sabato 28 gennaio 2017

UNA POESIA D'AMORE DI THOMAS HARDY

14 commenti:

Unknown ha detto...

Sono fortunati quelli a cui muore l'amata, prima della morte dell'amore. Sono fortunati e nemmeno lo capiscono. Ho sperato per anni morisse una che ho amato...Macchè chissà a quanti avrá detto "ti amo" dopo di me. 'Sta troia! Vafammoc'

Anonimo ha detto...

Freddy tu non sei mai stato capace di amarla..perchè non sei mai stato amato..da nessuno e da nessuna.. (stessa cosa vale per me e per tanti altri..)
Pomponazzolo tuo bello <3

Anonimo ha detto...

"(stessa cosa vale per me e per tanti altri..)" Pensi per Lei, che non sbaglia
mai.

Gaetano.

Anonimo ha detto...

Gaetano, non posso mica pensare di essere l'unico non amato al mondo..anche io ho provato lo stesso desiderio di Freddy per una donna ..e quello è la prova che non abbiamo mai amato quella persona..volevamo solo intrappolare quella persona nella nostra vita..come dei predatori..ciao bello.
Pomponazzo..(per gli amici "il Pompy")

rickyfarina ha detto...

"Il tuo di allora". Niente si può aggiungere. Trovo che non ci sia tramonto o cumulo di nubi o orizzonte geometrico o galoppante tempesta entro cui (ri)trovare il Volto di chi muore. Quel che resta del Volto di mio padre è nelle mie mani che l'hanno sempre percorso: da quando sono nata a quando lui è morto; il suo volto è pure nell'odore che mi resta di lui: il latte al mattino, il kiwi che trangugiava goloso, la scorza di mandarino nel vino novello, le caldarroste, il suo pigiama, la mia saliva sulle sue labbra, lo zinco che bruciava prima di guardare per l'ultima volta quel corpo senza più mio padre. Sì.
Poi c'è la primavera, amore mio. Ci sono gli inguini del mio amore smanioso di adesso; ci sono le tue labbra che fisso ogni volta che guardo bere; le mie parole che ti dico e non ti dico. Tutto qui e ora. Ora che io sono e siete voi. Poi resta un'Assenza scintillante. Ovunque. Liquida. Salina. Inafferrabile. Come la pelle che indosso quando, di notte, vedo dita che, da sotto il cuscino, mi strappano gli occhi (stanotte è accaduto così).

Anonimo ha detto...

dita che mi strappano gli occhi e mi rubano i sogni..

Unknown ha detto...

Che cazzo c'entra tuo padre? Non si parlava di amor figliale. Sempre un coglione sei!

Anonimo ha detto...


Fosca, se rileggi il commento noterai che è al femminile.

Giulio

Kalt Duster ha detto...

Quel fesso di Fosca non ha nemmeno capito che era un commento di Medea.
Ma quanto è tarato?

Anonimo ha detto...

Perché se cambia la firma il giudizio di Fosca cambia? Cambia che darà della cogliona a Medea. No?

Unknown ha detto...

Ma quando vedo i pipponi leggo cosi a salti. È di Medea? E sti cazzi no? Pronto Ciampino? Mettetelo al culo!

Anonimo ha detto...

...e del non amor...

Kalt Duster ha detto...

None Anonimodistaceppa. Il tarato non dà giudizi, non è in grado. Semplicemente defeca. E con Medea avrebbe scacareggiato.

attimiespazi ha detto...

Ciao Ricky,
grazie per averci letto Hardy.
vorrei ricambiare il tuo dono con questa di un autore che amo particolarmente:

Volto di te

Ho una solitudine
così affollata
così piena di nostalgie
e di volti di te
di congedi passati
o baci benvenuti
alla prima occasione
e in ultimo termine
ho una solitudine
così affollata
che posso organizzarla
come fosse un corteo
per colori
misure
e promesse
per epoche
per tatto
e per sapore
senza esitare
mi abbraccio alle tue assenze
che vengono e mi assistono
col mio volto di te
sono pieno di ombre
di notti e desideri
di molte risa e qualche
disappunto
i miei ospiti accorrono
giungono come sogni
con i loro rancori
l’assenza di purezza
io metto una scopa
dietro la porta
perché voglio stare solo
col mio volto di te
ma il volto di te
guarda da un’altra parte
con gli amorosi occhi
che non m’amano più
come viveri
che cercano la fame
guardano e guardano
e spengono il mio giorno
i muri se ne vanno
resta la notte
la nostalgia va via
non resta nulla
il mio volto di te
ormai chiude gli occhi
ed è una solitudine
tanto desolata.

(Mario Benedetti)


[Traduzione di Martha L. Canfield]