domenica 28 gennaio 2018

MENTAL COACH - IL FATTO QUOTIDIANO

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/28/mental-coach-non-vi-amero-mai-perche-parlate-al-portafoglio/4121588/

11 commenti:

-farinomane- ha detto...

Il mental coach non avrebbe di che vivere se tutti noi smettessimo di voler assomigliare ad un modello di persona che non ha niente a che fare con noi e che ci induce a vivere costantemente nello sforzo e nella illusione. Poi non tutto nella vita accade perchè noi lo vogliamo. Siamo in balia degli eventi. E allora bisognerebbe allenarsi al lasciarsi andare, accettare tutto quel che siamo e quel che accade senza accanirsi troppo, e fare semplicemente quello che ci fa star bene... Riuscire ad essere noi stessi è il vero successo. Poi tutto torna, senza dover gonfiare l'autostima. Che non è perché l'autostima è bassa o il cervello è poco allenato che uno non riesce ad arricchirsi o a raggiungere uno status sociale dignitoso. Forse è perchè manca il lavoro o la possibilità di monetizzare senza scendere a troppi compromessi.
Uno può allenarsi la mente anche col sudoku!
La poesia, e non solo quella in parole, serve a riappropriarci delle nostre fragilità che ci riportano alla nostra essenza più di quanto faccia il nostro tendere alla perfezione. Alla luce di ciò, io abbraccio ormai da tempo la filosofia del "sia quel che sia"

https://m.youtube.com/watch?v=84rgsCJOMUA

attimiespazi ha detto...

argomento in cui si corre il rischio di generalizzare.
comunque,
sì, essere noi stessi e viversi appieno, accettarsi.
come ha fatto questo ragazzo disabile che ha deciso di diventare mental coach.
dio, che forza!
il solo vederlo (gratis) è già motivazione per amare noi stessi e la Vita, con tutti i suoi intrallazzi e i suoi scogli da superare..

https://www.youtube.com/watch?v=zzxJ9tanwos

.attimi

-farinomane- ha detto...

Ciao Attimi, grazie per questa tua considerazione...
sicuramente la mia riflessione è poco centrata sulla figura del mental coach inteso prettamente come coadiuvatore alle attività di business, argomento trattato in maniera specifica nell'area commenti del Fatto Q., dibattito che ho potuto seguire da lontano non senza interesse.
Pensavo genericamente al bisogno di avere accanto una figura che ci dica come vivere per diventare persone di successo, dimenticandoci che forse anche da soli possiamo riuscire a raggiungere uno stato di benessere, nel business come nella vita sociale, semplicemente riscoprendo noi stessi, il nostro talento naturale. E magari in questo torna utile la poesia che ci aiuta a specchiarci, a riconoscerci

attimiespazi ha detto...

ciao frmnm,
condivido appieno il tuo pensiero ed ho compreso perfettamente quello che intendevi comunicare. il mio appunto era riferito un pochino all'articolo di Farina che, comunque, ha espresso una sua visione su due nomi specifici (che io non conosco e che non mi interessa proprio approfondire) confondendo un po' le idee sulla figura del mental coach - o life coach che dir si voglia - che mi pare sia un'attività complessa. e il mio appunto era un pochino riferito anche ad alcuni commenti conseguenti al pezzo che ho letto.
come in tutte le attività, c'è il ciarlatano, c'è chi lo fa bene, chi meno bene, chi è preparato, chi lo è meno, chi ci mette del cuore, chi sfrutta le persone deboli.
insomma, se RF voleva premere sul fatto che questa nuova professione (possiamo chiamarla cosi?) viene esercitata dietro compenso, beh, anche gli psicologi (branca della medicina che mi è poco simpatica) lo fanno per denaro.
il discorso, come hai giustamente considerato tu, è cercare di cavarsela da soli, certo, ma penso anche che a volte ci siano persone che possono trovarsi in un determinati casi della vita in cui hanno bisogno di un apporto del genere. e poi, penso agli sportivi che possono andare in crisi, oppure ai manager che vogliono migliorarsi per crescere.
insomma, ecc, ecc,. non ci trovo nulla di male.

non so se ho stata spiegata.
:-))
ti confesso che sto scrivendo di fretta, devo uscire, ma ci tenevo a precisarti la cosa.
non rileggo, scusa eventuali error.
ciao..

.attimi

(bellissima la canzone di Capareza!!! Mitica! me piace troppo assaje)

attimiespazi ha detto...

HO stata spiegata, non è un errore..

Unknown ha detto...

Per essere "felici" dovremmo accettare il nostro fallimento, dico accettarlo; in senso positivo. Sono decenni che ci provo e ancora non mi riesce come vorrei. Faccio ancora i capricci, come una bambina stupida!

-farinomane- ha detto...

Attimi... hai stata spiegata perfettamente!

Freddy... a chi lo dici!

Unknown ha detto...

Siamo bombardati da modelli di vita sbagliati. ideali assurdi, inumani. Bisognerebbe estraniarsi completamente, per recuperare un minimo di quello che ci interesserebbe veramente. Siamo troppo pigri e troppo vigliacchi. Se i poeti servono a qualcosa, è a ricordarci che ci stiamo sbagliando. Ma i poeti sono tutti dei coglioni no? Apposto.

-farinomane- ha detto...

Giusto Freddy, è come pretendere che una pecora si faccia leone o viceversa... a seconda dell'habitat che si vorrebbe creare a tavolino.
Sui poeti coglioni non so. Ricky in fondo è riuscito ad assomigliare quanto più possibile a se stesso, fregandosene di stereotipi e del fallimento. E lui è uno stra-pigro a suo dire!

Unknown ha detto...

Ricky è un personaggio. Prova ne è che sta a dare spettacolo. Spettacolo di se?

attimiespazi ha detto...

Freddy a 14:47, secondo me, hai espresso una vera profonda verità.
ti dirò che io ho sperimentato una cosa nella discussione del post di Farina. ho fatto caso che l'attenzione dei commentatori era tutta rivolta alla figura del mental coach, e nessuno si è occupato del video di RF e del suo contenuto, fintantoché io e altri due commentatori, non abbiamo imbastito uno scambio esule dall'argomento principe in cui si sono appassionati in maggioranza. la maggioranza ha espresso le sue idee e ha fatto bene, non voglio criticare nessuno, ma quello che vado scrivendo è una mia personalissima osservazione.
devo confessare che sono intervenuta appositamente per stimolare proprio una visione a più ampio raggio del post e, penso di aver raggiunto in parte l'obiettivo, visto che dopo i miei interventi qualcuno si è svegliato e si è curato (almeno un pochino) dei contenuti proposti nello short-movie di RF.
cosa significa quello che sto scrivendo? secondo me, significa che è la riprova che in un piccolo contesto quale è stato un video post, l'interesse per la poesia è passato in secondo piano. significa che se ne vive troppo poca, in una società confusa e dedita alla iper-informazione cibernetica.
e quindi, come ha brillantemente scritto frnmn a 06:58
"La poesia, e non solo quella in parole, serve a riappropriarci delle nostre fragilità che ci riportano alla nostra essenza più di quanto faccia il nostro tendere alla perfezione".
viene dimenticata spesso questa opportunità o forse, semplicemente, non la si prende in considerazione in virtù di quella pigrizia citata da FF.
non farlo, secondo me, è come scegliere di morire dentro ogni istante di più.
concludo con un condensato di una frase del nostro Ricky che ho riportato anche sul FQ.
parole che amo al quadrato spropositato:

"perché nascere è un compito che bisogna affrontare, è un progetto: nascere continuamente,
per confondere la morte"
(Ricky Farina)

.attimi