mercoledì 11 agosto 2021

SILVIA LONGO

 
Non sono tuttologa, né pretendo di detenere verità assolute. Pertanto non mi sono mai pronunciata su questioni scientifiche e mediche, né sono intervenuta sotto i vari post di contatti no-vax e no-greenpass (complottisti e negazionisti sono un discorso a parte). Non ho le competenze per parlare di eventuali effetti a breve e lungo termine dei vaccini, né so di noi cosa sarà, rolls royce rolls royce. Tralasciando il discorso piazza, disobbedienza civile e opportunità di utilizzarle ora e in questo modo, dell'efficacia dei protocolli approntati da chi di dovere, una cosa devo a coloro che si autoproclamano vittime di discriminazione a causa del decreto Green Pass.
Premessa: dalla scorsa primavera, il Green Pass è obbligatorio per accedere come visitatori a strutture residenziali e riabilitative di sorta, tra cui RSA, case di riposo e accoglienza, comunità terapeutiche.
Chi ci lavora sa quanto è stato difficile proteggere i propri ospiti dal Covid. Un focolaio significa trovarsi a gestire criticità tali da inibire la qualità del servizio, da rendere complicata la minima azione quotidiana. E soprattutto un focolaio spesso significa morti. Chi l'ha saputo solo dai notiziari, può dirsi fortunato. Un computo di morti dice pochissimo, dice nulla rispetto al lutto, alla perdita. I morti non sono un numero. Sono tante vite una per una, vite di persone “fragili”. Anziani, disabili, minori, ammalati, detenuti.
Persone morte senza aver accanto un parente e senza i riti della compassione, o che per mesi non hanno potuto uscire dalle strutture se non per comprovate necessità (e poi sottoporsi a tampone e isolamento cautelativo), che non hanno ricevuto visita dai loro cari. Persone che non hanno potuto afferire a ambulatori, centri riabilitativi diurni, o ricevere servizi domiciliari. Persone senzatetto e migranti (compresi i lavoratori stagionali) che spesso non hanno avuto riparo.
Chi opera in strutture come quella in cui anch’io lavoro, sa che per chi vi è accolto, sono casa. Che il nostro impegno è volto a far sentire ciascuno, per l'appunto, a casa. Nonostante le restrizioni all'interno della casa stessa. Il dover rinunciare a un abbraccio che significa "io ci sono, sono qui", il dover imporre il distanziamento anche tra loro, che condividono tetto, pasti e terapie.
In tutto questo, ciascuno ha messo qualcosa di suo, secondo coscienza oltre che per deontologia professionale. Per mantenere alta la qualità dei servizi, perché non venisse meno l’umanità, soffocata dall’ansia continua. Nella qualità della relazione, seppur a distanza, con ospiti e colleghi. Quel qualcosa che costituisse il tuo apporto personale, il valore aggiunto, che fungesse da ammortizzatore, che attutisse l’impatto di quella strana solitudine che, seppur condivisa da milioni di individui, restava pur sempre solitudine.
Abbiamo stretto un patto di fiducia all’interno delle equipe, impegnandoci per esempio a non frequentare nessuno, fuori dall’ambito lavorativo. Durante i lockdown, noi non abbiamo smesso di lavorare, anzi, abbiamo lavorato il doppio. Ma ci siamo limitati a fare casa-lavoro per mesi. E spesso, abbiamo ridotto all’osso anche la relazione con gli altri membri della famiglia. E so che è stato lo stesso per medici, infermieri, oss, insegnanti, e altre categorie.
A gennaio abbiamo ricevuto la prima dose di vaccino, a febbraio la seconda. Chi pensa che non avessimo paura, sbaglia di grosso. Siamo stati tra i primi, non c’era ancora modo di confrontarci con altri, si sapeva ancor meno di adesso sulle eventuali reazioni avverse. Ma era nostro dovere. Proteggerci e proteggere. Sebbene in quella sala di attesa, e poi nell’ambulatorio, con l’ago che entrava nel braccio, io mi sia sentita piccola piccola.
L'ordinanza del Ministero della Sanità dello scorso maggio, che rappresenta il tentativo di conciliare le necessità emotive delle persone ospiti e l’urgenza di contenere la pandemia, recita così:
“Tenuto conto che il perdurare delle condizioni di isolamento sociale e di solitudine rappresenta motivo di crescente sofferenza e fattore di rischio per il benessere degli ospiti, è necessario assicurare un regime di contatti e/o di visite agli ospiti e le persone a loro care, occasioni di uscite fuori dalla residenza, nel rispetto delle misure di sicurezza tenuto conto del contesto epidemiologico dell’area geografìca di riferimento” (questo per ogni categoria di ospiti di strutture residenziali e/o riabilitative).
Nel dettaglio, per le persone anziane: “l'isolamento sociale e la solitudine rappresentano motivo di sofferenza e importanti fattori di rischio nella popolazione anziana per la sopravvivenza, lo stato di salute fìsica e mentale, in particolare per depressione, ansia e decadimento cognitivo/demenza”.
Quanta sofferenza. Quanta.
Quando leggo o vedo immagini dei manifestanti no-greenpass, penso che forse a loro manca l’esperienza di essere stati ospiti di una struttura residenziale/riabilitativa/detentiva (o parenti di un ospite) o di un ospedale durante le diverse fasi di questa pandemia. Penso che, per loro fortuna, non hanno una madre, un padre, un fratello in una RSA o in una comunità o in carcere, e che probabilmente non sono malati cronici o portatori di disabilità, e non necessitano di afferire a diversi ambulatori e servizi con una certa frequenza.
Diversamente saprebbero cosa significa. E comprenderebbero il senso del Green Pass, ora esteso all'intera cittadinanza. L'essere trattati tutti con lo stesso metro di valutazione. Tutti a rischio, tutti meritevoli di tutela, tutti responsabili gli uni degli altri. Specie dei più fragili. Altro che mancanza di rispetto e attenzione, altro che "cittadino di serie B" perché non puoi fare come credi, e andare venire entrare dove ti pare, spostarti come preferisci. Le persone discriminate sono quelle di cui ho parlato sopra, non sei tu. Vorrei dirti "fai come ti pare", ma riesco solo a suggerirti: se scendi in piazza, urla per chi davvero è discriminato.

220 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 220 di 220
Cesare Pieri ha detto...

Pensate se avessimo tutti il pensiero di Ricky e Lindt, come sarebbe il mondo,
sicuramente tutti felici e contenti di aver sconfitto questo vairus, complimentandoci a vicenda, molti si vanteranno di averlo fatto per primo il vaccino, qualcuno riceverà la medaglia al valore, ma tutti i morti da vaccino
verranno presto dimenticati, la maggioranza è salva.
Speriamo che non arriva un altro vairus

Anonimo ha detto...

Coviddi 1984

Anonimo ha detto...

Come in Orwell riceveranno la medaglia e gli onori. E poi saranno cancellati dalla storia.

Anonimo ha detto...

Dopo che saranno morti di vaccino.

Anonimo ha detto...

Tanto alla 3a 4a iniezione schiopperanno tutti!

Cesare Pieri ha detto...

Ricky e Lindt riceveranno la medaglia al valore per essersi distinti in questo blog
il loro pensiero è rivolto all'umanità. Ma se non andrà cosi verranno ricordati come i
più stronzi della storia. Qualcuno scriverà un libro su questa amara storia

Cesare Pieri ha detto...

Questi vaccini incasinano il sistema immunitario, chiunque ci arriva,
certamente alla tele non possono dirlo.

Anonimo ha detto...

Non vedo l'ora di leggerlo!

Anonimo ha detto...

Ma scherzi? È la PlusMedicina. Chi non la vuole prendere, è uno psicocriminale e un traditore.

Anonimo ha detto...

CovidSoc.

Anonimo ha detto...

Come diceva Winston: "Non vincerete, qualcosa vi sconfiggerà!"

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Quando gli verranno i tumori, gli infarti, gli ictus, le malattie cardio circolatorie, di questi imbecilli, che si sono fatti iniettare una porcata, rideremo a crepapelle. Un imbecille morto, è sempre una buona cosa

Anonimo ha detto...

Oltretutto io li ODIO GLI IMBECiLLi. Mi alzano troppo a gratis l'autostima.

Davide ha detto...

MANNAGGIA LA PATUZZA RICKY OCCHIO AI RENI!

L’agenzia del farmaco europea (EMA) comunica che sono allo studio tre ulteriori reazioni avverse ai vaccini mRNA riscontrate in soggetti sottoposti a vaccini Pfizer/BioNtech e Moderna.

La prima nuova reazione avversa riscontrata è l’eritema multiforme, una reazione allergica cutanea, la seconda è la glomerulonefrite, grave malattia infiammatoria che interessa i reni, la terza è la sindrome nefrosica, disturbo caratterizzato dall’escrezione di grandi quantità di proteine attraverso le urine, accumulo di liquidi nel corpo e bassi livelli di albumina nel sangue, che può condurre all’insufficienza renale.
Dopo il comunicato odierno dell’EMA, le azioni BioNtech e Moderna sono crollate.

Fonte Reuters

Anonimo ha detto...

Avanti cosí. Per un influenza amnazza vecchi putridi, si stanno fottendo il sistema immunitario. Fosse la volta buona che sto vaccino ci libera dai vigliacchi di ogni risma e età! Che sia benedetto allora!

Anonimo ha detto...

Per la cronaca vi consiglio un vero filosofo contemporaneo: https://youtu.be/sn8tmkvz3e8
Mica quel poraccio del Farina, che la laura, l'ha presa coi punti della Miralanza.

Cesare Pieri ha detto...

Davide allora astraciofeca risale di quotazione, tutti vorranno fare
la terza dose con astra

Cesare Pieri ha detto...

Interessante il link, grazie Freddy. ti ringrazieranno anche i dissociati,
incominceranno ad aprire gli occhi.

Anonimo ha detto...

Più Farina butta merda a Attimi e più lei risplende ❤️

«Meno recenti ‹Vecchi   201 – 220 di 220   Nuovi› Più recenti»