Ancora ti chiedo di amarmi, di essere
la mia sete in questo deserto. Miraggio
oltre le dune della solitudine. Ancora ti
chiedo la semplice voluttà di un risveglio
spettinato, e delle nostre mani intrecciate.
Lascerò una finestra socchiusa a evocare
primavere precoci, e se sentirai freddo
ci sarà il mio corpo, ci sarà la mia anima
di fuoco a darti conforto. Ancora ti chiedo
la tua lingua di sale sulle mie ferite vive.
Tu non sei pace, non sei quiete, e nella
mia carne respiri come un tormento.
Tu non sei poesia, ma sorgente di ogni
verso, di ogni verso riverso al suolo, come
di agonia che sa di frutti appena sognati.
Sulle tue ciglia illese, sul tuo collo di regina,
poso i miei baci, uno dopo l'altro, e di questa
poesia che vuole essere troppo una poesia
non so che farmene se tu non sei qui, vicina
alla mia bocca che ancora ti chiama e
ancora ti chiede di amarmi per non morire.
3 commenti:
Eh si le bocche si mancano...Ma pure dei bocchini, che nustalgia! :-(
Condoglianze
Bella , calda e struggente
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