mercoledì 20 settembre 2017

TARDA PRIMAVERA

Amo i film dove gli attori vanno
in bicicletta, il cinema è movimento
e si addice alle biciclette. Guai ai
ladri di biciclette! Jules e Jim ha
bellissime scene di bicicletta, e
ieri ho visto Tarda primavera del
maestro giapponese Ozu. Un film
che ti trascina con infinita tenerezza
nella sua intimità, una intimità
solare ma anche chiaroscurale,
un film così lieve e tragico da
lasciare senza parole, che bello
restare senza parole davanti al
cinema puro di Ozu. Una storia
d'amore tra padre e figlia, una
figlia felice di stare col padre,
un padre felice di stare con sua
figlia. Il padre si sacrifica per
fare sposare la figlia, la inganna
per amore, le dice che ha in
mente di risposarsi e che lei
non deve preoccuparsi, non
resterà solo. Dopo il matrimonio
della figlia il padre tornerà
da solo a casa, e si sbuccerà
una mela (la mela più bella
e straziante della storia del cinema),
con un coltello sbuccia la mela
con moto circolare, e quella
mela nuda è il simbolo della
sua solitudine, il mare è vicino,
la figlia è lontana, il padre è
felice perché sa che la figlia
sarà felice, il padre è disperato
perché sua figlia non c'è più,
al suo posto c'è una mela
sbucciata e il mare.
Questi sono i film che amo.
Guardatelo, non perdetelo,
non dimenticherete mai
il sorriso della figlia, le lacrime
della figlia, non dimenticherete
mai l'eleganza tenue del
padre e il suo sacrificio.
E quella mela sbucciata
resterà per sempre nel vostro
cuore.
Tarda primavera, di Ozu.

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