martedì 17 agosto 2021

SERGIO ABRIGNANI

I contagi tra i più giovani continuano a crescere visto che, a differenza degli adulti, molti non sono immunizzati. E questo deve far capire che il vaccino è indispensabile per tutti. Io lo renderei obbligatorio. Solo così quest'inverno il Covid potrà diventare come un'influenza". Queste le parole dell’immunologo Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia generale all'università Statale di Milano, direttore dell'Istituto nazionale di genetica molecolare "Romeo ed Enrica Invernizzi" e membro del Cts. Secondo Abrignani, il vaccino antiCovid andrà fatto anche ai più piccoli. "I i vaccini sono disegnati principalmente per neonati e bambini - spiega - Nella fascia da 0 a 17 anni ci sono stati circa 30 morti e centinaia di ragazzi sono finiti in terapia intensiva". Inoltre, insiste, "bambini e adolescenti sono il miglior vettore per l'infezione", perché "fanno vita di comunità, si spostano con i mezzi pubblici, fanno sport di gruppo. E siccome in tantissimi casi sono asintomatici, possono diffondere facilmente il virus senza essere individuati. Inoltre, più gente si infetta e più aumenta il rischio di far sviluppare pericolose varianti". La variante Delta, ricorda, "è quattro volte più contagiosa del Sars-Cov2 originario" e "se vogliamo contenere questo virus dobbiamo vaccinare adolescenti e, a seguire, bambini e neonati". Abrignani spinge per il vaccino obbligatorio: "In quindici mesi abbiamo avuto 128mila morti. Sono stati distrutti 10 punti di Pil. E stiamo ancora a discutere? Di fronte a questi numeri non si può invitare a fare il vaccino. Si deve farlo. Nella sanità pubblica esiste una regola aurea per vivere insieme: vaccinarsi. Entro ottobre sarà probabilmente vaccinato il 75/80% della popolazione. Ma ha poco senso ormai parlare di immunità di gregge visto che con la variante delta il 20/25% si infetta anche se vaccinato. L'obiettivo è quello di mitigare il rischio affinché la gente senza anticorpi eviti di entrare in contatto con il virus".

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