venerdì 27 gennaio 2017

LIMONI, MARE E CICLAMINI

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Dio se la cavava bene con i paesaggi! Per il resto era un po' una pippa...

rickyfarina ha detto...

Ciao Freddy.
Se Dio è morto ci ha lasciato
dei bei ricordi della sua
presenza.

Non trovi?

Anonimo ha detto...

I ricordi non sono un granchè. Cos'è stai invecchiando, che te ne preoccupi? Bisogna dimenticarSI il più possibile. Altrimenti è finita...

Anonimo ha detto...

E poi perchè dovremmo ricordarci di dio, quando lui è evidente che si è dimenticato di noi, da molto tempo!

ring ha detto...

A me è piaciuto. Il telo in particolare.
ciao
Max

rickyfarina ha detto...


Medea:
Il mare di Dio spettina l'orizzonte e ribolle di desiderio. Puledri ricalcitranti corrono mai paghi: neanche l'abissale ingegno della morte doma la loro natura. È un galoppare di giovinezza impetuosa, di saliva salmastra e biancore di seme. È una falloforia che si espande, senza rotta nè guida. Verso la dismisura. Il limone è un'acre solitudine e gocciola sole. La luna è il clitoride dell'universo e sorprende Dio mentre, di nascosto, lecca fiori d'inverno. Per lasciare ancora che Persefone dorma. Per aspettare che il grano si ridesti e i capezzoli delle amanti grondino latte. È un film archilocheo. Un'elegia dai toni sanguigni. È un canto singhiozzante. Una brama.

["Giaccio misero, esanime,
consunto da Amore,
per colpa degli dei,
fin nell'intime midolla".
Archiloco di Paro, poeta e soldato (mercenario), VII sec.a.C.]

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe disporre delle furie, da elargire alla mia bisogna senza alcun pensiero delle conseguenze, a me estranee. Ottima pasta di immagini video e musica.

Gaetano.