giovedì 26 novembre 2015

IL MIO ISOLATO


IL MIO ISOLATO

Esco dal portone e sulla destra c'è una tintoria gestita da una
vecchia siciliana con figlia bionda, la figlia bionda mi sorride
sempre, è allegra, è zitella, è vitale, la madre nei mesi freddi
sta sempre vicina al calorifero, la Milano da bere per lei è stata
solo questo negozio, ma è un punto di vista come un altro,
e quando ci salutiamo mi guarda con curiosità, come se fossi
un animale strano, metà fotografo e metà uomo. Sulla sinistra
del portone c'è una agenzia investigativa, e un sentore di
tradimenti, di foto rubate, di meravigliosi peccati nelle camere
d'albergo. Parlavo sempre con Riccardo, un simpatico signore
dal passato girovago, conosceva quattro lingue e mi raccontava
dei suoi viaggi, dei suoi lavori passati, voleva fuggire da questo
paese, e finalmente ci è riuscito, almeno credo, perché Riccardo
non c'è più, mi attaccava dei bottoni paurosi, ma tutto sommato
era un piacere stare ad ascoltarlo. Vicino alla agenzia di
investigazioni c'è un distaccamento della chiesa evangelica,
pregano e cantano in uno spazio di 20 metri quadrati,
e c'è un predicatore, e mi sembra anche di avere visto Dio
seduto su una delle poche sedie, ovviamente era invisibile,
ma io l'ho visto, Dio esiste, basta crederci, ah, Dio è calvo.
A fianco della chiesa evangelica c'è una pizzeria araba, sono
simpatici, gentili, fumatori e allegri, mi chiamano Mister, e
mi vedono spesso con donne diverse, non sanno che sono
solo mie amiche, e immaginano chissà cosa di me, se solo
sapessero la verità! Mi sono dimenticato del negozio di ottica
tra la chiesa e la pizzeria, sono una coppia, lei è dolce, lui
è un simpatico grillino, deve essere molto pignolo, un giorno
l'ho visto mettere dei tappi di sughero sotto i tergicristalli.
Tornando sulla destra del portone, dopo la tintoria c'è un
piccolo panificio, gestito da una coppia, lei si chiama
Monica, è l'unica donna insieme alla mamma che mi chiama
"Amore", ma fa così con tutti. Lui ( non ricordo il nome )
fa il pane nel retro, ed è un appassionato di musica metallara.
Monica è aiutata da una vecchietta gentile che la sera
prende sempre delle tisane, e della sua vita so solo questo.
Proseguendo sulla destra, girato l'angolo c'è una bella
pasticceria siciliana a conduzione famigliare, la nonna
ti mette sempre un cuoricino di pastafrolla sul piattino del
caffè, il figlio è sposato con una donna sexy che mette le
gonne corte senza creare scandalo, e hanno una figlia
in sovrappeso che va in monopattino, la figlia si chiama
Sara come la pasticceria. Mentre alla sinistra del portone,
se giri l'angolo arrivi al bar dove c'è Agostino, il mio
barista preferito, ma oggi ho scoperto che anche Luciano,
il padrone del bar, è un uomo interessante, sempre
attento al lessico, mi augura "felice giornata" ogni volta.
Non buona giornata, felice giornata, che è tutta un'altra
cosa, diciamolo francamente. E infine, come non parlare
di Vittorio, il pensionato che vive insieme al pappagallino?
Oggi mi ha rincorso fin dentro il bar per parlarmi delle
sue transaminasi, dei suoi problemi di pressione, di una
fastidiosa cheratosi, e della sua depressione cronica.
Ha una vecchia Rover grigia metallizzata che tiene sempre
parcheggiata davanti a casa, non la sposta mai, si limita
ad accendere il motore ogni giorno, per tenerla in vita.
Oggi gli ho detto: " Vittorio, questa macchina è il simbolo
della tua vita, cristo, un giorno vengo con due pollastrelle,
la mettiamo in moto e questa volta andiamo a farci un
giretto fuori Milano. Vittorio, tu vincerai la tua depressione
quando troverai una ragione per spostare questa cazzo
di macchina ! ". "Cazzo di macchina" è una espressione
che uso con Voi, ma il concetto è chiaro. Ecco, questo
è il mio isolato. Poi ci sono io, il "fotografo", il Mister, il poeta
dell'isolato, ma voi già mi conoscete, e di me non c'è
molto da dire di nuovo, tranne una cosa: sono vivo.

5 commenti:

Unknown ha detto...

...uno spaccato di vita vera, una realtà coinvolgente...
..come sempre con molto phatos..

attimiespazi ha detto...

Ogni anima un piccolo atollo..

.attimi

-farinomane- ha detto...

A furia di parlarne, con il dono che hai di osservare e descrivere amorevolmente, quelli del tuo isolato mi sono diventati più familiari di quelli del mio.

Anonimo ha detto...

Avevo già guardato con google map il tuo portone, il fornaio e la pizzeria. Avevo visto anche le tue inconfondibili seggioline col tavolino sul balcone. Ora cercherò di voltare l'angolo del fabbricato per vedere il bar. Chicca

rickyfarina ha detto...

Ho dimenticato l'agenzia immobiliare, cazzo!