"I versi nascono dalla spazzatura" scrive la poetessa russa Anna Achmatova.
Questo pensiero mi è sembrato subito di un'evidenza assoluta.
Le poesie non nascono dal dolore e nemmeno dalla gioia, le poesie sono
un sedimento quotidiano, sono tutti quei gesti che abbiamo consumato,
chi scrive poesie va a rovistare nella spazzatura, non ha paura di sporcarsi
le mani, chi scrive poesie si nutre di detriti, e salva dall'oblio quello che
gli altri buttano senza pietà. Le poesie nascono proprio da questo sentimento
di pietà, pietà per tutto ciò che viene dimenticato, accartocciato, sventrato,
aperto, svuotato, abbandonato. Residui di caffè, scatolette di tonno luccicanti,
fazzoletti sporchi, confezioni di biscotti martoriate, ossicini di pollo spolpati.
La poesia raccoglie tutto e senza tradire la verità inventa un altro destino.
4 commenti:
non sono d'accordo con la poetessa.
forse perché per me, nulla è spazzatura,
ed è questo concetto di partenza che
non appartiene alla mia personale visione del circostante
e dell'intimo che mi distanzia dal pensiero della Achmatova.
io penso che i versi nascano da un'esigenza di dar forma
al dolore, quel dolore che scava nell'animo e che
fa parte del vivere. vivere è dolore, sempre. anche quando
si prova gioia.
e anche amare è il dolore più grande che l'anima accoglie in sé.
si rovista nel dolore con l'espressione scritta
e non nella spazzatura che, secondo me,
non esiste se si è coscienti delle pulsioni che appartengono
al nostro esistere e che non vengono scartate del nostro io
più profondo.
a meno che io non abbia colto una sfumatura che non abitando
nel mio modo di essere non mi fa comprendere l'asserzione della
poetessa citata..
.attimi
Attimi, sto lavorando per te! Ho scritto alla Redazione.
Vediamo.
grazie Ricky, sei carinissimo!
quando torno a casa apro il pc e provo ad accedere.
ti giunga un virtualsbaciucchiamentoarotazionecontinua da parte mia
:-)
.@ di attimosa
La poesia raccoglie
i nostri corpi in inesorabile decadenza
e le nostre anime corrotte
in attesa della data di scadenza.
Confidiamo in un reciclaggio, in una redenzione.
Siamo spazzatura.
E in un apocalittico istante di esasperato cruccio di madre terra
verremo spazzati via.
In un'ultima poesia.
Reciclati dall'universo.
Redenti dal silenzio.
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