lunedì 21 marzo 2016

UNA VIA DI MILANO

1 commento:

-farinomane- ha detto...


Se con i tuoi ritratti alle persone è inevitabile un diretto coinvolgimento emotivo, perché ci si riconosce pur nella diversità e si riflette sul mistero della vita umana, con i ritratti ai luoghi si prova una sorta di estraniamento, quel giusto distacco che permette di sperimentare la vertigine del tempo. Qui la vera protagonista, per me, diventa la morte. Noi ci scopriamo semplici comparse, esseri di passaggio in un qui ed ora che non abbiamo scelto. L’indeterminatezza nel titolo fa pensare proprio alla casualità dell’esistenza. L’inquadratura fissa rimanda alla indifferenza di cui è intrisa la realtà. Il montaggio di scene scollegate fa percepire l’assurdità dell’essere. A fuoco sono gli oggetti più delle persone. Le cose sembrano vivere di vita propria, né più né meno di noi altri, ridotti a ignari passanti, o divenire tracce di lontane presenze:
una targa che ricorda un esploratore, una bici che aspetta il suo proprietario, delle moderne tende blu che sfidano in vanità il fasto più antico delle attigue cornici liberty, una carrozzeria ammaccata, un pneumatico lasciato fuori asse, il fanale di un’auto che riflette chi passa per caso, insegne commerciali, messaggi pubblicitari e annunci di lavoro che richiamano la frenesia di voler sopravvivere. E così fino ad arrivare ad un minuto e mezzo di sequenza di rami spogli che sembrano protendersi al cielo come dita di una mano morente, in un ultimo disperato anelito alla vita.
Ma ecco che parte una musica che rimanda a tempi passati, un anacronismo che rafforza la vertigine del tempo, che di nuovo fa pensare a quel che era ed ora non è più. Poi ad un tratto sembra che qualcosa accada, in un crescendo di vitalità: accelera la frequenza dei passanti, che ora sembrano riconquistare la scena (inseguiti di nascosto da un obiettivo meno indifferente), si risvegliano le auto tutte insieme, quasi sapessero dove andare. Un nastro di plastica sembra danzare felice col vento. La vertigine scompare. Ma è solo una illusione. La morte è sempre dietro l’angolo.