Abbiamo finito i tramonti e i gabbiani.
Ci resta la vaselina. Tu puoi gridare.
Ci sono le stelle, alcune sono morte.
Le stelle, dicono, sono i diamanti dei
poveri. E tu mi ami e io ti amo. Ma.
Anche il teatro della crudeltà non regge,
basta un cappuccino e un cornetto
a disfare meticolose teorie d'abbandono.
Stronzo intellettuale. Sfintere mistico.
Zuppa di cipolle e delirio. I tuoi seni.
Mammelle carnivore. Mi piaci. Vengo.
Nella tua bocca rogo di pulcini.
Sotto la pelle l'incanto. Nessuno. Ma.
Proiettore cosmico. Dimmi una parola.
Amore. Una parola. Al limite di tutto.
Nella tua bocca rogo di pulcini. Un bacio.
Inutile. Un bacio di niente. Melodia.
Appena in tempo. Ho perso la sciarpa.
Quando? A teatro maturano le agonie.
Ridammi la mia vita. No. Allora?
Che senso hai quando sei insensata?
Poesia di niente. Ti amo. Stronza.
1 commento:
ah, l'amour! quante faccende quasi incomprensibili scatena.
poesia in pieno stile farinesco,
bella!
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