno abbracciare l'orizzonte con la vista e con il cuore.
Questi esseri sono già puniti, vivono con la morte nell'anima.
Il problema è che ci governano.



lunedì 26 novembre 2018

NEGLI OCCHI DI UN BAMBINO

Oggi ero in fila al Pam per pagare la spesa.
Davanti a me un bambino sul passeggino.
Ciuccio in bocca e due occhi azzurri e puri.
Si è voltato proprio per guardarmi.
Mi sono immerso nella fresca cartilagine
dei suoi pensieri appena nati.
Mi sono visto con i suoi occhi, ho amato
la vita, la mia vita racchiusa nei suoi occhi,
masticava il ciuccio e mi congelava
in un cristallo interrogativo con il suo
sguardo di sorgente. Bene, non mi sono
mai fatto un acido in vita mia, ma deve
essere così: sgorgare nella nudità emozionale.
Leggeri di se stessi. Forse. Poi la cassiera
mi ha riportato con i piedi nel bancomat.

IL BLOGGER HA MAL DI SCHIENA

Il blogger ha mal di schiena, molto male.
Sarà l'età o un colpo di freddo.
Il blogger è stanco di starvi dietro.
Siete voi che fate impazzire la maionese.
Non posso farci nulla.
Non sono un poliziotto.
Non voglio esserlo.
Ho altro da fare nella vita.
Potete scrivere quello che volete su questo blog.
La responsabilità è vostra.
Il blogger ama le donne e odia i fascisti.
Il blogger detesta la violenza.
Il blogger è per l'amore.
Il resto sono cazzi vostri.
Peggio che alle elementari.
Non sono la vostra bambinaia.
E non leggo nemmeno tutti i commenti.
Mi sembra di avere capito che Attimi sia
in una fase di addio.
Non so il perché e non voglio saperlo.
Voglio bene ad Attimi.
Come sempre.

DEMOLIZIONE E CIELO

domenica 25 novembre 2018

RICKY AL TELEFONO

LA PAUSA DI RIFLESSIONE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/25/la-pausa-di-riflessione/4789473/?fbclid=IwAR3EChZbbltJlVPWxeYAxMSz7M40LPzLBraTrb_eMX2_-OJ2bv6tCBFGE0o

venerdì 23 novembre 2018

Un momento di felicità urbana.

Stamattina ho avuto un momento di felicità urbana.
Traffico e pioggia e un semaforo che mi è sembrato
l'unico essere libero, con l'omino rosso inclinato,
sghembo, quasi volesse fuggire dalla sua funzione,
poi è scattato il verde con l'omino perfettamente
composto, dritto, implacabile, e la felicità è finita.

giovedì 22 novembre 2018

DIALOGO CON MARIETTO

BELLISSIMA

Bellissima, è bellissima la mia nuova CANON HF G40 LEGRIA.
Ora dovrò essere alla sua altezza.

Un colpo di fulmine. Ci siamo innamorati.
Anche lei di me.

Nuove avventure, nuovi spazi. Ora l'unico punto interrogativo
è il programma di montaggio.


mercoledì 21 novembre 2018

TUTTO DOMANI

Domani grande giorno: computer e videocamera in una volta sola.
Tornerò a fare i miei film al più presto. I miei film noiosi e senza trama.
Senza idee. Film che potrebbe fare anche un bambino.
Film non spettacolari. Non costosi. Film fatti tanto per fare.
Per fare film. Insomma: i soliti film Chisciotte. Ma dato che voglio
venire incontro ai miei detrattori, se Ethel mi darà il permesso,
oltre alle piazze di Milano inauguro un'altra rubrica: Fiche a Milano.
Tutte le belle fiche di Milano possono contattarmi. Anche quelle
meno belle, perché la verità è questa: è il mio occhio che rende
fico tutto. L'occhio Chisciotte. L'occhio di Ricky Farina.

QUADRETTI E CICALE

Quando lei mi sfiora i testicoli con la lingua,
mi viene voglia di un quaderno a quadretti,
mi viene voglia di colorare tutti i quadretti
come quando ero un bambino a quadretti.
Quando lei mi stringe le palle con le mani,
mi viene voglia di un compasso e di una
squadra e di una matita, mi vengono in mente
due insegnanti di educazione tecnica che
avevo alle medie, uno diceva una cosa e
l'altro diceva una cosa opposta, erano simpatici.
Uno con la barba e l'altro sbarbato.
Quando lei tenta di mettermi un dito nel sedere,
penso ai candelabri e alle lucertole e alle
ore paniche dell'estate piena di cicale.
Quando lei mi morde le spalle mentre gode,
mi vengono in mente gli uffici americani
e film come L'appartamento di Billy Wilder.
Quando lei mi dice "ti amo" non mi viene
in mente niente, la mente è un deserto e c'è
solo questo Ti amo che come un miraggio mi
disseta le ossa, il sangue e la carne.

PRIMO PASSO

Carissimi "utenti" di questo blog, vi tengo aggiornati.
Oggi arriva il mio nuovo Mac, in realtà è un Mac usato,
pare in ottime condizioni, del 2014. Programma di montaggio:
Premiere. Mi dicono che sia molto simile a Final Cut Express,
quindi forse non incontrerò molte difficoltà e prenderò
confidenza abbastanza presto. Costo 980 euro, compreso
un lettore dvd esterno. La videocamera non è così facile
da reperire, negozi come Euronics non la tengono, e
anche MediaWorld mi sa che non è il posto giusto per
trovarla. Qui a Milano c'è FCF, forse da loro. In ogni
caso i soldi ci sono, quindi è questione di tempo, ma non
sarà molto tempo, di certo prima delle feste, e tornerò a
filmare. Ho già in mente il set del primo film e il titolo,
si intitolerà La piana, ma non posso dirvi molto di più,
sarà un film surreal-naturista, di paesaggio.

PETE SEEGER

Che bella è la musica folk, è sublime quando unisce tutto il popolo-pubblico,
tante anime fuse in una voce sola, non c'è divismo stupido, c'è solo un uomo
che canta con una chitarra, e c'è la verità di un sentimento di fratellanza.
Rita Pavone la rifece in versione sbarazzina-pop: Datemi un martello.
La Pavone mi è simpatica, ma la poesia è con Pete Seeger.



martedì 20 novembre 2018

CHICCUZZA (NEGARE L'EVIDENZA)

Chiccuzza, Chiccuzza mia.
Non ti ho mai detto che sei logorroica.
Mai.

Chicca, Chiccuzza,
facciamo la pacina pacetta?

In fondo mi segui da anni,
stiamo invecchiando assieme,
porca puzzola!

Mi descrivi le tue tette?

E POI MI SCRISSE ETHEL...

Video pre etheliano che però voglio dedicare alla mia Chiccuccia ritrovata!

lunedì 19 novembre 2018

PORCO DUE

Cioè, porco due, c'è una tipa che mi ha scritto, porco due,
mi ha scritto "non so se mi stai sul cazzo o se ti adoro", cioè
porco due, ma che super sbirillata sbirillosa, è fresco fresco
suscitare questi porco due sentimenti contrastanti, cioè
è fresco fresco fico fico essere me me stesso, porco due, e
pure altre due tipe su faccialibro porco due, una mi ha scritto
porco due che sono un graaaande, cristo di un porco due e
l'altra mi ha scritto TI AMO FARINA, cioè ma porco due di
porco due ma è troppo sbirilloso essere sbirillante come me,
cioè, ma voi anonimi der cazzo, ma porco due, ma cazzo,
attaccati alle mie chiappe perché avete porco due la pasta
scotta della vostra vita porco due nel culo, chicco castro.

Vi spiego perché sono un uomo di successo

A me piace scrivere e fare film: io scrivo e faccio film.
A me non piace lavorare: io non lavoro.
A me piace piacere: io piaccio.
A me piace quando alcuni membri della redazione del Fatto
vanno via e mi scrivono che è stato un piacere conoscermi: lo fanno.
A me non piace piacere a tutti: non piaccio a tutti.
A me piace piacere a pochi ma buoni: avviene.
A me piace conoscere persone interessanti: le conosco.
A me piace trovare una donna tramite i miei film: è successo.
A me piace godere: ho una donna che mi fa godere appena apre bocca.
A me piace che Attimi mi dica addio e poi non va via: Attimi è qui.
A me piace essere insultato: accade.
A me piace che Medea, Vera e Marco e molti altri mi amino: mi amano.
A me piace essere amato: accade.
A me piace essere Ricky Farina: lo sono.

Che volere di più?

Con 1500 euro al mese guadagnati con quello che faccio
mi sentirei perfetto.

La perfezione, pare, non è di questo mondo.

domenica 18 novembre 2018

LA FINE DEL MESE - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/18/non-arrivate-alla-fine-del-mese-non-e-vero-altrimenti-dovrebbe-esserci-unecatombe/4762015/

UN LAVATIVO

Chi è Ricky Farina? Un lavativo, uno che non lavora. Che orrore!
Un parassita, ma della miglior specie. Uno che da tanti anni non fa
altro che donare agli altri film e pensieri. Ho catturato tanti esseri
umani con i miei "lavori" e altri verranno, non appena avrò una
nuova compagna di giochi: la nuova videocamera. Vi pare poco?
Donare esseri umani, che bel dono. A me sembra un'attività che
meriti rispetto e attenzione, come minimo, ma direi Amore.
Perché se proprio bisogna a tutti i costi trovare un messaggio
presente nella mia attività è proprio questo: ognuno di voi merita
di essere raccontato, e raccontato con verità, ognuno di voi.
Come Rocco, per esempio.

COSTANTINI A RUOTA LIBERA

OGGI

Oggi pubblicano un mio pezzo sul Fatto: è stato concepito
per prendere il maggior numero di insulti possibili. Speriamo.
Se le persone smettono di insultarmi mi sento un fallito.

sabato 17 novembre 2018

FIERO

Fiero di mio fratello. Oggi ha presentato Mirko Gualerzi
al Castello Sforzesco, nella biblioteca. Ci ha narrato la storia
di un suo colpo di fulmine per un quadro trovato sotto
casa sua, appoggiato al muro: "Per 100 euro è tuo".
Un capolavoro. Roberto lo ha comprato e da questo
gesto è nato un percorso di ricerca che lo ha portato a
contattare la vedova di Gualerzi, a salvare dai rigattieri
tutte le opere invendute di Mirko. Ora casa sua è una
sorta di museo: piena di quadri e sculture di questo grande
artista morto in un ospedale psichiatrico nel 2004.
L'amore è questo: approfondimento, ricerca, stupore,
meraviglia. Conoscenza. La grande maggioranza delle
persone vive chiusa nel proprio mondo perimetrale,
con gli occhi incollati solo sulla propria misera vita.
Io e Roberto siamo curiosi, ci apriamo agli altri.
Questa è la nostra forza e il nostro valore. E amiamo
gli artisti ignorati dal mercato, i ribelli, quelli che
non seguono le direttive dei mercanti d'arte, gli artisti
che seguono solo la propria ispirazione, come Mirko.

LA BELLEZZA

Ecco nel mio immaginario più puro la bellezza che prende forma
attraverso questa danzatrice di strada, un'argentina che sorride con
tutta se stessa, che comunica gioia e passione per la danza e la vita.
Non è la sensualità, è altro, è qualcosa di più profondo e più lieve.
Naturalmente ho pure sbagliato a scrivere il suo nome, ma mi scrisse
per ringraziarmi del dono. La bellezza mi confonde. Ricordo
quando in Svezia giocai a dama con una svedese, aveva due occhi
spaventosamente belli e dimenticai le semplici regole della dama,
lei rideva e rideva della mia confusione. Mi stracciò e ne fui lieto.
Non so se la bellezza salverà il mondo, ma sicuramente vince a dama.

INFLUENZABILE

Sono un uomo influenzabile. Molto. Moltissimo.
Non significa che prendo spesso l'influenza ma che
sono plasmabile da cose, esseri umani, sassi.

Se ascolto una canzone allegra mi sento allegro.
Se ascolto una canzone triste mi sento triste.

Se non sopporto più la mia allegria ascolto una
canzone triste, se non sopporto più la mia tristezza
ascolto una canzone allegra.

Se parlo con un essere umano mi sento umano.
Se frequento i sassi mi sento un sasso.

Ogni cosa ha il potere di gettare il suo seme
dentro di me. Le piante mi fanno sentire un vegetale.
I ricordi mi fanno sentire un ricordo.

Se penso a ieri mi sento un uomo del passato.
Che cosa ho fatto ieri? Ho aiutato il Pelè a portare
il suo bidofono alla macchina, un vero onore.

Ho camminato con il mio amico Fabrizio Violante
per Milano, lui vive a Firenze ma è di Salerno.
Camminando abbiamo incontrato Nelson Mandela.

Una statua, ho fissato Nelson-statua negli occhi.
Da un momento all'altro poteva abbracciarmi.
Le statue fingono di essere statue, è una verità.

Siamo entrati nel nuovo Starbucks di Milano,
un posto fantasmagorico che stupisce per i primi
cinque minuti e poi annoia a morte, tutto troppo.

Troppo preciso, troppo ordinato, troppo pieno,
troppo caro, troppo fico, troppo crudele nella
sua spietata perfezione, ingranaggio lucido.

Mi sono sentito un ingranaggio anche io, ma
volete mettere un bar scalcagnato con le sedie
rotte e l'aroma di caffè che ti aiuta a vivere?

Poi volevo mostrare un negozio molto fico a
Fabrizio, ma c'era un evento esclusivo e un
gentilissimo signore di colore ci ha fermati.

"Noi siamo l'evento e siamo esclusivi" avrei
voluto dire, ma non l'ho detto. Abbiamo fatto
dietrofront e siamo andati in Montenapoleone.

Quando sono con una persona che non è di Milano
anche io mi sento non milanese, abbiamo chiesto
indicazioni a una signora molto ricca che passava.

Ci ha detto: "Prendete un taxi, io prendo sempre
un taxi quando devo andare in un posto". E poi
la signora è entrata in una gioielleria.

Abbiamo preso la metropolitana, abbiamo parlato
di sesso e mi sono sentito sessuale. Ai tornelli
abbiamo preso dalla tasca il biglietto sbagliato.

Per uscire bisogna timbrare di nuovo il biglietto,
qualcosa non andava, una scritta elettronica ci
ha avvisati: uscire prima di entrare. Che?

Uscire prima di entrare? Che significa? Ci siamo
messi a ridere, poi col biglietto giusto siamo usciti.
E siamo andati a sentire il Pelè che cantava.

C'era molta gente, il pienone. Bella serata.
Abbiamo fatto amicizia con una giovane coppia.
Lui scrittore e lei designer di mobili.

Avevano 27 anni, ma io e Fabrizio non ci siamo
sentiti ventisettenni, ci siamo sentiti vecchi.
Passatelli, stagionati, anche se di buona stagionatura.

Sul tardi una pizzeria napoletana dove i napoletani
facevano i napoletani benissimo. Non avevo fame.
Ho preso una bruschetta con burrata e pomodorini.

Alla fine io e Fabrizio abbiamo preso un taxi
e siamo tornati da me. Lui ha preso la macchina
ed è ripartito per Firenze. Baci e abbracci.

Sono tornato da solo a casa, mi sono affacciato
al balcone e mi è volato un bottone del cappotto
di sotto, mi sono sentito senza un bottone.

Stamattina la mia portinaia Alla ha notato il mio
cappotto senza bottone e mi ha detto: "Ah, allora
è tuo, eccolo, mentre spazzavo l'ho trovato".

Oggi mi sento un bottone ritrovato.



venerdì 16 novembre 2018

AMANDA E SEVARA

RICKY E AMANDA

Amanda, che carattere. Lascia Singapore, viene in Italia.
Si innamora di mio fratello, trova svariati lavori, l'ultimo
con il figlio o nipote(non so) di Moratti, adesso viaggia
per il mondo: New York, Lisbona e ancora New York.
Parla cinque lingue, cervello agile, orgogliosa e cazzuta.
Litighiamo spesso perché ha carattere. A volte vorrei
prenderla per il collo, tutta invidia, avessi un milionesimo
della sua energia e della sua intraprendenza. Un giorno
forse la strozzerò. Ma per ora no.

L'ORRORE

Qui sono meglio anche di Brando. Ho un fascino da spezzare le ossa.
Tutte a me: intelligenza, sensibilità, profondità, genialità e fascino.
E agli altri che cosa resta? Un sordo rancore per tutti questi doni
riuniti in una sola persona. Perché le fate mi hanno scelto? Perché
proprio io sono l'Eletto? Che cosa ho fatto per meritarmi di essere
Ricky Farina? Non lo so, tremo al pensiero, la mia umiltà è confusa,
si domanda se merito tutto questo, poi mi dico: Ricky, fregatene, anche
tu diventerai un mucchietto di cenere, fregatene e goditi te stesso.
E gli anonimi? Gli anonimi sono appunto anonimi! Loro passano,
loro sono già cenere, tu no. Tu splendi. Non è da tutti splendere.
Ma perché a me? Non merito tutta questa estasi di me stesso!
Allora ti confido un segreto, IL SEGRETO: le fate ti hanno scelto
perché sei buono e la bontà è il segreto di tutto. La bontà è il genio.
Il genio della lampada e dell'universo. Ma gli anonimi? Fregatene!
Vedi che sei troppo buono? Ma poverini, cristo, poverini, appesi
a ogni mia parola a ogni mio respiro, così insulsi, così mediocri.
Ricky, le fate hanno scelto te, basta! Ormai è andata così, fattene
un'assurdità! Ma non si dice "una ragione"? Sì, ma tu sei unico.

Quando persi la verginità

giovedì 15 novembre 2018

A SANGUE CALDO

MEDITAZIONI INCAZZATE DI OGGI

Avete presente quando uno è incazzato? Ecco, io sono incazzato
stamattina. Incazzato con questa città di merda! Con i suoi cittadini
del cazzo! Mi sveglio presto per andare alla Statale a sentire un convegno
su Dino Formaggio, uno dei più grandi studiosi di Estetica italiani,
un uomo straordinario passato a peggior vita, perché non si può
concepire una vita più intensa e vissuta della sua. Un giorno ebbi
l'onore di parlare al telefono con lui, chiamò per complimentarsi
con il libro di mio fratello su Giandante X. Era pieno di entusiasmo
e di amore, la sua voce mi ha illuminato l'orecchio, che uomo!
Mi metto la giacca di camoscio, la sciarpa nera, il Panama fuori
stagione come il mio cervello, e mi avvio alla metropolitana.
Passano cinque convogli della metropolitana, tutti rigonfi di esseri
umani schiacciati dalla routine! Impossibile entrare. I loro volti
pietrificati mi fanno orrore, sono sgomenti di niente. Manichini
isterici. Mi viene il mal di testa. Esco dai sotterranei. Faccio
qualche passo, sono disorientato, demotivato. Incontro Brusca,
un vecchio amico, facciamo due chiacchiere vicino al marciapiede,
passa una macchina e lo specchietto retrovisore mi urta la mano!
Ora ho il mal di testa e il mal di mano. Saluto Brusca. Ormai
è tardi per arrivare puntuali al convegno sul grande Dino. Mando
un messaggio a mio fratello: mi farai un riassunto caro fratello,
oggi la città mi è nemica. Lui mi risponde: ti perdi il figlio e la
moglie di Dino e non si può fare un riassunto delle persone, ciao.
Che fare? Come direbbe Lenin. La Feltrinelli di Piazza Piemonte
apre fra 30 minuti. Prendo un caffè e un giornale, mi siedo su
una panchina. Sfoglio e attendo tra clacson impertinenti e automi
al guinzaglio dei telefonini. La Feltrinelli apre. Entro. Salgo
al piano superiore. "Avete L'avvenire dura a lungo?". La commessa
consulta il computer e dice: "No, è una edizione vecchia, non
si trova più, l'unica speranza sono le bancarelle o il Libraccio".
Ma come? Un libro che si intitola L'avvenire dura a lungo è
fuori commercio? Un avvenire breve! Cazzo. Allora compro
un libro sull'Eros ai tempi dei Greci. Eros vieni a salvarci, a
salvarmi. Non ne posso più, sono stanco di tutta questa morte.
Sono stanco e incazzato. Ma scopate di più, stronzi!

Il più.

Il più grande Ricky Farina vivente.


mercoledì 14 novembre 2018

LA STOFFA

Siamo tagliati nella stessa stoffa.
Tu ed io. Ci siamo riconosciuti
all'istante, istante dei nostri istanti,
da sempre. Fusione genetica di
lontananze scheggiate. Il volto
unico dei nostri volti. Il bacio che
bacia la propria bocca. Amore.
Incesto d'ombra. Carne della mia
carne, sangue del tuo sangue.
Mi ferisco e tu diventi pallida.
Mentre tu respiri io vomito il cielo.
Sui nostri cuscini intrecciati.
Il mio corpo fra le tue mani.
Le tue mani con le quali ti tocco.
Tentacoli di memorie fra di noi.
Cenere di una sola fiamma.
Mi brucio con le tue ustioni.
E tu ti fermi a pensare nei miei
vortici. Amore incarnato.

IL COMPLEANNO DI NICOLA

Oggi è il compleanno di Nicola. Avete idea di che goduria sia
per un regista avere un compositore personale? Tanti auguri
caro ragazzo(solo 36 anni!), ti voglio bene. E grazie di tutto.
Sei la colonna sonora della Chisciotte.




MEDITAZIONI QUOTIDIANE

Stamattina mi sono svegliato presto per accompagnare Believe
in un'agenzia di collocamento, insieme al mio amico Elia.
Sarà tutto complicato, Believe non ha un codice fiscale, ha
solo un permesso di soggiorno provvisorio, ed è in attesa
della Commissione che deciderà sulle sue motivazioni.
Questo benedetto codice fiscale probabilmente dipende
dalla "sentenza" della Commissione. Believe ci ha raccontato
di una faida famigliare sanguinaria, con machete e cose
di questo genere, lui è scappato per evitare di finirci dentro.
Sarà una motivazione valida per i giudici che dovranno
decidere del suo destino? Potrebbero dire: cazzi tuoi, affidati
alla polizia del tuo paese. Believe oggi era triste, ma nomen
omen, Believe crede ancora di farcela, speriamo. Sarebbe
una sconfitta doverlo salutare e vederlo ritornare in Nigeria.
Al ritorno eravamo assieme sull'autobus, gli ho detto: "Guardali,
nessuno che sorride, guarda che musi lunghi, questi sono
gli italiani, dei morti più o meno viventi". E siamo scoppiati
a ridere. Quando ride Believe è bellissimo.

Sto cercando di fare risparmiare mamma. Ho trovato un iMac
del 2014 a 980 euro. Fra poco dovrei comprare videocamera
e computer. Poi il punto interrogativo sarà il nuovo programma
di montaggio, fino ad ora ho usato Final Cut Express, ma non
credo sia compatibile con il computer del 2014. Insomma,
forse dovrò imparare ex novo un nuovo programma di editing.
Questo per dirvi che non so proprio quando tornerò a postare
i miei nuovi film. Mi prudono gli occhi, ho una voglia matta
di tornare a filmare.

Ecco.

martedì 13 novembre 2018

VITA DI UN SINGOLO

Ormai sono un singolo a metà.
Ma la solitudine intera l'affrontavo
bene, no?

CLAUDIO

Claudio è un nuovo amico che ho conosciuto tramite il mio blog sul Fatto.
Ci siamo scambiati delle mail. Ci accomuna la passione per il cinema e la
musica. Lui è un cinefilo ancora più "violento" di me, ci siamo visti due
volte, la seconda è venuto a casa mia e mi ha messo nel computer delle
vere e proprie chicche, cose introvabili che lui trova. A vederlo sembra
un direttore di banca, pulito e ordinato, gentile e professionale, ma dentro
cova un cuore delirante. Disoccupato ovviamente. In cerca anche dei
lavoretti più umili, e vedere un tipo così in gamba che si sbatte per due
o tre giorni di lavoro pagati una miseria, fa male all'intelligenza.
Si merita molto di più, ma oggi i tipi onesti e preparati fanno fatica a
vivere. Mi fa piacere che il sottoscritto sia per gli altri una persona
da avvicinare, una persona con cui parlare e scambiarsi dei doni.
Non c'è mai il gelo dello schermo in quello che faccio, a qualcuno
piace caldo, e io sono un tipo hot. Sono Hard. Sono Ric Hard.

A GIULIA (una bambina di sette anni)

Tu sei Giulia, io no.
Ed è bello non essere te,
così posso starti
vicino.

UNA QUESTIONE DI CULO

Il mio film più visto: un successo.
Il successo in fondo(schiena) è una questione
di culo!


lunedì 12 novembre 2018

LE RAGIONI DEL MIO INSUCCESSO

Qualcuno ha scritto: In Italia non c'è gusto ad essere intelligenti.
Ecco spiegata in una frase la principale ragione del mio insuccesso.
Le altre ragioni? Mi piace fare solo quello che amo. Per soldi
feci solo una cosa e mi sentii male per mesi, praticamente regalai
(una manciata di euro) una parte del mio film Il palombaro alle
Vibrazioni che usarono il corto per un video, quando vidi dentro
il televisore presente nel mio film(la scena mostrava un palombaro
che seppelliva una vecchia tv) il volto del cantante delle Vibrazioni,
ebbi come un mancamento, avevo "tradito" il mio film e di Valentino
per un piatto di lenticchie. Mai più, mi sono detto, mai più!

L'ALTRO CAPOLAVORO

IL CAPOLAVORO DI ZIO

MI HA CHIAMATO GIOVANNI

Mi ha contattato Giovanni: vuole fare il cammino di San Remo. Partire con una carovana,
con amici e un cane, e raccogliere proseliti sul cammino per arrivare a San Remo.
Si porterà nel cuore Nicolino Pompa, mi ha detto che forse passerà da Milano, nel caso
gli ho promesso un'intervista sulla mia esperienza con Nick e magari anche un film
ritratto per pubblicizzare questa sua iniziativa. Se riuscirò ad assestarmi con videocamera
nuova e computer nuovo per tempo. Per il Mac ho visto che posso scendere anche
a 2000 euro. Grazie per i suggerimenti sulla videocamera, ma sento un'attrazione
per la CANON HF G40, forse è una questione di design. Tra una cosa e l'altra
comunque andranno via circa 4000 euro e più. Mi piace che il nipote di Dario Farina,
compositore dei Ricchi e Poveri e di Al Bano e Romina, vincitore due volte di seguito
di San Remo, possa aiutare giovani o meno giovani che dedicano la propria vita a
fare canzoni d'autore, senza un vero successo commerciale. Zio ha avuto un successo
enorme, anche la banalità è un'arte, provate voi a diventare ricchi con le canzonette
e poi mi dite se è una cosa facile e alla portata di tutti. Sarà perché ti amo e Felicità
sono successi immortali. Ho uno zio immortale. Se avessi come regista la metà del
suo successo, beh, sarei un Vanzina. Forse è meglio così, del resto.

GIOVANNI DEL GRILLO

Un amico di Nicolino Pompa.



LA CANZONE DI UN MIO GIOVANE AMICO

RACCONTINO

Era una giornata di pioggia e Armando Fosca era estremamente lieto che fosse 
una giornata di pioggia. Si alzò dal letto con spirito guerriero per spremere senza pietà il dentifricio.
Armando Fosca era un uomo altissimo, circa due metri, ed era estremamente lieto di essere altissimo. 
Uscì di casa con l'ombrello preferito, iniziò a camminare allegramente per
le strade della sua città, una città piovosa e trafficata che assomigliava a Milano. 
Salutava tutte le persone che incontrava sul suo cammino, sorrideva anche agli immigrati 
e questo generava scandalo tra i cittadini. Lo scandalo è una pietra d'inciampo ma Armando Fosca 
non inciampava mai. Camminava saltellando, una camminata buffa e pericolante.
Armando Fosca era senza lavoro, viveva di rendita, ed era estremamente lieto di essere senza 
un'occupazione. I pensieri volteggiavano nella sua testa, le emozioni erano schiuma
di onde sui suoi vestiti. Armando Fosca era solo, senza una compagna di vita, ed era estremamente 
lieto di essere solo. Ogni tanto appagava i suoi sensi ancora vivi con una del mestiere 
che si chiamava Eva come la famosa puttana. Armando Fosca aveva 49 anni ed era estremamente 
lieto di avere 49 anni. Passava le sue giornate a camminare e a pensare. Ogni passo un pensiero, 
ma Armando Fosca non era un filosofo, ed era estremamente lieto di non essere un filosofo. 
Per lui la vita era uno spazio bianco da colorare. Niente di più. Niente di meno. 
Quel giorno di pioggia si innamorò di Adele, una bambina di sette anni. Tra di loro c'era una grande 
differenza di età e di centimetri. Era un amore puro, la scintilla scoccò al parco, classico 
luogo di innamoramenti improvvisi. Vide Adele inciampare e sbucciarsi il ginocchio, 
Armando la sollevò da terra e bastò un sorriso di Adele a farlo innamorare perdutamente. 
Lei disse: "Grazie signore", lui disse: "Prego bambina". Non si rividero mai più ma Adele 
restò per sempre nel cuore di Armando Fosca. Armando Fosca era un pedofilo? No, era 
semplicemente un puro ed era estremamente lieto di essere un uomo puro. Molti anni dopo 
uno scienziato di nome Felice Macabro inventò una macchina psichedelica, ribattezzata 
psico-macchina X, in grado di monitorare e localizzare tutti i sentimenti considerati illeciti 
dalla società, la macchina era in grado di rintracciare anche l'alone dei sentimenti del passato, 
ogni cittadino doveva presentarsi al cospetto della psico-macchina X e farsi attraversare 
da un raggio laser. Venne il giorno in cui Armando Fosca doveva sottoporsi al raggio rivelatore, 
raggiunse a piedi il laboratorio di analisi emozionale, lo fecero spogliare, gli spalmarono sul torace
un gel blu e la psico-macchina X gli puntò il suo implacabile raggio sul petto. Lo scienziato Felice Macabro 
ebbe un sussulto, la macchina iniziò a strillare, era dotata di una voce, la voce di una bambina, 
una voce acuta e implacabile. Ad Armando Fosca si gelò il sangue quando sullo schermo al plasma 
apparve il volto di Adele, risentì quelle uniche parole che aveva scambiato con Adele: "Grazie signore" e 
"Prego bambina". Fu subito scandalo, manette, prigione e condanna alla castrazione chimica. 
L'avvocato d'ufficio cercò in tutti i modi di salvarlo, fece notare alla giuria che si trattava solo 
di uno scambio di cortesie innocenti, ma non ci fu nulla da fare, la psico-macchina
X aveva emesso il suo gelido verdetto: pedofilia conclamata. Armando Fosca venne castrato 
e per la prima volta in vita sua non fu estremamente lieto: si uccise alcuni mesi dopo, impiccandosi 
con una cravatta di Capodanno, rossa come l'amore. La piccola Adele ormai è cresciuta ma ogni giorno 
si reca sulla tomba di Armando Fosca, gli porta dei fiori sempre freschi, sta in silenzio, 
non piange, prima di andare via dice solo: "Grazie signore", e mentre si allontana le sembra 
di sentire: "Prego bambina".  

LOGO E TINELLI - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/11/whatsapp-e-i-logo-un-collettivo-che-mette-in-mutande-i-produttori/4751534/

giovedì 8 novembre 2018

I MIEI FRAGILI TURBAMENTI - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/08/i-miei-fragili-turbamenti/4740409/

mercoledì 7 novembre 2018

AGGIORNAMENTI TECNICI

Allora, mamma ha dato l'assenso al mio sviluppo tecnologico.
Non ho dovuto pregarla, non ho dovuto insistere, mi ha solo
detto: "Quando non avrai più soldi venderai la tua casa e verrai
a vivere al mare, ma per ora non mi va di saperti senza i tuoi
strumenti creativi". Quindi a breve, immagino la prossima
settimana, comprerò una videocamera nuova, molto probabilmente
una Canon HF G40. Questo comporterà anche un'altra grande
spesa: un MAC nuovo, di ultima generazione, per permettermi
di lavorare al montaggio in tranquillità. Spesa stimata? Circa
4500 euro. Il MAC nuovo si aggira intorno ai 2.700 euro, la
videocamera intorno ai 1.300 euro, più spese accessorie, non
so ancora se l'attuale microfono aggiuntivo che usavo per
la vecchia Canon HV40 sia adatto anche alla mia nuova
compagna di giochi, speriamo di sì, altrimenti sarebbero altri
250 euro per un microfono. Insomma, non posso stare senza
i miei strumenti, mi sento un chitarrista senza chitarra o
Rocco Siffredi senza il suo cazzo. Ammortizzare la spesa?
E come? Riuscendo finalmente a fare soldi con la mia passione?
Ormai non ci spero più, mi sembrerebbe un miracolo.
Che cosa ho combinato in tutti questi anni di film? Poco.
Poco dal punto di vista economico, alcune gratificazioni
ma nulla di più, e la certezza di essere sul mio sentiero, di
rispondere a una vocazione, a un talento. Il talento di raccontare
con sincerità la mia vita e quella degli altri. Il talento di una
enigmatica trasparenza, di una volontà espressiva che non
può fermarsi, l'impazienza, l'urgenza di uscire allo scoperto,
di essere un libro aperto, un libro aperto scritto in caratteri
immaginifici. Tremate umani, Ricky sta per tornare.


AMORE, CHE PAROLA STRANA.

Amore, che parola strana.
Stamattina l'ho trovata sul comodino,
deve essersi posata questa notte,
senza fare rumore, una parola
alata che si posa sui comodini.
Mi sono svegliato con il piede sbagliato
ed è stato bello sbagliare tutti i passi
della giornata. Ho preso strade mai
prese prima, ho visto cose che non
avrei mai visto col piede giusto.
Il piede storto va rivalutato.
Sbagliare è meraviglioso!

Amore, che parola strana.
Stamattina l'ho trovata sotto il cuscino.
La parola amore era assonnata,
con gli occhi ancora umidi di sogni.
Mi sono svegliato con l'umore storto
ed è stato bellissimo non avere
l'umore dritto, quando ho l'umore dritto
faccio sempre le solite cose,
con la squadra della monotonia
elaboro strategie rette, mentre
l'umore storto mi dona la curva
dello stupore.

Amore, che parola strana.
Stamattina l'ho trovata sul suo ventre,
era una parola eccitata, calda.
Mi sono svegliato con un diavolo 
per capello, ed è bellissimo svegliarsi
così quando sei calvo. Abbiamo fatto
l'amore come si fa colazione.
E le briciole dei nostri respiri sono
finite sulle lenzuola. Dopo ci siamo
detti "addio", lo abbiamo fatto per
gioco, per dare al nostro amore
il sigillo dell'irrimediabile.

Amore, che parola strana. 

martedì 6 novembre 2018

ALTRO CORTOMETRAGGIO SUPER

Ecco un altro bellissimo cortometraggio, in assenza dei miei, assenza
temporanea si spera, vi faccio conoscere queste perle.


ALLA MIGNOTTONA FRIGIDA

Prima di tutto: scusa, non mi ero reso conto che si trattasse di KAT.
Non mi sarei mai permesso. In ogni caso era evidente il gioco per
creare commenti e reazioni, era solo un gioco, Freddy queste cose
le capisce bene. Le mie perle torneranno e con una definizione più
alta perché mi sto aggiornando tecnicamente. Quando sento una
persona che dice "grassone" mi sta subito antipatica, ma posso
perdonarti. Non solo perché mio padre pesava 150 chili, credo sia
una questione di stile, ricordo una polemica tra Giuliano Ferrara e
Sabina Guzzanti (e io non sono certo un simpatizzante di Ferrara),
appena la Guzzanti ha dato del "grassone" a Ferrara mi è rimasta
sul cazzo a vita. Così come non amo quando Berlusconi viene
definito "psiconano", e non sono certo berlusconiano. Trovo che
sia veramente una caduta di stile, se rientra in un gioco letterario
ci può stare, ma se viene detta per insultare proprio non ci siamo.
E non vedo che cosa c'entri il peso di Moore con le sue posizioni
politiche. Gli idraulici devono essere tutti umidi? I dietologi tutti
magri? I direttori d'orchestra tutti con i capelli scompigliati?
Che cosa c'entra il peso? E se fosse una disfunzione? Se fosse
non il frutto di un puro godimento del cibo ma l'effetto di una
"malattia"? Trovo che sia veramente indelicato da parte di una
persona sensibile quello che hai scritto, ma so già che ti sei pentita.
Quindi va bene così. Una domanda Kat o Ekate: tu pensi veramente
come Chicca che questo sia un blog maschilista? Sono curioso.
Tu pensi che un maschilista avrebbe mai potuto fare quei ritratti
femminili? Lo pensi veramente? La vera maschilista è Chicca,
non io. La retorica che usa per attaccarmi è maschilista.
Il mio accogliere tutti invece è un segno della mia "femminilità".
Le femmine accolgono per natura. O no?

lunedì 5 novembre 2018

PER CAPIRE MEGLIO MARKER

Per capire meglio Marker facciamo un salto in dietro nel tempo anche noi. Sul finire del IV secolo nel libro trentanovesimo del suo De vera religione Agostino d'Ippona indicando il sentiero da seguire per raggiungere la verità scrive: "noli foras ire, in te ipsum redi: in interiore homine habitat veritas" ("Non rivolgerti all'esterno, ma torna in te stesso: all'interno dell'uomo dimora la verità." Agostino, De vera religione, XXXIX, 72) riuscendo per la prima volta nella storia del pensiero a formulare in modo compiuto la necessità di un auto-rivolgimento, di una riflessione dell'uomo in se stesso per poter conoscere qualcosa. Già il motto delfico fletteva il conoscere in uno "γνῶθι σαυτόν" ("Conosci te stesso") che Platone (Cfr. Platone, Alcibiade Maggiore, 132d1-133c7) poi intese come un addentrarsi nella conoscenza dell'anima attraverso il divino, ma tanto Platone quanto Agostino navigavano in acque agitate dall'impossibilità di aggrapparsi ad un punto fermo che appartenesse all'uomo soltanto senza rivolgersi ad entità ultraterrene. È una peregrinazione questa che raggiunge la terraferma solamente con Descartes e col suo "Ego cogito", un'interna certezza di verità che crea e pone l'uomo in quanto soggetto [A ben vedere ancora dei passi dovevano essere compiuti per raggiungere un vero e proprio soggetto, ma già con Decartes si intravede un sub-jectum in quanto "gettato sotto" (e allo stesso modo in greco ὑποκείμενον", ovvero "ciò che sta sotto")], ora solamente è possibile conoscere qualcosa come vero in quanto c'è qualcuno che può conoscere. Calcolare, esperire, intuire. Le forme del conoscere vengono sviscerate, ma mai tanto in profondità quanto da Kant (Cfr. Kant, Critica della ragion pura, §28) che include tra esse anche l'immaginazione, la quale da un lato produce a priori le forme del tempo e dello spazio e dall'altro riproduce immagini ed oggetti intuiti precedentemente.
[3] D'altro canto anche tutte le fotografie di scenari post bellici utilizzate nell'apertura del cortometraggio sono foto di città devastate nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

La jetée

La jetée è uno dei cortometraggi più belli della storia del cinema, diretto da
Chris Marker, regista enigmatico e sfuggente. Qui lo trovate in versione
francese con i sottotitoli in inglese e dovreste capirci qualcosa, vi consiglio
di vederlo ugualmente, le immagini sono talmente belle che bastano a se
stesse. Un cortometraggio geniale, fatto di sole fotografie, concepito come
una sorta di fotoromanzo, con solo una scena in movimento, appena
percettibile. Il film crea una dimensione poetica e apocalittica, trasmette
una vera inquietudine e un vero sentimento poetico sulla condizione
umana e sul mistero del tempo nel quale l'uomo precipita da sempre.

Io credo nella potenza delle immagini, basta vedere (vedere con l'anima)
questo film per diventare tutti più misteriosi e profondi.
Dopo un'opera d'arte non si dovrebbe più essere se stessi, l'arte ci
cambia, ci rende più veri e più vivi. Preparatevi a diventare
più veri e più vivi.

Non ho ancora perso la speranza per voi, comuni mortali.


A PARTE LE DOVUTE ECCEZIONI

A parte le dovute eccezioni, con l'ultimo post su Freddy ho voluto assimilare
me stesso al vostro cattivo gusto. Il cattivo gusto di essere sul mio blog fatto
di film e poesie solo per fare i vostri commenti stitici sulla politica o sui vostri
deleteri gusti musicali, pochissimi reagiscono in sintonia ai miei contenuti, siete
una platea da sbarco, una ciurma, pochissima intelligenza e comprensione
della natura del blogger, ma in fondo, forse, è quello che mi merito per avere
dato spazio e importanza ai vostri "pensieri", alle vostre esternazioni da
terza elementare, allora, lo ammetto, ho voluto divertirmi anche io per farvi
capire quanto siete fuori tema in questo blog. Questo blog è diventato solo
l'occasione per farvi incontrare fra di voi, ma non incontrate il blogger:
l'autore. Chiaro sintomo di questi tempi senza spessore e profondità.
Impossibile per voi accedere alla dimensione poetica, come molti italiani
avete in testa tre pensieri appiccicati da altri, e non sapete sciogliervi
nell'accoglienza di ciò che è Altro, non per nulla seguite la corrente della
chiusura al diverso che domina questa epoca. Tutti in fregola per dire la
"propria", per mettere un misero tassello di una personalità che non avete.
La capacità del ragionamento interiore, dell'approfondimento, del mettersi
in relazione al contenuto, tutto ormai evapora in sterili contrapposizioni
che mettono in moto solo i vostri automatismi. Siete qui per sputarvi allo
specchio, non per accogliere il mio volto. La riprova è che quando posto
piccoli capolavori della ritrattistica Chisciotte non sapete nemmeno balbettare
una reazione degna di nota. Questo è il vero cattivo gusto, il vostro.


domenica 4 novembre 2018

PER DIVERTIRE FREDDY!

Freddy Fosca, sucami la ciolla. Tu e le tue vampate alcoliche da
periferia romana, con la tua vodka da quattro soldi, con le tue birre
schiumate di rutti solitari, perso davanti a un computer, prigioniero
di uno scherno o schermo? decidi tu. Sei in cerca di cosa?
Non ti basta il tuo alito disperato? Finto anarchico, finto gay
che non incontra mai il coito nel culo. Per vigliaccheria anale.
Idraulico celiniano, al termine della notte e delle note, analfabeta
del cuore, sempre a sproloquiare di sborra, culo e ingoio.
Divorato da solitudini incarnate e flaccide, con lo sgomento
bavoso di essere un pezzo di carne pulsante e nulla più.
Non ti si chiede un esame di coscienza, ma almeno un esame
del tuo culo infestato di ciccioli di carne sanguinanti.
Fosca, Freddy, Fosca Freddy, Freddy Fosca. Dilaniato da
cicatrici, orgoglioso del tuo nulla da sbadiglio, t'immagino
con la testa sprofondata in cuscini macchiati di vino, cuscini
odorosi di te, delle tue risate slabbrate, ghigni da clown sul
baratro gelido. Fosca, fottiti una bambola gonfiabile ma non
regalarle mai rose con le spine, o il tuo nulla ti esplode in faccia.
E ti brucia gli ultimi ghigni. Questo hai da dare ancora al mondo:
ghigni immondi. E la tua disperazione da lucertola amputata.
Anzi, da rospo cardiaco. Con le tue scie d'amore chimico
a smerdare le mutande fiacche, le mutande sporche di te.
Fosca, con il tuo passo pesante, il tuo vaiolo da supermercato,
la tua rancida rabbia fallita, le tue mani umide di niente,
la tua saliva da sputo e risacca, i tuoi occhi bovini, la tua
sorte assortita, e questa vita che ancora ti ama, che ancora
ami, per una assurda e immotivata voglia di sborrare nel culo
dei tuoi sogni invecchiati, con l'artrosi dell'addio addosso.
Fosca, ti è piaciuto il mio canto d'amore per te?

UN FILM BELLISSIMO

Palma d'oro a Cannes giustissima, questo capolavoro del cinema giapponese
è un film da non perdere, perderlo sarebbe un crimine.

Un film in cui "i cattivi" sono i buoni e i buoni sono "i cattivi",
una famiglia rubata, dove il grado di parentela è dato solo
dall'amore, dal volere stare assieme per affinità elettive,
un "padre" che insegna a rubare ai "suoi" bambini, suoi figli
solo perché trovati, dimenticati dai veri genitori in una macchina
o in una stanza, un ritratto di famiglia in un interno e in un
esterno, i sentimenti che nascono spontanei come erbe selvatiche,
un film puro, come puro è il cinema quando racconta una
storia semplicemente, con affetto enigmatico. I "buoni": la polizia,
gli assistenti sociali, i buoni fanno i buoni, vedono il marcio
dove c'è solo purezza, vedono un rapimento di una bambina
dove c'è solo accoglienza, come può essere un rapimento
se non c'è la richiesta di un riscatto? Quando la tua famiglia
d'origine non è l'origine ma solo una prigione, allora è giusto
essere "ladri d'amore". Tante scene indimenticabili, la gita al
mare per esempio, e il finale che accarezza il volto dei bambini
"rapiti", strappati alla famiglia vera, la famiglia che li ha accolti,
allontanati dall'amore perché lo impone la società, questa società
che non riesce a comprendere, a capire la purezza.
Un capolavoro che resta per sempre nel cuore.

PER AMORE

Ecco l'emblema di tutto ciò che non sopporto. Salviniani, Fusariani,
Renziani, sono allo stesso livello. La politica come ipocrisia.
Come gradino cerebrale più basso, in sintesi: quello che vi meritate.
L'amore che vi meritate.


sabato 3 novembre 2018

IL MANICOTTO DI AGOSTINO

"Ricky?"
"Un caffè al ginseng piccolo, grazie Ago"

Osservo Agostino, i suoi automatismi,
il manicotto del caffè, lo sbatte, lo sbatte
con ritmo, poi lo avvita, e la magia del
caffè scende a filo, a coda di topo.

Ci sono altri clienti al bancone, ognuno
col proprio piccolo desiderio quotidiano.

"Ristretto"
"Poca schiuma"
"In tazza grande!"
"Corretto"
"Macchiato"
"Tiepido"
"Un deca, grazie"
"Bollente"

E così via, e Agostino sbatte il manicotto
e lo avvita, dal lunedì al sabato.

Cerco di penetrare nella sua mente,
che cosa sta pensando?
posso immaginare questo:"Ricky, hai visto
che cazzo di vita è? Beato te che crei,
che sei poeta"

E se fosse questa la tua intimità Agostino?
Se questo manicotto che hai in mano
fosse lo scettro della tua regalità?

Per par condicio immagino Agostino
nella mia stanza, quando sono davanti al
computer a scrivere quattro versi
spelacchiati.

Mi vedrebbe sempre seduto, qualche
volta sdraiato, altre volte col cazzo
in mano mentre mi masturbo.
E gli direi: "Ago, questo è il mio
lavoro, sogno, godo del mio cazzo,
anche io ho sempre un manicotto
in mano, anche io faccio sempre
gli stessi gesti, non siamo poi tanto
diversi"

E Ago si farebbe una risata, mi piace
quando ride.

Ago, siamo tutti condannati, non c'è
speranza.

"Ciao Ricky, buona giornata"
"Ciao Ago, ora vado a scrivere una poesia
su di te"

E Ago ride, ma subito una voce dice:

"Tre caffè, di cui uno corretto con la
Sambuca"

E il manicotto sbatte, sbatte con ritmo,
e poi si avvita nell'infinito.