lunedì 23 agosto 2021

OBBLIGO VACCINALE- (FORZA RAGAZZI)

Alla luce della pubblicazione del decreto-legge 7 giugno 2017 numero 73 recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” e della successive modifiche in seguito alla discussione parlamentare, diventano obbligatorie le vaccinazioni per la frequenza scolastica di bambini e ragazzi di età compresa fra 0 e 16 anni a seconda della coorte di nascita, per proteggere dalle seguenti malattie: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae tipo b, morbillo, parotite, rosolia e varicella. La mancata somministrazione dei vaccini obbligatori preclude l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne. Per il mancato rispetto dell’obbligo da parte di bambini e ragazzi più grandi, invece, è prevista una multa da 100 a 500 euro. È decaduta la proposta al Decreto che prevedeva la sospensione della patria potestà per i genitori che non vaccinano i figli, ma si prevede una convocazione presso l’Asl di competenza per sollecitarne l’esecuzione. Sono esonerati dall’obbligo i bambini e i ragazzi già immunizzati a seguito di malattia naturale, e i bambini che presentano specifiche condizioni cliniche che rappresentano una controindicazione permanente e/o temporanea alle vaccinazioni. Non bisogna dimenticare, inoltre, che l’Italia è impegnata con l’Oms Europa nel Piano d’Azione Europeo per le Vaccinazioni 2015-2020 (EVAP – European Vaccine Action Plan), un percorso verso un futuro in cui ogni individuo potrà godere di una vita libera dalle malattie prevenibili da vaccino. I sei obiettivi del Piano, da raggiungere entro il 2020, sono un ulteriore indicatore della necessità di intervenire a livello nazionale per migliorare le coperture vaccinali della popolazione: tre obiettivi sono specifici per alcune infezioni (mantenere lo stato di Paese polio-free, eliminare morbillo e rosolia, controllare le infezioni da epatite B) uno è specifico per la copertura vaccinale a tre dosi per tetano, difterite e pertosse (da mantenere ≥95%) due sono legati alla necessità di prendere decisioni supportate scientificamente (evidence-based) per introdurre nuovi vaccini e raggiungere la sostenibilità finanziaria dei programmi vaccinali così da garantire l’accesso gratuito alle vaccinazioni per tutta la popolazione (una condizione che in Italia è stata introdotta con i nuovi Livelli essenziali di assistenza, pubblicati a gennaio 2017). Infine è bene ricordare che l’obbligo vaccinale è una misura nata circa cinquant’anni fa per contrastare il dilagare di malattie che causavano migliaia di morti infantili. L’attuale differenza tra vaccini obbligatori e raccomandati è legata solamente alla mancanza di un aggiornamento della parte legislativa in questa materia e non all’importanza, efficacia o sicurezza delle vaccinazioni. L’importanza della comunicazione e della formazione Gli sforzi compiuti negli ultimi 15 anni per migliorare la conoscenza di operatori e cittadini sul tema dei vaccini e promuovere un’adesione “consapevole e volontaria” alla vaccinazione sono fondamentali per il successo delle strategie vaccinali e il raggiungimento di buone coperture, tuttavia la diffusione dell’esitazione vaccinale rende necessario intervenire ulteriormente. Per questo motivo, parallelamente al nuovo assetto dell’offerta vaccinale, è necessario investire in formazione e informazione: in primo luogo la formazione del personale sanitario, attraverso percorsi multidisciplinari integrati in cui igienisti, medici di sanità pubblica, pediatri e medici del territorio collaborino per condividere non solo i presupposti teorici ma anche le modalità con cui effettuare le vaccinazioni nelle varie età. È infatti la posizione del pediatra o del medico di famiglia il fattore che più di altri è in grado di influenzare le posizioni dei genitori; la diffusione di una corretta informazione a livello scolastico, attraverso interventi coordinati e programmati nel tempo in modo che la cultura acquisita possa essere un imprinting per il futuro e sia da stimolo al dialogo con i genitori “dubbiosi”. Inoltre, è necessario aumentare le attività sul web, con una sempre maggiore diffusione di informazioni scientificamente corrette nei siti (istituzionali o accreditati sul piano scientifico) e nei social network, e un monitoraggio costante di opinioni, percezioni e conoscenze esistenti a vari livelli, in modo da essere in grado di contrastare efficacemente sia i falsi miti che possono rivelarsi determinanti nella propagazione di posizioni contrarie alle vaccinazioni, sia i comportamenti dettati da posizioni ideologiche o da scarsa conoscenza delle malattie prevenibili da vaccino. Obbligatorietà: anche in Francia si passa da 3 a 11 Il 5 luglio 2017, la ministra della Salute francese ha dichiarato che entro la fine del 2017 verrà presentato un disegno di legge per rendere obbligatori 11 vaccini per i bambini che hanno meno di due anni. Attualmente i vaccini obbligatori in Francia sono 3 (contro difterite, tetano e poliomielite) e 8 sono invece raccomandati (contro pertosse, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo b, pneumococco, meningococco C, morbillo, parotite e rosolia). Si tratta di una decisione che, come nel caso italiano, nasce dalla necessità di superare la distinzione tra vaccini obbligatori e raccomandati, contrastare l’esitazione vaccinale e prevenire il diffondersi di malattie prevenibili da vaccino. E dopo l’introduzione dell’obbligo? Come previsto dal decreto italiano, l’introduzione dell’obbligo vaccinale verrà valutato attentamente, a distanza di tre anni, attraverso il monitoraggio delle coperture vaccinali, così da definirne l’efficacia ed eventualmente rimodulare l’offerta. Il Ministro della Salute, sentito il parere del Consiglio superiore di sanità, dell’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco), dell’Iss (Istituto superiore di sanità) e della Conferenza Stato-Regioni, potrà disporre la cessazione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella.

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